Migranti: lite in centro di accoglienza nel Pistoiese, un arresto

A seguito di una lite in un centro di accoglienza nel Pistoiese un 21enne ha minacciato un altro ospite e un operatore della struttura con un coltello

Un 21enne, ospite di un centro di accoglienza del Pistoiese, è stato arrestato dai carabinieri al termine di un acceso diverbio avvenuto fra due ospiti della struttura.

L’uomo, al culmine di un litigio con un altro ospite, un 19enne, ha afferrato un coltello prelevandolo dalla cucina della struttura e ha affrontato il rivale minacciando di colpirlo.

La stessa minaccia è stata poi rivolta ad un operatore della cooperativa che gestisce il centro, un 29enne pistoiese, che era intervenuto per sedare gli animi e per calmare il giovane. I militari, arrivati sul posto, sono riusciti a disarmare il 21enne che ha tentato di opporsi dando in escandescenze prima di essere definitivamente bloccato.

Il giovane è stato arrestato per resistenza e denunciato per la minaccia aggravata dall’uso del coltello e per il porto abusivo della stessa arma. Su disposizione della procura dopo la formalizzazione dell’arresto è stato trasferito ai domiciliari in un’altra struttura di accoglienza del Pistoiese, in attesa della direttissima di oggi presso il tribunale di Pistoia.

Truffe ad anziani, quattro arresti banda attiva in Lazio e Toscana

Arrestate quattro persone, una banda che truffava anziani in particolare in Lazio e in Toscana. Si spostavano da Napoli agendo con ‘spietatezza e accanimento’

I Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, al termine di un’indagine durata circa due anni, hanno arrestato 4 persone, tutte di Napoli, parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti ed altro in danno di anziani, con proventi che oscillano tra i 500 e i 10.000 euro a colpo e, in un caso accertato fino a 70.000 euro. L’organizzazione sgominata dai Carabinieri, aveva esteso la sua attività criminale in ambito nazionale, in particolare tra il Lazio e la Toscana.

Il modus operandi, spiegano i carabinieri si “avvaleva di un preciso copione, elaborato e collaudato da truffatori veterani e di consolidata esperienza, le vittime prescelte erano perlopiù pensionati nei confronti dei quali gli indagati hanno dimostrato particolare spietatezza e accanimento, anche quando queste manifestavano visibili precarie condizioni di salute fisica e mentale”.

Nel corso delle perquisizioni i Carabinieri hanno potuto constatare che gli ampi appartamenti in cui vivevano gli arrestati erano arredati di lusso estremo che stride con la loro condizione ufficiale di disoccupati e nullatenenti.

Diverbio tra due operai a Pistoia, uno finisce in ospedale

Un diverbio tra due operai di uno stabilimento a Pistoia si è concluso col ricovero in ospedale di una persona, non in pericolo di vita. Si cerca ancora l’aggressore

E’ terminato con una persona ricoverata in ospedale un diverbio, all’interno dello stabilimento Hitachi Rail (società estranea ai fatti ndr) di via Ciliegiole a Pistoia, tra due operai dipendenti di una ditta esterna all’Hitachi che stavano eseguendo dei lavori all’interno di una carrozza in costruzione.

Uno dei due contendenti, un 30enne di Serravalle Pistoiese (Pistoia), al culmine del litigio avvenuto questa mattina intorno alle 7.30, ha colpito al fianco sinistro il collega, un 40enne di Pistoia con un oggetto acuminato non meglio individuato. A quel punto, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri intervenuti sul posto, il 30enne si sarebbe subito allontanato dallo stabilimento ed è tuttora irreperibile. Il ferito, trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia, è stato medicato e ricoverato perché dovrà essere sottoposto ad un piccolo intervento: non è in pericolo di vita. Sulla vicenda stanno indagando i militari del Norm di Pistoia.

Bancomat gli trattiene carta e lui lo distrugge, denunciato

È successo a Sansepolcro in provincia di Arezzo. Il bancomat non gli restituisce la tessera e lui distrugge la macchinetta, denunciato

L’uomo, un 60enne già noto alle forze dell’ordine, la scorsa notte è tornato sul posto e armato di martello e pietre ha letteralmente devastato il bancomat, a Sansepolcro (Arezzo), nel tentativo di recuperare la carta che gli era stata trattenuta dal dispositivo probabilmente per aver più volte digitato erroneamente il codice personale. Individuato dai carabinieri nella prima mattinata di oggi e interrogato con l’assistenza del proprio difensore, il 60enne ha ammesso l’accaduto precisando che già in occasione di un precedente tentativo di prelievo effettuato presso una banca vicina gli era stata ritirata un’altra carta bancomat.

Estorsioni a imprenditori Massa, sette custodie cautelari

In manette sono finiti Sergio Romano (53 anni, di Napoli), Giovanni Formicola (67, Portici), Carmine Romano (51, di Napoli), Massimo Di Stefano (57, di Catanzaro) e Fabrizio Micheli (46, Sassari).

Ai domiciliari invece sono finiti Nicola Mari (35 di Massa) e Alessandro Puccetti (53, di Massa), dipendente della Provincia di Massa. Per non destare sospetti i 5 finiti in carcere avevano messo in piedi una società fittizia, la My Way di intermediazione al credito.

Le indagini sono partite nel 2017 dopo la denuncia di un imprenditore che aveva subito minacce e ricatti dopo che aveva acquistato all’asta l’immobile di una amica del gruppo. Dalle indagini è emerso anche che il gruppo aveva messo in piedi una serie di truffe coinvolgendo il direttore di una filiale del Mps di Massa. Il funzionario faceva avere piccoli prestiti alle persone presentate dal gruppo che usavano falsi documenti di identità per poi non restituire nulla alla banca. Da complice il direttore si è trasformato però in vittima: gli arrestati gli hanno fatto credere che quelle persone lo avrebbero denunciato per truffa e che per metterli a tacere doveva pagarli. Il direttore ha così versato in un anno quasi 100 mila euro.

L’operazione dei carabinieri di Massa Carrara, coordinati dal pm Federico Manotti della Dda di Genova, ha portato a l’emissione di sette custodie cautelari, cinque in carcere e due ai domiciliari. Secondo l’accusa il gruppo avrebbe messo in piedi un giro di estorsioni nei confronti di almeno tre persone, tra imprenditori e direttori di banca, nella Lunigiana.

A far parte del sodalizio criminale tre persone legate alla criminalità organizzata. In particolare due sarebbero contigui alla camorra, mentre una terza persona a una cosca calabrese.
Quest’ultimo ha già una condanna definitiva per 416 bis. L’accusa nei loro confronti è di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Maggiori dettagli verranno forniti nel corso di una conferenza stampa alle 16 in procura a Genova.

Carmine Romano e Massimo Di Stefano nelle ultime settimane “hanno infittito rapporti con due da loro chiamati ‘i siciliani’ sia per riavvicinare il direttore di banca loro vittima ed avviare nuove pratiche di finanziamento ad aziende che operano nel settore nautico viareggino, sia per offrire a costoro un servizio di ‘protezione’ dietro corresponsione di una percentuale sui profitti delle attività dei medesimi”. E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip.

Per il giudice c’è quindi un pericolo di reiterazione del reato che si “evince dalle modalità e gravità delle condotte poste in essere con indiscussa “professionalità” (sintomatica di un’attività criminale abituale e ben rodata), e dalla pericolosità sociale di costoro, ricavabile anche dalla sistematicità con cui parrebbero essere dediti alla commissione di questo tipo di reati, nonché dal fatto che trattasi di soggetti per lo più privi di stabili e lecite fonti di sostentamento”.


Massimo Di Stefano, Carmine Romano e Sergio Romano, inoltre, sono dediti alla falsificazione di banconote e titoli di credito usando una tipografia di Massa (oggi posta sotto sequestro). I tre, secondo gli inquirenti, avrebbero stampato otto titoli di credito per un importo complessivo di 15 milioni

“È una delle prime operazioni – ha sottolineato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi – che dimostra come a Massa vi siano infiltrazioni di soggetti provenienti da altre zone ad alta intensità mafiosa che inquinano il tessuto economico locale”.

“Si tratta di criminali di spessore – ha sottolineato il comandante del nucleo investigativo di Massa Tiziano Marchi – che in un anno ha messo in piedi un giro di oltre 400 mila euro”. Le indagini proseguono perché secondo gli inquirenti il gruppo potrebbe avere messo in piedi anche un giro di usura.

 

Prostituzione: chiuso centro massaggi a ‘luci rosse’

Chiuso e sottoposto a sequestro un centro massaggi a ‘luci rosse’ a Quarrata (Pistoia), denunciata la titolare dell’attività

Chiuso e sottoposto a sequestro a Quarrata (Pistoia) un centro massaggi, che in realtà si è rivelato essere una casa di appuntamenti. La titolare del centro, una cittadina 44enne, residente a Massa, è stata denunciata per sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.

Nel corso dell’ispezione effettuata dai carabinieri è stato identificato un cliente, appena uscito dall’immobile dove si trova il centro, il quale non ha potuto fare altro che confermare la natura delle prestazioni appena ricevute e pagate 50 euro. All’interno dell’immobile è stata identificata una cittadina irregolare sul territorio nazionale e reperiti numerosi profilattici e altri prodotti utilizzati nella circostanza, nonché centinaia di euro in contanti, ritenute dagli inquirenti frutto degli appuntamenti con i clienti precedenti.

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