Trascinata da rullo, 22enne muore nel Pratese, incidente lavoro

In provincia di Prato è morta una 22enne intrappolata in un macchinario, un orditoio, dopo essere stata trascinata da rullo

Una 22enne è morta in seguito a un infortunio sul lavoro avvenuto stamani in un’azienda tessile in via Garigliano a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. Secondo le prime ricostruzioni la giovane sarebbe rimasta intrappolata in un macchinario, un orditoio, dopo essere stata trascinata dal rullo.

Immediatamente i colleghi di lavoro della 22enne hanno dato l’allarme, ma una volta arrivato sul posto il personale inviato dal 118, non ha potuto che constatare che la giovane lavoratrice era già morta. Intervenuti anche i vigili del fuoco per liberare il corpo della giovane. Sul posto anche gli ispettori dell’Asl, che dovranno ricostruire la dinamica della tragedia e accertare il rispetto delle norme di sicurezza all’interno dell’azienda, i carabinieri e il sindaco di Montemurlo Simone Calamai. Il macchinario è stato posto sotto sequestro dalla magistratura, insieme all’area dove è avvenuta la tragedia.

Sono stati numerosi gli incidenti che si sono succeduti da inizio anno:il 2 febbraio un operaio di 23 anni è morto schiacciato sotto una pressa a Montale. Il giorno precedente in un infortunio avvenuto a Castelfranco di Sotto (Pisa), aveva perso la vita un uomo di 51 anni, titolare di una ditta di termoidraulica, che stava effettuando una manutenzione a una cisterna in una conceria. Il 30 gennaio era morto un ciclofattorino a Montecatini Terme, mentre svolgeva una consegna.

Tonnellate di sacchetti illegali, chiusa fabbrica a Montemurlo

Un’operazione congiunta tra le Polizie Locali di Roma, Napoli e Montemurlo (Prato), con la collaborazione del personale tecnico di Arpa Toscana, ha consentito di scoprire una fabbrica, a Montemurlo, dedita alla produzione e distribuzione di 500 tonnellate all’anno di sacchetti di plastica fuorilegge.

La fabbrica, in piena attività, si estendeva su una superficie di oltre 1.000 metrfi quadrati e risultava composta da sei impianti di lavorazione di diverse tipologie di sacchetti di materiale plastico, tutti non conformi alle certificazioni di legge. Durante le verifiche, riscontrate irregolarità anche in materia di emissioni di inquinanti.

Al titolare,  in violazione al codice dell’Ambiente, una sanzione di 5mila euro per ciascuna vendita effettuata, per un ammontare complessivo di sanzioni che sarà determinato dal conteggio delle fatture acquisite.

L’imprenditore è stato inoltre deferito alla Procura della Repubblica per non aver rispettato le prescrizioni di legge sulle emissioni in atmosfera per gli impianti in uso. Diverse le tonnellate di sacchetti irregolari posti sotto sequestro.

Gli elementi documentali acquisiti nel corso delle indagini, insieme a una serie di ispezioni presso alcuni esercizi di Napoli dediti alla vendita al dettaglio di generi non alimentari, hanno consentito di ricostruire una fitta rete di distribuzione che, dalla fabbrica di Montemurlo, si estendeva in gran parte dell’Italia e sulla quale sono in fase di svolgimento ulteriori accertamenti e verifiche.

Questa operazione rientra in una più vasta attività, finalizzata al contrasto dei fenomeni illegali in materia ambientale, che vede la collaborazione della Polizia Locale di Roma Capitale, con il Nad Nucleo Ambiente e Decoro, e della Polizia Municipale di Napoli, con l’Unità Operativa Tutela Ambientale, impegnate da oltre un anno in una intensa attività investigativa, tuttora in corso, per risalire all’intera rete di vendita e distribuzione di shopper illegali.

Plastic-free, Montemurlo sceglie polpa di cellulosa in eventi pubblici

Il Comune di Montemurlo ha fatto una scelta lungimirante: la polpa di cellulosa, infatti, può essere compostata dagli impianti di Alia. L’azienda, in una nota inviata ai sindaci, spiega che le bioplastiche devono essere smaltite nella frazione dei rifiuti non differenziabili, perché gli attuali impianti di compostaggio trattano esclusivamente residui organici (scarti alimentari) e vegetali. Unica eccezione i prodotti in fibre naturali quali pasta di legno, di mais, di riso o cellulosica che possono essere effettivamente compostabili.

La scelta, adottata dalla giunta ad inizio agosto scorso che mette al bando la plastica monouso negli eventi pubblici organizzati o patrocinati dal Comune, nelle riunioni della giunta comunale e del consiglio comunale, si è rivelata ottimale. L’amministrazione comunale, infatti, ha indicato nella delibera di giunta che la plastica monouso non biodegradabile dovrà essere sostituita con materiali prodotti con polpa di cellulosa, attualmente l’unico materiale compostabile che garantisce la qualità della frazione organica.

A confermarlo una nota di Alia di qualche giorno fa inviata a tutti i sindaci, dove si specifica che il conferimento delle bio plastiche – in attesa dello sviluppo di una filiera dedicata – “deve essere effettuato nella frazione dei rifiuti residui non differenziabili. Gli attuali impianti di compostaggio sono infatti esclusivamente nati per i residui organici (scarti alimentari), gli sfalci di verde e le potature provenienti dalla raccolta differenziata”. Alia chiarisce poi che in questa fase di transizione (l’Unione europea bandirà definitivamente l’usa e getta nel 2021) “nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi che prevedono la somministrazione di cibi e bevande, se l’utilizzo di prodotti monouso è irrinunciabile, è possibile orientarsi verso prodotti in fibre naturali quali pasta di legno, di mais, di riso o cellulosica, effettivamente compostabili”.

“Ci fa piacere che la scelta del Comune di Montemurlo di utilizzare prodotti monouso esclusivamente in polpa di cellulosa sia stata confermata da Alia. – spiegano il sindaco Simone Calamai e l’assessore all’ambiente Alberto Vignoli – Questo tipo di stoviglie è effettivamente compostabile nella frazione organica e può essere conferito e smaltito correttamente già da oggi nell’umido. Una scelta corretta quella attuata dal Comune di Montemurlo che contribuisce sensibilmente ad aiutare l’ambiente. Basti pensare a quanti rifiuti monouso vengono prodotti durante le manifestazioni eno-gastronomiche sul territorio, che da oggi saranno smaltiti in maniera naturale e trasformati in concime”.

Il sindaco Calamai e l’assessore Vignoli però ammoniscono Alia e la spingono ad attuare le misure necessarie affinchè gli impianti di smaltimento siano adeguati, nel più breve tempo possibile, al trattamento delle altre bioplastiche, consentendo così il loro smaltimento nella frazione organica anziché finire nell’indifferenziato: “Esistono in vendita diversi prodotti realizzati con bioplastiche sui quali è indicato chiaramente che possono essere smaltiti nella frazione organica. In realtà, però, secondo la nota diffusa da Alia, non è così, perché questi materiali non possono essere inseriti nell’umido, ma devono andare nell’indifferenziato. Non è accettabile che un consumatore, che decide di fare una scelta eco-sostenibile, veda di fatto vanificati tutti i suoi sforzi. Chiediamo quindi ad Alia un particolare impegno nell’adeguamento degli attuali impianti, affinché siano pronti nel minor tempo possibile a ricevere anche altri tipi di bio-plastiche. Tutto ciò è fondamentale per consentire una maggiore diffusione e diverse alternative sul mercato di questo tipo di prodotti eco-compatibili e si consenta effettivamente al consumatore di attuare scelte amiche dell’ambiente”.

Morto a 89 anni Marcello Martini, testimone inferno di Mathausen

Morto due giorni fa a Montemurlo (Prato), a 89 anni, l’ex deportato nei campi nazisti Marcello Martini, tra le ultime memorie viventi di quell’orrore: aveva solo 14 anni quando trascorse quasi un anno nell’inferno di Mathausen, Wiener Neustadt e Hinterbrühl come deportato politico e riuscì miracolosamente a sopravvivere; avrebbe poi trascorso gran parte della sua vita a Torino dove aveva lavorato come dirigente d’azienda.

La scomparsa di Marcello Martini è resa nota dalla Regione Toscana che lo ricorda in un comunicato: “La sua testimonianza sui campi di concentramento lasciava il segno: era sempre capace di trasmettere quella terribile memoria riuscendo a alleggerirla con un tocco di ironia tipicamente toscana”.

“La scomparsa di Martini – commenta inoltre il vicepresidente della giunta regionale Monica Barni – tocca nel profondo tutta la comunità toscana, a nome della quale esprimo alla famiglia le più sentite condoglianze. Martini ha vissuto dal di dentro la pagina più tragica della nostra storia recente, ma ha saputo anche riaprire più volte quella pagina per trasmettere direttamente ai giovani i valori fondanti della nostra umanità e il senso più profondo delle istituzioni democratiche”. “In tante occasioni – ha proseguito la vicepresidente – ha partecipato alle iniziative della Regione sulla memoria e proprio nel gennaio scorso è stato insignito, insieme a altri sette sopravvissuti ai campi di sterminio, della medaglia d’oro Pegaso per aver spinto migliaia di giovani toscani a riflettere sulle conseguenze dell’indifferenza, del fascismo e della sua terribile guerra, ‘mostrando con la propria vita un esempio di resilienza, di spessore umano e morale’. La sua testimonianza resterà viva nei nostri cuori”.

A queste dichiarazioni si aggiugne anche il cordoglio dell’Amministrazione della città di Firenze, attraverso le parole dell’assessore alla cultura della memoria Alessandro Martini: “Segnato indelebilmente dalla sofferenza patita nel lager ha saputo testimoniare il suo desiderio di giustizia e di libertà per una vita intera.  Con la sua presenza sul treno della memoria ha rappresentato per tanti giovani fiorentini e toscani il testimone vivente dell’orrore dei campi di concentramento nazisti.  Per questo  sua scomparsa ci colpisce profondamente”.

‘Notte di Qualità’, network regionale di comuni per gestire movida

Firenze, Livorno, Siena, Pisa, Grosseto, Massa, Viareggio, Prato, Bagno a Ripoli, Montemurlo, Campi Bisenzio, San Sepolcro e San Piero a Sieve sono i comuni che hanno aderito al network.

Arriva il “Network Regionale Notte di Qualità”: una rete di Comuni toscani che hanno aderito al programma nato per affrontare il tema della ‘movida’ notturna dei giovani, in un’ottica condivisa e partecipata. Il network si è costituito stamani al Palagio di Parte Guelfa di Firenze, con un evento che ha visto una grande partecipazione di amministratori ed addetti ai lavori, primi fra tutti i  Comuni che hanno sottoscritto il network: Firenze, Livorno, Siena, Pisa, Grosseto, Massa, Viareggio, Prato, Bagno a Ripoli, Montemurlo, Campi Bisenzio, San Sepolcro e San Piero a Sieve.

INTERVISTA CON STEFANO BERTOLETTI DI CAT

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“Notte di Qualità” è un programma nato nel 2013 e rivolto ai Comuni per la gestione e la sicurezza degli eventi del divertimento giovanile, che grazie al finanziamento di Regione Toscana, con la gestione di Anci Toscana e CTCA (Coordinamento Toscano Comunità di Accoglienza), ha svolto un lavoro di ricerca-intervento lavorando con tutti gli attori coinvolti nel fenomeno. Un lavoro, accompagnato allo studio delle esperienze europee sul tema, che ha portato alla stesura delle raccomandazioni “Notte di Qualità”, le linee guida nella gestione, programmazione e promozione del divertimento notturno urbano, nell’ottica della prevenzione, della mediazione sociale, della qualità e sicurezza degli eventi per tutta la cittadinanza.

Il Network vuole essere un nuovo punto di partenza per affrontare il tema della movida, sulla base delle ormai tante esperienze organizzate sul campo: l’ultima è di pochi giorni fa a Viareggio, quando per la festa rionale in Darsena, è stata allestita una postazione a disposizione dei giovani, con materiale informativo contro l’abuso di sostanze, con la possibilità di fare alcol test anonimo e di parlare con operatori ed esperti.

Pistoia, Rsa abusiva in appartamento, 3 denunce

Nas scoprono nell’appartamento badanti che facevano infermiere e farmaci scaduti. Le anziane in buone condizioni generali, non subivano maltrattamenti.

Una residenza sanitaria abusiva è stata scoperta dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Firenze, dell’Ispettorato provinciale del lavoro di Pistoia e dai militari della stazione di Bottegone (Pistoia). L’attività, priva di ogni autorizzazione, era in un appartamento alla periferia di Pistoia. Il proprietario dell’immobile, dislocato su due piani, un 70enne di Pistoia, avrebbe affittato i posti letto disponibili a sette ospiti, tutte donne di età compresa fra i 78 e i 97 anni, sei delle quali non autosufficienti. Cinque delle ospiti sono originarie di Pistoia e provincia e due provengono dalla vicina provincia di Prato. Per tutte ora si cerca una soluzione alternativa.

La struttura è sostanzialmente priva dei requisiti minimi per accogliere anziani disabili non autosufficienti: non vi sono infatti dispositivi di chiamata, luci notturne, abbattimento delle barriere architettoniche, servizi igienici assistiti, assistenza infermieristica, presenza di operatori socio sanitari autorizzati. Al momento del controllo erano presenti due badanti, una 44enne residente a Pistoia ed una 42enne residente a Montemurlo (Prato), entrambe prive di copertura assicurativa e regolare contratto di assunzione, che stavano somministrando farmaci ai pazienti, esercitando di fatto la professione infermieristica senza averne titolo. Sono state sequestrate fra l’altro alcune confezioni di farmaci scaduti.

L’ispezione che si è avvalsa della presenza di un medico geriatra della Asl, non ha evidenziato situazioni di maltrattamenti alle ospiti che sono state trovate in buone condizioni generali. Oltre alle denunce penali nei confronti del proprietario dell’immobile e delle due badanti, per i reati di commercio e somministrazione di farmaci scaduti, nonché di esercizio abusivo della professione infermieristica, è stata inoltrata una segnalazione al Comune di Pistoia. Contestate sanzioni amministrative per dodicimila euro.

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