Siena: donna morta dopo cesareo, Regione invia commissione esperti

La commissione d’esperti istituita da Regione Toscana, venerdì 28 giugno andrà all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena per un audit in merito al decesso della donna di 38 anni, avvenuto al policlinico il 14 giugno scorso, in seguito a complicazioni sopraggiunte dopo il parto cesareo d’urgenza effettuato il 29 gennaio scorso. Il pool di esperti analizzerà l’adeguatezza del percorso clinico assistenziale messo in atto dagli operatori delle Scotte.

L’attività di questo audit sarà coordinata dal Centro regionale gestione rischio clinico (GRC), che ha individuato i quattro esperti: il professor Carlo Dani, neonatologo, Università di Firenze, auditor GRC; il professor Federico Mecacci, ginecologo, Università di Firenze, gruppo regionale ostetricia e ginecologia; il dottor Armando Cuttano, neonatologo, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, comitato scientifico GRC; il dottor Gian Luca Bracco, ginecologo, Asl Toscana nord ovest.

All’assessore regionale alla sanità era stata richiesta un’apposita commissione di esperti dalla stessa direzione dell’ Azienda ospedaliero universitaria senese “per analizzare il comportamento dell’ospedale” e “in un’ottica di totale trasparenza” quale “ulteriore strumento di analisi” spiega in una nota l’ospedale “per ricostruire i diversi eventi che hanno caratterizzato il complesso percorso clinico-assistenziale della paziente”.

La donna è morta nel reparto di terapia intensiva delle Scotte dove si trovava in coma farmacologico, in seguito alle complicazioni sopraggiunte dopo il parto cesareo d’urgenza.
Il decesso è avvenuto all’ospedale di Siena lo scorso 14 giugno ma la donna era ricoverata dal 29 gennaio, quando aveva partorito una bambina che gode di ottima salute.

Il marito della donna il giorno dopo il decesso ha presentato esposto ai carabinieri di Siena per far luce sulla vicenda e capire se il parto cesareo d’urgenza poteva essere evitato con uno programmato. Anche una specialista, infatti, si legge sul quotidiano, avrebbe consigliato alla coppia di seguire questa strada prima che alle Scotte venisse dissuasa. La Procura di Siena segue il caso e il pm Valentina Magnini potrebbe disporre l’autopsia sul corpo della donna.

Livorno: porti, siglato accordo per la sicurezza

Firmato oggi a Livorno nella sede dell’Autorità di sistema l’accordo per la sicurezza del lavoro nel porto e nelle industrie dell’area portuale

E’ stato firmato oggi a Livorno il ‘Protocollo per la promozione della sicurezza del lavoro nel porto di Livorno e negli stabilimenti industriali dell’area portuale’. L’accordo prevede una cabina di regia e un nucleo operativo tra le istituzioni per la periodica stesura e attuazione di un ‘Piano di attività’ per la sicurezza sul lavoro in ambito portuale.

Il protocollo è stato sottoscritto dal sindaco Filippo Nogarin insieme a Enrico Rossi governatore della Toscana, e i rappresentanti di Direzione marittima di Livorno, Autorità di sistema, Ispettorato del lavoro, Inail Toscana, vigili del fuoco, Comune di Collesalvetti, Arpat e Asl Toscana Nord Ovest.

“Il 28 marzo scorso – ha commentato Nogarin – Livorno ha pianto la morte di due operai della Labromare. Avevo detto allora che ai lavoratori che operano in ambiente portuale la politica doveva risposte coraggiose in materia di sicurezza e la firma di questo protocollo è un primo passo importante”.

“Con questo atto – ha aggiunto il sindaco – mettiamo insieme tutti gli attori che partecipano all’attività di prevenzione e controllo in materia di sicurezza sul lavoro, promuovendo il coordinamento delle attività e anche la formazione congiunta.Alzeremo così l’asticella di quantità e qualità della sicurezza nel porto e negli stabilimenti industriali che operano all’interno dell’area portuale, con un monitoraggio semestrale dei progressi ottenuti”.

“Tra le particolarità di questo atto voglio sottolinearne una – ha concluso Nogarin – l’organo di coordinamento dei soggetti sottoscrittori, la cabina di regia, potrà essere convocato anche su iniziativa delle associazioni di categoria, inclusi sindacati confederali e sindacati autonomi. Un aspetto sul quale la nostra amministrazione ha voluto puntare”.

A Lucca cartella clinica elettronica C7

Lucca, è stata presentata, nel corso di un incontro all’ospedale San Luca, in occasione di ‘Bright 2018 – La notte dei ricercatori’, la cartella clinica elettronica ‘C7’.

Più trasparenza, facilità di accesso alle informazioni, maggiore efficienza dei processi ed una sempre migliore sicurezza per i pazienti, sono alcuni dei vantaggi della cartella clinica elettronica ‘C7’, nata dalla collaborazione tra l’Asl Toscana nord ovest e Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.

Un progetto, spiega una nota, costruito da enti pubblici ed interamente su basi open source, in uso già da due anni nell’ospedale San Luca di Lucca, come in altre strutture ospedaliere dell’Azienda sanitaria.

Il nuovo modello di gestione digitale dell’assistenza, si spiega, permette una migliore pianificazione e controllo delle attività sanitarie, seguendo il paziente in tutto il suo percorso, ad esempio dal pronto soccorso, alla sala operatoria fino alle degenze, la cui gestione è completamente informatizzata.

Michela Maielli, direttrice dell’ospedale San Luca ed Ennio Bilancini, vicedirettore della Scuola Imt, hanno introdotto e moderato una serie di interventi che hanno spiegato le opportunità offerte dalle tecnologie digitali nella gestione delle attività sanitarie, sia sul piano della qualità e sicurezza clinica, che dell’efficienza economica.

Negli studi condotti sull’applicazione di C7, è emerso ad esempio “un miglioramento dell’efficienza con una riduzione fino al 10% dei tempi per la somministrazione di un farmaco nel passaggio dalla carta ai bit, che se proiettata sull’enorme numero di 1.724.380 somministrazioni gestite in digitale nei primi 8 mesi del 2018 danno un’idea dell’impatto della rivoluzione digitale”.

Marchetti (Fi): stop al ricovero promiscuo nell’ospedale San Luca di Lucca 

Il capogruppo Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ha sollecitato la Giunta toscana ad attivarsi ”con la massima tempestività ed urgenza per ripristinare gli elementari criteri di dignità della persona-paziente imponendo alla Asl Toscana Nord Ovest di intervenire per vietare l’impiego di stanze promiscue nei reparti ospedalieri”, e a dare “indicazioni a tutte le Asl della Toscana affinché simili modelli di organizzazione ospedaliera vengano evitati”.

L’esponente azzurro Marchetti spiega, in una nota, di aver presentato un’interrogazione scritta “sul ricovero di uomini e donne nelle stesse stanze a due letti nell’ospedale San Luca di Lucca non intendo più aspettare” il 30 agosto scorso ma che non avendo avuto ancora risposta porterà “la vicenda in aula. Si tratta di un caso gravissimo e deve essere oggetto di pubblico dibattito istituzionale”.

“Ho presentato subito a fine agosto la prima interrogazione poiché ritenevo inaccettabile anche un solo caso di ricovero promiscuo in un luogo di sofferenza quale normalmente è un ospedale – spiega Marchetti -. In pochi giorni, però sono stato tempestato da segnalazioni simili non solo per quanto riguarda l’ospedale di Lucca, ma anche altri presidi della Asl Nord Ovest, come il Versilia ma non solo. Sto verificando ogni segnalazione ma intanto questa è materia che va portata all’attenzione in maniera pubblica affinché la Regione prenda una posizione chiara nel più alto spazio istituzionale, ovvero il parlamento della Toscana”.

Livorno: firmato accordo per nuovo ospedale e riqualificazione spazi

“Ora Livorno potrà avere un nuovo ospedale. Esprimo vivissima soddisfazione anche perché questa città lo merita e perché mi sarebbe dispiaciuto chiudere il mio mandato senza aver colto questo obiettivo”.

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta così la firma che ha posto questa mattina insieme al sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, e alla direttrice generale della Asl Toscana nord ovest, Maria Teresa De Lauretis, sull’accordo che sancisce la definitiva decadenza di quello sottoscritto nel maggio 2010 e che prevedeva un nuovo ospedale a Montenero, per giungere a questa nuova intesa che, in cinque articoli, dà mandato ad una commissione tecnica mista, composta dai soggetti firmatari, di “approfondire la percorribilità della soluzione che coinvolge l’area ex Pirelli al fine della realizzazione in tale area di una parte nuova ospedaliera (blocco per la degenza) e del mantenimento dei padiglioni più recenti dell’attuale ospedale che sono a norma”. Per farlo ha quattro mesi di tempo a partire da oggi.

“Mi auguro – aggiunge il presidente Rossi – di poter arrivare, entro il 2020, a finanziare questa realizzazione. Intanto ringrazio l’assessore Saccardi, il direttore De Lauretis e il sindaco Nogarin, che ci hanno permesso di arrivare alla firma di oggi”.

“La Regione – ha aggiunto l’assessore al diritto alla salute Saccardi – vuol dare una risposta adeguata alla città di Livorno, che lo merita. Abbiamo superato la fase di stallo e abbiamo trovato un accordo con il quale, oltre a dare l’incarico alla commissione tecnica, abbiamo deciso di trasferire al Comune le risorse che avevamo stanziato per le opere di urbanizzazione che sarebbero state realizzate a Montenero. Questo è l’ultimo degli ospedali della Toscana rimasto davvero molto datato. Anche perché in questi anni ci siamo dotati dei quattro nuovi ospedali della Toscana del nord, abbiamo rinnovato Careggi e Santa Maria Nuova e abbiamo progetti per interventi a Torregalli e a Ponte a Niccheri, a Firenze”.

“Quella di oggi è una grande giornata per la città di Livorno – sottolinea il sindaco Nogarin -. Finalmente siamo riusciti a raggiungere un’intesa che ci permetterà di riqualificare e modernizzare l’ospedale cittadino, senza bisogno di realizzare nuove costruzioni o andare a cementificare aree di pregio come quella di Montenero. Quello che mi auguro però è che da questo momento si possa cominciare a parlare di sanità e non di strutture, di contenuti più che di contenitori. Certo, l’ospedale è fondamentale, ma non tutto il sistema sanitario di una città può essere ridotto a questo. Questa è la vera sfida che abbiamo davanti per i prossimi mesi”.

“Il presidente Rossi – ha detto da parte sua il direttore generale De Lauretis – si è impegnato a finanziare i lavori per l’ospedale di Livorno prima della fine del suo mandato: raccogliamo la sua sfida a presentare, entro i 120 giorni previsti dall’accordo di programma appena firmato, un nuovo progetto condiviso che possa tracciare la rotta della sanità livornese dei prossimi anni e risolvere una serie di criticità non più rimandabili”.

Sanità, Regione Toscana finanzia 32 corsi per Operatori Socio Sanitari

Verranno formati un totale di 960 operatori. I corsi si terranno nelle tre aziende sanitarie (Toscana centro, sud est e nord ovest) e nelle tre aziende ospedaliero universitarie toscane (Careggi, Pisa e Siena).

Corsi per operatore socio sanitario (OSS) nelle aziende sanitarie toscane. Per l’anno 2017-2018 la Regione ne finanzia 32, per complessivi 960 posti, per un importo totale di 390.000 euro. Lo stabilisce una delibera portata in giunta dall’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata nel corso dell’ultima seduta. I corsi si terranno nelle tre aziende sanitarie (Toscana centro, sud est e nord ovest) e nelle tre aziende ospedaliero universitarie toscane (Careggi, Pisa e Siena).

Il percorso formativo per conseguire la qualifica di OSS ha una durata complessiva di 1.000 ore. In Toscana, il totale dei qualificati OSS dal 2002 al 2015 è stato di circa 18.600 operatori. Nell’anno 2016-2017 sono in formazione circa 990 allievi. Gli operatori OSS presenti a tempo indeterminato nelle aziende sanitarie toscane al 31 dicembre 2016 erano complessivamente 5.649. Per gli allievi, la quota di iscrizione a loro carico è di 1.000 euro per l’intera durata di 1.000 ore, e di 500 euro per i percorsi abbreviati.

La Regione promuove e valorizza la figura dell’operatore socio sanitario e programma annualmente i corsi di formazione per il rilascio della qualifica. I corsi sono erogati attraverso le aziende sanitarie , sulla base del fabbisogno rilevato annualmente. Il corso per OSS vuole fornire una formazione specifica di carattere teorico e tecnico-pratico per un profilo assistenziale polivalente, in grado di intervenire nelle situazioni caratterizzate dalla mancanza di autonomia psicofisica dell’assistito, con un approccio che privilegia l’attenzione alla persona, alle sue esigenze, alle potenzialità residue. L’OSS svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, in servizi di tipo socioassistenziale e socio-sanitario, residenziali o semiresidenziali, in ambiente ospedaliero e al domicilio dell’assistito.

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