Bekaert, sindacati scrivono a Pirelli: ”aiuti per soluzioni”

I segretari generali fiorentini di Fim-Cisl (Alessandro Beccastrini), Fiom-Cgil (Daniele Calosi), Uilm-Uil (Davide Materazzi) hanno chiesto un incontro urgente a Pirelli con una lettera spedita oggi, a proposito della vicenda della Bekaert di Figline Valdarno, stabilimento di cui Pirelli è stata proprietaria fino al 2014.

L’azienda italiana peraltro, in virtù di un accordo contestuale alla vendita dello stabilimento, ha continuato ad acquistare steel cord prodotto a Figline. “Bekaert sostiene – si legge – che la chiusura del sito di Figline, oltre ad una presunta e non dimostrata grave situazione economica dello stabilimento, sia dovuta anche al fatto che, come da loro riportato nella procedura di licenziamento collettivo del 22 giugno scorso ‘…i clienti sono sempre meno disposti rispetto al passato a pagare maggiorazioni di prezzo per i prodotti speciali’. Da ciò si evince che uno dei motivi della chiusura è imputabile all’atteggiamento dei clienti e che pertanto Pirelli è uno dei soggetti principalmente responsabili della chiusura”. I sindacati invitano dunque Pirelli a fare proposte al Mise “utili a trovare soluzioni che possano evitare i 318 licenziamenti annunciati”.

Bekaert: rientro in fabbrica per i 318 operai di Figline

I sindacati sono riusciti a posticipare di un mese, al 3 ottobre, i licenziamenti e ora l’attenzione si concentra sul futuro della fabbrica: riuscire a stringere un’intesa con Bekaert prima della chiusura del sito, e trovare un soggetto che reindustrializzi lo stabilimento.

Rientro in fabbrica oggi per i 318 operai della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze) che, per tutto il periodo della chiusura estiva del loro stabilimento, hanno presidiato il sito per timore che fossero portati via i macchinari, dopo che la multinazionale belga Bekaert group ha annunciato a giugno scorso di voler chiudere l”impianto toscano per trasferire all”estero la produzione.

“È stato un rientro in fabbrica normale anche se mancano un po’ di materiali perché l’approvvigionamento è a rilento rispetto al normale – spiega il segretario della Fim Cisl di Firenze Alessandro Beccastrini -. I macchinari sono comunque tutti al loro posto. C’è molta soddisfazione per la visita di Sting e la lettera che il cantante ha scritto. Ha generato molta attenzione sulla nostra vicenda, anche all’estero”.

Oggi, ha aggiunto Beccastrini, “i lavoratori hanno naturalmente iniziato a chiedersi quali saranno i contorni della futura trattativa con Bekaert. Siamo riusciti a spostare i licenziamenti ma i tempi e la questione è tutta in mano a Bekaert”. Per il segretario Fim Cisl, “aiuterà moltissimo se Di Maio e il Governo faranno, come promesso, una legge sulla Cigs per cessazione”, ma poi servirà “una trattativa con Bekaert e trovare qualcuno che reindustrializzi il sito. E farlo prima del 3 ottobre”. “Di Maio ci ha detto che ci avrebbe convocato entro il 3 settembre – ha concluso – e noi l”aspettiamo”.

“Al presidio non hanno partecipato soltanto i lavoratori della Bekaert e le loro famiglie, ma anche la cittadinanza tutta, che si è resa disponibile a venire sui cancelli, per garantire una vigilanza democratica rispetto ad una legittima preoccupazione derivante da un atteggiamento di una proprietà che, vorrei ricordare, si presentò a comunicare la chiusura dello stabilimento ai lavoratori accompagnata da delle guardie del corpo private, pronta a fuggire con la coda tra le gambe, cosa che poi è puntualmente successa – scrive in una nota il segretario Fiom Cgil Firenze, Daniele Calosi –  Nel riprendere l’attività i lavoratori gestiranno in autonomia la produzione come stanno già facendo dal 26 di Giugno, dopo la fine dell’assemblea permanente e la decisione di riprendersi lo stabilimento che loro stessi avevano messo in sicurezza per evitare danni ecologici alla città di Figline dopo l’annuncio della chiusura e la fuga dei dirigenti.

Tuttavia, duole vedere come un evento di partecipazione democratica come questo sia oggi soggetto a tentativi di accaparrarsi o mettere bandierine sulla volontà e la caparbietà dei lavoratori da parte di altre Organizzazioni Sindacali, come ad esempio quanto fatto dal Segretario della FIM CISL di Firenze con un post sui social network. Curioso che ora si voglia appropriarsi di un evento come la visita di Sting che è stato gestito da tutti in un rapporto diretto anche con l’Amministrazione comunale, come è altresì curioso che si dica di non aver voluto politicizzare la vertenza per vantarsi, dopo due righe, di aver caldeggiato stringenti rapporti con alcune forze politiche del territorio. Per la FIOM il punto di riferimento sono e restano i lavoratori, e confermiamo la nostra volontà di continuare a partecipare ad ogni iniziativa che consenta di dare visibilità alla vertenza organizzata da forze politiche o associazioni democratiche.

Sempre in quel post c’è uno spunto in merito al riaprirsi dei tavoli di trattativa alla fine del periodo estivo.
E’ vero quanto dice il mio collega, ci aspetterà una discussione complicata per tutto il mese di Settembre. Allora vorrei fare alcune domande ai miei colleghi delle altre Organizzazioni Sindacali che siederanno a quel tavolo, per chiarezza verso i lavoratori, il territorio del Valdarno e tra di noi:
1) Sono disponibili la FIM CISL e la UILM UIL a scrivere unitariamente al Dott. Valerio Battista, AD di Prysmian Group Spa, per capire se è interessato allo stabilimento e ai suoi 318 lavoratori, e, nel caso, ad entrare nel merito di una possibile reindustrializzazione coinvolgendo il Ministero per lo Sviluppo Economico vista l’attività similare svolta dal gruppo e visto anche che il Dott. Battista conosce quei lavoratori da ex dirigente della Pirelli? Come FIOM CGIL già lo abbiamo fatto, ma sarebbe auspicabile proseguire insieme, cosa che dovremmo fare anche a tutti gli altri possibili soggetti imprenditoriali che potrebbero essere interessati o che veniamo a sapere esserlo.
2) Chiediamo inoltre a FIM e UILM di chiarire da subito la posizione che assumeranno al tavolo negoziale: qualora il governo non intervenga per reinserire la Cassa Integrazione per cessazione attività (come da proposta di decreto scritta dalla FIOM e sottoscritta unitariamente), visto e considerato che l’azienda può ritirare i licenziamenti e ricorrere in alternativa alla Cassa Integrazione per riorganizzazione, come FIOM, fin da ora, dichiariamo di essere del tutto indisponibili ad accordi che prevedano soluzioni diverse dalla Cassa Integrazione in alternativa ai licenziamenti e chiediamo, di conseguenza, un piano serio di reindustrializzazione dove lo stabilimento dev’essere lasciato senza alcun costo alla collettività come risarcimento del danno arrecato dalla Bekaert, per consentire così l’avvio di un percorso di reindustrializzazione ad altri soggetti imprenditoriali.

I lavoratori, ancor di più dopo lo sforzo straordinario di queste due settimane, chiedono fatti e non parole. Il prossimo incontro è fissato per il 3 di Settembre presso la Regione Toscana. Chiedo – conclude Calosi nella nota – ai segretari generali di FIM e UILM di inviare unitariamente una richiesta di incontro urgente al Ministero dello Sviluppo Economico entro il 3, quando finirà, inoltre, la sospensiva dei 75 giorni concordata l’ultima volta per superare l’Agosto”.

Bekaert: raccolta fondi per lavoratori supera i 10mila euro 

In meno di 20 giorni la raccolta fondi a sostegno dei lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno ha superato i 10.500 euro, la metà dei quali provenienti da una donazione da parte del Comune di Figline e Incisa Valdarno.

A fare il punto sulla campagna di raccolta fondi, oggi, è stato il sindaco Giulia Mugnai insieme ai sindacati impegnati nella vertenza, i quali collaborano col Comune insieme ad Arci e Mcl per la campagna che consiste nella distribuzione di gadget a tema (magliette e spille) dietro il versamento di un’offerta.

“Questa campagna di raccolta fondi ha superato le nostre aspettative in pochissimo tempo”, ha affermato Mugnai, rimarcando “l’affezione del nostro territorio nei confronti di questo sito produttivo e dei suoi lavoratori, e ringraziando le aziende che hanno contribuito alla ristampa delle magliette, rapidamente esaurite.

“Un grazie, inoltre, va a tutti i cittadini e ai volontari di tutte quelle realtà valdarnesi che, spontaneamente, sono venuti a bussare in municipio per offrirsi di dare il loro contributo”.

Bekaert, sospesi licenziamenti per un altro mese. Uliano (CISL): ora negoziato serio

Il sì di Bekaert alla proroga dei termini della procedura di licenziamento degli operai dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) del gruppo belga, è arrivato oggi in occasione del primo incontro in sede istituzionale, presso l’Agenzia regionale Toscana per l’impiego a Firenze, sulla procedura di licenziamento. In occasione della riunione è stato concordato che le parti si ritroveranno il 3 settembre, data dalla quale ripartiranno i termini della procedura.

Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl, ha commentato così il risultato ottenuto: “Siamo riusciti ad evitare che il 4 settembre partissero le lettere di licenziamento per i 318 dipendenti” della Bekaert. “Ora si apra un negoziato serio”.

“Non era scontato- prosegue Uliano- l’azienda aveva rifiutato anche davanti al Ministro Di Maio la richiesta di sospensione. Ora in sede regionale, grazie alle iniziative dei lavoratori e alla nostra pressione, ha accolto la richiesta di allungare la fase di confronto con le organizzazioni sindacali fino al 3 ottobre 2018”.

“I problemi rimangono, la vertenza è difficile e molto complicata per il rilevante impatto occupazionale e perché l’azienda non ha modificato la propria posizione. L’azienda – sottolinea il sindacalista – non può pensare di scaricare addosso ai lavoratori gli effetti delle sue scelte, deve aprire con il sindacato un confronto vero ed assumersi tutte le responsabilità sociali verso i lavoratori e verso il territorio”- ha concluso Uliano.

Anche il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato la vicenda: “Siamo di fronte ad una prima, se pur insufficiente, apertura da parte di Bekaert. Una dilazione che era dovuta, anche solo per buon senso, dato che si evita il confronto a Ferragosto”.

“Ora – aggiunge Rossi – ci aspettiamo che al prossimo incontro, con ragionevolezza e senso di responsabilità verso un territorio e lavoratori che tanto hanno dato in termini di competenza e impegno lavorativo, alla Pirelli prima ed alla Bekaert dopo, venga accolta la richiesta che ripropongo, e che è presente nella posizione dei lavoratori e dei sindacati, per una sospensione più lunga della procedura che possa permettere di verificare e costruire soluzioni serie e credibili per un futuro produttivo del sito di Figline e per il lavoro dei dipendenti coinvolti dai licenziamenti. La Regione come sempre farà la sua parte”.

Le organizzazioni sindacali, si legge inoltre in una nota della regione, pur concordando sulla dilazione di un mese, hanno ribadito che si tratta di tempi non congrui per un vero progetto di reindustrializzazione del sito di Figline.

“Lo  slittamento di un mese è  utile ma non sufficiente” dichiara invece Daniele Calosi, segretario fiorentino della Fiom, “Si tratta comunque della prova che la determinazione della Fiom e dei lavoratori paga e che la procedura può essere modificata o anche ritirata. Il nostro obiettivo, come sosteniamo coerentemente dal 22 giugno, resta la reindustrializzazione del sito produttivo e la salvaguardia dell’occupazione. La Fiom chiederà un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico prima del 3 settembre ed esorta sin da ora il Governo ad utilizzare il tempo guadagnato per giocare un ruolo vero in questa trattativa. Se il Ministro Di Maio è davvero contro le delocalizzazioni metta da parte gli slogan, si presenti al tavolo e ce lo dimostri coi fatti. La Fiom siederà al tavolo per contrattare il lavoro, non le buone uscite.

Bekaert: Fim-Fiom-Uilm presentanodecreto salva-lavoratori, oggi vertice al Mise

E’ stata illustrata  in vista della nuova convocazione al Mise in programma per oggi pomeriggio sul futuro degli oltre 300 lavoratori licenziati dalla multinazionale belga proprietaria della fabbrica di Figline.   Fim Fiom e Uilm hanno lavorato ad una proposta che sarà poi presentata al Governo.  Un decreto che potrebbe diventare un modello anche per altri casi simili e che punti alla reindustrializzazione del sito produttivo. Alla base, il ripristino della causale per Cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività.

Ripristino della causale per Cassa integrazione straordinaria (“crisi per cessazione anche parziale di attività”) per un anno dal primo agosto; prevedere, se l’azienda non vuole trattare col sindacato, la possibilità, da parte del Ministero dello Sviluppo economico, di sospendere la procedura di licenziamento dal giorno dell’incontro al Ministero fino al 12esimo mese successivo, applicando la Cigs; obbligo di preavviso di 12 mesi, da parte delle aziende, ai sindacati in casi di cessazione attività.

Sono questi i punti principali della proposta di decreto salva lavoratori, redatta da Fim-Fiom-Uilm di Firenze per tutelare l’occupazione nel caso della vertenza Bekaert di Figline Valdarno e in situazioni analoghe. Nel dettaglio, il primo punto consentirebbe nei casi di specie di avere il tempo per gestire le crisi, evitare i licenziamenti tout court e favorire un confronto tra le parti che porti ad una reindustrializzazione del sito ed a una gestione del personale. Mentre il terzo punto, viste le modifiche agli ammortizzatori sociali e alle Leggi sul lavoro, permetterebbe un tempo maggiore per reindustrializzare e per gestire il personale.

Fim-Fiom-Uilm di Firenze, stamani in conferenza stampa presso la Camera del lavoro di Firenze coi segretari Alessandro Beccastrini, Daniele Calosi e Davide Materazzi, hanno specificato che circa la proposta di decreto le coperture finanziarie sussistono, perché le aziende sopra 15 dipendenti trattengono dalla busta paga a tutti i dipendenti il contributo Cigs pari allo 0,30% che poi viene versato all’Inps e che serve ad alimentare da molte decine di anni la Cigs stessa. Inoltre, nella previsione che sia il Mise a concedere l’ammortizzatore, come previsto al punto 2, potrebbe essere semplicemente adeguata la dotazione del fondo previsto dall’art. 4 del Decreto del Ministero del Lavoro n° 95075.

La proposta di decreto sarà avanzata al governo già domani pomeriggio in occasione dell’incontro sulla vertenza a Roma al Ministero dello Sviluppo economico.

“Abbiamo deciso di avanzare questa proposta di decreto, una iniziativa pionieristica, perché nelle vertenze come quella della Bekaert abbiamo alcune armi spuntate rispetto al passato e crediamo serva invertire la tendenza per tutelare chi lavora. Sono stati fatti decreti per salvare banche, per salvare i capitali in rientro dall’estero, perché non poter fare un decreto salva lavoratori? Noi chiediamo più tempo per trattare, mentre la nostra controparte non vuole trattare – hanno detto i tre sindacalisti -. E’ una questione di dignità. Ci sono 318 famiglie che sono state precipitate nell’incertezza: il Ministero in questa vertenza ha l’occasione di dimostrare di poter essere non solo un ente che certifica la perdita di posti di lavoro, ma anche un agente che può intervenire fattivamente a tutela del lavoro e per la Bekaert serve il tempo necessario per reindustrializzare il sito. Tra l’altro si parla di una zona, quella del Valdarno, che negli ultimi anni ha perso molta occupazione”.

Bekaert, colpiti altri 100 nell’indotto

Bekaert i numeri peggiorano: colpiti anche 100 nell’indotto, oltre ai 318 licenziati.

“Un colpo durissimo. Per i lavoratori coinvolti, per le loro famiglie e, a cascata, per le attività economiche, quasi tutte ditte artigiane, dell’area intera che risentiranno delle ripercussioni economiche della mancata produzione di reddito. E i numeri sono peggiori di quelli fino ad oggi annunciati, perché ai 318 lavoratori in procedura di licenziamento, se le cose rimarranno così, andranno aggiunti i circa 100 dipendenti delle decine di imprese locali che lavorano nell’indotto della multinazionale belga”. Così Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana ed imprenditore di Figline e Incisa Valdarno (Firenze), sulla chiusura dello stabilimento Bekaert.

“Un indotto che in passato”, aggiunge “ha contribuito al successo del cord metallico, rispondendo prontamente con investimenti e capacità imprenditoriali richiesti prima dall’azienda Pirelli poi dalla Bekaert”.

“Una scelta incomprensibile e un atto irresponsabile, frutto non tanto o non solo di logiche globali, quanto di una modalità pirata di fare impresa (che ha coinvolto e coinvolge anche grandi imprese 100% italiane) che depreda risorse e know how di un territorio per poi trasferirsi altrove”, prosegue Cioni secondo il quale è “indispensabile uno scatto di reni del livello politico, a partire dall’incontro di martedì al ministero dello Sviluppo economico”, dove l’obiettivo, conclude Cioni, non può cheessere “il ritiro della procedura di chiusura ed una strategia per la qualità, lo studio e la progettazione del cord metallico”.

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