Disco della settimana: AC/DC “Power Up!”

E’ uscito venerdì 13 novembre il nuovo atteso album degli AC/DC “POWER UP
È il diciassettesimo disco della loro leggendaria carriera, a sei anni dall’uscita di “Rock Or Bust” (2014), che vede di nuovo insieme Angus Young (chitarra solista), Brian Johnson (voce), Cliff Williams (basso), Phil Rudd (batteria) e Stevie Young (chitarra ritmica) nella loro forma migliore.


 

PerPOWER UP”, la band ha richiamato il celebre produttore Brendan O’Brien che aveva già lavorato in “Black Ice” (2008) e “Rock Or Bust” (2014). Gli AC/DC hanno realizzato 12 tracce che mantengono intatto il loro storico e inconfondibile sound e la potenza degli elementi che più li caratterizzano!

A preparare il terreno ci hanno pensatoShot In The Dark”, attualmente in rotazione radiofonica e accompagnato dal videoclip ufficiale (https://youtu.be/54LEywabkl4), eRealize”, brano che apre l’album.

Il disco è disponibile in diversi formati: digitale, CD standard, Deluxe limited edition e 5 versioni di vinile (nero, giallo, rosso trasparente e opaco, picture disc). Disponibile anche una kitschissima deluxe – limited edition, unica nel suo genere, premendo un bottone a lato della special box, si illuminerà il logo AC/DC mentre gli altoparlanti integrati faranno partire Shot In The Dark”. Il cofanetto include il CD con booklet di 20 pagine, che contiene foto esclusive, e un cavo di alimentazione USB che permette di ricaricare la scatola.

TRACKLIST:

  1. Realize
  2. Rejection
  3. Shot In The Dark
  4. Through The Mists Of Time
  5. Kick You When You’re Down
  6. Witch’s Spell
  7. Demon Fire
  8. Wild Reputation
  9. No Man’s Land
  10. Systems Down
  11. Money Shot
  12. Code Red

 

Gli AC/DC sono una delle più influenti rock band di tutti i tempi con oltre 200 milioni di album venduti in tutto il mondo, di cui ben 71,5 milioni sono negli USA. Con 40 anni di leggendaria carriera alle spalle, continuano a riempire gli stadi di tutto il mondo, vendendo ogni anno milioni di dischi e generando miliardi di streaming! Back in Black, doppio disco di diamante, è stato definito «bestselling album by any band ever» «third bestselling album by any artist» con oltre 50 milioni di copie vendute. Sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame® nel 2003. Nel 2010 hanno vinto il loro primo GRAMMY® Award nella categoria “Best Hard Rock Performance” per “War Machine”.

 

 

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Disco della settimana: The Zen Circus “L’ultima casa accogliente”

S’intitola “L’ultima casa accogliente” il nuovo album di inediti di The Zen Circus, uscito il 13 novembre. Il disco arriva a due anni di distanza dal precedente album di inediti “Il fuoco in una stanza”, un lavoro che ha consacrato The Zen Circus come una delle realtà più apprezzate del panorama musicale italiano attuale, anche grazie al nutrito pubblico transgenerazionale che li segue da oltre 20 anni.

Una carriera lunghissima che Controradio ha seguito fin dagli esordi, 10 album, un EP, una raccolta e un’infinità di concerti: due decadi di arte e musica suggellate da una partecipazione in gara tra i big a Sanremo 2019 e dalla pubblicazione di un romanzo anti-biografico (Mondadori, 2019), entrato direttamente nella Top Ten delle classifiche dei libri più venduti stilate dai maggiori quotidiani e divenuto un vero e proprio caso di genere letterario.

La band torna ora con un nuovo album di inediti, un universo costellato di 9 brani, anticipati dal primo estratto, il singolo e videoclip “Appesi alla Luna”, seguiti dal secondo estratto “Catrame” e da “Come se provassi amore”. L’album esce in versione CD e LP.

“Il nostro corpo è l’ultima casa accogliente, l’unica navicella spaziale in grado di farci viaggiare attraverso l’universo dell’esistente. Un corpo trasparente, visibile e vulnerabile che celebriamo con nove canzoni fatte di testa, cuore e polmoni. Case che possono essere sia rifugi che prigioni, circondate da tante altre e tutte diverse, a formare questa enorme metropoli chiamata umanità. Più suonato che pensato, più bene di conforto che prodotto, questo disco è musicalmente il più libero che abbiamo mai fatto.”

THE ZEN CIRCUS – BIOGRAFIA

Il Circo Zen, da Pisa. Dieci album, un Ep, una raccolta e un romanzo anti-biografico all’attivo, venti anni di onorata carriera ed oltre mille concerti.

The Zen Circus hanno riportato lo spirito padre del folk e del punk al moderno cantautorato con “Andate Tutti Affanculo” (2009), un album che ha consacrato la band dopo anni di duro lavoro. Il disco – per Rolling Stone fra i migliori 100 album Italiani di tutti i tempi – ha contribuito a definire la nuova generazione della musica italiana degli anni zero.

Il loro talento è stato riconosciuto anche da importanti artisti internazionali, che hanno scelto di collaborare con loro, come Violent Femmes, Pixies e Talking Heads.

In venti anni di carriera la band si è costruita una credibilità condivisibile da pochissimi altri artisti nostrani grazie all’attività live più incessante, urgente e di qualità che si possa immaginare, confermandosi come una certezza del rock italiano, premiata nel tempo da un pubblico affezionato e sempre più transgenerazionale, che riempie ormai da anni i migliori club e festival del paese.

Con “Nati Per Subire” (2011) The Zen Circus hanno consolidato e moltiplicato il proprio pubblico, fino a raggiungere la top ten della classifica Fimi/Gfk ed il primo posto di quella generale di iTunes con “Canzoni Contro La Natura” (2014).

Nel 2016 è uscito l’album “La Terza Guerra Mondiale”, che, entrato direttamente al 6°posto della Classifica dei dischi più venduti in Italia, ha aumentato la loro già ampissima fanbase e incantando la critica, che li aveva sempre premiati. Il disco è stato presentato in un lunghissimo tour durato quasi un anno.

Il 2 marzo 2018 viene pubblicato il disco “Il fuoco in una stanza” (Woodworm Label / distr. Artist First) che, nella settimana di uscita, è entrato direttamente al 7° posto nella classifica dei dischi e al 1° posto dei vinili più venduti in Italia, rimanendovi per ben 10 settimane.

Negli ultimi anni The Zen Circus hanno partecipato a numerosi programmi televisivi come Quelli che il calcio su Rai2, Ossigeno su Rai3, Brunori Sa su Rai3, Ogni cosa è illuminata su Rai3 e moltissime altre, mentre il canale Sky Arte ha dedicato loro una puntata monografica di Sky Arte Sessions.

Sono stati, inoltre, intervistati in diverse occasioni dai maggiori telegiornali nazionali, nei migliori programmi dei network radiofonici e dalle principali testate di stampa nazionale.

Il 2018 ha visto anche la partecipazione della band sul palco del Concerto del Primo Maggio di Piazza San Giovanni a Roma e la consegna del premio “PIMI Speciale 2018” assegnato dal MEI per “la loro carriera ventennale all’insegna della coerenza e della continua ricerca di qualità musicale e testuale”.

A febbraio 2019 la band ha partecipato in gara alla 69ª edizione del Festival di Sanremo con il brano “L’amore è una dittatura”.

L’8 febbraio 2019 è uscita la raccolta “VIVI SI MUORE – 1999-2019”, che ripercorre venti anni di storia del gruppo.

L’album contiene 17 tracce di storia Zen, rimasterizzate per l’occasione, e 2 inediti, tra cui il brano “L’amore è una dittatura”, presentato in gara al Festival di Sanremo 2019.

Nel marzo 2019 il loro brano “L’anima non conta” ha raggiunto la certificazione “Disco d’oro” secondo FIMI/Gfk.

Il 12 aprile 2019 la band ha registrato un magnifico sold out al Paladozza di Bologna nell’attesissimo concerto-evento per festeggiare venti anni di carriera musicale del Circo Zen e dieci anni dall’uscita dell’album “Andate tutti affanculo” (2009), il primo interamente scritto in italiano.

Il 10 settembre 2019 è uscito per Mondadori “Andate tutti affanculo”, il primo romanzo anti-biografico della band scritto insieme all’autore Marco Amerighi.

Il libro, nella settimana di uscita, è entrato direttamente al 4º posto della classifica dei libri più venduti secondo IBS e all’8º posto delle classifiche (21/09) della ‘Narrativa Italiana’ stilate da Tuttolibri (La Stampa) e Robinson (La Repubblica).

Il 13 novembre 2020 esce “L’ultima casa accogliente”, il nuovo album di inediti, anticipato dal singolo e video “Appesi alla luna”, seguito dal secondo estratto “Catrame”.

Disco della settimana: Gorillaz “Song Machine, Season One: Strange Timez”

Song Machine è il nuovo progetto dei Gorillaz. Il risultato è una raccolta di 17 brani che abbraccia suoni, stili e generi diversi con il contributo di guest star come Beck, Elton John, Fatoumata Diawara, Peter Hook, Robert Smith e tanti altri…

La band virtuale dei Gorillaz è formata dal cantante 2D, dal bassista Murdoc Niccals, dal chitarrista Noodle e dal batterista Russel Hobbs. Creati da Damon Albarn e Jamie Hewlett, il loro acclamato album di debutto risale al 2001. I dischi successivi, vincitori di prestigiosi premi come i BRIT e i Grammy Award, sono Demon Days (2005), Plastic Beach (2010), The Fall (2011), Humanz (2017) e The Now Now (2018).

 

I Gorillaz, autentico fenomeno globale, hanno conquistato un enorme successo in modi unici e innovativi, proponendo tour che hanno toccato tutto il mondo, da San Diego alla Siria, vincendo infiniti premi tra cui l’ambitissimo Jim Henson Creativity Honor.

 

Tracklist:

  1. Strange Timez (ft. Robert Smith)
  2. The Valley of The Pagans (ft. Beck)
  3. The Lost Chord (ft. Leee John)
  4. Pac-Man (ft. ScHoolboy Q)
  5. Chalk Tablet Towers (ft. St. Vincent)
  6. The Pink Phantom (ft. Elton John & 6LACK)
  7. Aries (ft. Peter Hook & Georgia)
  8. Friday 13th (ft. Octavian)
  9. Dead Butterflies (ft. Kand & Roxani Arias)
  10. Désolé (ft. Fatoumata Diawara)
  11. Momentary Bliss (ft. slowthai & Slaves)
  12. Opium (ft. EARTHGANG)
  13. Simplicity (feat. Joan As Police Woman)
  14. Severed Head (ft. Goldlink & Unknown Mortal Orchestra)
  15. With Love To An Ex (ft. Moonchild Sanelly)
  16. MLS (ft. JPEGMAFIA & CHAI)
  17. How Far? (ft. Tony Allen & Skepta)

Disco della Settimana: Bruce Springsteen “Letter To You”

“Letter to you”. L’attesissimo nuovo album in studio assieme alla E Street Band, la celebrazione di amicizie lunghe una vita.

“Amo l’essenza quasi commovente di Letter to You e amo il sound della E Street Band che suona completamente live in studio, in un modo che non avevamo quasi mai fatto prima, senza nessuna sovraincisione. Abbiamo realizzato l’album in soli cinque giorni, e quella che ne è venuta fuori è una delle più belle esperienze di registrazione che io abbia mai vissuto”.

“Letter to you” cattura la potenza incomparabile dell’esibirsi in una rock band, segnando al tempo stesso la prima sessione live di registrazione con i componenti di The E Street Band in decenni, un legame indissolubile formato da una vita trascorsa in musica.

“Letter To You” è il ventesimo album in studio dell’artista, un disco rock, caratterizzato dall’inconfondibile sound de The E Street Band, e registrato nella casa di Bruce Springsteen in New Jersey. L’album è anche la prima performance di Bruce Springsteen insieme a The E Street Band dal tour di “The River” del 2016, nominato tour mondiale dell’anno da Billboard e Pollstar.
“Letter To You” contiene 9 brani scritti recentemente da Springsteen, e 3 leggendarie composizioni degli anni ‘70 finora inedite: “Janey Needs a Shooter,” “If I Was the Priest,” e “Song for Orphans”.  Ogni brano è un tributo a The E Street Band, alla musica rock e al ruolo che quest’ultima ha avuto nella vita dell’artista.

Hanno detto di “LETTER TO YOU”:
“Letter to You sounds live enough to make you feel a little guilty listening to it…possibly the rawest album they’ve ever made.” – Rolling Stone

“Mining rich veins of nostalgia, gratitude, and hope…Letter to You feels like yet another piece of art that was crafted for just this moment.” – Entertainment Weekly

“Fresh and vital…love and camaraderie fill Letter To You…made to raise the spirit.” – USA Today

“A mighty roar that will make old fans smile…reminiscing about the warmth and companionship a lifetime in music has brought.” – Associated Press

“Letter To You is one of the finest achievements of Bruce Springsteen’s career…an absolute triumph…one for the ages.” – AV Club

“Fans can’t afford to miss…a testament to the power of communion.” – Indiewire

“Springsteen’s beaming new album masterfully captures the icon and his perennially sensational E Street Band…their spirits aligned and alight once more.” – NJ.com

“One of the Boss’s best yet…an album that makes you feel good to be alive.” – The Times

“We’re on E Street with sparks flying…. irresistible” – Uncut

“The Bruce record his disciples have been yearning for; a return to E Street, where even with so much sadness in the world, things feel that little bit better” – MOJO

“Buy this album and play it loud. For an hour your home will be full of warmth, and decency, and people” – Mail on Sunday

Insieme a Springsteen, hanno lavorato a questo progetto Roy Bittan, Nils Lofgren, Patti Scialfa, Garry Tallent, Stevie Van Zandt, Max Weinberg, Charlie Giordano e Jake Clemons. L’album è stato prodotto da Ron Aniello insieme allo stesso Bruce Springsteen, Bob Clearmountain ha realizzato il mixaggio, mentre Bob Ludwig si è occupato del mastering.

Sempre da oggi è disponibile in esclusiva su Apple Tv+ il film-documentario “Bruce Springsteen’s Letter to You”, con i retroscena del processo creativo che hanno portato alla realizzazione dell’album. “Bruce Springsteen’s Letter to You” (scritto da Springsteen e diretto da Thom Zimny) mostra infatti Springsteen mentre registra “Letter to You” live insieme a The E Street Band.

La carriera in studio di Bruce Springsteen si estende lungo un arco di oltre 40 anni e ha avuto inizio nel 1973 con “Greetings from Asbury Park, NJ” (Columbia Records). Il cantautore ha vinto 20 Grammy Awards, 1 Oscar e 1 Tony Award, è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, ha ricevuto un Kennedy Center Honor, ed è stato nominato “Person of the Year” da MusiCares nel 2013.
Nel settembre 2016 sono usciti la sua autobiografia “Born to Run” e l’album pensato come accompagnamento al libro, “Chapter and Verse”, mentre nel novembre 2016 Springsteen è stato premiato con la Presidential Medal of Freedom.
Dall’ottobre 2017 al dicembre 2018 si sono tenuti i memorabili 236 show di “Springsteen on Broadway” al Jujamcyn’s Walter Kerr Theatre, spettacoli che sono poi diventati anche uno speciale Netflix e un album contenente la colonna sonora. Nel 2019 Bruce Springsteen ha pubblicato “Western Stars” (PLATINO in Italia), primo album in studio a 5 anni di distanza dal precedente, e insieme al suo collaboratore di lunga data Thom Zimny ha co-diretto “Western Stars”, la versione cinematografica dell’album realizzata insieme a Warner Bros.

Disco della settimana: Bette Smith “The Good, The Bad and The Bette”

Rock, Garage, Soul e Southern Soul, attitudine e personalità da vendere nel secondo album di Bette Smith, esuberante ed energica soul singer newyorkese.

“The Good, The Bad and The Bette”, registrato a Water Valley, Mississippi, affonda le radici nell’infanzia trascorsa nel quartiere Bedford-Stuyvesant di Brooklyn: la musica gospel che l’artista ha inserito nel suo ultimo progetto l’ascoltava in chiesa da bambina, mentre il soul risuonava per le strade affollate della cittadina americana.

Nella registrazione la Smith è stata supportata da professionisti di prim’ordine come il produttore Matt Patton dei Drive-By Truckers, famoso per le sue collaborazioni con Jimbo Mathus e Dom Flemons, e dall’eccellente ingegnere del suono Bronson Tew. Racconta la cantante: “Il sound si è evoluto, all’inizio era solo blues. Ho iniziato ad ascoltare Aretha Franklin e Billie Holiday. Quando ero molto piccola ascoltavo principalmente Mahalia Jackson perché mia madre era molto religiosa. E ha sempre ascoltato lei e Miriam Makeba, che era una cantante sudafricana. Quindi quelle sono le due persone con cui sono cresciuta. Per questo lavoro ho spiegato a Patton la mia visione; volevo un suono tra il southern rock, il soul e Aretha Franklin”. Patton invita alcuni grandi musicisti (ben otto chitarristi!) come ospiti tra cui Luther Dickinson dei North Mississippi Allstars ed il suo collega Patterson Hood (anche lui nei Drive-By Truckers). Aggiunge Patton: “Volevamo la loro parte rock, perfino nelle ballate, e pensavamo a vecchie registrazioni di Ike & Tina Turner, Betty Wright e Betty Davis”. Il risultato finale non è lontano dalle produzioni dei Bellrays di Lisa Kekaula.

Per quello che riguarda la scrittura, la Smith ha scavato a fondo in se stessa per confrontarsi con la sua infanzia: “Ho raccontato a Matt del rapporto con mia madre. I rapporti personali sono diventati il tema centrale dell’album”. La vita dell’artista raccontata quasi cronologicamente: dopo essersi fatta conoscere come la donna forte che oggi, Bette ripercorre gli eventi traumatici ed il vuoto emotivo che per anni ha cercato di riempire con la spensieratezza. Spiega Bette Smith: “La storia raccontata dal punto di vista di una bambina e dopo di un’adulta che porta ancora con sè le cicatrici della sua infanzia. Ma si parla anche di continuare a vivere con speranza, forza ed ottimismo. Dalla maggior parte delle persone vengo percepita come una donna forte e sicura, ma non sanno gli ostacoli ed i traumi che ho dovuto affrontare”. Infine, ‘Human’ è dedicata al suo cane che si merita anche la presenza in copertina, “per avermi insegnato, tra fiducia e vulnerabilità, ad amare incondizionatamente”.

 

Disco della settimana: Bob Mould “Blue Hearts”

Blue Hearts è l’album più diretto della lunga carriera di Bob Mould, una rabbiosa collezione di 14 brani descritti dall’artista stesso come “il mucchio di canzoni di protesta più accattivanti che io abbia mai scritto” .

L’album, rude ed urticante, è stato prodotto da Mould stesso presso gli Electrical Audio di Chicago con l’aiuto del fonico Beau Sorenson (Death Cab For Cutie, Superchunk, Sparklehorse). Insieme all’ex Husker Du la band è composta da Jon Wurster alla batteria Jason Narducy al basso.

Mould fu leader e il principale songwriter degli Hüsker Dü, seminale band punk hardcore che seppe sviluppare il suo sound contaminandolo con il noise e il rock psichedelico, influenzando innumerevoli altre importanti band a seguire. Per la sua forte personalità artistica, l’innovativo stile chitarristico e la profondità poetica dei suoi testi, Mould è considerato uno dei massimi autori del rock contemporaneo e una delle icone assolute della scena alternativa statunitense.

‘Blue Hearts’ è il rabbioso yin contrapposto al positivo yang del precedente lavoro ‘Sunshine Rock’, lavoro estremamente pop (per gli standards del nostro) ed ispirato a certe produzioni degli anni ’60.

‘American Crisis’ il primo singolo che ha anticipato l’album, “è il racconto di due tempi, il passato ed il presente. I paralleli tra 1984 e 2020 mi spaventano un po’: Abbiamo un carismatico e telegenico leader sostenuto dagli estremisti evangelici  telegenic, charismatic leaders, praised and propped up by extreme Evangelicals, entrambi hanno ignorato una epidemia (HIV/AIDS) entrambi apertamente ingannevoli riguardo a una pandemia (Covid-19)”

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