Firenze: acquistato dagli Uffizi dipinto di Rudolf Levy. Pittore che fu deportato ad Auschwitz

Firenze – Le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato uno dei più celebri dipinti del pittore ebreo tedesco, Rudolf Levy, che dal capoluogo toscano fu deportato, nel 1943, nel campo di sterminio di Auschwitz. In occasione del Giorno della Memoria, il quadro sarà esposto all’ingresso della Galleria Palatina a Palazzo Pitti.

Nel 1942, appena un anno prima di essere deportato ad Auschwitz, il celebre pittore Rudolf Levy dipinse il ritratto femminile dal titolo, ‘Fiamma’. Un’opera esposta a Tel Aviv nel 1968 e a Milano e Berlino nel 1995. Da oggi il dipinto è della Galleria degli Uffizi che lo ha acquistato in occasione del giorno della memoria.

Da domani l’opera sarà esposta a Palazzo Pitti, all’ingresso della Galleria Palatina, nel Corridoio delle Statue. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha celebrato la notizia affermando che “Rudolf Levy era uno dei più importanti artisti ebrei in esilio a Firenze durante la Seconda Guerra Mondiale. ‘Fiamma’ è il primo suo dipinto a entrare nelle collezioni degli Uffizi, e farà parte della mostra sull’artista in programma per il 2023: la prima monografica a lui dedicata, che le Gallerie stanno preparando da tempo insieme al Museo e Centro di documentazione della deportazione e Resistenza di Prato”

“Le sue opere – conclude Schmidt -, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell”arte degenerata’ dai nazisti.”

Il dipinto, inoltre, fu scelto come immagine per la copertina del libro di Michele Sarfatti ‘Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione’ (Piccola Biblioteca Einaudi, 2000), un classico sull’argomento.

Levy (Stettino 1875-Auschwitz 1944) trascorse nel capoluogo toscano gli ultimi anni della sua vita: arrivato in città nel dicembre 1940, vi rimase e lavorò fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato ad Auschwitz dove morì.

🎧 “Seduzione” di Koen Vanmechelen, alla Galleria degli Uffizi

Firenze, presentata agli Uffizi la mostra “Seduzione” di Koen Vanmechelen, artista internazionale conosciuto anche come performer, studioso e attivista dei diritti umani. Una figura eclettica che, a partire dagli anni Ottanta, tramite l’uso di pittura, scultura, installazione, stampa e fotografia, ha affrontato il tema del rapporto tra mondo umano, vegetale, animale e creativo.

“Seduzione” è il titolo della rassegna, che apre la stagione espositiva 2022, la mostra è composta da 30 installazioni dedicate ai temi dell’evoluzione e dell’ibridazione disseminate tra i classici capolavori del museo.

In podcast l’introduzione del Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, con in coda un breve saluto del Direttore del Museo Nacional de Bellas Artes de Cuba Jorge Fernandez.

Enormi iguana cornute, una tigre rossa accucciata nel bel mezzo della sala della Niobe, inedite versioni della Medusa con la testa brulicante di zanne e becchi appuntiti: è una vera e propria legione di creature fantastiche quella che popola gli Uffizi in Seduzione, esposizione dell’artista belga Koen Vanmechelen, accolta nella Galleria delle Statue e delle Pitture dal 18 gennaio al 20 marzo. 30 le installazioni per la rassegna d’apertura della stagione espositiva 2022: disseminate tra i capolavori del museo, il loro forte impatto visivo e concettuale accompagnerà i visitatori dall’ingresso, lungo i corridoi, alla sala del cosiddetto ‘ricetto delle iscrizioni’ tra quella di Leonardo e quella di Raffaello e Michelangelo al secondo piano fino alle sale della pittura caravaggesca e fiamminga che concludono l’itinerario al primo.

Vanmechelen, pittore, scultore, performer, figura eclettica i cui interessi spaziano dall’antropologia alla bioetica, dalla tutela dei diritti umani alla bio-genetica, incentra la sua ricerca sui concetti di ibridazione (delle specie animali e vegetali) e contaminazione (delle tecniche espressive e dei materiali). I lavori, tutti specificamente realizzati per gli ambienti degli Uffizi, mettono a fuoco i concetti primordiali, archetipici e antitetici, che da sempre nutrono l’immaginario umano: vita-morte, umano-divino, terreno-spirituale, naturale-artificiale.

Allestiti in dialogo con le opere della collezione, costituiscono un viaggio suggestivo e spiazzante intorno all’idea di ‘seduzione’: sono una sorta di inno alla potenza della vita ed alla forza rigeneratrice (ma anche appunto ibridatrice, mostruosa) del mondo naturale. Nei corridoi del secondo piano, inserite nel percorso di visita degli Uffizi, tra la statuaria classica, le sculture in marmo statuario della serie Temptation raffigurano imperatori, filosofi, guerrieri, eroi, divinità.

Le loro teste sono ricoperte di frammenti di uova ed altri innesti organici: un invito-sfida a evadere dai limiti del pensiero razionale per seguire il cambiamento e lasciarsi andare a inattese contaminazioni. Come quella proposta dal bizzarro accostamento del Bambino con Gallo, gesso dell’artista fiorentino dell’Ottocento Adriano Cecioni (ordinariamente esposto alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, in ‘trasferta’ per l’occasione agli Uffizi) con Cosmopolitan Fossil, doppia installazione ad esso ispirata, nella quale l’innocuo volatile si trasforma in una enorme iguana caratterizzata da inquietanti mutazioni, a stento trattenuta dal bimbo che lo tiene in braccio. Opera giocata sul filo dei contrasti (plastico, teatrale, psicologico) è anche Domestic violence: nel suo ambito una tigre in marmo rosso, a grandezza naturale, è adagiata su un tappeto di piume di pollo, al centro della celebre sala che accoglie il gruppo scultoreo ellenistico dei Niobidi.

Circondato da lame affilate (una delle quali le perfora il dorso), riferimento tragico ai gesti disperati delle statue antiche, il felino colpisce per la sua mansuetudine e seraficità, del tutto stridente con l’atmosfera drammatica dell’ambiente che lo circonda. In mostra compare poi l’immagine dello stesso artista: lo fa dall’autoritratto Ubuntu, (stampa Diasec su acrilico, esposto proprio nella sala degli autoritratti), che lo raffigura nelle vesti di uno sciamano, ad osservare il visitatore attraverso una maschera di vetro. Ubuntu, in lingua bantu, significa “Io esisto, perché noi esistiamo”: un invito ad accogliere il principio di questa filosofia sudafricana e a rendersi intimamente partecipi del legame di scambio che accomuna l’intera umanità e il creato naturale.

L’opera, al termine dell’esposizione sarà donata dall’artista al museo. Concludono Seduzione la coppia di Meduse ibride in marmo e vetro, posizionate nella principale delle sale caravaggesche: le loro teste, irte di crani di mostruosi polli mutageni con le fauci aguzze spalancate, affiancano e potenziano l’orrore della chioma di serpenti che incornicia il volto stravolto del capolavoro di Michelangelo Merisi. Alla pari del veleno di Medusa e dei suoi serpenti, ritenuto in mitologia capace di risvegliare dalla morte, anche le uova di pollo sono usate nella moderna medicina come base per medicinali e vaccinazioni. Medusa quindi è metafora della capacità di uccidere come di dare nuova vita.

Sono intervenuti tra gli altri il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ed il Presiedente della Regione Toscana Eugenio Giani, ma anche con un video messaggio, video il Direttore del Museo Nacional de Bellas Artes de Cuba Jorge Fernandez.

Firenze, sponsor su monumenti: sovrintendenza valuta esposto

“Valuteremo, se ravviso che vi siano estremi procederò in questo senso” dice il sovrintendente Pessina. Il direttore degli Uffizi si dice “allibito e inorridito”, “non sapevamo di sponsor” afferma Schmidt

“Si potrebbe configurare un utilizzo non autorizzato del monumento, spero che i proprietari dei vari monumenti avessero dato l’autorizzazione a utilizzare le facciate dei loro edifici perché fungessero da schermi: valuteremo, se ravviso che vi siano estremi procederò in questo senso. Così il soprintendente di Firenze Andrea Pessina in merito alle immagini con il logo degli sponsor apparse nella facciata dell’Istituto degli Innocenti e su Ponte Vecchio per il festival F-light.

Pessina ha convocato appositamente una conferenza stampa stamani per spiegare che la soprintendenza aveva autorizzato le installazioni luminose non certo la proiezione dei loghi degli sponsor di cui non sapeva nulla “La manifestazione – ha specificato – doveva avere esclusivamente finalità culturali, non abbiamo assolutamente autorizzato il fatto che sulle facciate venissero proiettati i loghi degli sponsor.

Lo spazio da dedicare allo sponsor può essere un altro e diverso da questo, se ci fosse stato chiesto avremmo detto di no. Si è proceduto senza dire niente in tal senso, non so per quale ragione, lo spiegherà l’amministrazione. I monumenti non sono dei manifesti pubblicitari, non sono supporti sui quali un’azienda si fa pubblicità.: alcune immagini proiettate sull’Istituto degli Innocenti le trovo deturpanti e fuori luogo in un momento in cui c’è grande sofferenza della gente, c’è crisi economica”.

“Mi ha piacere – ha aggiunto – che il sindaco Nardella abbia telefonato per chiarire che l’amministrazione comunale non ha mai voluto scaricare le responsabilità di questa cosa sulla soprintendenza. Nella documentazione che ci è stata mandata non c’è niente in merito a questo discorso di coprire alcune facciate col logo dell’American Express. Noi ci siamo fidati, avevamo come interlocutore l’amministrazione. Il nostro ufficio ha autorizzato installazioni luminose ma, ripeto, in nessun modo abbiamo autorizzato la proiezione di loghi commerciali. Condivido le critiche, se fossimo stati messi al corrente che si intendeva proiettare questo tipo di messaggio non avremmo dato l’autorizzazione. I documenti sono disponibili, quello che abbiamo autorizzato è tutt’altro”.

“Sono rimasto allibito e inorridito anch’io quando ho visto le foto della pubblicità proiettata su Ponte Vecchio, che tra l’altro comprendeva anche una parte del Corridoio Vasariano. Non ci è mai stata chiesta alcuna autorizzazione, come invece è prescritto dalla legge. Non avremmo mai approvato un tale vilipendio del nostro patrimonio”. Così invece il direttore degli Uffizi Eike Schmidt sui loghi degli sponsor proiettati su Ponte Vecchio e sulla facciata dell’Istituto degli Innocenti, nell’ambito del festival F-Light. “Grato al sindaco Nardella, che ha annunciato che proibirà quelle efferatezze a Firenze”

🎧 Uffizi, riapre il Terrazzo delle Carte Geografiche

Firenze, riapre al pubblico il Terrazzo delle Carte Geografiche agli Uffizi, la sala della Galleria degli Uffizi dedicata alla cartografia dai Medici ma anche nota perché, in epoca più recente, Dario Argento per ‘La sindrome di Stendhal’ vi girò la scena in cui la protagonista perde i sensi, sopraffatta dalla straordinaria bellezza artistica del luogo.

Questa sala degli Uffizi riapre dopo una chiusura durata oltre 20 anni salvo un breve periodo, nel 2014, per accogliere una mostra sulla Tavola Doria.

In podcast l’intervista al direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, a cura di Gimmy Tranquillo.

Il Terrazzo è chiamato delle ‘Carte geografiche’ perché in origine l’architetto Giorgio Vasari lo aveva fatto costruire come loggia aperta, poi fu chiuso verso la fine del ‘500. Quindi il granduca Ferdinando de’ Medici, per celebrare la vittoria di Firenze contro Siena, fece ideare dal cartografo Stefano Bonsignori le mappe dei territori del Granducato, poi dipinte su due pareti da Tommaso Buti. Su una terza parete figura la carta dipinta dell’Isola d’Elba, copia ottocentesca dell’originale perduto; accanto è esposto il piano di tavolo in pietre dure con la Veduta del porto di Livorno, realizzato nel ‘500 da Cristofano Gaffurri su disegno di Jacopo Ligozzi.

“Dopo tanto tempo restituiamo ai visitatori – ha detto il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt – una spettacolare raffigurazione della Toscana, con oltre 1.200 tra città e borghi rappresentati”.

Il restauro e il riallestimento, portato avanti in coordinamento da Gallerie e Opificio delle Pietre Dure di Firenze con circa 50 specialisti coinvolti, sono durati oltre due anni e sono costati oltre 700mila euro, dei quali circa 500mila offerti dai Friends of the Uffizi Galleries, ramo Usa degli Amici degli Uffizi. La presentazione di oggi è avvenuta nello stesso giorno di avvio del Congresso Internazionale della Cartografia, organizzato a Firenze.

“Quest’ultimo fine settimana abbiamo avuto dei numeri importanti, nell’ordine di almeno 4-5.000 visitatori al giorno, quindi una fruizione, una frequenza molto positiva, in piena sicurezza, e questo mi aspetto anche per le feste” di Natale – ha poi detto Eike Schmidt – Si entra agli Uffizi finché siamo in zona bianca – ha aggiunto -, e si entrerebbe anche se dovessimo entrare in zona gialla, rischio che attualmente non c’è, usando il certificato verde semplice. Se dovessimo mai entrare in zona arancione, sperando che ciò non accada, comunque il museo potrà rimanere aperto e ci vorrebbe in quel caso il certificato verde rafforzato”.

“Comunque – ha concluso il direttore Schimdt – questo momento lo vedo davvero molto positivamente. L’anno prossimo vedremo soprattutto le 14 sale dedicate agli Autoritratti, a cui stiamo lavorando in questo momento” e “anche il museo delle icone russe a Palazzo Pitti è praticamente pronto per l’inaugurazione, e quindi andiamo nel 2022 con questi due passi”.

Marco Lodola, Gigliola Cinguetti, Morgan e Vittorio Sgarbi, agli Uffizi per un evento ‘Pop’

Firenze, evento ‘super pop’ agli Uffizi in occasione della donazione dell’autoritratto d’artista di Marco Lodola alla collezione permanente del museo fiorentino.

Durante la presentazione, nell’Auditorium Vasari infatti, si è tenuto un breve concerto con gli ex Bluvertigo, Morgan e Andy, grandi amici dell’artista Marco Lodola, ma non solo, ospite d’onore, presente in sala e poi sul palco anche Gigliola Cinquetti, la cui effigie, nel presepe luminoso, opera sempre di Lodola rappresentava la Madonna, infine durante l’evento è intervenuto tra gli altri, il critico Vittorio Sgarbi.

In podcast le voci dell’artista Marco Lodola, del direttore degli Uffizi Eike Schmidt e di Gigliola Cinquetti, raccolte da Gimmy Tranquillo.

Sul fondale del palco dell’auditorium l’autoritratto luminoso di Marco Lodola, prima “scultura di luce” nel suo genere ad entrare nella collezione della Galleria degli Uffizi, accompagnata nel suo ingresso in museo dalle leggendarie note di classici come Love me tender, Heroes, Bohemian Rhapsody, Singing in the rain, eseguite dal vivo dai Bluvertigo, Morgan ed Andy e persino una commovente versione di Non ho l’età, cantata da Gigliola Cinquetti.

È stata una cerimonia super pop, quella della donazione alle Gallerie dell’autoritratto dell’artista Marco Lodola, creatore del presepe luminoso con i grandi della musica leggera (e la Cinquetti nei panni della Madonna) che, nelle passate Feste natalizie ha colorato le notti degli Uffizi.

Teatro dell’evento (durante il quale anche stato presentato anche il catalogo dell’installazione natalizia, ‘Stelle delle Genti’ pubblicato da Gallerie degli Uffizi e Mirabili), l’auditorium Vasari della Galleria, trasformato per l’occasione in una sala da concerto con tanto di pianoforte a coda, per accogliere la speciale musicale esibizione di Andy e Morgan.

“L’autoritratto di Marco Lodola entra nella collezione di autoritratti degli artisti più grande e antica del mondo, quella degli Uffizi – ha detto il direttore Eike Schmidt – La abbiamo aperta ad autori di ogni genere, al fumetto, alla street art: oggi la apriamo alla scultura di luce, che é il tratto distintivo di Lodola. Questa opera resta anche a testimonianza del presepe luminoso, da lui creato che ha allietato gli Uffizi nello scorso Natale”.

Agli Uffizi la prima mostra al mondo a misura di bambino/a

Uffizi: “A misura di bambino”, dal 23 novembre al 24 aprile in Galleria, affronta un tema inesplorato, la vita quotidiana dei fanciulli ai tempi dell’Impero. (Intervista di Chiara Brilli al direttore Eike Schmidt)

Oltre 30 le opere, tra sculture di divinità da piccole, ‘action figures’, giochi e giocattoli di millenni fa: alcune sono state appositamente posizionate ad altezza dei visitatori più piccoli

Il direttore Eike Schmidt: l’esposizione illustra come  i bambini dell’antichità parlino a quelli di oggi, con lo stesso linguaggio

‘Action figures’, giocattoli e giochi di millenni fa, sculture di divinità rappresentate nella loro infanzia, opere collocate ad altezza bimbo, per andare incontro alle esigenze dei visitatori più piccoli. Arriva “A misura di bambino. Crescere nell’antica Roma”, mostra archeologica della Galleria degli Uffizi che affronta, con modalità innovative, un tema finora inesplorato. In un percorso di oltre trenta opere, infatti, vengono descritti diversi momenti della vita quotidiana dei fanciulli ai tempi dell’Impero Romano. La nascita, i riti di passaggio verso l’età adulta, la scuola, i divertimenti, il rapporto con gli animali, le paure, sono solo alcuni dei temi che i visitatori troveranno rappresentati in statue, sarcofagi, rilievi e oggetti quotidiani come i giocattoli.

Tra le opere più significative, una statua di Mercurio con il piccolo Bacco, restaurata per la mostra e restituita al pubblico dai depositi delle Gallerie degli Uffizi dopo decenni, una rara bambola in avorio del III secolo d.C. finora mai esposta, e una statuetta giocattolo di gladiatore dotata di accessori componibili, non diversamente da quello che accade dalle action figure di oggi. Di particolare pregio è anche una scelta di tanagrine (una particolare tipologia di statuette funebri), di epoca ellenistica e romana, mai presentate al pubblico ed entrate nelle collezioni delle Gallerie in seguito a un sequestro in un deposito di opere d’arte razziate dalle truppe tedesche.

Si dice che la Storia sia fatta dai grandi uomini, ma talvolta ci si dimentica che anche loro sono stati bambini. Allo stesso modo, anche le divinità del pantheon romano hanno vissuto infanzie talvolta avventurose e difficili, come Ercole o Bacco. A questo tema la mostra dedica una sezione nella quale il visitatore avrà la sorpresa di riconoscere in paffuti fanciulli gli dei dell’Olimpo.

L’esposizione, pur pensata per un pubblico adulto, offre anche chiavi di lettura e percorsi concepiti per i giovanissimi. A corredo dell’allestimento c’è infatti una serie di apparati didattici, come didascalie redatte con un linguaggio ‘a misura di bambino’, tavole a fumetti disegnate da Stefano Piscitelli e alcuni mp3 realizzati da Carlotta Caruso e Sara Colantonio del Museo Nazionale Romano. In linea con criteri museali già sperimentati all’interno delle Gallerie, destinati a facilitare l’inclusione dei più piccoli (la Tebaide di Beato Angelico, posizionata a 65 cm di altezza), alcune opere sono esposte più in basso, così da permettere ai bimbi di guardare negli occhi i loro coetanei di 2000 anni fa. Un filmato, a cura di Gianmarco D’Agostino per Advaitafilm Film, conclude il percorso e conduce i visitatori, attraverso suoni e immagini, in un giardino dell’antica Roma dove alcuni bambini vivono momenti della loro giornata.

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “La mostra si inaugura a ridosso della giornata internazionale del Bambino, che cade il 20 novembre, e che non deve rimanere una vuota celebrazione. Per gli Uffizi è l’occasione di rivolgersi a una fascia di età poco considerata in campo artistico, sia come soggetto che come pubblico. L’arte non è solo una cosa per i grandi, e questa rassegna lo dimostra, mettendo in atto un coinvolgimento tra pari che attraversa secoli di storia. I bambini dell’antichità romana parlano ai bambini di oggi, con lo stesso linguaggio.”

Il curatore Fabrizio Paolucci: “Questa mostra è un’occasione straordinaria per portare i bambini al Museo. L’esperienza di visita, favorita dalle varie modalità di apprendimento proposte, li farà sentire partecipi della narrazione e stimolerà la loro curiosità senza annoiarli. Con “Scegli il tuo compagno di gioco!”, in particolare, i piccoli visitatori potranno individuare, fra le opere esposte, il ritratto di bambino che più gli è piaciuto e che diventerà l’avversario di una sfida all’ultima noce in una delle attività ludiche previste al Giardino di Boboli con l’arrivo della bella stagione. Inoltre sono state programmate visite per famiglie, tattili e in LIS (Lingua dei Segni Italiana)”.

La curatrice Lorenza Camin: “La mostra, la prima dedicata all’infanzia romana, affronta gli aspetti più diversi del vivere “da bambini” nell’Antica Roma, dai riti di passaggio, alla scuola, dai giochi al rapporto con gli animali. In un’occasione come questa, opere che prese singolarmente riescono di difficile comprensione per i visitatori, divengono pienamente apprezzabili e comprensibili in un percorso narrativo organico. Statuette, rilievi, busti, sarcofagi e giocattoli saranno quindi i protagonisti di un racconto che restituirà voce e corpo a una parte fondamentale dell’antica società romana”.

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