Concerto di Petra Magoni annullato, annuncio di ‘vie legali’

Firenze, concerto di Petra Magoni annullato venerdì scorso per la rassegna ‘Stanno tutti bene’, festival di Gragnano, nel comune di Capannori (Lucca) a causa di un tampone per il Covid non effettuato dalla cantante. Con strascico di polemiche e reciproche ‘accuse’, come riporta la stampa, tra organizzatori e artista che preannuncia anche di voler andare per vie legali.

È stato il Corriere Fiorentino a riportare per primo la notizia del concerto saltato, per decisione degli organizzatori. Sulla pagina Instagram del festival, riferiva il quotidiano, si spiegava: “A fronte di una comunicazione chiara e netta sulla necessità di avere una dimostrazione di negatività al virus conforme alle direttive del sistema sanitario nazionale, ci è stato comunicato un rifiuto da parte” di Magoni “di seguire la direttiva di comportamento definita da Stanno Tutti Bene che fa riferimento alle indicazioni” del dl del 23 luglio. Ovvero il festival chiedeva green pass o tampone eseguito nelle 48 ore precedenti.

Replica e smentita poi di Magoni: “Il tampone prima del concerto? Non è vero che mi sono rifiutata di farlo. Anzi, mi è stato impedito. E lo spettacolo è stato annullato per esclusiva decisione dell’amministratore dell’evento”, si legge sempre sul Corriere Fiorentino.

“Nello scambio di email con gli organizzatori — spiega Magoni — ho sollevato dubbi sulla legittimità della richiesta”, non “contemplata negli accordi iniziali. Nel decreto legge non ci sono disposizioni riguardo chi lavori, ma solo verso chi stia fruendo del servizio” e comunque “alla fine mi ero resa disponibile a farlo in loco ma me lo hanno negato”. Controreplica degli organizzatori: “Abbiamo avvisato le agenzie di tutti gli artisti in cartellone che avremmo richiesto Green pass o il tampone” e quando, dopo aver detto no, Magoni ha accettato di fare il tampone, “era troppo tardi”.

“Per chi canta – spiega sempre la cantante – è pericoloso e dannoso abusare dei tamponi, vorrei farli solo lo stretto necessario. Avendo concerti quasi ogni sera. Sottopormi sana e senza alcun sintomo a questo trattamento sanitario diventa una tortura e in passato più volte mi è uscito sangue dal naso”.

Lucchesia: tre morti in incidente frontale tra moto e scooter

Tre persone sono morte in uno scontro tra una moto e uno scooter  sulla via Pesciatina a Lunata di Capannori (Lucca),  importante arteria stradale della zona della Lucchesia. Inutile è stato l’intervento dei sanitari del 118 sul posto con le forze dell’ordine e i vigili del fuoco.

Tra le vittime due ragazzi di 17 anni, mentre la terza vittima è un 38enne che viaggiava in sella a una moto mentre i due 17enni erano a bordo dello scooter. Tutti e tre sarebbero morti subito. I vigili urbani stanno esaminando la dinamica dell’incidente, dopo lo scontro la motocicletta ha proseguito la sua corsa per quasi un centinaio di metri.

La chiamata ai soccorsi della zona della Lucchesia è arrivata nel primo pomeriggio, precisamente alle 14.29. Subito un gran numero di mezzi è stato inviato sul luogo dell’incidente: all’incrocio tra la via Pesciatina e via dell’Isola a Lunata a Capannori (Lucca), dove si trova la Banca Nazionale del Lavoro. I soccorsi erano formati da: l’auto medica, l’ambulanza medicalizzata di Lucca, due ambulanze della Croce Verde, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia municipale di Capannori.

Era stato allertato anche l’elisoccorso Pegaso, ma purtroppo la richiesta è stata disdetta non appena si è avuto contezza del fatto che le tre persone coinvolte erano decedute. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori.

Lorenzo Braccini

“Grazie per il Covid che porti”, messaggio shock a infermiera

Lucca, “Grazie per il Covid che tutti i giorni ci porti in corte. Ricordati che ci sono anziani e bambini, grazie”. È il messaggio anonimo che un’infermiera di 48 anni, Damiana Barsotti, che presta servizio nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Lucca, ha trovato nella cassetta della posta della sua casa a Capannori.

Questo del messaggio “Grazie per Covid” è un caso praticamente identico a quanto accaduto meno di un mese fa a Pisa: allora bersaglio dei vicini era stata una dottoressa, alla quale l’anonimo autore del messaggio aveva poi chiesto scusa.

L’infermiera di Lucca ha deciso di rendere pubblico il messaggio, scritto su un foglio di carta A4 lasciatole da un anonimo vicino di casa, e di chiamare i carabinieri. “Ci sono rimasta male. Mi sono sentita ferita e denigrata – ha raccontato la 48enne -. Sanno che faccio l’infermiera e mai avrei pensato che mi prendessero di mira per il mio lavoro”.

Solidarietà le è stata manifestata dalla direzione aziendale e dal dipartimento infermieristico e ostetrico dell’Asl Toscana nord ovest da cui dipende il suo ospedale. “Si è vista trattata come un’untrice e non come un’operatrice sanitaria che giornalmente si reca al lavoro per combattere, per tutti noi, la difficile battaglia contro il virus. Tali comportamenti non solo sono discriminatori ma dimostrano come il cammino verso la civiltà sia ancora lungo”, si afferma dalla Asl.

Parole di condanna per l’accaduto anche dal presidente della Toscana Enrico Rossi: “Gli operatori sanitari – afferma – rappresentano un punto di riferimento per il sistema sanitario e per la società, soprattutto in una difficile emergenza come quella che stiamo vivendo in questi mesi” e quanto è successo “è una ferita per tutti i suoi colleghi e per tutti noi”.

Ma, conclude, “oggi voglio dire soprattutto che siamo tutti con Damiana. Così come con tutti gli operatori della sanità che in queste settimane sono state oggetto di discriminazione”. “A chi ogni giorno rischia la propria vita per la vita degli altri bisogna solo dire grazie. Questo è l’unico messaggio che Damiana Barsotti, l’infermiera del reparto di malattie infettive del San Luca che tra i tanti si è occupata anche di me quando ero ricoverato, meriterebbe di trovare nella cassetta delle lettere o davanti alla porta di casa”, il commento, affidato a Fb, del sindaco di Lucca Alessandro Tambellini che è stato tra i ricoverati per Covid all’ospedale lucchese e che da pochi giorni ha potuto annunciare di essere totalmente guarito.

“Cannabis light disinfetta polmoni”, multato 43nne

Lucca, “Sono uscito per andare a comprare la cannabis light perché disinfetta i polmoni”.

Questo quanto dichiarato nell’autocertificazione da cannabis light, un 43enne che, nel pomeriggio di ieri, è stato fermato per controlli e multato dalla polizia a Lucca. Per l’uomo uscito per comprare la, fanno sapere gli investigatori, sanzione maggiorata in quanto era a bordo di auto.

Sempre nel pomeriggio di ieri, la volante è intervenuta per una lite condominiale. Gli inquilini del piano di sotto hanno sbattuto le scope contro il soffitto per protestare contro i rumori provenienti dal piano superiore. Uno degli inquilini dell’appartamento soprastante è sceso giù per chiedere spiegazioni sul comportamento, e ne è nato un alterco che si è risolto solo con l’arrivo della volante. Durante le fasi di identificazione, però, è emerso che l’uomo che era sceso dai vicini, non abitava lì, ma si era recato a casa di parenti per il pranzo domenicale e di conseguenza è stato multato.

Sanzionati dalla polizia, la scorsa notte, anche tre persone, di origine marocchina ma residenti due a Lucca e una Capannori (Lucca) e che hanno dichiarato, al momento del controllo, di essere in giro per comprare le sigarette. Per i tre sanzione maggiorata perché a bordo di auto.

Pensionato ucciso da coltellata: figlia indagata per omicidio

Capannori, in provincia di Lucca, per la morte di Roberto Franceschi, il pensionato 70enne deceduto ieri, dopo essere stato raggiunto da una coltellata al petto, mentre si trovava nella sua abitazione a Lammari, la procura ha indagato, a piede libero, per omicidio volontario, la figlia Ilenia di 44 anni.

Questo pomeriggio la scientifica dell’Arma dei Carabinieri è tornata nella abitazione per effettuare accertamenti tecnici necessari a chiarire cosa sia accaduto nell’abitazione dei Franceschi, e ricostruire  la dinamica che ha procurato al pensionato la coltellata mortale, nel tardo pomeriggio di ieri.

Al momento del dramma in casa con il settantenne c’erano la moglie, 64 anni, costretta su una sedia a rotelle da una malattia e la figlia Ilenia, intenta a pulire della verdura.

Da quanto emerso ci sarebbe stato un litigio tra padre e figlia e l’uomo sarebbe stato poi ferito con un coltello da cucina: il 70enne è riuscito a uscire di casa barcollando per chiedere aiuto ma per lui non c’era già più niente da fare.

La donna, interrogata a lungo, si sarebbe difesa dicendo che si sarebbe trattato di un incidente: il padre durante una discussione si sarebbe avvicinato a lei, che stava appunto maneggiando un coltello per pulire gli ortaggi, e secondo la sua versione dei fatti, non si sarebbe trattato di un atto voluto.

Toccherà agli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Salvatore Giannino chiarire gli esatti contorni di quanto accaduto. Lunedì prossimo è in programma l’autopsia.

Morto pensionato a causa di ferite da arma da taglio

Capannori, in provincia di Lucca, è morto mentre i sanitari del 118 lo stavano trasportando in ospedale, un pensionato di 70 anni, che era stato soccorso a Lammari, per varie ferite da taglio che gli avevano causato una grave emorragia.

La vittima si chiamava Roberto Franceschi, era un operaio pensionato della ‘Cucirini Cantoni Coats’, ed al momento della tragedia, si trovava nella sua abitazione con una delle sue due figlie e la moglie inferma.

A Lammari, nel comune di Capannori, sono arrivati anche il pm della procura di Lucca Salvatore Giannino ed il nucleo investigativo dei carabinieri, che stanno cercando una spiegazione a quanto accaduto, partendo dal fatto che la morte dell’anziano sia stata verosimilmente provocata dalle varie ferite da arma da taglio.

Sul posto i carabinieri hanno avviato accertamenti per chiarire come il pensionato, abbia potuto ricevere le ferite. I soccorritori, date le condizioni disperate del pensionato, avevano allertato anche l’elisoccorso ma alla fine non c’è stato niente da fare.

I Carabinieri avrebbero a lungo ascoltato i familiari, in particolare la figlia che era in casa, per cercare di chiarire cosa sia effettivamente successo nell’abitazione.

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