Gkn: Todde, revoca licenziamenti primo grande passo. Oggi tavolo al Mise

Gkn: Todde, “La revoca dei licenziamenti collettivi è un primo grande passo per i lavoratori che da mesi presidiano lo stabilimento di Campi Bisenzio. Questo risultato certifica gli sforzi sinergici portati avanti dalle Istituzioni, dai sindacati, dai lavoratori e da tutta la comunità che dal primo momento ha sostenuto il territorio in questa difficile battaglia”.

Così la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde commentando la decisione del giudice del lavoro che ha accolto il ricorso della Fiom per la vertenza della Gkn di Campi Bisenzio. Todde ha anche confermato la convocazione del tavolo Gkn per oggi al Mise.
“In questi mesi – aggiunge Todde – abbiamo convocato il tavolo due volte, non abbiamo mai interrotto le interlocuzioni con le parti e abbiamo lavorato in un contesto difficile con una azienda che ha smarrito il suo senso di responsabilità sociale. Ora dobbiamo essere concreti,  perché quando parliamo di 422 lavoratori, più l’indotto, parliamo di famiglie”.

“Il pronunciamento del tribunale di Firenze, che ha revocato la lettera d’apertura della procedura di licenziamento collettivo di 422 dipendenti della GKN di Campi di Bisenzio (FI), è l’ennesima prova di come l’atteggiamento di alcune multinazionali sia contrario al dialogo e alle corrette procedure di consultazione da porre in essere. Anche in questo caso centinaia di lavoratori erano stati liquidati a luglio con una odiosa e-mail. Auspico che al tavolo convocato quest’oggi al MISE dalla Vice Ministra Alessandra Todde arrivi, da parte dell’azienda, un atteggiamento più costruttivo e collaborativo. Chi fa impresa deve avere una etica sociale e del lavoro che troppo spesso vediamo smarrita”. E’ quanto afferma Rossella Accoto, sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali.

“Oggi hanno vinto i lavoratori contro una procedura di licenziamento illegittima. Questa dolorosa vicenda dimostra che la prepotenza e l’arroganza non pagano. La Gkn ha calpestato i diritti e le regole e soprattutto il rispetto verso le persone. Come deputati toscani del PD siamo sempre stati a fianco dei lavoratori con le nostre presenze nelle mobilitazioni, con i nostri atti parlamentari, con la nostra vicinanza alle istituzioni e alla loro posizione ferma ai tavoli che hanno sempre visto rifuggire l’impresa, e siamo impegnati perché violazioni così gravi non si ripetano più. Con la sentenza del Tribunale di Firenze ci sono le basi utili per un’iniziativa del Governo contro le delocalizzazioni selvagge perché servono regole più stringenti che consentano interventi incisivi per richiamare al senso di responsabilità chi decide chiusure che non hanno giustificazioni né di mercato né di bilancio”. Lo affermano le deputate e i deputati dem della Toscana.

Sul fronte delle istituzioni locali, “Sono soddisfatto, la sentenza del Tribunale che annulla i licenziamenti voluti da Melrose permette a tutti noi di parlare di lavoro, territorio e produzione”. Cosi’ il presidente della Regione, Eugenio Giani, che questo pomeriggio sara’ a Roma al Ministero dello sviluppo economico. “Ci stiamo battendo perche’ non accada mai piu’ che fondi internazionali possano permettersi di acquisire pezzi della nostra terra e delle nostre industrie per scaricarci, poi, come fossimo scarti. E’ fondamentale che intervenga il Governo con una normativa apposita”.

“Il tribunale di Firenze ha revocato i licenziamenti ai 422 lavoratori Gkn per comportamento
antisindacale dell’azienda. La giustizia ha fatto il suo corso, ora tocca alla politica. Avanti per nuove norme contro le delocalizzazioni immotivate e per i diritti dei lavoratori”. Lo
ha scritto su Twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Gkn: Fermiamo le delocalizzazioni! Appello pubblico su change.org

Gkn: dopo l’imponente e diffusa manifestazione di sabato scorso un’altra mobilitazione si sta diffondendo a macchia d’olio, sui canali digitali, a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici della Gkn di Campi Bisenzio. L’appello sottoscrivibile sulla piattaforma change.org è stato lanciato da Giuristi/e solidali.

Di seguito il testo dell’appello approvato dall’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn:

Gkn: delocalizzare un’azienda in buona salute, trasferirne la produzione all’estero al solo scopo di aumentare il profitto degli azionisti, non costituisce libero esercizio dell’iniziativa economica privata, ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro, tutelato dall’art. 4 della Costituzione.

Ciò è tanto meno accettabile se avviene da parte di un’impresa che abbia fruito di interventi pubblici finalizzati alla ristrutturazione o riorganizzazione dell’impresa o al mantenimento dei livelli occupazionali Lo Stato, in adempimento al suo obbligo di garantire l’uguaglianza sostanziale dei lavoratori e delle lavoratrici e proteggerne la dignità, ha il mandato costituzionale di intervenire per arginare tentativi di abuso della libertà economica privata (art. 41, Cost.).

Alla luce di questo, i licenziamenti annunciati da GKN si pongono già oggi fuori dall’ordinamento e in contrasto con l’ordine costituzionale e con la nozione di lavoro e di iniziativa economica delineati dalla Costituzione.

Tale palese violazione dei principi dell’ordinamento, impone che vengano approntati appositi strumenti normativi per rendere effettiva la tutela dei diritti in gioco.

Per questo motivo è necessaria una normativa che contrasti lo smantellamento del tessuto produttivo, assicuri la continuità occupazionale e sanzioni compiutamente i comportamenti illeciti delle imprese, in particolare di quelle che hanno fruito di agevolazioni economiche pubbliche.

Tale normativa deve essere efficace e non limitarsi ad una mera dichiarazione di intenti.
Per questo motivo riteniamo insufficienti e non condivisibili le bozze di decreto governativo che sono state rese pubbliche: esse non contrastano con efficacia i fenomeni di delocalizzazione, sono prive di apparato sanzionatorio, non garantiscono i posti di lavoro e la continuità produttiva di aziende sane, non coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici e le loro rappresentanze sindacali.

Riteniamo che una norma che sia finalizzata a contrastare lo smantellamento del tessuto produttivo e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali non possa prescindere dai seguenti, irrinunciabili, principi.

1-A fronte di condizioni oggettive e controllabili l’autorità pubblica deve essere legittimata a non autorizzare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte delle imprese.
2-L’impresa che intenda chiudere un sito produttivo deve informare preventivamente l’autorità pubblica e le rappresentanze dei lavoratori presenti in azienda e nelle eventuali aziende dell’indotto, nonché le rispettive organizzazioni sindacali e quelle più rappresentative di settore.
3- L’informazione deve permettere un controllo sulla reale situazione patrimoniale ed economico-finanziaria dell’azienda, al fine di valutare la possibilità di una soluzione alternativa alla chiusura.
4- La soluzione alternativa viene definita in un Piano che garantisca la continuità dell’attività produttiva e dell’occupazione di tutti i lavoratori coinvolti presso quell’azienda, compresi i lavoratori eventualmente occupati nell’indotto e nelle attività esternalizzate.
5- Il Piano viene approvato dall’autorità pubblica, con il parere positivo vincolante della maggioranza dei lavoratori coinvolti, espressa attraverso le proprie rappresentanze. L’autorità pubblica garantisce e controlla il rispetto del Piano da parte dell’impresa.
6- Nessuna procedura di licenziamento può essere avviata prima dell’attuazione del Piano.
7- L’eventuale cessione dell’azienda deve prevedere un diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori impiegati presso l’azienda anche con il supporto economico, incentivi ed agevolazioni da parte dello Stato e delle istituzioni locali. In tutte le ipotesi di cessione deve essere garantita la continuità produttiva dell’azienda, la piena occupazione di lavoratrici e lavoratori e il mantenimento dei trattamenti economico-normativi. Nelle ipotesi in cui le cessioni non siano a favore dello Stato o della cooperativa deve essere previsto un controllo pubblico sulla solvibilità dei cessionari.
8- Il mancato rispetto da parte dell’azienda delle procedure sopra descritte comporta l’illegittimità dei licenziamenti ed integra un’ipotesi di condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 l. 300/1970
Riteniamo che una normativa fondata su questi otto punti e sull’individuazione di procedure oggettive costituisca l’unico modo per dare attuazione ai principi costituzionali e non contrasti con l’ordinamento europeo.

Come espressamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia (C-201/2015 del 21.12.2016) infatti la “circostanza che uno Stato membro preveda, nella sua legislazione nazionale, che i piani di licenziamento collettivo debbano, prima di qualsiasi attuazione, essere notificati ad un’autorità nazionale, la quale è dotata di poteri di controllo che le consentono, in determinate circostanze, di opporsi ad un piano siffatto per motivi attinenti alla protezione dei lavoratori e dell’occupazione, non può essere considerata contraria alla libertà di stabilimento garantita dall’articolo 49 TFUE né alla libertà d’impresa sancita dall’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE”

Riteniamo altresì che essa costituisca un primo passo per la ricostruzione di un sistema di garanzie e di diritti che restituisca centralità al lavoro e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori.

Per permettere una ponderata valutazione degli interessi incisi dal testo dell’atto legislativo in cantiere riteniamo necessaria ed immediata una sospensione da parte del Governo delle procedure di licenziamento ex l. 223/91 ad oggi avviate dalle imprese.

Documento redatto da
Massimo Capialbi
Danilo Conte
Giulia Frosecchi
Francesca Maffei
Giovanni Orlandini
Pier Luigi Panici
Marzia Pirone
Paolo Solimeno
Silvia Ventura

 

Altra vittima sul lavoro in Toscana. Siamo a 6 in una settimana

Ieri sera, 17 settembre, ha perso la vita un operaio di 48 anni in una ditta di Campi Bisenzio. La vittima si chiamava Giuseppe Siino e lavorava presso la Alma,  azienda che produce moquette.

Ancora una vittima sul lavoro  in Toscana per una strage che sembra inarrestabile. Siamo a sei in appena una settimana. un morto al giorno in pratica. Ieri sera il  118 è intervenuto  in un’azienda di Campi Bisenzio (Firenze), la Alma,  azienda leder nel settore di produzione delle moquette, per la morte di un uomo che sarebbe  finito sotto un macchinario, forse un rullo. La vittima aveva 53 anni e secondo prime informazioni la Asl classifica il decesso come un infortunio mortale sul lavoro. Vani gli interventi del personale inviato dal 118 per rianimarlo e salvarlo: purtroppo l’uomo è deceduto. Sul posto la Asl ha inviato i tecnici del Dipartimento di prevenzione sul lavoro. In corso le verifiche dei Carabinieri.

Si tratta della  25esima vittima da inizio anno. Domenica scorsa era rimasto ucciso un operaio di 33 anni, schiacciato dall’albero che stava tagliando in un agriturismo a Ghizzani (Pisa).  Nei giorni prima un operaio di 54 anni era deceduto in un’azienda lapidea a Pietrasanta, finendo schiacciato  mentre stava spostando delle lastre di marmo con un collega. Il 7 settembre altra vittima:  un marinaio della stessa età aveva perso la vita a bordo di una petroliera nel porto di Livorno mentre eseguiva alcune operazioni prima della ripartenza: un cavo in acciaio usato per l’ormeggio si è tranciato, colpendolo con violenza al petto.

 

 

GKN: Appello al Presidente Draghi dei sindaci

Firenze, è stato redatto un appello al Presidente Draghi contro le delocalizzazioni, per sanare ed evitare quello che è successo alla GKN ed ad altre fabbriche che hanno visto il repentino licenziamento dei lavoratori. Primi firmatari i sindaci di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi e di Firenze Dario Nardella. Hanno aderito già 100 sindaci ed altre firme stanno arrivando.

Quello che è successo alla GKN riguarda tutti noi. È già accaduto e accadrà ancora se non cambieranno le regole. Le persone e i territori non possono essere trattati così, come se fossero strumenti di un profitto senza scrupoli.

Lavoriamo ogni giorno con migliaia di imprese, cerchiamo insieme di offrire benessere e lavoro e sappiamo quanto il loro modo di agire sia diverso rispetto a quanto visto a Campi Bisenzio. Ma quello che è successo poteva succedere.

Può succedere che la finanza pieghi le scelte verso la speculazione invece che verso la produzione. Che le chiusure giungano improvvise e inaspettate. Che si blocchi una fabbrica che rende e lavora. Che si rifiuti il confronto con le istituzioni per salvare lo stabilimento e chi ci lavora.

Può succedere, insomma, che ci sia chi fa finta che l’articolo 41 della nostra Costituzione non esista.

Dobbiamo impegnarci a rimettere le persone e i territori al centro dello sviluppo. E dobbiamo lavorare perché la transizione ecologica non diventi una scusa ma sia l’occasione per difendere insieme l’ambiente e il lavoro, sostenendo le imprese che si impegnano a farlo.

Per questo, da Sindaci abituati ogni giorno a guardare le persone negli occhi, chiediamo al Presidente del Consiglio Mario Draghi di approvare rapidamente una norma efficace e severa contro le delocalizzazioni, in una strategia di sviluppo del Paese che premi e valorizzi le imprese che invece investono correttamente in Italia privilegiando l’occupazione e la produzione. Chiediamo altresì al Presidente Draghi di mettere in campo tutte le iniziative – a livello nazionale e europeo – perché quello che abbiamo visto non possa più ripetersi.

Le istituzioni si schierino, tutte insieme, dalla parte delle persone.

Gkn: drappi rossi e bandiere #Insorgiamo da appendere alle finestre

Gkn: vengono distribuite oggi dai lavoratori e dai sostenitori della mobilitazione riuniti nella realtà Insorgiamo coi lavoratori Gkn   in vari punti di Firenze Nord le bandiere di solidarietà da appendere alle finestre di tutta la città.

L’appello ad esporre un drappo rosso o la bandiera con la scritta Insorgiamo è stato lanciato nei giorni scorsi in vista della manifestazione lanciata per il primo pomeriggio del 18 settembre che dovrebbe vedere un lungo corteo snodarsi dalla Fortezza da Basso per arrivare al Cpa Firenze Sud.

Dove ritirare le bandiere: Esselunga di Via da Novoli, Coop di San Donato, Piazza Dalmazia, Coop di Via Carlo del Prete.

Prosegue anche l’insorgiamo tour che dalla fabbrica, dal territorio, si è esteso ai circoli, le case del popolo, le parrocchie fino ad andare oltre i confini regionali. Dopo Napoli il Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze sarà infatti nei prossimi giorni a Roma, Torino, Milano.

Nelle scorse ore  sono arrivate le parole di netta chiusura a un negoziato sulla revoca dei licenziamenti da parte dell’amministratore delegato, Andrea Ghezzi. “E’ necessario un intervento di Draghi perché non si inneschi un’escalation di chiusure ingiustificate come quella di Campi Bisenzio” afferma il sindaco della Città metropolitana Dario Nardella.

I lavoratori invieranno al Governo le modifiche e integrazioni al decreto anti delocalizzazioni elaborate dal team di giuslavoristi che sostiene la mobilitazione mentre istituzioni e sindacati aspettano la decisione di giovedì 9 settembre sulla denuncia per comportamento antisindacale mossa contro l’azienda.

GKN: azienda conferma chiusura e licenziamenti

Fiom: “la trattativa non è ancora realmente partita perché la proprietà GKN  non ha tolto dal tavolo i licenziamenti come pregiudiziali a qualsiasi negoziato

“E’ necessario, aprire un confronto urgente e libero eliminando il ricatto occupazionale. Chiediamo alle istituzioni nazionali e territoriali di continuare nel sostegno della vertenza e nel supporto dei lavoratori chiedendo il ritiro della procedura e l’attivazione della cassa ordinaria” lo dichiarano in una nota congiunta il segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile automotive, Michele De Palma, e il segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato, Daniele Calosi, al termine dell’incontro i oggi sulla vertenza Gkn con il Ministero del Lavoro, il Mise e la Regione Toscana.

All’incontro d “nell’ambito della procedura amministrativa prevista dalla legge 223, abbiamo ribadito la richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda e il conseguente utilizzo delle 13 settimane di cassa integrazione previste dall’avviso comune sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil, dal Governo e dalle parti datoriali”.

La Fiom ribadisce che “non accetterà nessuna soluzione che ruota intorno alla cassa integrazione per cessazione di attività perché ci sono tutte le condizioni per la continuità produttiva e occupazionale. La trattativa non è ancora realmente partita perché l’azienda non ha tolto dal tavolo i licenziamenti come pregiudiziali a qualsiasi negoziato. Al fine di rimuovere le pregiudiziali e con l’obiettivo di riportare l’azienda al rispetto delle norme, accordi e avvisi comuni in un momento difficile per il nostro Paese, la Fiom ha presentato un articolo 28 per condotta antisindacale”.

Il confronto amministrativo si è chiuso con la dichiarazione inviata dalla Fiom alle istituzioni e all’azienda e con l’impegno dei Ministeri competenti di riconvocare il tavolo in presenza per continuare il confronto.

Gkn ha confermato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Firenze e contro questa decisione e la “protervia dell’azienda” la Uilm chiede un’azione istituzionale. “La decisione della Direzione aziendale di Gkn di chiudere il sito – affermano il segretario nazionale della Uilm Gianluca Ficco e il segretario della Uilm di Firenze, Davide Materazzi, dopo l’incontro con Governo e azienda convocato al MIse – purtroppo non è cambiata. Solo una azione istituzionale forte può a questo punto dare una svolta alla vertenza”.

“La dichiarata disponibilità aziendale a fare ricorso alla cassa integrazione per chiusura per qualche mese – spiegano – attesta difatti che si persevera nella scellerata decisione di cessare l’attività, né il riferimento a possibili reindustrializzazioni ha alcun significato concreto, per la sua assoluta genericità e aleatorietà. Come sindacato non possiamo certo accontentarci di posticipare di pochi mesi i licenziamenti, piuttosto è nostro dovere provare a salvare i posti di lavoro”. “Sulla vertenza – concludono Ficco e Materazzi – speriamo che possano influire due interventi istituzionali, che potenzialmente hanno una portata generale molto importante: l’annunciata legge che dovrebbe scoraggiare le chiusure aziendali e le politiche di settore per l’automotive anche esse più volte annunciate”.

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