🎦 ‘Disco Ruin – 40 anni di club culture in Italia’ per Critico per un giorno

Firenze, è stato “Disco Ruin – 40 anni di club culture in Italia” la pellicola scelta per la ripartenza di Critico per un Giorno, l’iniziativa del Controradio Club e del Cinema La Compagnia, in cui socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare ‘Critico per un giorno’ andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film con Gimmy Tranquillo per poi recensirlo.

La serata si è aperta con l’incontro con la regista di Disco Ruin Lisa Bosi, moderato da Bruno Casini e Roberta Vannucci, i direttori artistici della diciannovesima edizione del ‘Florence Queer Festival’, che hanno chiamato sul Palco Roberto Nistri presidente di Controradio e Alex Neri Dj del Tenax, entrambi testimoni e protagonisti del mondo del clubbing descritto nel docufilm.

Disco Ruin nasce dalla fascinazione evocata dalle rovine di centinaia di discoteche abbandonate in tutta Italia. Le cattedrali del divertimento sono state i più potenti luoghi di aggregazione per diverse generazioni: dalle balere, dai night degli anni ’60, dalle prime discoteche degli anni ’70, per poi arrivare agli anni ’80 e ’90, tra le mura di ogni discoteca c’è un mondo da raccontare.

Tante le voci di pionieri e insider, con una preponderanza di via Emilia e riviera romagnola, ma senza trascurare, tra gli altri, i leggendari Cosmic di Lazise, Easy Going a Roma, Plastic a Milano o Kinki a Bologna e qualche, troppo pochi a dire il vero, accenni anche al Tenax di Firenze.

Dopo la proiezione le consuete interviste a caldo di Gimmy Tranquillo.

Critico per un giorno: “Disco Ruin – 40 anni di club culture in Italia”

Per i soci del Controradio Club l’iniziativa “Critico per un giorno”. Prossimo appuntamento con Disco Ruin – 40 anni di club culture in Italia di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto il 21 settembre al Cinema La Compagnia di Firenze

Martedì 21 settembre alle ore 17.30 con ingresso gratuito “Disco Ruin – 40 anni di club culture in Italia” di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto (Italia, 2020, 115’) v.o. ita

In occasione di Ma che genere di musica?! programma a cura di Ireos con il contributo del Comune di Firenze – Estate Fiorentina 2021 Alla presenza della regista Lisa Bosi e Alex Neri Dj

Un viaggio visionario, l’ascesa e il declino dell’Italia del clubbing, raccontati dai protagonisti di questa storia, tra notti in autostrada e afterhours che divorano il giorno. Quattro generazioni che vogliono essere “messe in lista” per entrare in questi luoghi di aggregazione e di perdizione, dove non conta che cosa fai di giorno, ma solo chi interpreti durante la notte. Quarant’anni in cui la discoteca ha prodotto cultura, arte, musica e moda. La traiettoria discendente della scena, un tempo popolare, e le vicende di vere e proprie istituzioni del divertimento come il Piper Club di Roma,  il Cocoricò di Riccione, il Tenax di Firenze.

Il socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare ‘Critico per un giorno’ andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film con Gimmy Tranquillo per poi recensirlo. I commenti e le recensioni verranno poi postate Controradio.it e sui social! .

PRENOTATI A: CLUB@CONTRORADIO PUNTO IT

 

#Criticoperungiorno presenta: Fellinopolis

Dopo un lungo stop, torna la possibilità per i soci del  Controradio Club di partecipare al progetto #Criticoperungiorno. Potrete assistere alla proiezione gratuita di Fellinopolis di Silvia Giulietti, giovedì 10 giugno alla Compagnia di Firenze

“Fellinopolis” un film di Silvia Giulietti con la partecipazione dei premi Oscar Lina Wertmüller, Dante Ferretti, Nicola Piovani e con Maurizio Millenotti, Ferruccio Castronuovo, Norma Giacchero.

Accompagnati da immagini di backstage e interviste ai più stretti collaboratori di Fellini, abbiamo la possibilità di osservare “attraverso il buco della serratura” il Maestro al lavoro e scoprire nuovi aspetti dell’uomo e del suo processo creativo. Su richiesta di Fellini, Ferruccio Castronuovo ha avuto il privilegio unico di poter girare gli Special – Backstage, che all’epoca venivano utilizzati per il lancio dei film, sui set di Casanova, La città delle donneE la nave va e Ginger e Fred, documentando e rivelando gli elementi del “grande gioco”, le invenzioni e le “bugie” del regista. In questo documentario, le eccezionali riprese di Castronuovo incontrano i ricordi dei professionisti che hanno lavorato con Fellini, tra cui i Premi Oscar Lina Wertmüller, Nicola Piovani e Dante Ferretti, mentre ci parlano del loro lavoro e della loro esperienza di vita a Fellinopolis, la città immaginaria dietro le quinte dei suoi film. Purtroppo il Backstage di Casanova è andato perso.

INFO Per poter partecipare all’iniziativa è necessario scrivere una mail entro mercoledì 9 giugno a club@controradio.it  specificando il proprio nome e cognome. Ogni socio avrà diritto a 2 biglietti omaggio

GUARDA IL TRAILER:

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PROGRAMMA:

GIOVEDÌ 10 GIUGNO, ore 18.30 (alla presenza della regista)
VENERDÌ 11 GIUGNO, ore 17.00
SABATO 12 GIUGNO, ore 15.00 e ore 21.00
DOMENICA 13 GIUGNO, ore 19.00
LUNEDÌ 14 GIUGNO, ore 17.00

‘Critico per un giorno’ – ‘L’apprendistato’

Firenze, martedì 20, alla presenza del regista Davide Maldi, c’è stato, per i partecipanti all’iniziativa di Controradio, Critico per un giorno, lo screening del documentario “L’apprendistato”.

Il socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare ‘Critico per un giorno’ andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film per poi recensirlo, i commenti e le recensioni verranno poi postate Controradio.it e sui social!

‘L’apprendistato’ è stato presentato in anteprima al Locarno Film Festival 2019 e si è aggiudicato il Premio Speciale della giuria ITALIANA.DOC al Torino Film Festival dello stesso anno.

L’Apprendistato (The Young Observant) si colloca in quella zona grigia che divide il documentario dal cinema di finzione raccontando la storia della formazione di Luca all’interno di un prestigioso collegio alberghiero. Quanto il giovane dovrà sacrificare della propria libertà e adolescenza per lavorare al servizio dei clienti?

Un’opera di difficile collocazione ma dall’ispirazione fortemente contemporanea che è la risultante del mix tra veridicità di fronte alla macchina da presa ed assenza di sovrastrutture che falsifichino l’oggetto della narrazione e una sceneggiatura che conduca la narrazione verso un esito ben preciso, atteso.

LE RECENSIONI:

Molto utile la conversazione col regista al termine della proiezione per comprendere quest’opera cinematografica. “Luca riassume in sè, più degli altri compagni di corso, la sospensione di una scelta probabilmente non proprio consapevole e di conseguenza male argomentata nel momento in cui viene chiesta lui una spiegazione. La ‘colonna sonora’, o meglio i suoni fatti di ansimi e campanacci, sembrano riportare ad una dimensione di vita essenziale, fatta di contatto profondo con la natura e di necessità elementari, e ad una provenienza che cozza aspramente con la realtà della scuola alberghiera.
Scuola all’interno della quale i ragazzi si muovono come chierichetti in una chiesa, con una compostezza resa meccanica dal silenzio intervallato dalle indicazioni dell’insegnante che ricorda ,sia fisicamente che nell’estetica e nel tono con cui si rivolge ai ragazzi, un prete nel suo regno fatto di gesti e rituali immacolati e precisi.
Luca ha le sembianze di un satiro e la sua inquietudine si traduce in un continuo movimento del corpo, nella fissità dello sguardo verso l’adulto e nella ricerca dell’approvazione dei compagni .

Spesso l’adulto che si rivolge ai ragazzi non viene inquadrato ma si può leggerne l’effetto nelle espressioni del volto di Luca, in un non-sense che troverà infine una definizione in termini di ‘noia’.” P.S : Non credo che Luca uccida il cinghiale. Il cinghiale è pieno di mosche e viene probabilmente solo trovato e trascinato da Luca. Lo sparare  al cinghiale ci è parso un esercizio di mira, una prova di gioventù. Grazie per la visione!

Viola e Mira
L’Apprendistato è un film che vede come protagonista Luca, un ragazzo cresciuto nelle montagne che viene iscritto ad una rinomata scuola alberghiera con delle regole molto rigide. Il punto più importante sulla quale quest’opera si concentra è il contrasto tra la semplicità di Luca e l’austerità del regolamento dell’istituto, un contrasto che genererà nel giovane protagonista un crescente disagio; le sensazioni di Luca vengono veicolate in maniera sottile tramite la rappresentazione della vita quotidiana del protagonista e dei suoi compagni all’interno della scuola, con questa rappresentazione il film unisce il mezzo cinematografico con quello del documentario in maniera molto naturale. Un altro punto di forza de L’ Apprendistato è rappresentato dalla costruzione ricercata di alcune scene (nello specifico mi riferisco ai momenti in cui ai ragazzi viene insegnato a sorreggere i vassoi, sequenze costruite quasi come se fossero dei piccoli balletti) ma anche dalla colonna sonora minimale che però riesce sempre ad intervenire nei momenti giusti, donando un qualcosa in più all’economia generale dell’opera. L’Apprendistato è in conclusione un film volutamente lento che riesce nel suo intento di trasmettere determinate sensazioni allo spettatore, un prodotto cinematografico riuscito e da parte mia consigliato, ma che deve essere approcciato con una discreta dose di pazienza. Riccardo 
Il film è un’opera di valore a livello tecnico, risulta proprio piacevole da guardare per la scelta delle luci, dei colori, dei suoni casalinghi delle stoviglie… In più riporta una realtà poco conosciuta, o meglio che non ci si immagina esista ancora, quasi come se volesse salvare su supporto audiovisivo una tradizione a rischio di scomparsa. Un misto tra Wes Anderson e Yorgos Iantihimos: esteticamente geometrico e piacevole agli occhi e al contempo con una vena di inquietante silenzio. E’ il secondo di una trilogia e abbiamo voglia di vedere molto presto sia il precedente che il prossimo! Gaia

Critico per un giorno presenta: “Dicktatorship”

?Firenze, il socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare “Critico per un giorno” andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film per poi recensirlo, i commenti e le recensioni verranno poi postate Controradio.it e sui social!

Dicktatorship – Fallo e Basta! Di e con Gustav Hofer, Luca Ragazzi.
Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni. Un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia: possibile che Gustav non si sia mai reso conto che Luca è un maschilista? E come mai anche un uomo progressista come Luca è capace di atteggiamenti sessisti senza neanche accorgersene? La discussione è il pretesto per iniziare un’analisi puntuale del loro – e nostro – Paese. Un viaggio alla scoperta delle storie di ordinario sessismo dell’Italia di oggi, tra integralisti cattolici, improbabili raduni per “uomini veri”, esperimenti scientifici rivelatori…

Queste le recensioni dei soci del Controradio Club:

Un film che ci ricorda ancora una volta che i diritti acquisiti vanno difesi nel tempo altrimenti svaniscono e che siamo un po’ tutti maschilisti perché la cultura che ci nutre dalla nascita lo è e, sin quando non ne prendiamo consapevolezza, agiamo in modo “inconsapevolmente” maschilista, reiterando stereotipi di generazione in generazione, anche attraverso il linguaggio che usiamo; il cammino da fare insieme, uomini e donne, è ancora molto lungo, ma è importante farlo insieme; ringrazio gli autori del film anche per avermi fatto scoprire la storia di una donna, Elena Lucrezia Corner, prima donna laureata al mondo nel ‘600, che sicuramente merita di entrare nella toponomastica delle strade e spazi pubblici a differenza di altri personaggi che non meritano affatto di essere ricordati (ne è un esempio il personaggio citato alla fine nel film…di cui non ricordo il nome). (Lucia)

Dicktatorship: documentario il cui maggior pregio secondo me, è quello di sollevare nuovamente (visto che ce n’è bisogno) temi sui quali dibattere, relativi alla mancata emancipazione della donna nelle nostre società, al permanente maschilismo (nonostante tutto presente a tutti i livelli) al pensiero macista strisciante che inquina le menti di qualsiasi generazione – dai ragazzi intervistati davanti alla scuola fino agli attempati partecipanti alla sagra del “fallo” presente nel film. Come ammesso dagli autori/interpreti del film, molti sono gli aspetti ed argomenti che sono rimasti fuori, ma come giustamente hanno ammesso, non è stato possibile, per questioni di tempo, includere tutto quanto. Notevoli le ricerche di archivio che hanno portato alla “riscoperta” di vere figure di merda di Berlusconi, ignobile nella sua abiezione.Toccante la considerazione di Stefano Ciccone che con le sue riflessioni sul pensiero “maschile plurale” rivendica e riconosce al maschio il suo diritto/dovere di cedere spazi di potere per concedersi la possibilità di vivere le proprie emozioni, dolore, paura, tristezza, al di fuori degli schemi a cui il macismo lo vincola e che si riducono al desiderio ed alla rabbia. Ho trovato un pò artificioso, una specie di teatrino la costruzione dei ruoli che tiene insieme le varie interviste del docu/film, ma per ammissione degli stessi Luca e Gustav, si è trattato di una scelta funzionale. Francamente consigliato.(Stefano).

Probabilmente poiché la mia generazione ha fatto passi da gigante rispetto ai rapporti uomo/donna, cittadino/autorità… (come evidenziava uno spettatore intervenuto negli interventi post proiezione a proposito della mamma ex sessantottina) già molti anni fa, non posso dire -con tutta franchezza- di essere rimasto particolarmente colpito dal film.
In casa cucino, stiro senza che mi sembri di fare cose straordinarie (amici più giovani, ma anche coetanei, mi guardavano come un marziano); vero è che quando arrivai a Firenze per fare l’università avevo un retaggio di provincialismo tanto che delle ragazze svizzere rimasero sorprese da alcuni comportamenti e mi fecero notare, candidamente, che da loro non si faceva così da molto tempo (sto parlando di quasi 50 anni fa!).
La poca naturalezza degli attori -quasi cercassero di accattivarsi le simpatie con una non convincente (pseudo) nonchalance- non ha aiutato. Nel dopo film e una volta fuori della sala, mi sono fermato ad ascoltali e mi sono sembrati invece molto più naturali.
Il maschilismo – anche quello da parte di ragazze- ritengo sia frutto di uno spaventoso analfabetismo di ritorno che si può cogliere semplicemente camminando per strada. (Filippo)

E’ un documentario che affronta in maniera elegante e delicata un grande problema della nostra società umana, in particolare italiana, quello del maschilismo dei comportamenti, dei ragionamenti, del linguaggio.
Ho apprezzato la scelta del metodo usato per porre la problematica al centro dell’attenzione, quello del confronto all’interno di una coppia che si vuole bene. Nessuno è al riparo dal sessismo, spesso lo si sottovaluta o addirittura si pensa di non essere coinvolti in prima persona. Invece tutti siamo coinvolti, nell’interrogarci sui nostri comportamenti, nel favorire il dialogo, nel non tirarsi indietro sottolineando sempre le circostanze in cui si manifesta il sessismo.
Un documentario utile a tutti, ai “maschi” in primis, ma anche alle “femmine”, che troppo spesso tradiscono il loro genere ragionando secondo gli schemi del sistema patriarcale. (Lucia)
Il film è stato intenso e coinvolgente. L’apparente leggerezza dei personaggi, unita alla drammaticità della tematica trattata, mi hanno permesso di non staccare gli occhi e l’attenzione dallo schermo per tutta la durata del lungometraggio, ed è una cosa che non mi capita più molto spesso. Un film che ho consigliato non solo ai miei amici ma anche ai miei colleghi! (Lorenzo)

È sempre difficile per noi “critici per un giorno” scegliere se commentare e dare un nostro giudizio sul film, oppure esaminare le reazioni e successive riflessioni sulle tematiche affrontate dal film stesso. Cercherò di esaminare entrambi gli aspetti. Innanzitutto il film mi è piaciuto, principalmente per il “trucco” narrativo di aver creato una specie di contraddittorio tra i due protagonisti/registi nel quale uno faceva la parte del maschilista (seppure molto blandamente) e l’altro lo invitava a riflettere sulle sue affermazioni, nemmeno molto coscienti ma piuttosto frutto dell’educazione che riceviamo, anche in maniera subliminale, dalla nascita. Per portare argomenti a favore della tesi che noi uomini, ma anche in certi casi le donne, ragioniamo secondo stereotipi maschilisti, se non anche machisti, Gustav si prende la parte di una specie di Virgilio che guida Dante/Luca alla scoperta di cosa pensino alcuni giovani e quanto hanno studiato, psicologi, studiosi di neuroscienze e sociologi in merito al tema, giungendo alla fine ad aver mutato la visione di Luca, e si spera anche degli spettatori, sulle problematiche di genere nel nostro paese, ma non solo. Riguardo al tema del film invece rilevo che la tensione sull’argomento genere in questi ultimi anni sia calata, salvo qualche ripresa in occasione di manifestazioni neo-femministe e del movimento “me too”. In questo periodo dove domina la superficialità e si tende a giustificare anche atteggiamenti che a prima vista possono apparire poco importanti, si sono date per scontate alcune conquiste, femminili e non solo, che invece scontate non lo sono mai, ma devono essere tenute vive senza abbandonarsi all’adagio “cosa vuoi che sia?”. (Fabrizio)

Critico per un giorno presenta: “Beautiful Things”

?Firenze, il socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare “Critico per un giorno” andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film per poi recensirlo, i commenti e le recensioni verranno poi postate Controradio.it e sui social!

Martedì 21 maggio alle ore 21 con Beautiful Things, il documentario di Giorgio Ferrero e Federico Biasin che vuole riflettere sul consumismo contemporaneo e su quella bulimia che ci porta ad accumulare cose, spesso inutili e superflue.

Attraverso le vite di quattro uomini (Van, Danilo, Andrea e Vito), inconsapevoli protagonisti della catena di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione di tutti quegli oggetti di cui sono colme le nostre vite, il film ci porta a riflettere sul nostro stile di vita, fatto di accumulo compulsivo di oggetti.

Giorgio Ferrero, intervistato da Giustina Terenzi di Controradio, ha definito il film “un viaggio nella mente di questi uomini che lavorano soli, in silenzio, con una vita che, paradossalmente, è l’esatto contrario, della nostra, che beneficiamo del loro lavoro”. Riascolta l’intervista: https://www.cinemalacompagnia.it/wp-content/uploads/beautiful-things-sinfonia-del-consumo-intervista-al-regista-giorgio-ferrero.html

Queste le recensioni:
Un documentario musicale che celebra figure estreme ed assurde di 
lavoratori eremiti indispensabili nel sistema economico contemporaneo. 
Musica ed immagini strepitose e fin troppo coinvolgenti. Si rischia di 
sballare e di confondere l’assurda realta’ mostrata sullo schermo con 
effetti speciali di videoclips fantascientifici. I personaggi rischiano di 
diventare degli autistici eroi felici, invece che le vittime di un sistema 
che dovremmo cercare di cambiare. (Ernesto)

Un film particolarissimo. Presentato come documentario mi aspettavo qualcosa cui siamo stati abituati da vari documentari sociali che indagano su aspetti contraddittori e problematici della nostra contemporaneità. Mi sono immediatamente ricreduto. L’opera che ho visto è una vera è propria opera d’arte. Non a caso è stata prodotta con i fondi della Biennale di Venezia in quanto vincitrice del concorso Biennale College Cinema edizione 2016. Film pieno di ritmo e poesia. Inquadrature magiche, musiche per me fantastiche, vicende incredibili in cui il quotidiano dei 4 personaggi portati sullo schermo, assume tinte stranianti agli occhi di noi spettatori. Discorso a parte merita la presentazione che il regista ha fatto del film e le risposte che ha dato alle varie domande in sala. Si tratta di un viaggio nel viaggio e come sempre rappresenta veramente un valore aggiunto al film stesso nella descrizione di tutta la vita che esiste nel backstage di un’opera così complessa, dal reperimento dei fondi alla biografia del regista che entra per alcuni aspetti nella vicenda rappresentata sullo schermo, passando attraverso i tanti aneddoti accaduti durante le riprese. Una serata e una visione assolutamente consigliate. (Stefano)

Prima della proiezione, il presentatore ha usato la parola “documentario” per definire quello che di lì a poco sarebbe stato proiettato; dalla espressione del regista mi pareva evidente che tale definizione non coglieva nel segno, considerata quanto meno riduttiva.
Ed in effetti malgrado sia da ritenersi – tecnicamente- un documentario, le belle immagini, la musica -che dava ulteriore spessore alle immagini, e non solo alle immagini- quello che hanno tirato fuori i “personaggi” , ne fanno qualcosa di decisamente diverso da un documentario; mi verrebbe da dire – con un termine che più attiene al linguaggio giuridico – un tertium genus. Merita di essere visto. (Filippo)

Parlare di questo lavoro che è un po’ un film, un documentario, un opera musicale etc è molto difficile in quanto le chiavi di lettura sono tante e le suggestioni sono continue.  Subito si percepisce la qualità, la bravura e la passione dei professionisti che sinergicamente hanno lavorato a questo impresa. Sin dal primo momento si viene rapiti visivamente e musicalmente… il trip (come lo ha definito Giorgio Ferriero) è totale e sublime. Aver avuto la possibilità di vedere prima il film seguito dalla “chiacchierata” con il regista è stata un esperienza unica. (Martina)

Esistono documentari che decidono di dare un’ampia impostazione estetica al tema da essi affrontato, per esempio quelli dedicati ad argomenti di tipo naturalistico, oppure altri che usano un taglio umoristico o comunque leggero, per gettare luce su temi controversi ed impegnativi, senza sacrificarne la serietà; si potrebbe sostenere che Beautiful Things possieda entrambe queste caratteristiche, e anche molte altre, che lo rendono un lavoro complesso che si svincola, infine, dalla categoria di film documentario, per affermarsi come prodotto artistico a tutti gli effetti.
Attraverso una scansione in capitoli (Petrolio, Cargo, Metro, Cenere) il film delinea la vita, lavorativa ma anche umana, di quattro uomini impegnati in mansioni fondamentali per il corretto funzionamento della macchina del consumo globale.
Le scelte formali utilizzate per trainare la narrazione, come i tagli di fotografia e gli accompagnamenti musicali specifici per ogni capitolo, diventano, per la loro acutezza e precisione, parte integrante e fondamentale della stessa materia narrata.
Mediante un sapiente montaggio di immagini e di suoni, potente e magnetico, che progressivamente aumenta di ritmo ed intensità, lo spettatore è trascinato in un viaggio psichedelico e pregno di simbologia, che, ad ogni tappa, abbandona gradualmente il realismo di ambienti e atmosfere, per giungere, sul finale, ad uno spazio rarefatto ed indefinito, nel quale il monologo del personaggio protagonista cede il passo a pensieri astratti e surreali, che sostituiscono le riflessioni prevalentemente autobiografiche dei passaggi precedenti.
Da segnalare, infine, le sequenze che scandiscono il passaggio da un capitolo all’altro, simboli delle tappe fondamentali di una vita umana, ognuna delle quali calata in spazi soffocati dalle onnipresenti “cose belle”, che asfissiano le vite di chiunque , e per tale motivo permettono allo spettatore di creare un aggangio emotivo e biografico con il film. (Elena e Jacopo)

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