Firenze, sindacati: “Vigili urbani senza protezioni, loro sicurezza è in pericolo”

“Continuano a mancare i dispositivi di protezione individuale per la Polizia Municipale del Comune di Firenze.” Ad annunciarlo, in un comunicato, le sigle dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

Così continua la denuncia delle sigle dei sindacati: “Come già denunciato nei giorni scorsi, non viene consentito di lavorare in sicurezza e viene quindi messa a repentaglio la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Mancano mascherine, guanti e soluzioni disinfettanti. Se l’amministrazione non riesce a reperire i dispositivi, deve rimodulare i servizi.”

“Bisogna evitare il contagio degli operatori della Polizia Municipale per garantire il proseguimento dei servizi – continuano i sindacati -. L’eventuale messa in quarantena delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia municipale, infatti, potrebbe portare gravi conseguenze per tutta la città di Firenze. Per questo motivo oggi come sindacati abbiamo scritto al sindaco Nardella,  diffidandolo dal far continuare a lavorare gli operatori della Polizia Municipale in carenti condizioni di sicurezza.”

Coronavirus: “in Toscana personale sanitario è allo stremo”

“Personale sanitario allo stremo delle forze. Mettete le lavoratrici e i lavoratori in condizione di sicurezza”. Questo è quanto chiedono, in una nota, le categorie di Cgil e Cisl che operano all’interno del sistema sanitario delle province di Firenze, Prato e Pistoia.

“La situazione nei nostri ospedali rischia a breve – dichiarano i sindacati – di non essere più gestibile; dall’inizio dell’emergenza Coronavirus stiamo ricevendo quotidianamente centinaia di telefonate da parte dei lavoratori preoccupati per la situazione, soprattutto a causa della forte carenza dei dispositivi di protezione individuale. Al personale è stato distribuito materiale in quantità non ancora sufficiente, con l’indicazione di farselo durare il più possibile”.

I sindacati inoltre denunciano che “in queste ultime ore abbiamo appreso che circolano tra i lavoratori delle fake news che insisterebbero sul riciclo, previo lavaggio, delle mascherine monouso; come organizzazioni sindacali stigmatizziamo qualunque utilizzo o suggerimento di uso improprio dei Dpi. Questi sono solo alcuni esempi di come gli operatori della
sanità sono costretti ad operare”.
“Come organizzazioni sindacali, chiediamo di aumentare, nel più breve tempo possibile – concludono Cgil e Cisl -, le forniture dei dispositivi protezione individuali, consegnandoli
a partire dagli operatori che lavorano in costante esposizione di rischio. I lavoratori ne hanno diritto per la propria salvaguardia e per quella delle proprie famiglie e il sistema di
tutela lo richiede per l’intera collettività. Riteniamo che a questo punto non rimanga altro che applicare lo smart working ai lavoratori amministrativi, l’applicazione di paratie agli
operatori di front office e la chiusura, almeno fino all’arrivo di idonei e sufficienti Dpi, di tutti quei servizi non essenziali all’interno dei presidi ambulatoriali e territoriali
di cui non si ravvede la necessità di apertura per affrontare l’emergenza Covid-19, consentendo in questo modo la fornitura di sufficiente materiale ai servizi più a rischio”.

La regione Toscana, da parte sua, fa sapere che, nelle ultime 24 ore sono 141.816 le mascherine distribuite alle strutture sanitarie del Servizio sanitario regionale dalla Regione Toscana. Di queste, riferisce un comunicato della Regione, 39.500 sono ‘made in
Tuscany’, mentre le altre 102.316 provengono dalla Protezione Civile nazionale. A questi numeri si aggiungono 5.330 protezioni facciali, sempre provenienti dalla protezione civile.
Tutto il materiale distribuito, riporta la stessa nota, “è idoneo”.

Piombino, slitta piano industriale JWS. CGIL: “siamo preoccupati”

Intervista con CLAUDIO GUGGIARI, segreteria regionale della CGIL, che dice: “c’era un accordo di programma che prevedeva accordi su laminatoi e depuratori che non viene rispettato, chiediamo chiarezza. Anche dal Governo”

Nessuna novità al tavolo del Mise sulle acciaierie di Piombino (Livorno): secondo quanto emerso Jsw Steel Italy ha ribadito la propria volontà di investire sul complesso siderurgico toscano, ma non ha presentato il proprio piano industriale, dopo la richiesta di una proroga di quattro mesi formulata nel gennaio scorso.
“Jsw – afferma il sindaco di Piombino Francesco Ferrari – ha ripetuto la storiella che racconta ormai dal luglio 2018. L’azienda dice di voler investire ma non è chiaro quando e in che termini. Se davvero vogliamo che Piombino abbia un futuro, tutti i soggetti dovranno prendersi degli impegni seri e contribuire a redigere un nuovo accordo complessivo: serve un patto per Piombino” in linea coi principi del ‘Green deal’.

“Su Piombino e sul suo futuro il Governo deve metterci la faccia” dice il  presidente
della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine della riunione al ministero dello Sviluppo economico.  “Sono molto preoccupato – ha aggiunto – per questa richiesta, per il mancato acquisto del forno elettrico e per i ritardi che si registrano su altri versanti, dalle
bonifiche agli investimenti preannunciati sui laminatoi, che ancora non vediamo partire”.

ASCOLTA L’INTERVISTA

Lavoratori svantaggiati e disabili, firmata la convenzione per inserimento lavoro in Toscana

È stata firmata oggi da Arti, l’agenzia regionale per l’impiego, la convenzione per favorire l’inserimento dei lavoratori svantaggiati e disabili nel mondo del lavoro. Il testo è stato sottoscritto dalle associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative a livello territoriale e con le associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela delle cooperative: Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Cia, Lega Cooperative, Confcooperative, Agci, Cgil, Cisl e Uil.

“Questa convenzione è uno strumento che integra e amplia quelli già in uso ai servizi per il collocamento mirato che consente alle aziende di assolvere agli obblighi previsti dalla legge”, ha affermato Cristina Grieco, l’assessora regionale a lavoro, formazione e istruzione della Regione Toscana a margine della firma.

“L’accordo favorisce l’inserimento lavorativo di soggetti disabili che presentano particolari difficoltà di integrazione in contesti lavorativi ordinari, attraverso un progetto personalizzato di inserimento”, ha precisato l’assessora Grieco. “In particolare questo strumento, che non è ancora operativo in Toscana, consente all’azienda di assolvere fino al 30 per cento degli obblighi previsti dalla legge tramite l’affidamento di commesse di lavoro alla cooperativa sociale che parteciperà al progetto e che svolgerà il lavoratore disabile individuato con il supporto dei competenti sevizi per il collocamento mirato di Arti”.

La convenzione, tra l’altro, favorisce l’inserimento di persone disabili con l’obiettivo prioritario della stabilizzazione del rapporto di lavoro. Una volta sottoscritta da parti sociali ed economiche, la convenzione potrà essere fatta propria dalle imprese conferenti e dalla cooperativa destinataria. Tale convenzione, recependo i contenuti della convenzione quadro, costituirà lo strumento operativo attraverso il quale sarà attuata questa misura di politica attiva di lavoro.

INTERVISTE A CURA DI CHIARA BRILLI

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/02/200213_03_SPECIALE-LAVORO-DISABILI.mp3?_=2

Interventi in sanità, siglato un accordo tra Regione e sindacati

Abolizione del superticket sugli esami di laboratorio, ulteriori interventi per ridurre le liste di attesa, nuove Case della Salute, riassetto dei letti di cure intermedie, interventi su cronicità e non autosufficienza, nuove assunzioni in sanità. Sono alcuni dei punti del Protocollo d’intesa per lo sviluppo di interventi mirati in ambiti prioritari di programmazione sanitaria, siglato stamani nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati tra Regione e sindacati.

L’hanno firmato il presidente Enrico Rossi, presente anche l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil regionali, dei sindacati dei pensionati e della funzione pubblica. Il protocollo costituisce una piattaforma comune di impegni e obiettivi da realizzare nei prossimi mesi, secondo un preciso cronoprogramma, per rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale.

Ecco tutti i punti dell’accordo:

Appalti edilizia sanitaria. Per garantire lavoro sicuro e di qualità, e anche la corretta applicazione del Ccnl, verrà tempestivamente aggiornato il “Protocollo d’intesa per la trasparenza, informazione, sorveglianza e la prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro negli appalti pubblici di edilizia ospedaliera” sottoscritto nel 2004 tra Regione Toscana, Aziende sanitarie regionali e OO.SS., a partire dall’impegno all’adozione delle migliori pratiche sperimentate in Regione negli ultimi anni quali il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) di congruità, il “cantiere trasparente”, l’Rls di sito, l’assistenza sanitaria durante i lavori.

Rls di sito negli ospedali del Ssr. Per migliorare le condizioni di sicurezza per i lavoratori dei presidi ospedalieri, la Regione ribadisce il proprio impegno nel sostegno al ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. In un’ottica di potenziamento e rafforzamento di questa figura, si prevede l’individuazione di Rls di Sito per i presidi ospedalieri con più di 500 addetti. Queste azioni sono già state intraprese dalla Regione Toscana con la istituzione dei Rls di sito portuale.

Sistema di compartecipazione. Nell’aprile 2019 era già stato abolito il contributo di 10 euro per la digitalizzazione. I sindacati, ritenendo questa misura solo l’avvio di un percorso, con la piattaforma unitaria del maggio 2019 avevano chiesto alla Regione di aprire in tempi rapidi un confronto sulla revisione del sistema di compartecipazione, con l’obiettivo di realizzare una maggiore equità.

La Regione Toscana si era già ispirata a principi di equità, articolando il superticket per fasce di reddito ed esentando da tale quota gli utenti con redditi inferiori a 36.000 euro. Attualmente il superticket non viene pagato da chi è nella fascia di reddito al di sotto dei 36.000 euro (circa l’80% degli utenti); è di 10 euro per ogni ricetta per la fascia di reddito 36-70.000 euro; 20 a ricetta per la fascia 70-100.000; 30 a ricetta oltre i 100.000 euro.

Da un’analisi dell’impatto economico del sistema dei ticket effettuata dalla Regione, emerge una ridotta accessibilità alle prestazioni di laboratorio erogate a carico del Ssn per le fasce economiche paganti il superticket.

Nel protocollo si concorda quindi di eliminare entro il 2 marzo 2020 il superticket sugli esami di laboratorio, il cui valore è pari a circa 8 milioni di euro.

Liste di attesa. La Regione ha già intrapreso, con il Piano per l’abbattimento delle liste di attesa del maggio 2019, un percorso di riorganizzazione dell’offerta specialistica ambulatoriale basato su una serie di azioni prioritarie, per garantire il diritto dei cittadini all’erogazione delle prestazioni Lea entro i tempi massimi previsti: separazione delle agende di primo accesso e accesso successivo (follow up); modalità di scorrimento delle agende; definizione degli ambiti di garanzia; gestione delle urgenze (codice di priorità U); individuazione dei percorsi di tutela.

Regione e sindacati concordano sul fatto che è in corso un progressivo miglioramento, anche se non ancora omogeneo in tutte le zone della regione. E che continueranno a confrontarsi sui risultati raggiunti e su quelli attesi. L’Osservatorio sulle liste di attesa istituito dalla Regione verrà integrato con la presenza di un rappresentante per ognuna delle organizzazioni sindacali. Verranno fatte azioni specifiche di comunicazione rivolte ai cittadini (manifesti, volantini, giornali, tv, sociale network), per informarli dei loro diritti e della necessità da parte loro di ottenerne il pieno rispetto, segnalando  tutti i casi in cui le strutture sanitarie sono inadempienti. Il materiale informativo sarà diffuso anche dalle organizzazione sindacali.

Case della Salute. La Regione si impegna a rimuovere tutti gli ostacoli che fino ad oggi ne hanno impedito il pieno funzionamento e l’omogenea distribuzione su tutto il territorio regionale. Attualmente le CdS sono 72. Condividendo la richiesta dei sindacati, la Regione si impegna ad aprire 4 nuove Case della Salute: 2 Asl Toscana centro (Firenze zona D’Annunzio e Gambassi); 2 Toscana sud est (Siena e San Giovanni Valdarno).

Entro il 30 giugno 2020 dovrà essere presente almeno una Casa della Salute in ogni zona-distretto. E entro il 31 dicembre 2021 dovrà essere presente almeno una Casa della Salute per ogni Aft (Aggregazione funzionale territoriale), raggiungendo così l’obiettivo di 116 Case della Salute, distribuite in modo omogeneo sull’intero territorio regionale.

Posti letto di cure intermedie. Il riequilibrio e l’integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale è uno degli obiettivi prioritari di politica sanitaria, per dare risposte concrete ai nuovi bisogni di salute. I setting di Cure Intermedie offrono risposta alla fase post-acuta in ambito territoriale e rappresentano una efficace risposta alla impossibilità di gestire a domicilio condizioni cliniche complesse non acute, per le quali un ricovero ospedaliero non è indicato.

Attualmente ci sono 60 strutture di Cure intermedie (in ospedali di comunità, case di cura, Rsa), con circa 600 posti letto. Nel protocollo si parla di un riequilibrio dei posti letto di Cure intermedie, nei tre setting previsti (low care, residenzialità sanitaria intermedia, residenzialità assistenziale intermedia), per raggiungere una distribuzione omogenea dei posti letto in ogni zona distretto, tenendo conto delle diverse tipologie di setting. Entro il 30 giugno 2021 dovrà essere completato il riassetto dell’offerta di Cure Intermedie residenziali su tutto il territorio regionale.

Sanità di inziativa – Cronicità – Non autosufficienza. Questi temi rappresentano la vera sfida per gli anni a venire. Il livello di anzianità della popolazione ci pone ai primi posti in Europa. Aumenta il numero di malati cronici, anche in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita e dell’efficacia dei percorsi diagnostici e terapeutici: in Toscana il 40% della popolazione (quasi un milione e mezzo di persone) ha almeno una patologia cronica. Per questo è fondamentale attrezzare il sistema sanitario e sociale, in previsione di un aumento decisivo dei bisogni di assistenza da parte di una popolazione anziana sempre più numerosa e longeva da un lato, e da una diminuzione dei caregiver familiari dall’altro.

Il protocollo prevede il potenziamento della sanità di iniziativa, impegna le direzioni aziendali a condividere con i sindacati i risultati delle sperimentazioni relative all’infermiere di famiglia e definire un piano di completamento. Quanto alla non autosufficienza, verranno potenziati i Punti insieme, quali canali di ingresso unico per i percorsi di assistenza integrata e nodi principali di un sistema di welfare locale diffuso sul territorio. Il progetto Pronto Badante verrà integrato nel percorso di presa in carico e di assistenza integrata sul territorio.

Nel corso degli ultimi anni, l’utilizzo delle risorse del Fse (per l’asse B stimabili in circa 90 milioni di euro) ha contribuito anche a dare risposte ai crescenti bisogni delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Nel corso del 2020 sono previsti altri progetti, che esauriscono le risorse della programmazione 2014-2020: servizi di accompagnamento per persone disabili (14 milioni, bando in uscita a febbraio); servizi di accompagnamento al lavoro per persone svantaggiate (15 milioni, bando in uscita ad aprile); percorsi di sostegno alla domiciliarità per persone con limitazione dell’autonomia (9 milioni, bando previsto per marzo).

Aree interne/disagiate. In Toscana sono molte le zone disagiate, montane, di confine e insulari. Sono le cosiddette “aree interne”, zone prevalentemente rurali, caratterizzate da bassa densità abitativa e lontane dai grandi centri urbani. Circa 200 comuni, su 276 complessivi, stanno in territori che hanno le caratteristiche dele aree interne, e occupano una superficie pari al 72% di tutto il territorio regionale, con una popolazione corrispondente al solo 30% del totale.

In tema di assistenza sanitaria, in molti di questi territori sono stati fatti interventi di contrazione o di riconversione di strutture ospedaliere, che non sempre sono stati adeguatamente compensati da un potenziamento dell’assistenza sul territorio. Il protocollo prevede che si attivino appositi confronti tra Regione e sindacati, per mettere in campo progetti che corrispondano ai bisogni della comunità.

Valorizzazione delle risorse umane. Dal 2010 in poi, anche in forza delle norme nazionali, il personale del Servizio sanitario regionale ha subìto una significativa compressione numerica, a fronte di una forte richiesta di aumento di produttività, determinata principalmente dalla trasformazione organizzativa del modello assistenziale. E’ necessario dunque investire sul personale, garantendo una effettiva e tempestiva copertura totale del turnover e prevedendo nuove assunzioni a tempo indeterminato, specie dove sono state realizzate importanti modifiche organizzative o si siano aperti nuovi servizi. Verrà quindi avviato quanto prima un confronto sugli organici con le direzioni generali delle aziende sanitarie. Verrà attivato anche uno specifico tavolo di lavoro, con l’obiettivo di superare le differenze retributive e nelle applicazioni contrattuali che si sono determinate tra le diverse aziende.

Monitoraggio e verifiche. I firmatari si impegnano a fare entro marzo un monitoraggio generale rispetto a tutti i punti del protocollo. Monitoraggio che verrà poi proseguito costantemente fino a giugno 2021, da una commissione tecnica istituita appositamente, che si riunirà mensilmente.

Le dichiarazioni del presidente Enrico Rossi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/02/200210_06_ROSSI-SU-ACCORDO-SINDACATI-SANITA.mp3?_=3

Cgil: nuovo incidente al porto di Livorno, interventi

“La promiscuità fra traffico turistico e commerciale è un pericolo costante e non rispetta la più elementare prevenzione”. E’quanto denuncia, in una nota, Patrizia Villa, segreteria Cgil provincia di Livorno, all’indomani di un incidente tra un pullman e un mezzo militare.

“Ieri intorno alle 14,30 un pullman proveniente dall’Alto fondale dove si trovava ancorata la nave da crociera Aida Sol è entrato in collisione con un mezzo militare adibito ai controlli delle banchine – ha ripreso la sindacalista -. Quest’ultimo, essendo corazzato, ha riportato lievi danni. Sul pullman una quarantina di persone che hanno riportato lievi contusioni e tanto spavento. L’incidente è un esempio di quanto da noi sempre sostenuto anche nei dieci punti per la sicurezza in porto, seguito da assemblee e ribadito in svariati incontri con la Regione e gli attori del protocollo: la promiscuità fra traffico turistico e commerciale è un pericolo costante e non rispetta la più elementare prevenzione”. “Se non ci saranno gli interventi più volte richiesti siamo pronti a ricorrere a una denuncia”, ha concluso Villa.

Exit mobile version