Coronavirus: negativo test per caso sospetto a Livorno

Un livornese di circa 60 anni è stato ricoverato ieri all’ospedale di Livorno nel reparto di malattie infettive come caso sospetto di coronavirus ed è risultato negativo alle analisi.

L’uomo, spiega una nota, tornato domenica scorsa da Shangai per un viaggio di lavoro, ha accusato uno stato di malessere generale ed ha chiamato il 118. È stato così prontamente attivato il protocollo di isolamento previsto a livello nazionale.
L’uomo era stato ricoverato ieri all’ospedale di Livorno, nel reparto di malattie infettive direttore dal dott.Spartaco Sani che oggi commenta: “Il paziente ha seguito correttamente tutte le indicazioni rivolgendosi direttamente al 118 senza passare dal pronto soccorso e le nostre strutture hanno superato la prova mettendo in atto tutte le procedure previste dai protocolli”.
In una nota l’Asl Toscana nord ovest spiega anche che il laboratorio di virologia dell’Azienda ospedaliera senese che ha eseguito le analisi per verificare se si trattasse di un caso di coronavirus “nell’arco di 4 ore ha comunicato l’esito” negativo.

Batterio Ndm, infettivologo: 132 i casi in Toscana Nord ovest, mortalità al 34%

I casi di New Delhi nell’Asl Toscana Nord ovest sono 132 con una mortalità del 34%, pari quindi a 45 decessi. Questo è quanto afferma l’infettivologo Francesco Menichetti, direttore dell’unità operativa di malattie infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria pisana. Secondo il medico sarebbe ora di sperimentare nuove strade perchè “la posta in gioco è troppo alta”. A Pisa creato un reparto dedicato al trattamento delle infezione del Ngm.

“Contro questi nuovi nemici, sempre più pericolosi, servono alleanze strategiche e collaborazioni internazionali”, è l’appello di Menichetti. Secondo l’infettivologo, bisogna non solo incentivare la ricerca antibiotica ma anche lavorare su anticorpi monoclonali e vaccini perchè “le infezioni da germi multiresistenti, se non debellate, diventeranno la principale causa di morte negli anni a venire”.
Anche l’organizzazione sanitaria deve prepararsi per provare a vincere la sfida dell’infection control: c’è necessità, secondo Menichetti, di varare varando un rigido sistema di regole e di verifica che esse siano realmente rispettate. Esse devono essere seguite non solo dagli operatori sanitari, ma anche da tutte quelle persone che frequentano quotidianamente gli ospedali come visitatori, parenti dei degenti, fornitori, addetti alle pulizie e manutentori.
A Pisa, come spiegato dal direttore sanitario dell’Aopu pisana Grazia Luchini, per il trattamento delle infezioni del New Delhi, è stato “realizzato un ‘reparto’ dedicato di 12 letti, in una porzione delle Medicine. In esso sono in vigore una serie di precauzioni per limitare il più possibile il rischio di contaminazioni esterne.

Chiusa cucina mensa nel Pisano: igiene scarsa e presenza blatte

E’ stato chiuso un centro cottura dopo l’ispezione dei Nas di Livorno. Gli agenti hanno trovato blatte morte, materiale non pertinente all’attività e complessiva scarsità di igiene del laboratorio di preparazione degli alimenti. Disposto anche la chiusura di un’altra struttura di preparazione e somministrazione alimenti per diete speciali, in un centro cottura per la refezione scolastica.

I provvedimenti sono stati presi dopo le ispezioni dei carabinieri del Nas che hanno accertato numerose irregolarità. I Nas di Livorno, insieme agli ispettori dell’Asl Toscana Nord Ovest, ha sospeso l’attività di ristorazione collettiva del centro di cottura di una mensa che rifornisce di pasti nove istituti scolastici della provincia di Pisa. Sono state trovate blatte morte ma anche materiale non pertinente all’attività rendendo precaria la condizione igienica del locale. Lo rende noto il sito del Ministero della Salute.
Sospeso dall’Asl Toscana Sud-Est, su richiesta del Nas di Firenze, un centro cottura per la refezione scolastica che si occupava della preparazione e della somministrazione di alimenti per diete speciali. Durante un’ispezione i militari avrebbero “riscontrato la mancata attuazione delle procedure Haccp relativamente alle modalità operative di preparazione delle ‘diete speciali’, poiché svolta contemporaneamente alla preparazione dei pasti convenzionali, con conseguente rischio per la sicurezza alimentare. Presenti inoltre carenze igienico sanitarie/strutturali  come scaffalature con presenza di ruggine e guarnizioni frigoriferi sporche e parzialmente rotte. Omessa inoltre l’indicazione degli allergeni sui menù esposti nella zona aperta al pubblico adibita a self-service.

‘Tempo tuta’ vale 10 minuti, infermieri Livorno vincono causa

“Riconosciuto il diritto di vedersi retribuito il tempo per indossare la divisa”: lo stabilisce una sentenza del giudice del lavoro di Livorno, che ha accolto il ricorso degli infermieri dipendenti della ex Usl 6, patrocinati dal sindacato Nursind, riconoscendo il risarcimento economico del tempo necessario a indossare il camice, il cosiddetto ‘Tempo tuta’.

E’ di 10 minuti giornalieri il tempo stabilito dal giudice per le operazioni di vestizione e svestizione, da includere nell’orario di lavoro. La causa ha affrontato la più generale questione del ‘tempo tuta’, cioè se va retribuito o meno il tempo necessario al cambio dei vestiti negli ambienti dove si deve indossare abbigliamento da lavoro.

Questa sentenza, spiega Nursind in una nota, stabilisce risarcimenti da 750 a 2.500 euro per gli infermieri ricorrenti relativi ai cinque anni precedenti l’inizio della causa e impone all’Asl Toscana Nord Ovest il pagamento delle spese processuali; il Nursind sta già predisponendo ulteriori ricorsi per centinaia di infermieri della zona livornese.

“Siamo orgogliosi della vittoria ottenuta al termine di un procedimento lungo cinque anni”, ha commentato così la sentenza Roberta Sassu, segretario territoriale del Nursind. “Il sindacato – ha aggiunto Sassu – insieme ai suoi iscritti ha intrapreso questa causa che ha portato al riconoscimento del diritto di ogni lavoratore di vedersi incluso nell’orario di lavoro il tempo impiegato nella vestizione e svestizione degli indumenti di lavoro, ammettendo che il tempo necessario a tale attività il lavoratore si trova al servizio dell’azienda a disposizione del datore di lavoro”. “Questa attività è necessaria – continua la sindacalista – per l’adempimento degli obblighi di legge in tema di igiene e sicurezza e ancor più fondamentale se pensiamo anche alle circostanze che stiamo vivendo in questo periodo in merito alle infezioni ospedaliere che purtroppo affliggono i presidi sanitari”.

Teleconsulto pediatrico, al via convenzione tra Meyer e Asl Nord Ovest

Il teleconsulto pediatrico entrerà in funzione a partire dall’ospedale di Portoferraio all’isola d’Elba, per arrivare a coinvolgere, progressivamente, gli altri dodici ospedali presenti nel territorio dell’Asl. D’ora in avanti, grazie a questo innovativo sistema telematico, i professionisti delle due realtà collaboreranno quotidianamente per migliorare l’assistenza dei piccoli pazienti; si tratta di un altro importante tassello che va ad aggiungersi alla Rete pediatrica regionale.

Da circa un anno, questo sistema è operativo tra il Meyer e alcuni degli ospedali che fanno parte dell’Asl Toscana Centro e la Rete pediatrica regionale si avvale già di un servizio di consulenza clinica ed ecocardiografica garantito dalla collaborazione tra il Meyer e la Fondazione Monasterio. Adesso questa modalità di consulenza tramite il teleconsulto pediatrico si allarga: le specialità coinvolte, nella fase iniziale, sono tre – Radiologia, Pronto soccorso e Trauma Center – ma l’obiettivo è quello di estenderlo a tutti i settori.

“La Regione Toscana ha puntato molto sul modello a rete, in molti settori del nostro sistema sanitario – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – La rete pediatrica regionale è nata per assicurare a tutti i bambini toscani, ovunque essi vivano, la stessa elevata qualità di cure. Questa è una sfida che coinvolge tanti professionisti toscani e l’ospedale pediatrico Meyer, a cui la legge regionale ha affidato il ruolo di governo ooerativo e coordinamento del network. In questo modo, l’alta professionalità degli specialisti del Meyer potrà dare risposte ai piccoli pazienti e alle loro famiglie, nel luogo più vicino alla loro abitazione. Si comincia dall’isola d’Elba, poi il progetto si allargherà agli altri ospedali”.

“L’innovazione tecnologica è fattore decisivo anche nel miglioramento dei sevizi sanitari – è il commento del consigliere regionale Gianni Anselmi,  espressione del territorio – Il fatto che il teleconsulto pediatrico fra il Meyer e gli ospedali dell’Asl nord ovest parta da Portoferraio è un segnale significativo della rilevanza che la telemedicina può avere per i territori periferici, ed è coerente con l’investimento nella dotazione strumentale compiuto recentemente nel territorio elbano, che ho condiviso con l’assessore Saccardi”.

Il sistema prevede lo scambio per via informatica di dati sanitari e soprattutto di immagini tra gli specialisti degli ospedali coinvolti nel progetto. Questo permette una risposta preventiva sulle modalità di conduzione degli esami clinici e sulla migliore scelta diagnostica e terapeutica da effettuare. Questo sistema consente anche di chiedere e ottenere una cosiddetta second opinion.

Il sistema di teleconsulto pediatrico avviene su supporto informatico (supporto di Estar): grazie al quale ogni professionista delle Unità operative degli ospedali dell’Area nord ovest potrà interfacciarsi con il Meyer, per scambiare dati per condurre indagini diagnostiche e definire diagnosi e cura. Ogni quesito posto contempla una risposta con firma digitale, così come ogni richiesta avrà un ordine di urgenza, con una precisa tempistica da osservare per la riposta. L’aspetto fondamentale del sistema è infatti rappresentato dalla possibilità di condividere in massima sicurezza e tutela della privacy dati sanitari per migliorare i percorsi diagnostici e di cura dei bambini. L’obiettivo, quindi, è quello di costruire e consolidare reti professionali multidisciplinari che, basandosi su uno scambio sicuro di informazioni, possa migliorare l’accessibilità alle cure dei pazienti pediatrici.

Il sistema di teleconsulto pediatrico entrerà in vigore a partire dall’ospedale di Portoferraio all’isola d’Elba, che ha beneficiato anche di un finanziamento ministeriale per la dotazione infrastrutturale necessaria per avvalersi della telemedicina, nell’ambito di un progetto per le Reti Cliniche per la telemedicina nelle Piccole Isole. Anche i professionisti isolani quindi saranno connessi con gli specialisti del Meyer per la corretta presa in carico dei percorsi assistenziali pediatrici.

Elisoccorso: da Regione Toscana stanziati 18 mln nel 2019

Ammontano a 18,3 milioni di euro destinate dalla Regione per lo svolgimento del servizio di elisoccorso nel 2019: lo stabilisce una delibera approvata nel corso dell’ultima seduta della Giunta toscana, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi.

Il finanziamento complessivo, spiega una nota, sarà così ripartito: 6,7 milioni per l’azienda sanitaria Toscana nord ovest (dove opera l’apparecchio Pegaso 3), 7,5 milioni per la Toscana sud est (Pegaso 2) e 4,1 milioni alla Asl Toscana centro, dove è in servizio il Pegaso 1 (Firenze). Gli elicotteri Pegaso 2 e 3 svolgono anche servizio di elisoccorso notturno mentre il Pegaso 1 solo diurno.

Nel 2018 gli elicotteri Pegaso hanno effettuato 2.541 missioni di soccorso sanitario (Hems) che hanno garantito il trasporto del paziente direttamente dal luogo dell’evento all’ospedale; nel 2017 le missioni erano state 2.170, nel 2016, 2.056.

“Il servizio di elisoccorso è prezioso perché consente di prestare assistenza in tempi rapidi in ogni lembo della Toscana, sulle isole e nei luoghi più difficilmente raggiungibili dalle ambulanze – sottolinea l’assessore Stefania Saccardi – In questi anni abbiamo cercato sempre di migliorarlo, rafforzarlo e renderlo più efficiente. Dal novembre 2017, per esempio, sul Pegaso 2 che vola da Grosseto, è in funzione la tecnologia Nvg, che consente di aumentare la qualità e la sicurezza del volo notturno”.

La tecnologia Nvg (Night vision goggles) consiste in visori a intensificazione di luce, che consentono ai piloti una visione migliore durante il volo notturno. Nel 2018, il Pegaso 2 di Grosseto ha svolto 254 missioni notturne, 51 delle quali sono state portate a termine solo grazie all’ausilio dei visori notturni.

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