Rifiuti speciali pericolosi: denunciato imprenditore a Firenze

Rifiuti speciali pericolosi: diciassette veicoli, per lo più furgonati, non più funzionanti e in parte privi di elementi essenziali, posteggiati in modo caotico. Alcuni veicoli smontati e utilizzati per ricavare pezzi di ricambio per veicoli della stessa società, ancora utilizzati. Era presente inoltre, all’interno di un cassone, un motore di veicolo non bonificato. E’ quanto hanno trovato i Militari della Stazione Carabinieri forestale di Ceppeto che hanno svolto in Comune di Campi Bisenzio un servizio coordinato con la Stazione Carabinieri di Campi Bisenzio, finalizzato ai controlli sulla corretta gestione dei rifiuti sul territorio.

Rifiuti speciali pericolosi:  veicoli erano dunque classificabili come ”fuori uso” poiché mancanti di parti essenziali o in stato di abbandono prolungato nel tempo, pertanto non più marcianti e qualificabili come rifiuti speciali ai sensi del Testo unico ambientale e in quanto tali destinati alla rottamazione presso un centro di raccolta autorizzato.

Lo stoccaggio e il trattamento, cioè lo smontaggio per il riutilizzo di parti di essi, rappresenta una forma di gestione non autorizzata. Il Presidente del Consiglio di amministrazione della società veniva denunciato all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi, sanzionata dal Testo Unico Ambientale (Tua), in quanto effettuata in assenza di autorizzazioni.

Livorno: anziano morto, arrestati per omicidio ex badante e compagno

Livorno, una coppia di conviventi livornesi, 46 anni lui e 49 lei, sono stati arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip, con l’accusa di omicidio volontario e rapina aggravata in concorso nei confronti di un uomo di 94 anni, trovato morto lo scorso 27 agosto nel suo appartamento in centro a Livorno.

 

Su ordine della Procura di Livorno, che ha diretto le indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Livorno e del Nucleo Investigativo di Livorno hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del locale Tribunale nei confronti di un uomo e una donna conviventi, ritenuti responsabili dell’omicidio volontario, della rapina aggravata e del furto aggravato di un uomo di 94 anni che lo scorso 27 agosto era stato trovato senza vita in casa in zona Garibaldi, a Livorno, dai sanitari del 118 allertato dal figlio che non riceveva dal padre risposte alle sue insistenti telefonate.

L’esame preliminare effettuato sul posto dal medico legale e le tracce trovate dai militari fornirono da subito conferme sulla morte violenta del 94enne ucciso, secondo gli investigatori, da una donna, che già in passato aveva assistito l’anziano come badante, e dal suo compagno convivente. I due, approfittando dello stretto rapporto di confidenza e di natura affettiva con la vittima, nel pomeriggio del 27 agosto scorso, lo immobilizzarono per poi ucciderlo, spaccando la cassettina nascosta dietro lo specchio del bagno che i due sapevano contenere gioielli e soldi.

A causare la morte, verosimilmente, un evento traumatico che potrebbe aver portato al decesso per asfissia dell’anziano livornese. I due sono stati portati rispettivamente alla Casa Circondariale di Livorno e nella sezione femminile di quella Pisa.

Femminicidio dopo cena insieme, a Monterotondo è lutto cittadino

Grosseto, ha accostato l’auto a bordo di una strada statale in aperta campagna, in una zona isolata della Maremma, e ha ucciso la sua compagna, forse in una lite: questa una prima ricostruzione che emerge sul femminicidio della notte scorsa nel territorio di Monterotondo Marittimo, vicenda dove l’uomo ha telefonato al 112 confessando ai Carabinieri il delitto e chiamando i soccorsi.

La vittima di questo ennesimo femminicidio si chiama Silvia Manetti, 46 anni, vedova, madre di due figli di 10 e 14 anni: lavorava in un locale di Monterotondo, paese dove la coppia aveva deciso di trasferirsi da poco tempo, con il consolidarsi della loro relazione.

Ad ucciderla il nuovo compagno, Nicola Stefanini, 48 anni, operaio in un’azienda del posto. Sempre secondo le ricostruzioni dei Carabinieri, la coppia era stata ieri sera a cena fuori. Poi in auto i due si sono spostati nell’interno, verso località Campetroso, luogo dell’omicidio distante una ventina di chilometri dal capoluogo, Monterotondo. Sempre secondo una ricostruzione, il 48enne guidava l’auto e l’ha accostata sul bordo della statale 398 tra campi coltivati a vigne e oliveti, in un posto appartato.

Silvia Manetti è stata trovata uccisa nel posto del passeggero, mentre il coltello a serramanico usato dall’omicida è stato trovato sul sedile di guida. Nei pressi non ci sono abitazioni, neanche isolate, più distante si raggiunge un santuario. L’auto è stata posta sotto sequestro. Nicola Stefanini è stato condotto, sotto choc, nella caserma di Massa Marittima ed è in attesa di essere trasferito in carcere. Il pm Anna Pensabene interrogherà l’uomo quando sarà nelle condizioni adatte.

Silvia Manetti era originaria di Altopascio (Lucca), mentre Nicola Stefanini era di Volterra (Pisa). Secondo quanto appreso ancora, la coppia aveva festeggiato la sera di mercoledì 11 agosto cenando insieme in un locale di Suvereto (Livorno) il terzo anno della loro relazione sentimentale, periodo che ricorre in questi giorni.

Anche su Fb c’è traccia di questo aspetto della vicenda. Nicola Stefanini in un post di due giorni fa scrive allegando una foto con la compagna: “Tu che sei l’essenza dei giorni miei, auguri amore mio. Oggi son 3 anni che mi sopporti”. La frase è corredata da cuoricini alternati a figure di teschi.

“Le istituzioni, la rete parentale ed amicale, i parenti e gli amici, hanno formato una catena solidale di tutela dei figli della vittima per aiutarli a guardare al futuro – ha affermato il sindaco di Monterotondo Marittimo (Grosseto), Giacomo Termine, inoltre – insieme alla giunta ed al consiglio comunale, anche per sottolineare la condanna e ricordare la donna uccisa, abbiamo deciso di proclamare la giornata di lutto cittadino” a Monterotondo per domani.

“La tragedia di oggi ha sconvolto il nostro paese – ha detto il sindaco Giacomo Termine – Mai avremmo nemmeno potuto pensare che nella nostra piccola comunità potesse accadere un gesto simile, isolato, che getta ancora più sgomento e preoccupazione su una tematica come la violenza di genere. L’omicidio di una donna, una madre di due bambini, è una ferita profonda che ci avvicina alle cronache dei femminicidi, purtroppo sempre più frequenti in Italia”.

Spaccio di droga in Toscana, 4 arresti e 18 indagati

Siena, smantellato dai carabinieri di Firenze e Siena, con quattro arresti e altri 18 indagati, un grande giro di spaccio di droga nella Toscana interna che risulta essere lo stesso su cui c’erano state a suo tempo indagini per la morte per overdose della ex ciclista professionista Ilaria Rinaldi, trovata senza vita nella sua abitazione di Gambassi Terme nell’aprile del 2018.

Stavolta sono state individuate due basi dello spaccio di droga: cocaina, hashish ed eroina a Siena e Castelfiorentino. L’operazione ‘Bastione’ ha portato all’arresto di quattro persone in flagranza di reato, due su ordinanza di custodia cautelare, mentre altre 18 persone sono state deferite in stato di libertà. I carabinieri, durante l’operazione, hanno sequestrato oltre un chilo di cocaina, tre chili di marijuana e 900 grammi di hashish. Tra gli indagati ci sono alcune donne, fidanzate con i membri della banda, che si occupavano del trasporto della droga nascondendola nella biancheria intima indossata. Anche durante il periodo di lockdown, dovuto all’emergenza sanitaria, l’attività non si è mai fermata.

Secondo quanto ricostruito con le indagini, con una maggiorazione dei prezzi di vendita, la droga, veniva consegnata a domicilio, utilizzando le mascherine chirurgiche per nascondere le dosi. Per evitare i controlli in periodo di pandemia, i pusher, sostenevano di non poter togliere la mascherina perché venuti a contatto con positivi al virus. E’ di circa 40.000 euro il mese i ricavi finora stimati nelle indagini su questo circuito di spacciatori.

Le indagini coordinate in un primo momento dalla procura di Siena, sono state avviate nel 2019 dopo l’arresto, nel centro storico della città del Palio, di uno spacciatore in possesso di due kg di marijuana. Attraverso l’attività investigativa e le intercettazioni, i carabinieri hanno ricostruito il flusso del traffico di droga che transitava prima da Firenze e poi portava a Pisa, che è centro di approvvigionamento degli stupefacenti.

Il flusso di informazioni ha collegato l’indagine con quella, in corso da parte della procura, sulla morte della ex ciclista professionista Ilaria Rinaldi, che fu trovata senza vita sul pavimento della sua abitazione a Gambassi Terme nell’aprile del 2018. Quella indagine, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, aveva permesso di monitorare il giro di spaccio: la banda vendeva droghe in diverse località tra Siena e Firenze. Le indagini hanno così portato alla luce un articolato e ramificato giro di spaccio in diversi comuni del Senese e del Fiorentino tra cui Siena, Monteriggioni, Colle di Val d’Elsa, San Gimignano, Poggibonsi, Certaldo, Castelfiorentino, Gambassi Terme, Montaione, Barberino Valdelsa, Montelupo e Pontedera.

Uomo muore carbonizzato a Pelago dopo incidente con auto

Un uomo di 38 anni di Reggello (Firenze) è morto carbonizzato nel rogo della sua auto che si è incendiata dopo essere uscita di strada.

E’ accaduto la notte scorsa nel comune di Pelago in provincia di Firenze, lungo la via Vallombrosana. Sul posto sono intervenuti oltre che i carabinieri, anche i vigili del fuoco e personale sanitario. Secondo quanto ricostruito, anche grazie al racconto di alcuni testimoni che hanno assistito alla scena, l’uomo, che era solo in auto, avrebbe perso il controllo della vettura all’altezza di una curva, finendo in un fosso.

Mentre cercava di accelerare per uscire dal fossato, la vettura, una vecchia Fiat Panda, ha preso fuoco, probabilmente a causa della fuoriuscita di liquidi dovuta all’urto.

Il 38enne in un primo tempo non si è accorto di nulla, rimanendo nell’abitacolo col motore acceso. Sono stati alcuni automobilisti che si erano fermati per prestargli soccorso ad avvisarlo delle fiamme che stavano avvolgendo la macchina.

L’uomo a questo punto è uscito, ma è stato avvolto dalle fiamme. Il cadavere, carbonizzato, dell’uomo è stato recuperato a circa due metri dalla vettura, che è andata completamente distrutta. Accertamenti dei vigili del fuoco sono in corso per risalire alle cause che hanno scatenato l’incendio.

Rave party nel Pisano finito, ma grave un 19nne che ha bevuto antigelo

Pisa, ricoverato in ospedale in prognosi riservata, un ragazzo di 19 anni della Lombardia, che era tra i partecipanti al rave party di Santa Maria a Monte che è durato da sabato a martedì, ed al quale hanno preso parte oltre 6.000 persone.

Il giovane, che è in gravi condizioni, è stato soccorso nel terreno dove si stava svolgendo il rave party, e si sospetta abbia ingerito il liquido di raffreddamento dei mezzi in sosta, anche se non è chiara in che circostanza questo sia potuto accadere.

La questura sta svolgendo accertamenti a riguardo ed al momento, viene spiegato, che ci sarebbe “la sospetta ingestione di glicole etilenico (liquido di raffreddamento dei veicoli)”, la questura fa sapere inoltre, che è stato soccorso anche un altro lombardo, un quarantenne che sarebbe caduto dal pianale di un camion riportando una sospetta frattura di un arto.

Il rave party si è concluso nella giornata di martedì e polizia e carabinieri hanno identificato 1.084 persone provenienti dall’Italia, soprattutto dal Centro-Nord, e da Stati esteri tra cui numerosissimi dalla Francia, ma anche da Spagna, Svizzera e Inghilterra.

La società proprietaria della radura in cui si è tenuto il rave party ha presentato querela e la Digos denuncerà tutti gli identificati per invasione di terreni aggravata. Il questore adotterà nei loro confronti il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno fino a 3 anni.

Sempre secondo quanto fanno sapere le forze dell’ordine, c’è stato pure un arresto, un brasiliano di 38 anni, residente in Campania, destinatario di un mandato di cattura per una precedente condanna, mentre due italiani, rispettivamente di Pesaro e della provincia di Milano, sono stati denunciati per pregresse partecipazioni ad altri rave party.

Sequestrato il Tir, con targa francese, attrezzato con casse acustiche utilizzate per diffondere la musica all’evento, inoltre la polizia stradale ha multato per oltre 4 mila euro, per violazioni al codice della strada, un pullman con targa francese, ma guidato da un italiano, che aveva condotto al rave circa 50 giovani venuti da Roma.

Nel terreno privato dove si è svolto il raduno martedì sera c’erano ancora 25 tra camper e motorhome, con almeno circa 70 persone che si stavano organizzando per fare rientro nei luoghi di provenienza sotto la supervisione delle forze di polizia che sono rimaste sul posto fino al completo deflusso.

La questura sta valutando eventuali sanzioni amministrative per aver violato la normativa anti Covid sul divieto di assembramento.

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