Easy Star All-Stars, “Ziggy Stardub. Disco della settimana.

Specializzati nella rilettura “in levare” di grandi dischi della storia del rock, gli Easy Star All-Stars celebrano questa volta “Ziggy Stardust”, il classico album glam di David Bowie, in compagnia di Macy Gray, Steel Pulse, Fishbone, Vernon Reid dei Living Colour e molti altri.

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Il tributo al famoso album di Bowie degli Easy Star All-Stars nasce dalla voglia di dare il giusto riconoscimento ad uno dei dischi più importanti degli ultimi 50 anni, come già successo con le rendition di ‘Dark Side of the Moon’ dei Pink Floyd e ‘Ok Computer’ dei Radiohead. Il disco è stato prodotto da Michael Goldwasser, presente anche come musicista, e vi ha preso parte una schiera di guest unica che comprende Macy Gray, Steel Pulse, Fishbone, Alex Lifeson (Rush), Vernon Reid (Living Colour), The Skints, Mortimer, The Expanders, Samory I e Naomi Cowan, oltre al singer Maxi Priest presente sul primo singolo ‘Starman’.
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Mescolando versatilità musicale, bravura tecnica, meravigliose armonie vocali e una sezione ritmica di prim’ordine, gli Easy Star All-Stars si sono affermati a livello internazionale come una delle migliori band reggae sulla scena. In più di venti anni di carriera, gli Easy Star All-Stars hanno visitato oltre 30 paesi unendo fan di reggae, classic rock, dub e indie in una grande famiglia.

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Formati nel 1997 da Michael Goldwasser, Eric Smith, Lem Oppenheimer e Remy Gerstein musicisti e produttori gravitanti attorno alla newyorkese “Easy Star Records“, oltre al noto tributo ai Pink Floyd ‘Dub Side of the Moon’ del 2003, gli Easy Star hanno rielaborato la musica di ‘OK Computer’ dei Radiohead su ‘Radiodread’ del 2006, dei Beatles con ‘Lonely Hearts Dub Band’ del 2009 e ‘Thriller’ di Michael Jackson con ‘Thrillah’ del 2012. La band ha anche pubblicato gli album originali ‘Until That Day EP’ nel 2008 e ‘First Light’ nel 2011.

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Easy Star All-Stars – ‘Ziggy Stardub’ è il nostro “Disco della settimana“.

Tracklist:

1. Five Years (ft. Steel Pulse)
2. Soul Love (ft. Mortimer)
3. Moonage Daydream (ft. Naomi Cowan)
4. Starman (ft. Maxi Priest)
5. It Ain’t Easy (ft. Samory I)
6. Lady Stardust (ft. SunDub)
7. Star (ft. Carlton Livingston)
8. Hang On To Yourself (ft. Fishbone and JonnyGo Figure)
9. Ziggy Stardust (ft. The Skints)
10. Suffragette City (ft. The Expanders)
11. Rock ‘n’ Roll Suicide (ft. Macy Gray)
12. Five Years Dub
13. Moonage Daydream Dub
14. Lady Stardust Dub
15. All The Young Dudes (ft. Kirsty Rock)

Sick Tamburo, “Non credere a nessuno”. Disco della settimana.

“Non credere a nessuno” è il nuovo disco dei Sick Tamburo, il sesto album di inediti della formazione. Eredi dell’esperienza Prozac+ i Sick Tamburo si sono imposti tra i principali riferimenti del panorama alternativo italiano.

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Eredi dell’esperienza Prozac+, in oltre dieci anni di storia musicale i Sick Tamburo si sono imposti tra i principali riferimenti del panorama alternativo italiano, rappresentando un’espressione unica in grado di coniugare la sensibilità e la poetica della scrittura di Accusani e le sonorità incalzanti dell’alternative rock.

Il nuovo lavoro discografico della band racconta con maturità e consapevolezza diverse esperienze di vita, alternando momenti spensierati ad altri più intimi e malinconici. A fare da filo conduttore fra le 10 tracce del disco ci sono le melodie e i ritornelli che si sviluppano sapientemente fra chitarre distorte, synth sequencer e sezioni ritmiche più distese. L’album è stato anticipato dal singolo “Per sempre con me” con la partecipazione di Roberta Sammarelli dei Verdena.
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Accompagnato dall’artwork di copertina realizzato dal fumettista e illustratore Alessandro Baronciani, il disco è una sorta di viaggio tra le tappe, per molti obbligate, della vita. L’abbandono, la perdita, la consapevolezza del sé, il bisogno, l’aiuto, le deviazioni e il commiato, quello con la C maiuscola, quello dalla vita.

Musicalmente il disco è un intreccio tra diverse sonorità tipiche dell’alternative rock, da quelle più estreme a quelle più morbide: chitarre che si fondono con qualche episodio di elettronica, farcite sempre da quell’elemento che per i Sick Tamburo è inconfondibile, la melodia.

Registrato, mixato e prodotto da Gian Maria Accusani al GM STUDIO 24, a parte “Per sempre con me”, prodotto e mixato da da Gian Maria Accusani e Christian Noochie Rigano e “Suono libero”, mixato da Gian Maria Accusani e Alessandro Sportelli all’Ale Sportelli Recording Studio.

Ad accompagnare l’uscita del nuovo album anche un tour di presentazione nei club che dalla fine di aprile porterà i Sick Tamburo sui palchi di tutta Italia.

“Non credere a nessuno” dei Sick Tamburo è il nostro “Disco della Settimana

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SICK TAMBURO – BIOGRAFIA

I Sick Tamburo nascono da un’idea di Elisabetta Imelio (scomparsa nel febbraio del 2020) e Gian Maria Accusani, già precedentemente uniti nell’avventura Prozac+. Elisabetta e Gian Maria scelgono il nome Sick Tamburo, inizialmente pensato per il progetto di percussioni noise di Gian Maria ora conosciuto come Hardcore Tamburo.

I Sick Tamburo iniziano pubblicando su MySpace alcuni brani (Intossicata, Finché tu sei qua, Topoallucinazione e Quel paese) e su YouTube il video di Tocca 24/7 dove appaiono con maschere bianche per celare i volti. Decidono di avvalersi di nicknames: Gian Maria sceglie Mr Man, mentre Elisabetta opta per Boom Girl. Vengono tuttavia riconosciuti ed abbandonano le maschere decidendo però di utilizzare dei passamontagna per motivi estetici. Si affidano fin da subito a La Tempesta Dischi, collettivo d’artisti indipendente capitanato da Tre allegri ragazzi morti, anch’essi pordenonesi.

Il 10 aprile del 2009 viene pubblicato il primo album dei Sick Tamburo, dal titolo omonimo e contenente dodici pezzi, per una durata totale di circa 39 minuti. I brani, scritti e composti da Gian Maria, hanno ritmi ripetitivi accompagnati da testi minimalisti. La grafica è di Alessandro Baronciani. Il 20 aprile 2009 esce il primo singolo ufficiale Il mio cane con tre zampe e inizia la collaborazione con Stefano Poletti che cura la regia anche dei loro successivi videoclip. Vengono premiati al Meeting delle Etichette Indipendenti (MEI) nella sua classifica indipendente. Iniziano un tour dal vivo anche in festival tra cui La Tempesta sotto le stelle, il Rivolution Fest e la Festa di Radio Onda d’Urto. Nel novembre del 2009 esce il secondo singolo Parlami per sempre, girato a Parma nella discarica della carta.

Nell’ottobre del 2011 il singolo “E so che sai che un giorno” preannuncia l’uscita del secondo album “A.I.U.T.O.” che esce il 4 novembre 2011. I suoi temi sono riassunti nell’acronimo “Altamente Irritanti Umani Tecniche Ossessive”. L’album contiene 12 brani per una durata di circa 42 minuti, la grafica è di Jacopo Lietti per Legno. L’”A.I.U.T.O. Tour”, iniziato da Milano il 25 novembre, porta la band in giro per tutta l’Italia.

Il 28 aprile 2014 esce in anteprima il video della canzone “Il fiore per te” che anticipa l’album annunciato “Senza vergogna”; nel video e nella canzone fa apparizione Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti, autore anche della copertina dell’album. “Senza vergogna” esce il 3 giugno del 2014, contiene dieci tracce e dura circa 36 minuti. Le dieci canzoni girano attorno a manie, stranezze e fissazioni che accadono quotidianamente a tutti noi. Cose che ci hanno insegnato a tenere nascoste, cose che però sono parte di noi e di cui quindi non si deve provare vergogna.

Nel 2017 esce “Un giorno nuovo”, il quarto disco dei Sick Tamburo, per La Tempesta Dischi. Prodotto da Gian Maria Accusani nel suo studio per Discgust Music Production, contiene nove tracce originali e prosegue il discorso musicale intrapreso dalla band nel 2007 portandolo ad un nuovo livello grazie al rinnovato intreccio di chitarre elettriche e sintetizzatori, ritmi incalzanti e melodie wave.

L’album è stato anticipato dalla title-track ‘Un giorno nuovo’. La canzone ‘Meno male’ che ci sei tu vede la partecipazione speciale di Motta (primo fan dei Sick Tamburo) alla voce e alla darabouka.

Del brano La fine della chemio, contenuto nell’album “Un giorno nuovo”, è uscita una versione con ospiti le migliori voci della musica italiana: Jovanotti, Tre Allegri Ragazzi Morti, Manuel Agnelli, Samuel, Elisa, Meg, Lo Stato Sociale, Pierpaolo Capovilla e Prozac+. Gli artisti, infatti, hanno interpretato il brano insieme a Elisabetta Imelio e Gian Maria Accusani ex membri dei Prozac+ e tuttora parte dei Sick Tamburo, per un progetto charity, i cui proventi sono stati poi devoluti in parte all’A.N.D.O.S. di Pordenone, associazione donne operate al seno, un gruppo di volontarie molto attive sul campo; in parte alla squadra di canoa “Donne in Rosa Lago Burida”, donne operate che attraverso lo sport divulgano il loro motto: “Insieme si vince sempre”.

Esce il 5 aprile 2019 “Paura e l’amore”, il nuovo disco di inediti pubblicato da La Tempesta dischi, seguito da un lungo tour di presentazione.

Dal 2020 la formazione annuncia il progetto “Back to the roots” che culmina nell’album “Back to the roots (Forse è l’amore)” pubblicato nel 2022, che reinterpreta in chiave punk melodica i brani più significativi della produzione dei Sick Tamburo. L’album è stato seguito da un lungo tour durato tutto il 2022.

Nel 2023 i Sick Tamburo escono con il nuovo album di inediti, il sesto della discografia, in uscita in primavera per La Tempesta Dischi e anticipato dal singolo “Per sempre con me” che vede la partecipazione di Roberta Sammarelli dei Verdena.

Baustelle, “Elvis”. Disco della settimana.

E’ “Elvis” l’attesissimo nuovo album dei Baustelle. Il lavoro marca per l’iconica band il riappropriarsi nello spirito e nella forma di un’essenza classicamente “rock”.

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La formazione composta da Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi torna con un disco che tocca territori per loro mai esplorati prima, portandoli in una matrice americana fatta di strutture blues, soul, rock and roll, boogie.

“Elvis” è il nono album in studio dei Baustelle e giunge a distanza di cinque anni dall’ultimo disco del progetto discografico “L’amore e la violenza”, fatto di due dischi molto cerebrali che hanno segnato il punto massimo di espansione verso una direzione di pop stratificato, iper-arrangiato e barocco.

A proposito dell’atteso ritorno della band, i Baustelle affermano: “Ci siamo detti che l’unico modo per tornare era quello di tornare in una forma sincera, diretta, vera, tornare come se dovessimo ricominciare da capo. Tornare alle origini, al suonare in sala prove. Tornare persone che suonano insieme. E così è stato: Elvis è una rifondazione”.

Trattandosi di un ritorno avente come cifra stilistica una forte matrice rock and roll, il disco non poteva che intitolarsi “Elvis”, un tributo all’uomo che ha commercializzato questo genere musicale e al contempo la metafora perfetta per rappresentare la caduta dell’uomo. In questo nuovo progetto si intrecciano ritratti di un’umanità rappresentata in tutti le sue sfaccettature, realizzati con la solite dose di spiazzante verità.

Nel nuovo album “Elvis” sonorità inesplorate si mischiano sapientemente alla sensibilità costitutiva della band e il risultato è una forma di glam rock tipicamente baustelliana, un film impossibile coi Rolling Stones e Lou Reed che dal 1973 che si ritrovano – per niente perduti e ancora giovani – catapultati nel mondo ipercinetico e mutevole di oggi.

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Per un ritorno in grande stile fatto di esplorazione di nuove sonorità, i Baustelle hanno coinvolto in questo viaggio Gian Luca Fracassi, art director che ha sapientemente ridisegnato l’estetica Baustelle, fatta di raffinatezza, contemporaneità e minimalismo, senza mai abbandonare quello sguardo al passato che da sempre definisce la band. La copertina, realizzata dal fotografo di moda Marco Cella con la direzione artistica di Gian Luca Fracassi, è uno scatto iconico e minimalista che raffigura Francesco Bianconi.

Molte delle canzoni che compongono l’album sono scaturite da sessioni di scrittura collettive, a cui hanno partecipato Rachele Bastreghi, Francesco Bianconi e Claudio Brasini, ma anche da jam session ambientate in studio con musicisti nuovi, veri esperti capaci di maneggiare la materia del rock and roll, ossia Alberto Bazzoli (piano e hammond), Lorenzo Fornabaio (chitarra elettrica e acustica), Julie Ant (batteria e percussioni) e Milo Scaglioni (basso e chitarra).

Con la direzione artistica di Francesco Bianconi, “Elvis” è disponibile in formato CD, vinile oro in edizione limitata e numerata, vinile bianco in edizione limitata e numerata, vinile nero e in CD Maxi formato, contenente un boolket di 28 pagine e 4 cartoline con le cover alternative dell’album.

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Queste le dieci tracce che compongono “Elvis”:

1. Andiamo ai rave

2. Contro il mondo

3. La nostra vita

4. Milano è la metafora dell’amore

5. Jackie

6. Los Angeles

7. Betabloccanti cimiteriali blues

8. Gran Brianza Lapdance Asso di cuori Stripping Club

9. Il Regno dei cieli

10. Cuore

L’album si apre con “Andiamo ai rave”, una presa di posizione netta sulla cultura del divertimento e dello sballo a tutti i costi, arricchita da un arrangiamento a metà fra Ziggy Stardust e Lou Reed, col piano lussurioso, il coro gospel e gli stop and go. La tracklist prosegue con “Contro il mondo”, brano che può essere considerato l’anello di congiunzione con le sonorità dei dischi precedenti: il brano racconta con spiazzante verità una storia d’amore finita male, un giallo in cui si scopre che l’assassino è (anche) il narratore. Da una storia d’amore conclusa si passa ad una canzone dalla grande forza positiva nonostante l’apparenza possa celare dell’amarezza, in cui l’amore è sinonimo di resistenza, ossia “La nostra vita”. L’album continua con “Milano è la metafora dell’amore”, una fotografia nitida dell’hinterland milanese: la metropoli di Milano, la sua frenesia e la fauna che la abita viene catartizzata dal linguaggio poetico che unisce pregiudizi e verità in una descrizione sensoriale, tangibile e cinematografica. Da Milano come metafora dell’amore si passa a Milano come teatro di una storia vera, quella narrata in “Jackie”, una splendida esistenza noncurante capace di essere al contempo dentro e fuori dal contesto in cui si trova. “Los Angeles” è la storia di una ragazza, è l’archetipo dell’eterno sogno di scappare in cerca di qualcosa di migliore. La tracklist prosegue con “Betabloccanti cimiteriali blues”, una folle esplosione di rock and roll, scritto a quattro mani da Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi. “Gran Brianza Lapdance Asso di cuori Stripping Club” è il ritratto di una caduta, quella di un uomo che si innamora di una ballerina dell’est in un locale di spogliarelli e musicalmente è la quintessenza del disco: ci sono sprazzi di Dylan, degli Stones e dei T-Rex, non mancano le chitarre sporche, la sezione fiati e il coro gospel. Il viaggio musicale dei Baustelle prosegue con “Il Regno dei cieli”, un vero e proprio flusso di coscienza personale in cui fanno un cameo alcuni amici sul finale. L’album si conclude con “Cuore”, l’intensa storia della riconciliazione fra l’adulto e il suo sé bambino che avviene sì, ma troppo tardi, pochi secondi prima che il protagonista-narratore si schianti sull’asfalto.

Dopo l’annuncio del sold out del tour primaverile nei più prestigiosi club italiani, i Baustelle si preparano a proseguire il loro viaggio musicale con “Elvis tour”, a cui si aggiungono sette imperdibili nuovi live prodotti e organizzati da Vivo Concerti, che vedranno l’iconica formazione ospite dei principali festival nell’estate 2023.

Questi i nuovi appuntamenti annunciati che si aggiungono alle date di “Elvis tour”: il 2 luglio per un concerto in acustico a Tarvisio (UD) in occasione del No borders music festival ai Laghi di Fusine; il 6 luglio a Genova al Goa – Boa Festival a Porto Antico; il 7 luglio ad Arezzo per Men/go music fest presso il Parco Il Prato; il 15 luglio a Ollomont (AO) per il Musicastelle Outdoor presso Conca di By; il 19 luglio a Napoli in occasione del Noisy Naples Fest presso l’Arena Flegrea; il 27 luglio ad Atri presso Piazza Duchi D’Acquaviva e infine il 30 luglio, un appuntamento in acustico a Camigliatello Silano (CS) per il Be Alternative Festival. Info e biglietti su vivoconcerti.com

Per quanto riguarda il tour tutto sold out nei club previsto in primavera, si aggiunge la data zero il 29 aprile a Nonantola al Vox Club. Il live inizialmente previsto il 3 maggio a Roma all’Atlantico Club è posticipato in una nuova venue al 15 maggio 2023 e si terrà presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Per informazioni visitare www.vivoconcerti.com

Fin dall’album di esordio “Sussidiario illustrato della giovinezza”, per arrivare all’ultimo disco, “L’amore e la violenza, vol.2”, passando per i grandi classici come “Charlie fa surf”, i Baustelle si sono distinti nel panorama musicale italiano per aver raccontato la contemporaneità con un linguaggio rivoluzionario, diretto, profondo e con sonorità volutamente vintage, dando inizio ad una vera e propria tendenza.

Isolde Lasoen, “Oh Dear”. Disco della settimana.

Talentuosa batterista e polistrumentista belga di formazione jazz, Isolde Lasoen si muove tra atmosfere cinematiche, french pop, psichedelia, pop orchestrale ed elettronica in coordinate che incrociano Stereolab, Serge Gainsbourg, John Barry o Goldfrapp.

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Isolde Lasoen non è solo la batterista dei Dan, ma anche una musicista versatile, cantante e personaggio televisivo. La sua carriera solista decolla quando, dopo un primo album qualche anno prima, nel 2021 la sua interpretazione del successo cult degli Aphrodite’s Child “The Four Horsemen” diventa un successo europeo.
Per questo “Oh Dear”, album bello e profondo concepito come una colonna sonora, decide di incorporare tutte le sue influenze, dalla sua educazione come batterista jazz alle colonne sonore vintage, dalla psichedelia al rock progressivo, alla musica francese degli anni ’70, avvolgendo tutto con orchestrazioni ricche ed elaborate
“Questo disco è il mio stile. Ogni canzone ha il suo piccolo mondo”, dice. Le canzoni hanno l’atmosfera cinematografica di Henry Mancini o del primo John Barry ed evocano l’oscuro pop barocco di David Axelrod, ma non nascondono un approccio più contemporaneo, come quello di Alison Goldfrapp, Air, Stereolab o Sebastien Tellier.

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Nel disco sono presenti anche dei brani a due voci (in piena tradizione con il pop francofono): la prima con l’artista di culto francese Bertrand Burgalat, l’altra in cui, assieme a DAAN (frontman della sua band originaria) evocano lo spirito di Gainsbourg, mentre altri brani restano gemme strumentali.

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Isolde ha scritto, composto e disegnato “Oh Dear” tutto da sola. Ha costruito ogni canzone a partire dalla batteria (strumento del quale Isolde è anche insegnante), dal vibrafono e dalle linee vocali concepite come parti strumentali, poi, assieme al produttore Tobie Speleman ha lavorato a limare il suono della batteria (asse portante del disco), mentre Wietse Meys ha scritto gli arrangiamenti per archi e fiati assieme ad uno stuolo di talentuosi musicisti.


In tempi così cupi “Oh Dear” può essere una piccola oasi di bellezza in cui rifugiarsi, ed è il nostro “Disco della settimana”.
Tracklist:
1. Oh Dear
2. Douce Mélancolie (& Bertrand Burgalat)
3. Capricorn Avenue
4. Lune Noire
5. Something French
6. Bed & Breakfast
7. Batterie (feat. DAAN)
8. Tigra
9. Ghosting
10. Muse Au MuséeYouTube video player

Depeche Mode, “Memento Mori”. Disco della settimana.

Memento Mori”  è il quindicesimo in studio della leggendaria band inglese di Dave Gahan e Martin Gore, pubblicato appena dopo la scomparsa di Andy Fletcher. Il disco esce a sei anni di distanza dal precedente “Spirit” (2017) ed è stato anticipato dal singolo “Ghost Again”.

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Il primo album di inediti (Columbia Records/Sony Music), e a seguire il primo tour, che vede Dave Gahan e Martin Gore senza Andy “Fletch” Fletcher, che per 40 anni è stato parte integrante della band e della vita dei due artisti, scomparso improvvisamente a maggio scorso. Quando il titolo del disco era stato già deciso. I Depeche Mode, attivi dal 1980, sono già sopravvissuti a eventi complicati per la sopravvivenza della band, l’uscita di Vince Clark nel 1981, l’abbandono del tastierista Alan Wilder o l’episodio della lotta contro la dipendenza da eroina ingaggiata dallo stesso Gahan, sfuggito a un’overdose per un puro miracolo, rianimato dagli infermieri dopo un black out cardiaco di due minuti.
Le dodici tracce che compongono il disco sono nate per la gran parte durante le prime fasi della pandemia e, per cui alcune tematiche trattate, sono state direttamente ispirate da quel periodo: dalla cupa apertura fino alla chiusura finale, le canzoni spaziano dai temi come la paranoia e l’ossessione per muoversi gradualmente verso usa sorta di catarsi.
“Per me è stato uno degli album più difficili che abbiamo mai realizzato – ha dichiarato Gahan a NME – Ricordati che devi morire è un esortazione a trarre il massimo dalla vita”.
Alla pubblicazione dell’album, prodotto da James Ford (già al lavoro con Arctic Monkeys, The Last Shadow Puppets, Foals, Florence and the Machine), e con la produzione aggiunta da Marta Salogni, fa seguito un intenso tour mondiale, il primo dei Depeche Mode in più di cinque anni e il diciannovesimo in totale, che arriverà in Italia con tre date: il 12 luglio allo Stadio Olimpico di Roma, il 14 luglio allo Stadio San Siro di Milano e il 16 luglio allo Stadio dall’Ara di Bologna.
Il videoclip ufficiale che ha accompagnato il primo singolo “Ghost Again” è stato diretto da Anton Corbijn, collaboratore della band di lunga data.
«Per me “Ghosts Again” cattura perfettamente quell’equilibrio che esiste tra malinconia e gioia», commenta Gahan in merito al brano. Gore aggiunge: «Non capita spesso che ci ritroviamo a registrare un brano che poi non mi viene a noia quando lo ascolto. Sono eccitato all’idea di poterlo condividere con tutti».

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Questa la tracklist di “Memento Mori” (letteralmente «ricordati che devi morire»), il nostro “Disco della settimana“:
  1. My Cosmos Is Mine
  2. Wagging Tongue
  3. Ghosts Again
  4. Don’t Say You Love Me
  5. My Favourite Stranger
  6. Soul With Me
  7. Caroline’s Monkey
  8. Before We Drown
  9. People Are Good
  10. Always You
  11. Never Let Me Go
  12. Speak To Me

 

Sasso, “Musica”. Disco della settimana.

Tra cantautorato italiano anni ’70, progressive, elettronica e stoner, Musica è il primo album di Sasso, torinese, già collaboratore di Ministri e Andrea Laszlo De Simone e già indicato tra i progetti più interessanti su cui scommettere nei prossimi anni.
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Anticipato dal brano omonimo e dai singoli Cercatrova e Aquila (ft. Enrico Gabrielli), che hanno consacrato Sasso tra i progetti più interessanti e originali degli ultimi anni, Musica, nelle ambiziose intenzioni dell’ autore, non è soltanto un album, «è la nostra connessione con l’Universo. Musica è la mia autobiografia sentimentale, un viaggio sonoro e sensoriale sul significato profondo della mia esistenza. Probabilmente se non esistesse Musica, non esisterei nemmeno io».

Il lavoro marca un passaggio fondamentale tra il rock stoner dei precedenti brani dell’artista e il futuro maggiormente legato alla psichedelia, all’elettronica, al french touch più acido, passando per i grandi cantautori italiani del passato. Musica non è però un disco di genere, ogni canzone rispecchia un mondo, un immaginario tutto suo. Il legame forte si definisce sul suono e sui testi, non a caso questi ultimi sono tutti molto simili “come cento canzoni che dicono la stessa cosa” (cit. Giostra).

All’interno dell’album è racchiuso tutto quello che Sasso ha capito sulla musica, ma anche tutto quello che ha capito sulla vita: «Musica è la profonda rinascita spirituale e artistica del mio stesso esistere. Musica narra della paura e della perdita iniziale dell’anima, che poi rinasce e si ritrova a riemergere dalle ceneri di questa società individualista e corrotta. Musica è la speranza che non muore mai, che si solidifica diventando roccia e scolpendo così nel tempo il proprio valore energetico. È un uccello sacro tenuto in gabbia per molto tempo, che ora, pieno di forze, è finalmente pronto a rompere la gabbia e a spiccare il volo. Un grido di speranza e salvezza per chi non ha voce. La porta dei sogni, un dardo nel cuore di chi non riesce più a sognare. È il riscatto per chi è stato messo sempre da parte o a tacere nell’incomprensione di questo tempo confuso. Una carezza dolcissima che ti vuole rincuorare nelle difficoltà».
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Come brano simbolo è stata scelta Sabba: «una specie di arabeggiante mantra esoterico di una congrega di streghe ammalianti che ripete con la forza del pensiero una nenia che quasi induce in uno stato di trance, per farti essere semplicemente quello che sei. Un esperimento, un collage ancora poco esplorato nella musica italiana, con le voci di Eleonora”Èlia”Ceria. Uno stoner doom rock mediorientale».

Se la rinascita e la vita sono il concept di questo lavoro, allora questo, come afferma lo stesso Sasso, non può avere un vero e proprio finale: «Credo che nessuna opera d’arte, così come l’esistenza, sia mai davvero finita, mai veramente completa».

Se vogliamo spiegare Musica dobbiamo poter definire la vita stessa, “la straziante e meravigliosa bellezza del Creato”, come diceva qualcuno. Ma come si fa a definire qualcosa di così impalpabile come la vita?
Musica, di Sasso, è il nostro Disco della settimana.

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SASSO – BIOGRAFIA
Anthony Sasso, torinese di nascita, fin da piccolo vive ispirato dalla musica.
A 5 anni inizia a partecipare ai primi concorsi di ballo e canto, dimostrando sin da subito la sua attitudine e il suo talento, vincendo a soli 12 anni il Karaoke di Fiorello (!).
Da autodidatta si avvicina alla chitarra e da lì a poco fonda alcuni gruppi che si fanno strada nella scena torinese. Tra questi i Milena Lovesick, un trio post punk in cui incontra Gabriele Ottino (Niagara, Spime.im) e con il quale arriva a suonare su prestigiosi palchi come quello di Arezzo Wave nel 2006 e a vincere il festival di Ritmika nel 2005.
Ma è con il progetto Anthony Laszlo per cui scrive e con cui si esibisce fino al disco d’esordio nel 2015 che si presenta al pubblico dell’intera penisola. Sono oltre 50 le date del primo tour nei principali club italiani come il Monk a Roma, il Circolo Magnolia a Milano e l’Hiroshima Mon Amour a Torino; oltre a numerose partecipazioni a festival come TOdays, Home Festival, Reload Sound Festival e tanti altri. E’ di questo periodo il brano F.D.T. che molti, più tardi, indicarono come un po’ troppo simile alla successiva hit “Fuori di Testa” dei Måneskin (confrontare QUI per farvi una vostra idea…)

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Nel 2017 con il tour di Andrea Laszlo De Simone esplora nuovi mondi e inizia suonare anche i sintetizzatori. Ed è proprio in occasione di una data del tour a Milano che incontra Federico Dragogna dei Ministri, che gli propone una collaborazione come polistrumentista per il tour “Fidatevi” del 2018 della band. Ma già da tempo l’idea di realizzare un progetto da solista è nei pensieri di Anthony: dal 2009 ad oggi sono infatti oltre 150 le tracce inedite realizzate e mai pubblicate.
Nel 2019 inizia un percorso di collaborazione con il produttore torinese Alberto Moretti, che arrangia e lavora al mixaggio di diverse tracce. Il progetto SASSO inizia a prendere corpo in sala prove con l’inserimento nella band di Zevi Bordovach alle tastiere (Andrea Laszlo De Simone e Francesco Bianconi dei Baustelle), di Francesco Cornaglia alla batteria (I Monaci del Surf) e Marco Gervino alla chitarra (NonostanteClizia e Tsao!) che partecipano attivamente alla fase artistica e creativa delle tracce.
Il 15 Marzo 2021 viene pubblicato il videoclip di Musica, seguito a Novembre da “Cercatrova”. Rolling Stone Italia lo segnala tra i progetti più interessanti su cui scommettere nei prossimi anni.YouTube video player
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