Chianni (Pisa): discarica Grillaia, messa in sicurezza sito e chiusura entro 8 anni

Vergero acquisisce discarica Grillaia nel Pisano e ha presentato il piano per la messa in sicurezza della discarica chiusa da 23 anni

Il gruppo Vergero ha acquisito dalla società Nsa le quote di maggioranza del sito autorizzato per il conferimento di rifiuti di Chianni (Pisa) ‘La Grillaia’ e ha definito un piano di patrimonializzazione e rifinanziamento della società per 5 milioni di euro, di cui 2 già versati per le prime e urgenti attività di messa in sicurezza della vecchia discarica. Lo rende noto lo stesso gruppo Vergero precisando che “con un investimento complessivo di circa 18 milioni di euro, compresi i costi di gestione, ‘La Grillaia’ sarà messa in sicurezza attraverso l’utilizzo delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, ed entro otto anni se ne prevede la chiusura attraverso il conferimento di 270mila metri cubi di amianto, materiale giudicato dai tecnici della Regione più adatto e sicuro per il completamento dell’area”.

L’intervento su Chianni consiste in due azioni principali: la messa in sicurezza delle aree che non necessitano di ulteriori conferimenti e il recupero volumetrico dell’area depressa e la sua successiva messa in sicurezza.

Per la prima si prevedono interventi per garantire una migliore protezione ambientale di suolo, sottosuolo ed emissioni in atmosfera (tra cui la gestione di percolato e biogas derivanti dai rifiuti già presenti) , per la seconda, è previsto il conferimento di rifiuti di amianto (che arriveranno in loco dopo essere stati messi in sicurezza già presso il cantiere di provenienza, sotto la supervisione dell’Asl di riferimento), di rifiuti inorganici inerti non pericolosi e la successiva messa in sicurezza dell’area attraverso una ricopertura finale per ricreare la morfologia originaria della collina e di inserimento ambientale e paesaggistico con la creazione di due laghetti naturalistici e la piantumazione di vegetazione arbustiva e piante autoctone.

“A un anno dal lockdown la situazione università è critica”, presidio studentesco Pisa

Una manifestazione nazionale dal nome di “Studenti uniti contro la crisi” sta tenendo luogo anche in Toscana, a Pisa per dare visibilità alle difficoltà di quest’anno di pandemia e richiedere investimenti nel settore

Il presidio studentesco è stato organizzato in tutta Italia e anche in Toscana, a Pisa dagli studenti e dalle studentesse del collettivo “Sinistra per…” .

“A ormai più di un anno dal primo lockdown la situazione in cui ci troviamo come studentesse e studenti è ancora critica: servono più spazi per studiare, la didattica a distanza non ha risposto completamente alle nostre esigenze e non ci ha permesso di vivere la socialità universitaria, alcuni non hanno mai visto dal vivo i loro compagni di corso; le misure messe in atto per il diritto allo studio non sono ancora necessari a permettere un equo accesso all’istruzione universitaria”, spiega Sofia Testa coordinatrice del collettivo Sinistra Per.

A Pisa il presidio studentesco sta tenendo luogo in diverse parti della città con striscioni appesi in luoghi significativi per la vita universitaria come il Polo di Matematica e Fisica e la Biblioteca di Storia e Filosofia.

presidio nazionale
Foto Sinistra per

“Vogliamo un forte investimento per ampliare l’accesso alle borse di studio, ai contributi per l’affitto, alla residenzialità studentesca. Serve dare accesso al medico di base per le studentesse e gli studenti fuorisede e la creazione ed il rafforzamento, anche per via telematica, di sportelli di aiuto psicologico”, continua Testa, “Serve che anche la Ministra Messa ascolti le nostre proposte, rifinanziando il comparto universitario e rendendo la componente studentesca partecipe nella discussione sul Next Generation EU, in modo da non lasciare nessuno escluso da decisioni che riguardano il futuro di tutte e tutti”

“Per questo siamo “studenti uniti contro la crisi”, perché crediamo che sia venuto il momento di ristabilire dei legami di solidarietà tra studenti, seppur in un momento in cui è difficile incontrarsi, per trovare insieme le risposte alle nostre esigenze. Non possiamo pagare noi questa crisi, né in termini economici, né formativi, né di salute.” conclude Sofia Testa.

Amazon: dopo cinque giorni di sciopero raggiunta intesa con ditta distribuzione

Accordo dopo scioperi lavoratori ditta consegne che ha in appalto la distribuzione dei pacchi Amazon, lo rende noto Uiltrasporti

“Dopo una lotta che ha visto i lavoratori impegnati in 5 giorni di sciopero e presidi, finalmente è stato raggiunto un accordo, in sede Prefettizia, con la Trasline, ditta di Montacchiello (Pisa) che ha in appalto la distribuzione dei pacchi Amazon e che occupa circa 40 corrieri, e la relativa associazione datoriale Assoespressi”.

Lo rende noto la stessa Uiltrasporti. L’intesa, spiega una nota, prevede la revoca del ricorso alla cassa integrazione, il dimezzamento della franchigia a carico dei lavoratori in caso di incidente e un percorso finalizzato ad alleggerire i carichi di lavoro. Inoltre l’azienda ha iniziato a pagare e ad applicare l’integrativo regionale del settore.

“Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto – spiegano Michele Panzieri, segretario generale Uiltrasporti Toscana, e Marco Sarlo della Uiltrasporti Toscana – . E’ inaccettabile che si ricorra agli ammortizzati sociali per un settore, come quello dell’e-commerce, che ha visto crescere il proprio giro di affari sotto la pandemia. Il plauso va ai lavoratori che si sono mobilitati per rivendicare i propri diritti, centrando un risultato importante”. Per i sindacalisti è “un altro passo del lungo cammino che il sindacato con i lavoratori cerca di percorrere affinché multinazionali ed algoritmi si ricordino che in questo Paese esistono doveri ma anche diritti conquistati con le lotte che non possono essere calpestati. Vigileremo affinché sia rispettato quanto convenuto nell’intesa sottoscritta, ringraziando la prefettura di Pisa per l’interessamento e la disponibilità dimostrata”.

Al via sperimentazione monoclonali AstraZeneca all’ospedale di Pisa

Primi destinatari della cura con gli anticorpi monoclonali AstraZeneca sono stati due pazienti di 36 e 53 anni

E’ iniziata stamani all’ospedale di Pisa la cura sperimentale con gli anticorpi monoclonali sui primi due pazienti di 36 e 53 anni.

“Oggi è un giorno importante – ha detto l’infettivologo, Francesco Menichetti – perchè dopo averne tanto sentito parlare si passa all’azione. I monoclonali sono farmaci che vengono somministrati precocemente a soggetti infettati da pochi giorni che hanno pochi sintomi nella speranza che l’infezione non si trasformi in malattia, o in malattia grave e che quindi non abbiano bisogno di ricovero”. “”La nostra – ha aggiunto il medico – è una sperimentazione che parte oggi con il monoclonali di AstraZeneca. Siamo il primo centro italiano ad essere attivato ed è una sperimentazione classica, quindi contro placebo con il paziente che firmerà il consenso che potrà ricevere o le due iniezioni intramuscolari del cocktail monoclonale oppure il placebo e lo seguiremo poi nelle settimane successive per monitorare e verificare gli esiti del nostro del nostro intervento”. Pisa seguirà anche la fase di arruolamento dei pazienti e Menichetti spiega che l’Azienda ospedaliero universitaria pisana scende “in campo ben organizzata e con l’aiuto dei medici di medicina generale delle Usca del territorio pisano contiamo quindi di poter arruolare diversi pazienti, poi dopo AstraZeneca seguiranno i monoclonali di Toscana Life science e non appena Aifa avrà definito meglio i criteri utilizzeremo gli spazi che stiamo realizzando per somministrare i monoclonali già approvati”.

Pisa: sgomberata Limonaia, immobile occupato da organizzazioni femministe

La Limonaia zona rosa, spazio in vicolo del Ruschi di Pisa occupato nel 2017 sulla scia delle mobilitazioni femministe contro la violenza di genere

E’ stato sgomberato stamani l’immobile della Limonaia, nel centro storico di Pisa, occupato da quattro anni da un network di associazioni tra i quali il movimento femminista ‘Non una di meno’. Nell’edificio, di proprietà della Provincia, all’arrivo di polizia e carabinieri c’erano alcune attiviste e attivisti che non hanno opposto resistenza e che hanno abbandonato i locali senza disordini per radunarsi in una piazza adiacente dove è attualmente in corso un presidio pacifico.

Il collettivo che occupava il palazzo ha definito sui social lo sgombero “un atto compiuto nel bel mezzo di una pandemia, con l’utilizzo di una quantità spropositata di poliziotti e blindati che in un periodo come questo non hanno altro da fare che chiudere uno spazio che, durante l’ultimo anno ha organizzato, con collette e la solidarietà di tanti, la distribuzione di pacchi spesa per centinaia di persone messe ai margini dalla crisi”.

“Un atto di prepotenza istituzionale nei confronti di un luogo che negli anni ha aiutato aver aiutato centinaia di donne a uscire dalla violenza coniugale, nonché presidio per chi ha visto impedirsi di abortire e accedere ai farmaci anticoncezionali. Un lavoro che durante la pandemia non si è mai fermato, tappando gli enormi buchi di un sistema sanitario e di assistenza sociale al collasso”, dichiarano le attiviste e attivisti di Limonaia Zona Rosa nel comunicato stampa”,  “Inoltre, dall’inizio della pandemia, la Limonaia è stato uno dei centri di distribuzione di pacchi alimentari per centinaia di singoli e numerose famiglie abbandonate a cavarsela da sole in una crisi occupazionale e dei redditi senza precedenti. Il 30 gennaio avrebbe dovuto esserci un altro momento di consegna: l’unica speranza per molte persone di arrivare a fine mese con qualcosa da mettere in tavola”.

 

Case popolari: il degrado uccide come la pandemia! In presidio a Pisa

Da via Pungitopo a Via Norvegia, dal Cep a Gagno le case popolari sul territorio di Pisa sarebbero “vittime di anni di incuria amministrativa e di mancata manutenzione”.

Un’emergenza cronica che si aggiunge ad a quella socio sanitaria del Covid. La denuncia del sindacato di base Usb di Pisa insieme all’associazione Inquilini ed Abitanti in presidio questa mattina di fronte al Comune.

Una delegazione ha incontrato l’assessore alla casa e il direttore Apes ma “non servono interventi spot, serve una presa in carico strutturale della manutenzione ERP”- ribadisce Walter Lorenzi, Usb Pisa  intervistato da Chiara Brilli

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