🎧 Limosani rinnova La Divina Commedia col digitale

Firenze, per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante nel giorno in avvenne, la notte tra il 13 e il 14 settembre, l’artista Felice Limosani ha creato il progetto culturale ‘Dante. Il Poeta Eterno’.

In podcast l’intervista al sindaco di Firenze, Dario Nardella e all’artista Felice Limosani, a cura di Gimmy Tranquillo.

Nel progetto di Limosani la contemporaneità della Divina Commedia e l’universalità del Poema dantesco vengono connessi al tempo presente attraverso l’arte digitale, in un incontro che fa leva sulla contemplazione e la meraviglia.

Il Sommo Poeta torna a Firenze attraverso il linguaggio delle digital humanities dove si intrecciano discipline umanistiche e tecnologie digitali, di cui Limosani è uno dei principali interpreti artistici.

Il progetto si fonda su un’operazione artistica site specific, che prende vita nel complesso monumentale di Santa Croce, luogo della memoria condivisa e spazio dantesco per eccellenza.

Il progetto, che ha il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche del Mibac, è promosso dal Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno, dal Comune di Firenze e dall’Opera di Santa Croce con il consenso della Comunità dei frati minori conventuali.

Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, ha detto che “Santa Croce accoglie in uno spazio d’eccellenza, la Cappella Pazzi, un progetto artistico che l’Opera promuove con soddisfazione”.

“Stiamo chiudendo – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – un anno davvero denso di iniziative, rese ancora più difficoltose dalla condizione pandemica ma organizzate con un entusiasmo e una passione davvero rare”.

Limosani ha detto di aver ricreato “nella Cappella Pazzi una dimensione percettiva ed emozionale che apre a percorsi della conoscenza intimi e inaspettati”.

Per l’assessore alla cultura di Palazzo Vecchio Tommaso Sacchi “a pochi metri dal cenotafio di Dante diamo il via ad un’installazione che unisce lo straordinario universo evocato dalle opere di Gustave Doré alle frontiere del digitale. Il Sommo Poeta lascia spazio in questo anniversario a infinite letture della sua enorme eredità”.

Georgofili, una scultura per ricordare la strage

L’opera “L’albero della pace” prende il posto della pianta d’olivo seccata che era stata posta in via dei Georgofili a ricordo delle vittime della strage del 1993

L’opera, un pezzo unico realizzato dal maestro Andrea Roggi, è stata svelata oggi durante la cerimonia a cui hanno partecipato il sindaco Dario Nardella, gli assessori alla cultura della memoria e alla toponomastica Alessandro Martini e alla cultura Tommaso Sacchi. Presenti anche il presidente dell’Accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini, il presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime della strage dei Georgofili Luigi Dainelli, il presidente del consiglio Luca Milani, oltre ovviamente all’artista e a Maria Oliva Scaramuzzi, figlia di Franco Scaramuzzi già presidente dell’Accademia dei Georgofili grazie al cui interessamento l’opera è stata realizzata per andare a sostituire la pianta di olivo sofferente per la collocazione non idonea.

L’Albero della Pace è una scultura di bronzo con base in travertino. L’opera, alta 4,40 metri, è stata realizzata con la tecnica della fusione a cera persa, fusione dinamica e patina a fuoco. Si tratta di un pezzo unico.

“Questo gesto è molto bello – ha dichiarato il sindaco Nardella – anzitutto perchè è nato da chi vive e conosce questo luogo: Oliva Scaramuzzi e l’Accademia dei Georgofili, protagonista questa settimana al G20 dell’agricoltura. E perché trasforma quella una creatura vegetale come un olivo, in un’opera d’arte permanente che pone l’accento sull’importanza delle radici. Ricordare, avere memoria significa coltivare le proprie radici. Vuol dire proteggere e promuovere l’identità della nostra città senza dimenticare le prove difficili e dure che ha vissuto come l’attentato del 27 maggio del 1993”. “Sono grato – ha aggiunto – all’Accademia dei Georgofili, al maestro Roggi, alla giunta comunale, e in particolare agli assessori Martini e Sacchi, per il lavoro che è stato fatto. È un’iniziativa molto bella quella di portare nelle nostre strade e piazze opere d’arte contemporanea, soprattutto se si tratta di artisti toscani”.

“Con questo gesto vogliamo dare perenne ricordo, come abbiamo fatto fino ad oggi ma ancora di più, ad un luogo e ad una tragedia, quella della strage dei Georgofili – ha sottolineato l’assessore alle toponomastica e alla cultura della memoria Alessandro Martini – abbiamo la grande responsabilità di rendere viva alle generazioni attuali, e future, una strada ed un luogo di memoria che ha da rimanere viva. Firenze è viva e guarda al futuro. Oggi la città è qui e noi vogliamo darle un futuro anche attraverso questi segni che sono di una qualità straordinaria, non solo dal punto di vista artistico, ma anche della motivazione e di ciò che rappresentano per ciascuno di noi”.

“Non è un caso che la pianta d’olivo non riuscisse a rimanere in salute – ha rilevato l’assessore Sacchi – non capivamo come mai questo albero, così straordinariamente importante per questa via e per quello che rappresentava, non riuscisse a vivere. C’era bisogno di un’opera portatrice di pace che fermasse nel tempo l’olivo a memoria di quello che drammaticamente è stato. Un’opera che ha uno straordinario potere generativo, di riflessione e di pace”.

“L’idea ed il mio originale intento – ha detto Maria Oliva Scaramuzzi – è stato quello di valorizzare e sottolineare il periodo di rinascita cominciato ventotto anni fa dopo il feroce attentato, con l’immediata ricostruzione dell’Accademia dei Georgofili, messa in atto e fortemente voluta da mio padre, il Professor Franco Scaramuzzi allora, e per ventotto anni, Presidente, forte della sua la consueta volontà di fare e di fare bene. Il luogo oggi rappresenta un costante punto di sosta e di riflessione da parte dei turisti di tutto il mondo e dei cittadini che vi si soffermano in silenzioso rispetto. Ritengo che, in un periodo di assoluto ritorno alla vita, come questo odierno, sia importante rinnovare l’energia e la passione che mio padre aveva messo nella ricostruzione, posizionando un’opera d’arte di importante valore e di grandissimo pregio, creata e donata dal Maestro Andrea Roggi alla città, all’Accademia dei Georgofili e, in questo senso, anche a mio padre e a ciò che ha voluto dimostrare, reagendo a quella terribile tragedia. Inoltre, il soggetto scelto, ossia l’olivo, pianta secolare mediterranea, rappresenta anche il legame radicale con la terra e con la natura di Franco Scaramuzzi, il quale ha studiato ed amato questo albero e, non a caso, mi ha chiamata Oliva. La forza vitale dell’olivo, infatti, si rivela necessaria e auspicabile per la rinascita di tutti noi con amore, coraggio, entusiasmo, cultura e legame profondo alla città di Firenze, cioè la nostra casa. Credo che tutto questo possa dimostrare e testimoniare un traguardo di un grande lavoro di squadra tra privato, pubblico, istituzioni e cultura”.

“L’angolo tra via Lambertesca e via dei Georgofili – ha ricordato Massimo Vincenzini presidente Accademia dei Georgofili – fu tragicamente testimone di quella che, ventotto anni fa, fu definita la “vile barbarie”. Da allora, giorno dopo giorno, questo angolo del centro di Firenze è progressivamente divenuto un vero e proprio luogo della memoria, ove soffermarsi, con rispetto, in ricordo delle vittime della terribile esplosione e ove rinnovare l’impegno di condannare, senza alcuna esitazione, tutti gli atti di violenza, ovunque essi vengano commessi.
Il monumento del maestro Andrea Roggi, raffigurante un olivo con radici immerse nel nostro mondo e con un tronco costituito dai corpi umani di un uomo e di una donna, le cui braccia sono protese verso il cielo a generare la chioma della pianta, assume un valore altamente simbolico e trasmette un forte messaggio di speranza per un mondo privo di ogni forma di violenza e ricco di propositi e slanci positivi, come quello che ha animato il professor Franco Scaramuzzi, indimenticato presidente dell’Accademia, nella ricostruzione della sede accademica dopo la tragica bomba, assassina e devastatrice. In definitiva, l’Albero della Pace del maestro Roggi mi sembra assolutamente perfetto per promuovere in questo luogo la cultura della memoria”.

“Via dei Georgofili – ha commentato il maestro Roggi – è oggi conosciuta e ricordata per la terribile strage ivi perpetrata ventotto anni fa. Quelle stesse immagini di terrore e violenza, che hanno sconvolto la società di allora, riemergono più vivide che mai a causa dei recenti fatti occorsi in Afghanistan, quasi a volerci indicare che il progresso e lo scorrere del tempo non sono sufficienti per fermare gli atti di terrorismo. Credo fermamente che la reazione più saggia a certe sciagure, quali la violenza, l’integralismo e l’oppressione, sia la resistenza e l’esaltazione della libertà e dell’amore; quale maniera migliore dell’arte dunque? Attraverso le mie opere ho sempre cercato di trasmettere ideali universali di pace, amore e positività pertanto, oggi più che mai, la possibilità di collocare una delle mie sculture presso Via dei Georgofili ritengo che abbia una particolare valenza e mi auguro che coloro che andranno a soffermarsi in questo luogo lo ricordino, d’ora in poi, con un rinnovato senso di speranza per un futuro di pace. È per questo che ringrazio di vero cuore il Comune di Firenze, l’Accademia dei Georgofili, la dottoressa Scaramuzzi e tutte le persone che ne fanno parte per aver accettato il mio dono: per me è un onore”.

Nardella su Green Pass: “Serve rigore con dipendenti comunali No vax”

Firenze, in un’intervista al Messaggero, il sindaco di Firenze, Dario Nardella ha risposto ad alcune domande su come si comporterà con i dipendenti comunali no vax e quali misure adotterà per implementare l’obbligo di Green pass per i dipendenti di Palazzo Vecchio.

“Rigore con i no vax e disponibilità al confronto con gli scettici – ha detto il sindaco Nardella – Nel Comune di Firenze abbiamo avuto una sola no vax convinta, tuttavia con gli incerti occorre essere persuasivi con il supporto di medici e scienziati”.

“Proprio in queste ore – spiega poi Nardella – sto lavorando con i miei assessori per contattare riservatamente, uno ad uno, una serie di cittadini e dipendenti comunali scettici con i quali io stesso in prima persona aprirò un dialogo”.

“Fin dall’anno scorso agli ingressi delle sedi comunali abbiamo installato sistemi tecnologici per la misurazione della temperatura e la verifica del corretto posizionamento della mascherina e in caso di temperatura superiore a quella consentita il sistema invia un alert alla portineria della sede – risponde poi Nardella alla domanda di Barbara Acquaviti del Messaggero, su come e chi farà il controllo del Green Pass all’ingresso di Palazzo Vecchio – Ritengo che la verifica del possesso del Green Pass possa essere semplicemente fatta adottando lo stesso sistema, ovvero utilizzando una App installata su tablet”.

Nardella spera che i dipendenti comunali accolgano bene l’obbligo di certificato verde, ma in caso di proteste assicura: “Queste situazioni, se si creeranno, andranno affrontate con rigore perché se ci sono delle regole vanno rispettate. In linea di principio ci muoveremo come per la scuola, dove con oltre 800 dipendenti, grazie a comunicazione, persuasione e organizzazione abbiamo avuto solo una criticità. Affronteremo il tema dei 3.800 dipendenti del Comune allo stesso modo”.

11 settembre, 20 anni dopo, i commenti degli amministratori locali

“L’America entrò in guerra l’11 settembre 2001, unita nella difesa dei suoi valori e del suo stile di vita – così inizia l’articolo principale di CNN dedicato all’11 settembre – Vent’anni dopo, è in guerra con sé stessa, la sua democrazia minacciata dall’interno in un modo che Osama bin Laden non è mai riuscito a fare. Col senno di poi, tuttavia, gli attacchi hanno preannunciato l’alba di un’era di traumi politici e turbolenze che ha spento un breve periodo in cui gli Stati Uniti si erano crogiolati in un bagliore di pace dopo la Guerra Fredda, presentandosi come una superpotenza solitaria”.

Di seguito le dichiarazioni di alcuni amministratori toscani sui fatti dell’11 settembre 2001.

“Venti anni fa il mondo si è fermato, ognuno di noi ricorda l’11 settembre: un attacco al cuore della società occidentale. Una storia di tutti che non possiamo dimenticare”. Lo ha scritto, su Facebook, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“11 settembre 2001, vent’anni che valgono un secolo”. Lo ha scritto, su Facebook, il sindaco di Firenze Dario Nardella per ricordare gli attentati all’America. “Ricordo benissimo quell’11 settembre 2001 come se fosse oggi – ha detto in un video mandato in onda da SkyTg24 -. Avevo 25 anni, mi ritrovai nella sede del partito nel quale militavo con un gruppo di amici a guardare il televisore, attoniti. In quello stesso momento mi arrivò una telefonata dalla sua fidanzata perché suo fratello era in luna di miele a New York. Dopo qualche ora, riuscii a sentirlo e mi raccontò in diretta quelle terribili ore che aveva vissuto”.

“Oggi è una giornata triste. Ricordiamo tutti le vittime dell’11 settembre e la scia di vittime che per 20 anni si sono susseguite. Purtroppo, è una vicenda che non si è conclusa, il terrorismo è ancora lì, e credo che questa fuga disordinata dell’occidente dall’Afghanistan fa riflettere che va ripensato il nostro rapporto con questi temi e questi problemi. Da questi ultimi 30 giorni viene fuori la necessità di un’Europa più unita e più forte dal punto della politica estera e anche della difesa”. Così il segretario del Pd Enrico Letta, a margine di un incontro a Montepulciano (Siena) nell’ambito di ‘Luci sul lavoro’.

“L’attentato alle Torri Gemelle resta una ferita indelebile. Ricordo quando, qualche anno dopo, andai negli Stati Uniti e vidi i disegni dei bambini sull’11 settembre. Capii quanto il paese avesse ancora quella ferita dentro, come ce l’ha, ancora oggi, tutto il mondo. Non dimenticare questa data ci serve nella lotta per la democrazia, per la libertà e nella lotta al terrorismo. L’11 settembre deve rimanere un simbolo per quello che rappresenta”. Lo scrive su Fb la sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento, Caterina Bini.

GKN: Appello al Presidente Draghi dei sindaci

Firenze, è stato redatto un appello al Presidente Draghi contro le delocalizzazioni, per sanare ed evitare quello che è successo alla GKN ed ad altre fabbriche che hanno visto il repentino licenziamento dei lavoratori. Primi firmatari i sindaci di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi e di Firenze Dario Nardella. Hanno aderito già 100 sindaci ed altre firme stanno arrivando.

Quello che è successo alla GKN riguarda tutti noi. È già accaduto e accadrà ancora se non cambieranno le regole. Le persone e i territori non possono essere trattati così, come se fossero strumenti di un profitto senza scrupoli.

Lavoriamo ogni giorno con migliaia di imprese, cerchiamo insieme di offrire benessere e lavoro e sappiamo quanto il loro modo di agire sia diverso rispetto a quanto visto a Campi Bisenzio. Ma quello che è successo poteva succedere.

Può succedere che la finanza pieghi le scelte verso la speculazione invece che verso la produzione. Che le chiusure giungano improvvise e inaspettate. Che si blocchi una fabbrica che rende e lavora. Che si rifiuti il confronto con le istituzioni per salvare lo stabilimento e chi ci lavora.

Può succedere, insomma, che ci sia chi fa finta che l’articolo 41 della nostra Costituzione non esista.

Dobbiamo impegnarci a rimettere le persone e i territori al centro dello sviluppo. E dobbiamo lavorare perché la transizione ecologica non diventi una scusa ma sia l’occasione per difendere insieme l’ambiente e il lavoro, sostenendo le imprese che si impegnano a farlo.

Per questo, da Sindaci abituati ogni giorno a guardare le persone negli occhi, chiediamo al Presidente del Consiglio Mario Draghi di approvare rapidamente una norma efficace e severa contro le delocalizzazioni, in una strategia di sviluppo del Paese che premi e valorizzi le imprese che invece investono correttamente in Italia privilegiando l’occupazione e la produzione. Chiediamo altresì al Presidente Draghi di mettere in campo tutte le iniziative – a livello nazionale e europeo – perché quello che abbiamo visto non possa più ripetersi.

Le istituzioni si schierino, tutte insieme, dalla parte delle persone.

Delivery: a Firenze Comune pronto a sostenere progetti etici

Delivery, come Comune “siamo pronti a sostenere una piattaforma fiorentina di delivery, ma che guardi a un mercato nazionali, che parta da presupposti completamente diversi da quelli con cui sono partiti i grandi colossi del web”. Lo annuncia il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo al dibattito ‘Consegne etiche: l’alternativa è possibile’, che ha aperto la prima festa cittadina della Nidil Cgil

Come Comune “siamo pronti a sostenere una piattaforma fiorentina di delivery, ma che guardi a un mercato nazionali, che parta da presupposti completamente diversi da quelli con cui sono partiti i grandi colossi del web”. Lo annuncia il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo al dibattito ‘Consegne etiche: l’alternativa è possibile’, che ha aperto la prima festa cittadina della Nidil Cgil. Una sfida, aggiunge, che potrebbe rivelarsi “molto interessante, anche se non facile”. E se a Firenze è nata la cooperativa Robin food, fondata da sette rider e supportata dalla Cgil e da Legacoop Toscana (“Siamo quasi pronti a partire”, dicono dal palco), Nardella spiega: “Possiamo supportare progetti con imprese e lavoratori del nostro territorio, che possano essere un’alternativa ai modelli esistenti”. Inoltre Palazzo Vecchio “sta già facendo alcune cose, come sollecitare il governo e il Parlamento perché ci sia una legislazione sempre più attenta alla tutela dei lavoratori, alla qualità del lavoro e alla sicurezza. Perché ormai, con il Covid, l’industria del delivery sta diventando un settore rilevantissimo nel mondo del commercio e sta cambiando gli stili di vita di milioni di persone”.

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