Scandicci: Mattarella richiama magistrati alla sobrietà nei comportamenti

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto oggi a Scandicci (Firenze), alla cerimonia di inaugurazione dei corsi di formazione della Scuola Superiore della Magistratura per l’anno 2019. Presenti anche il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Tra le autorità locali il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e i sindaci di Scandicci e di Firenze, Sandro Fallani e Dario Nardella.Mattarella

La formazione professionale dei magistrati “non può prescindere da un profondo rispetto della deontologia professionale e da sobrietà dei comportamenti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia d’inaugurazione dei corsi di formazione della Scuola superiore della magistratura per l’anno 2019 a Scandicci (Firenze).
Il Capo dello Stato ha ricordato, inoltre, che “la deontologia e la rigorosa professionalità” contraddistinguono “il buon magistrato”.

Ha osservato Mattarella: “Se la qualificazione professionale costituisce lo strumento che per primo caratterizza la magistratura nell’esercizio della sua fondamentale funzione, questa
non può prescindere, anche a garanzia dell’imparzialità, da un profondo rispetto della deontologia professionale, e da sobrietà nei comportamenti”.

“La magistratura non deve mai farsi” prendere dalla “suggestione che puo’ essere alimentata dal clamore mediatico. Le sue decisioni non devono rispondere alla opinione corrente o alla corrente di opinione, ma soltanto alla legge”. Ha aggiunto il presidente della Repubblica. L’opera dei magistrati “non deve essere condizionata da spinte emotive evocate da un presunto, indistinto sentimento popolareaggiunge- che condurrebbe la giustizia su sentieri ondeggianti e lontani dalle regole del diritto. Anche per questa ragione la nostra magistratura non e’ composta da pubblici ministeri o giudici elettivi e, aggiungo, neppure da pubblici ministeri o giudici con l’obiettivo di essere eletti”.

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Forteto, Bonafede: “Stato accompagnava ragazzi a porta Inferno”

Lo ha detto il ministro della giustizia Alfonso Bonafede parlando della Comunità di accoglienza del Mugello.  “La fondazione Il Forteto sarà sciolta entro 50 giorni”: ha annunciato il commissario  Jacopo Marzetti.  “Sembra un piccolo passaggio, ma non è così perché la Fondazione racchiude il pensiero di tutto quanto”, ha detto Marzetti.
Invece, sulla cooperativa agricola Il Forteto, il commissario Marzetti ha evidenziato “come si tratti di una realtà produttiva importante, con numeri significativi sia di coloro che lavorano all’interno sia per il notevole indotto. Una realtà di eccellenza, per i suoi prodotti a livello nazionale ed internazionale, che acquista interamente latte toscano e che ha anche provveduto ad effettuare assunzioni di giovani”.

INTERVISTA CON IL CONSIGLIERE REGIONALE DEL MOVIMENTO 5 STELLE ANDREA QUARTINI

Firenze, Bonafede: “Lo Stato chiede scusa a vittime Forteto”

Il ministro Bonafede, ‘Ma so che non si potrà mai rendere loro l’infanzia’.

“So che non renderemo mai l’infanzia alle vittime del Forteto, ma lo Stato chiede scusa, anche se dopo 40 anni, e farà tutto il possibile perché si faccia giustizia”. Lo ha detto Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, oggi in una conferenza stampa al Forteto di Vicchio del Mugello (Firenze), la cooperativa agricola commissariata dal Governo legata alla comunità per minori disagiati finita al centro di processi per maltrattamenti e violenze sessuali.

“Sto vivendo uno dei momenti più emozionanti da quando sono ministro della Giustizia – ha aggiunto Bonafede – E’ una vicenda che ho conosciuto sei anni fa al momento del mio ingresso in Parlamento”. Bonafede ha ripercorso le tappe del suo impegno sulla vicenda quando presentò una mozione – poi respinta – dal Governo nel 2015.

“La cosa bella – ha continuato – è che quella mozione non era firmata soltanto dal M5S ma da tutte le forze politiche esclusa quella che, al momento, governava. Una mozione senza colori politici perché su questa vicenda che riguarda abusi fisici e mentali su bambini che venivano accompagnati dallo Stato dentro il Forteto, non ci può essere colore politico”. Quando la mozione venne respinta “ho scoperto in tutta la sua mostruosità quanto può essere cinica la politica quando decide di proteggere quanto non può essere protetto secondo un comune senso di umanità”.

“Quello che è incredibile nella vicenda del Forteto è che era il tribunale che accompagnava le vittime al Forteto. Il mio impegno è perché cose come queste non avvengano più”, “lo Stato accompagnava le vittime sulla soglia del cancello dell’inferno e le faceva entrare. Posso dire che le porte di quell’inferno sono state chiuse”. Ora, ha aggiunto, “facciamo in modo di chiudere completamente ogni tipo di legame fra l’attività economica meravigliosa che abbiamo visto”, cioè la comunità agricola dove venivano fatti lavorare gli ‘ospiti’ del Forteto, “e quella che è stata la comunità del Forteto”. Per Bonafede “c’è però ancora da lavorare molto per fare piena luce” su questa vicenda. “Il Parlamento – ha ricordato – ha deliberato la commissione d’inchiesta, che dovrà lavorare, così come molto dovrà lavorare il commissario, l’avvocato Jacopo Marzetti”.

“Il Forteto era una priorità per il Governo” e “la priorità era dare una risposta alle vittime del Forteto. Era doveroso che lo Stato commissariasse il Forteto”. “Ricordo che le prime condanne risalgono al 1985 – ha pure detto – Lo Stato doveva svegliarsi nel 1985, adesso siamo nel 2019”. Inoltre, secondo Bonafede “c’erano solo due modi con i quali lo Stato poteva chiedere scusa alla vittime del Forteto. Primo, facendo luce su quanto era successo, secondo interrompere qualsiasi legame con quello che era successo. E dire d’ora in poi che quella pagina tragica della storia istituzionale italiana viene archiviata perché adesso c’è un commissariamento che decide di chiudere il cancello di quell’inferno e di continuare sull’attività produttiva dove lavorano tante persone, ma senza più alcun legame con il passato”.

Pisa, sindaco Conti a ministro Bonafede: stop scarcerazioni facili

Conti, a margine di un’iniziativa alla Scuola Sant’Anna sulla riforma della giustizia, ha consegnato a Bonafede una rassegna stampa sugli episodi più eclatanti capitati a Pisa negli ultimi mesi

Il sindaco di Pisa Michele Conti ha chiesto al ministero della Giustizia, Alfonso Bonafede, di “cambiare la legge e bloccare il meccanismo di scarcerazioni facili di quelle persone arrestate e poi liberate meno di 24 ore più tardi: servono norme più severe”. Al proposito Conti, a margine di un’iniziativa alla Scuola Sant’Anna sulla riforma della giustizia, ha consegnato a Bonafede una rassegna stampa sugli episodi più eclatanti capitati a Pisa negli ultimi mesi. Secondo quanto risulta  il ministro  ha annuito e risposto: “Lo so”.

Bonafede nel suo intervento parlando della riforma della giustizia ha anche detto “che nel processo penale esistono ancora sacche di impunità alle quali ho il dovere di dare una risposta ai cittadini e con questo provvedimento è quello che intendo fare”. “Si tratta di un fascicolo – ha anche spiegato il sindaco sui documenti consegnati al ministro – con la rassegna stampa degli ultimi due mesi. Sono decine di articoli in cui si racconta la triste realtà di delinquenti che sono stati arrestati in città per aver commesso reati di ogni tipo e subito scarcerati.

‘Galantuomini’ che anziché stare in carcere per i reati di cui sono responsabili, stanno nelle nostre strade, entrano nelle nostre case. Ieri addirittura, uno di loro si è ficcato nel letto di un bambino! Mentre nei giorni scorsi sono state aggredite e derubate signore anziane direttamente in casa e per le strade del centro”. Conti ha pure detto di aver “chiesto al ministro un impegno nel cambiare la legge per aumentare le pene agli spacciatori di grandi ma anche piccole dosi: quante volte deve essere arrestato uno spacciatore perché sia considerato recidivo e pericoloso socialmente e finalmente non si veda più in giro?”.

Bonafede: convertiremo ex caserme in penitenziari

Contro il sovraffollamento carcerario “stiamo valutando su tutto il territorio nazionale l’individuazione di caserme dismesse che possono essere convertite in penitenziari nell’arco di poco tempo”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a Firenze parlando
coi cronisti dopo l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Contro il sovraffollamento carcerario “stiamo valutando su tutto il territorio nazionale l’individuazione di caserme dismesse che possono essere convertite in penitenziari nell’arco di poco tempo”. Bonafede ha parlato anche del carcere fiorentino di Sollicciano dicendo che è “uno dei penitenziari peggiori in termini strutturali in Italia, è stato costruito malissimo e è stato concepito malissimo e conseguentemente le problematiche sono più gravi a livello strutturale”.

“Per restituire condizioni di lavoro più dignitose e qualitativamente migliori al personale
della polizia penitenziaria si è investito sulle politiche del personale con stanziamenti mirati, finanziandosi il reclutamento di oltre 1.300 allievi agenti nell’anno in corso” ha detto poi Bonafede, parlando in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Firenze.
“Sempre con attenzione al sistema carcerario – ha aggiunto -si sono previste l’assunzione di 35 dirigenti per gli istituti penitenziari, la creazione di 7 dirigenze speciali per gli
istituti penali per minorenni, l’assunzione di 260 unità di personale civile per il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

“Sempre per rispondere alle esigenze del mondo carcerario particolare impegno è stato
dedicato alla cura dei rapporti internazionali volti alla stipula di accordi bilaterali tesi a garantire l’esecuzione della pena nel Paese di origine di condannati stranieri
ristretti negli istituti penitenziari del nostro territorio (Albania, Romania, Marocco)”  ha concluso  Bonafede .

 Bonafede: per giusto processo,delega a febbraio

Lo ha affermato il ministro Alfonso Bonafede a Firenze per l’apertura dell’anno giudiziario.” Il bilancio di previsione per il 2019 nell’area giustizia, prevede un aumento rispetto all’anno precedente di oltre 324 milioni”

“La ricerca della verità e l’esigenza di assicurare una giustizia non solo teorica ma anche sostanziale hanno ispirato la scelta di sospendere la prescrizione dal primo grado di giudizio. L’idea costituzionale di ‘giusto processo’ è stata troppe volte tradita da pronunce prive di una valutazione del merito della vicenda processuale, risolvendosi di fatto in una forma di denegata giustizia”. Lo ha affermato il ministro Alfonso Bonafede a Firenze per l’apertura dell’anno giudiziario, ricordando che il “disegno di legge delega sarà presentato il prossimo febbraio”. “Un processo giusto deve avere durata ragionevole ma senza pregiudicare l’accertamento della verità e della conseguente certezza della pena – ha detto – Non vi è l’intento di pregiudicare la garanzia del diritto all’oblio rispetto a comportamenti risalenti nel tempo quanto piuttosto di raggiungere un risultato ambizioso”. “Queste – ha puntualizzato – sono le ragioni per cui la riforma della prescrizione entrerà in vigore da gennaio 2020 quando sarà già stata completata la riforma del processo penale”.

“Una giustizia lenta, farraginosa, eccessivamente burocratizzata non è una giustizia giusta; occorre dunque operare una rivoluzione del concetto stesso di amministrazione della giustizia, per restituire centralità al cittadino, rendendolo protagonista dei processi di cambiamento” ha aggiunto  Bonafede. Che poi ha sottolineato:  ‘Non nascondo la mia soddisfazione per aver fatto della giustizia, finalmente, una priorita’ di questo Paese: si consideri che il bilancio di previsione per il 2019 nell’area giustizia, prevede un aumento rispetto all’anno precedente di oltre 324 milioni’. Lo ha detto il ministro dellaGiustizia Alfonso Bonafede all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 a Firenze. ‘Grazie a questo sforzo – ha proseguito il ministro – vi annuncio con orgoglio che e’ prevista l’assunzione di 3000 unita’ di personale amministrativo e giudiziario, che troveranno poi una collocazione omogenea sul territorio ispirata ai criteri che valorizzino le peculiarita’ dei vari uffici giudiziari; l’assunzione di 360 magistrati gia’ vincitori di concorso; il primo aumento della pianta organica dopo quasi vent’anni, pari a 600 magistrati nel prossimo triennio’.

“Sin dagli esordi di questo mandato governativo, particolare attenzione e’ stata dedicata al tema delle riforme, incluse quelle precedentemente avviate, poiché solo un significativo processo di semplificazione e di velocizzazione delle procedure può consentire di presidiare efficacemente i diritti degli utenti del ‘servizio giustizia’ e di restituire competitività e credibilità, anche internazionale, all’intero sistema Paese” ha concluso  Bonafede

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