Non cura il suo cane ferito che muore, proprietario denunciato

Ha omesso di curare uno dei suoi cani che è poi morto, per questo il proprietario dell’animale è stato denunciato dai carabinieri forestali.

I militari, a seguito di una richiesta di intervento da parte delle guardie ecozoofile della Oipa Italia onlus, hanno svolto recentemente un accertamento congiunto presso un’abitazione privata a Campi Bisenzio (Firenze), dove in un fondo agricolo hanno trovato tre cani detenuti all’interno di un box.

In particolare uno dei tre, un segugio maremmano maschio, appariva in gravi condizioni: riverso sul pavimento del box in stato di totale immobilità con gli arti rigidi. Portato in un ambulatorio veterinario per accertamenti e cure d’emergenza è stato accertato che l’animale era in forte stato di shock e presentava varie ferite su tutto il corpo provocate dai morsi di un altro cane. Una di queste ferite era sulla testa, particolarmente profonda, e risaliva probabilmente a qualche giorno prima. Inoltre la presenza di fango sulla maggior parte del corpo ostacolava la pulizia delle ferite.

Il cane è morto il giorno successivo come conseguenza dei morsi ricevuti. I carabinieri hanno pertanto annunciato il proprietario per aver causato la morte dell’animale disinteressandosi del suo stato di salute.

Trovata morta bambina appena nata, in borsa abbandonata in farmacia

NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO – Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, alle ore 11:45 il personale della farmacia comunale Farmapiana, con sede in via San Martino 208, si è accorto della presenza di una borsa abbandonata accanto al raccoglitore dei farmaci, aprendola hanno scoperto il corpo senza vita di una bambina appena nata. La pm Concetta Gintoli coordinerà le indagini.

La bambina di carnagione chiara, aveva ancora il cordone ombellicare attaccato, era avvolta in una coperta. Da un primo esame del medico legale non presenterebbe lesioni apparenti. Si dovrà aspettare l’esito dell’autopsia per sapere se la piccola sia stata partorita quando era già morta o se sia deceduta successivamente. L’esame verrà disposto nelle prossime ore. I carabinieri stanno vagliando le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza della zona.

NAS: quattro locali chiusi per carenze igieniche

Quattro locali sono stati chiusi tra Firenze e provincia a seguito di controlli del Nas dei carabinieri. Tra questi un bar di Scandicci (Firenze), dove sono stati trovati sporcizia diffusa ed escrementi di roditori.

Gravi carenze igienico sanitarie sono state riscontrate dal Nas anche in una pasticceria di Sesto Fiorentino (Firenze), mentre in un supermercato etnico di Campi Bisenzio (Firenze) sono state sequestrate 178 confezioni di ortaggi e biscotti per mancanza di etichette in lingua italiana.

Chiusa anche una rosticceria in piazza San Jacopino a Firenze dove è stata riscontrata una mancata applicazione del piano di autocontrollo alimentare.

Complessivamente sono state emesse sanzioni amministrative che ammontano alla cifra di 12mila euro.

Campi Bisenzio: decesso per probabile overdose, in ditta materiale plastico

I Carabinieri della Compagnia di Signa sono intervenuti presso una ditta di materiale plastico di Campi Bisenzio per un malore occorso ad un dipendente che, dopo essersi recato in bagno, non è più tornato al suo posto di lavoro.

I colleghi della ditta di Campi Bisenzio, allarmati dall’assenza hanno forzato la porta del bagno dove hanno trovato l’uomo in stato di incoscienza, con una sringa nel braccio. Gli operatori del 118 sono intervenuti, ma senza riuscire a rianimare l’uomo di 48 anni. Nella siringa è stata trovata una sostanza ancora non idnetificata dagli uomini della scientifica. Secondo le utlime ricostruzioni il 48enne non era mai stato segnalato come consumatore di droga.

La salma verrà traslata presso la medicina legale di careggi per l’esame autoptico.

Strage di Castello: commemorate le vittime dell’eccidio nazista

Come ogni anno, il Quartiere 5 e il Comune di Firenze hanno ricordato la strage con un corteo partito alle 9 da Piazza del Sodo seguito da una messa celebrata in memoria delle vittime dal Cappellano Militare all’interno dell’Istituto Farmaceutico. In seguito è stata deposta una corona con la partecipazione dei Gonfaloni dei Comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino e del presidente del Consiglio comunale Milani.

La strage di Castello fu un eccidio nazista avvenuto nella tarda serata del 5 agosto 1944 a Castello, un sobborgo di Firenze. Il teatro del massacro furono i sotterranei dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Via Reginaldo Giuliani, adibiti allora a rifugio antiaereo e dove gran parte della popolazione civile della zona si era nascosta per sfuggire alle cannonate. Va ricordato che in quei giorni era in pieno svolgimento l’offensiva angloamericana sul fronte dell’Arno che dopo pochi giorni avrebbe portato alla liberazione della città.

foto tratta da Facebook Luca Milani

Verso le 21 del 5 agosto un gruppo di soldati tedeschi si presentò ad una casa della zona con la scusa di chiedere del vino ma i tedeschi, fatti entrare in casa, tentarono di violentare una giovane donna. Mentre la donna cercava di difendersi, partì un colpo di pistola, non si sa bene se sparato da un soldato che cercava di impedire lo stupro o partito per caso, e il proiettile ferì uno degli aggressori. A questo punto i soldati si dettero alla fuga, mentre la donna con i propri familiari si nascose nel vicino ospedale di Careggi; il codice tedesco di guerra prevedeva l’impiccagione per il reato di stupro e va detto che da questo punto di vista la Wehrmacht era molto seria.

I soldati aggressori, tornati al comando, dissero al loro comandante che il loro commilitone era stato ferito da un italiano in Via Reginaldo Giuliani, in modo da evitare la corte marziale. Il capitano Kuhne, comandante della zona, dette ordine allora di fucilare dieci italiani per rappresaglia: un giovane italiano, Giorgio Pipoli, che lavorava come interprete per i tedeschi, ascoltò l’ordine e subito cercò di avvertire la popolazione, correndo ad un rifugio lì vicino, ma il suo generoso sforzo fu inutile, dato che gli ostaggi vennero presi dallo scantinato dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare.
“Nella strage di Castello dodici civili, tutti uomini, furono fucilati dai tedeschi sei giorni prima della Liberazione di Firenze – ha dichiarato nel suo saluto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani che è intervenuto alla cerimonia di commemorazione -. Il più giovane, Vittorio Nardi, aveva appena sedici anni, il più anziano, Francesco Iacomelli, cinquantasette. Solo due di loro erano partigiani, e comunque non attivi in quel periodo.
La rappresaglia dei tedeschi con l’irruzione nell’Istituto farmaceutico cominciò alle 22.20, alle 23.30 tutto era finito. Le donne e gli uomini superstiti videro i cadaveri dei lori figli, mariti, padri, amici.

foto tratta da Facebook Luca Milani

Dalla fine della guerra è iniziato il difficile percorso della memoria nella storia dei fatti che attraversarono l’Italia nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale, stragi che in Toscana videro un picco di violenza inaudito con quasi 4.500 morti tra i civili, con la volontà di scongiurare il loro ripetersi, momento in cui il dolore si è intrecciato con il bisogno di giustizia.

La lapide che ricorda la strage di Castello, ci giunga sempre come monito a non dimenticare gli orrori della guerra e dell’importanza di promuovere i valori della pace e della dignità della persona attraverso il dialogo, la tolleranza e la coesione sociale.
E’ necessario continuare a trasmettere alle generazioni future i valori ed i ricordi delle esperienze dei padri.

foto tratta da Facebook Luca Milani

Quello che ricordiamo oggi è stato un crimine di guerra senza attenuanti. Condanniamo l’odio e l’orrore proprio di ciascuna guerra.
Giunga oggi il messaggio di cordoglio del Consiglio Comunale tutto”.

Fit-Cils Toscana: “bisogna portare la tramvia all’Osmannoro!”

“Per sciogliere il nodo del traffico che soffoca Osmannoro la soluzione c’è e si chiama tramvia. Non si può escludere uno dei più importanti poli manifatturieri della Toscana dal progetto che sta rivoluzionando la mobilità a Firenze. Le soluzioni tecniche esistono, basta avere la volontà politica”. A dirlo è il segretario generale della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni.

Il segretario rilancia sull’esigenza di migliorare i collegamenti pubblici con l’area al confine tra i comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio e insieme al segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce, chiede di completare il tunnel dell’alta velocità e il collegamento veloce della stazione Foster con Santa Maria Novella.

Boni, dopo aver ricordato che in questi giorni si sta definendo il tracciato e i finanziamenti delle linee 2 e 4 della tramvia, sottolinea come nel progetto continua a non trovare spazio Osmannoro: “un polo manifatturiero dove ogni giorno si riversano migliaia di persone, da mezza Toscana che non è servito da un servizio pubblico efficiente e puntuale, né dalla stazione di Santa Maria Novella, né da Rifredi, né da Sesto Fiorentino, costringendo i lavoratori e quanti devono raggiungere l’area ad arrangiarsi, ovvero ad utilizzare l’auto”. Per il segretario Fit, invece, ci sono tre possibili soluzioni: due con la linea 4 della tramvia, e una con la linea 2. “Ora o mai più! – dice Boni – Bisogna portare la tramvia all’Osmannoro”.

Per Recce, inoltre, “per completare e integrare al meglio il servizio pubblico crediamo che sia necessario ripartire con i lavori della Tav e realizzare il tunnel fra Campo Marte e Castello e la stazione Foster. Abbiamo bisogno di più binari per risolvere il congestionamento del nodo ferroviario di Firenze e rendere un servizio efficiente e puntuale sia ai pendolari toscani che a quelli dell’AV”, anche attraverso “un collegamento veloce fra la stazione Foster e Santa Maria Novella, attraverso un tapis roulant sotterraneo”.

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