Lucca: Osapp, “nuove violenze in carcere, ferito agente”

Ancora “violenze e aggressioni” al carcere di Lucca: ieri c’è stata una “seria colluttazione” tra un detenuto marocchino e uno romeno, già sottoposti a divieto d’incontro, e un agente intervenuto per separarli è stato colpito con “un pugno in pieno viso e successivamente circondato” dagli altri reclusi. “Solo il pronto intervento di altri agenti poneva fine alla rissa” mettendo “in sicurezza l’agente aggredito”.

Lo rende noto il segretario del sindacato Osapp Leo Beneduci. L’agente aggredito ha avuto 23 giorni di prognosi. I due reclusi che hanno avuto la colluttazione sono venuti a contatto, si spiega ancora, perchè altri detenuti romeni sono riusciti “a forzare il cancello che, di fatto, separa due sezioni”.
“Nell’indicare alle autorità politiche e del Dap – afferma Beneduci – come drammaticamente vicino il punto di non ritorno verso l’assoluto disastro del sistema penitenziario italiano rinnoviamo l’invito al governo nella sua interezza e ai ministri Bonafede e Salvini per l’apertura di ogni spazio di analisi e confronto con le rappresentanze del personale di Polizia penitenziaria necessario per affrontare con la massima urgenza l’insostenibile condizione del lavoro nelle carceri italiane da parte degli appartenenti alla Polizia penitenziaria”.

Bonafede, visita Sollicciano: “Entro 2019 assumeremo 1300 agenti di polizia penitenziaria”

“Nei giorni scorsi a Sollicciano c’è stato un problema di riscaldamento molto grave, abbiamo preso in mano la situazione già sabato, in contatto con il direttore, l’amministrazione e l’impresa preposta, e il riscaldamento è stato ripristinato già da ieri. I detenuti lamentano che ci sono ancora dei problemi di acqua delle docce in alcune parti ma stiamo intervenendo e abbiamo il monitoraggio completo della situazione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al termine di una visita a sorpresa nel carcere fiorentino di Sollicciano accompagnato dal capo del Dap Francesco Basentini.

“Stiamo facendo tutto il possibile – ha aggiunto Bonafede – e oggi ho voluto fare questa visita senza preannunciarla a nessuno perché mi fa piacere vedere la realtà quotidiana delle carceri. Ho trovato grande collaborazione e devo dire che è un viaggio che fa sempre male perché si tocca con mano la situazione grave in cui versano le carceri italiane e anche questa in particolare. Sollicciano è una struttura nata male.”

“Fin dal decreto sicurezza abbiamo investito circa 196 milioni di euro per i prossimi anni dedicati al mondo penitenziario ed è prevista l’assunzione di circa 1300 agenti di polizia penitenziaria nel 2019 – ha aggiunto Bonafede -. In più abbiamo sbloccato le risorse per il piano carceri che erano bloccate da anni. Non chiedete a me il perché fossero bloccate. Si parla di almeno 70 milioni di euro ma potrebbero essere molti di più perché ci sono dei progetti che stiamo decidendo se rivisitare o meno.”

Rispetto al sovraffollamento delle carceri, ha sottolineato il ministro: “non si può ragionare di città in città. Di certo in Italia abbiamo bisogno di nuove carceri, su questo non ci sono dubbi. Poi qualcuno dice che se investi in nuove carceri poi non investi in percorsi alternativi alla detenzione. Non c’entra assolutamente nulla, c’è un problema di sovraffollamento e abbiamo bisogno di nuovi posti carcere.”

“Al ministero abbiamo costituito una task force e nell’ambito del Decreto semplificazione che permetta l’edilizia penitenziaria agevolata, e che permetta anche di individuare, ad esempio, caserme dismesse che possano diventare istituti penitenziari, magari per nuovi tipi di reato o di detenzione”, ha continuato Bonafede.

“A differenza del passato – ha aggiunto Bonafede -, che si poneva il problema del sovraffollamento soltanto in presenza di una sanzione europea e allora si facevano misure come svuotacarceri che non risolvevano però il problema, adesso l’impegno del Governo è a 360 gradi per cercare di risolvere questi problemi a livello strutturale, e anche dove possibile nel breve termine.”

“Dobbiamo garantire che in Italia la pena sia certa e anche rieducativa. Per questo stiamo investendo tutto il possibile sul lavoro in carcere e fuori dal carcere. Questo perché il lavoro è l’unico percorso di rieducazione che può spingere il detenuto a uscire fuori e ad inserirsi nella società. E’ un percorso per il quale faccio un appello a tutto il mondo imprenditoriale per creare dei protocolli dedicati. Lo stesso lo stiamo facendo con gli Enti locali”, ha concluso Alfonso Bonafede.

 

Giustizia, Bonafede: “Entro 2019 mille uffici di prossimità”

Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è intervenuto, oggi, a margine dell’inaugurazione degli Uffici di Prossimità: un progetto finanziato da fondi europei per avvicinare la giustizia al cittadino.

“Quello degli uffici di prossimità della Giustizia è un progetto molto ambizioso: noi abbiamo come obiettivo di aprirne mille in tutta Italia entro il 2019, creiamo una rete della Giustizia veramente molto capillare”.  ha affermato Bonafede.

“Il progetto porta la giustizia vicino ai cittadini: si creano degli uffici che sono proprio vicini alla loro casa, nella loro città, e quindi creiamo una situazione soprattutto per servizi di volontaria giurisdizione, amministrazione di sostegno, tutti i servizi che i cittadini hanno bisogno di sentire vicini – ha spiegato il Ministro -. Noi stiamo dando loro questo sportello di prossimità che consente alla Giustizia non solo di essere più vicino ai cittadini, ma di essere anche più credibile, perché oggi i cittadini sentono la Giustizia come un luogo lontano.”

“La manovra va avanti con o senza Padre Pio” così Bonfade, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle parole del titolare agli Interni, Matteo Salvini (Lega), dette ieri al programma tv “Non è l’Arena” di La7. Il leader leghista aveva infatti detto che “L’Europa può mandare anche Padre Pio ma io la legge Fornero la smonto pezzo pezzo”. Il Guardasigilli ha reagito con una risata prima di commentare la dichiarazione di Salvini ai giornalisti.

“Manderemo definitivamente in pensione l’atto di citazione – ha continuato Bonafede -. Magari non rivoluzioneremo così il processo civile, ma è uno dei tanti tasselli di un quadro di semplificazione che stiamo portando avanti con determinazione e che presenteremo nel corso della prossima settimana.”

“Questo – ha proseguito il Guardasigilli – lo abbiamo già detto tante volte e scritto prima del voto, confermandolo nel contratto di Governo. Siccome per noi è importante mantenere gli impegni, l’atto di citazione andrà in pensione e così gli avvocati avranno un unico modello da scrivere e da depositare, i cancellieri avranno un unico modulo da instradare nel contenzioso e sarà tutto più semplice.”

“Potrebbe svilupparsi, insieme ai meccanismi di mediazione, un progetto di questo tipo.
Stiamo lavorando per fare in modo che la mediazione in Italia resti una strada importante per provare a risolvere stragiudizialmente quanto possibile tramite questa via. Stiamo facendo un monitoraggio accurato nei settori in cui la mediazione può essere utilizzata: abbiamo scoperto che in tantissimi casi funziona molto bene, in altri no, e quindi cercheremo di investire più energie dove ha dato buoni frutti”, ha concluso Bonafede.

Tra i presenti alla firma, al Palazzo di Giustizia di Firenze, la presidente della Corte d’Appello Margherita Cassano, la presidente del Tribunale Marilena Rizzo, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Firenze Sergio Paparo, l’assessore regionale Vittorio Bugli, il sindaco Dario Nardella. “Siamo già al lavoro – ha spiegato quest’ultimo – per mettere a disposizione, se sarà necessario e se il servizio sarà molto richiesto come ci aspettiamo, un secondo ufficio nel quartiere 4 zona Isolotto, quindi dal lato opposto della città. Per quanto riguarda l’area metropolitana, cominciamo con Empoli ma non escludiamo altri comuni della città metropolitana”.

Secondo Nardella “questi uffici di prossimità sono pensati per i cittadini, a cominciare dai cittadini più deboli e meno abbienti, che non hanno le risorse e gli strumenti per poter avere un consulente legale di fronte a obiettivi molto concreti come quello di un amministratore di sostegno, come un problema che può riguardare i minori in una famiglia, come una questione di curatele. Insomma, tanti piccoli problemi che però per i cittadini possono essere giganteschi.”

“Cominciamo con il quartiere 3: comincerà a funzionare dall’inizio dell’anno, avrà due avvocati dell’ordine e due dipendenti del Comune a disposizione a rotazione in due giorni a settimana, con un orario che comunicheremo al più presto. Sarà possibile anche avere un incontro su appuntamento” ha concluso il primo cittadino di Firenze.

 

Inaugurati gli ‘Uffici di Prossimità’: progetto per avvicinare la Giustizia ai cittadini

Presentato oggi 3 dicembre, il progetto degli Uffici di prossimità, finanziato con fondi europei, che vede il distretto toscano coinvolto in una prima fase di sperimentazione per avvicinare i servizi della giustizia al cittadino. Alla cerimonia di inaugurazione presenti il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il primo cittadino di Firenze, Dario  Nardella.

Gli uffici di prossimità mirano, infatti, a creare uno sportello sul territorio a cui il cittadino potrà rivolgersi per ricevere informazioni generali e per accedere ad alcuni servizi che non richiedono l’assistenza di un legale, quali quelli della volontaria giurisdizione (ad esempio inabilitazioni, interdizioni, amministrazioni di sostegno).

L’obiettivo è quello di creare un punto di riferimento decentrato per i servizi della giustizia in territori distanti dal Palazzo di giustizia, agevolare l’accesso agli stessi da parte dei cittadini e contenere i disagi legati alla distanza. L’esperienza si svilupperà progressivamente in altri settori.

La realizzazione degli Uffici di prossimità vede attivamente coinvolti la Regione Toscana, la Corte d’Appello di Firenze, la Città Metropolitana di Firenze, i Tribunali del distretto e i Comuni della Regione. In questa prima fase verranno attivati i primi due Uffici di prossimità del distretto, nel Comune di Firenze, al Quartiere 3, e nel Comune di Empoli, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze. La cerimonia di illustrazione del progetto si svolgerà presso il Palazzo di Giustizia, aula 30, e proseguirà con la visita del Ministro e della altre Autorità agli Uffici di prossimità che saranno inaugurati.

 

Bugli alla firma del protocollo sugli Uffici di prossimità

Stamani Vittorio Bugli ha preso parte a Palazzo di Giustizia alla firma del protocollo sul progetto Uffici di prossimità. “La giustizia più vicina al cittadino”

“Grazie a tutti i presenti qui stamani. La fotografia di questa giornata, la presenza a uno stesso tavolo del ministro della giustizia, dei presidenti della Corte d’appello e del Tribunale di Firenze, della Regione e dei sindaci di Firenze ed Empoli, del presidente dell’Ordine degli avvocati, riassume meglio di tante parole il significato del protocollo d’intesa che tra poco firmeremo. Non è usuale, infatti, che queste istituzioni presentino insieme un progetto che si pone l’obiettivo di avvicinare i servizi della giustizia al cittadino”. E’ quanto ha detto stamani Vittorio Bugli, assessore alla presidenza, prendendo parte, a Palazzo di giustizia, alla firma del protocollo sul progetto “Uffici di prossimità”. Con lui, hanno firmato Margherita Cassano, presidente della Corte d’appello di Firenze, Marilena Rizzo, presidente del Tribunale di Firenze, Sergio Paparo, presdiente dell’Ordine degli avvocati di Firenze, Dario Nardella, sindaco di Firenze, e Brenda Barnini, sindaco di Empoli (entrambi i sindaci rappresentavano anche la città metroplitana). La firma è avvenuta alla presenza del ministro della giustizia Alfonso Bonafede.

“Grazie al protocollo d’intesa che firmiamo oggi – ha proseguito Bugli – cominciamo a sperimentare due Uffici di prossimità, uno al Quartiere 3 di Firenze e l’altro ad Empoli. Una sperimentazione che permetterà, una volta a regime, ai cittadini di questi territori di utilizzare i servizi della giustizia, nello specifico quella della Volontaria giurisdizione, senza doversi recare in Tribunale. Gli Uffici di prossimità, grazie anche alla collaborazione degli avvocati, permetteranno ai cittadini di avere un unico punto di contatto, un riferimento vicino al luogo di residenza, in grado di fornire nel tempo un servizio completo di orientamento e di consulenza”.

Nei mesi scorsi la Regione, in accordo con il Ministero, ha pubblicato un avviso pubblico per raccogliere le disponibilità dei Comuni ad ospitare gli uffici di prossimità. Coinvolti da subito i Comuni di Firenze e Empoli, che hanno manifestato immediatamente interesse per questa grande opportunità, ed oggi inaugurano i loro uffici di prossimità. Presto ne apriranno altri in Toscana, ben 15 comuni hanno aderito a questo progetto: oltre a Firenze ed Empoli, sono Abbadia San Salvatore, Capannori, Montepulciano, Montevarchi, Piombino, Poggibonsi, Po9ntedere, Pontremoli, San Giovanni Valdarno, San Miniato, Unione Comuni montani del Casentino, Unione Comuni montani della valtiberina, Volterra.

“Un progetto – sottolinea Bugli – che diventa realtà e che consentirà di interpretare nel miglior modo i bisogni dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli. Poi potremo pensare anche a un ampliamento del progetto per la parte sociosanitaria”.

Il progetto, promosso dal Ministero della giustizia, a valere sul PON Governance 2014/2020, prevede tre azioni pilota, operanti in stretto raccordo, portate avanti dalle Regioni Toscana, Piemonte e Liguria, che riprenderanno, e capitalizzeranno, le esperienze già maturate nei rispettivi territori per arrivare a definire un Modello di Ufficio di Prossimità che possa essere “esportato” su tutto il territorio nazionale, garantendo uguali servizi in tutto il Paese. “Come Regione – ha concluso l’assessore Bugli – noi ci poniamo due obiettivi: costruire una corretta informazione e comunicazioni ai cittadini su questo servizio, e la modellizzazione organizzativa, formativa, gestionale e tecnico-informatica, per definire un modello di Ufficio di prossimità che assicuri omogeneità e valorizzi i più recenti sviluppi informatici dei sistemi guidiziari civili. Fin dal primo momento abbiamo messo tutto l’entusiasmo per portare a vanti questo progetto, continueremo a farlo”.

“Per me è emozionante essere qui – ha detto il ministro Alfonso Bonafede – Sono particolarmente orgoglioso di presetnare questo progetto che nasce a Firenze, che è sempre stata un grande laboratorio di idee e di sfide da affrontare, sempre un passo avanti per quelli che potevano essere i nuovi sviluppi della giustizia rispetto all’attività ordinaria dei tribunali. Questo è un esperimento vero e proprio, che noi vogliamo riprodurrfe in tutta Italia. Il mio obiettivo è di avere 1.000 Uffici di prossimità entro il 2019. Dobbiamo rinnovare l’immagine della giustizia in Italia – ha detto ancora il ministro – I cittadini la considerano una realtà lontana anni luce da loro. Questo è un modo per avvicinare la giustizia ai cittadini. E’ il punto di partenza di un progetto che non solo migliorerà la vita dei cittadini, ma contribuirà anche a dare loro un’immagine nuova della giustizia”.

Subito dopo la firma al Palazzo di Giustizia, Vittorio Bugli è andato a inaugurare i due Uffici di prossimità al Quartiere 3 a Firenze (via Tagliamento 4) e a Empoli (via Raffaello Sanzio 123).

Bonafede: “Verità per Niccolo e vittime Erasmus”

Nel colloquio bilaterale con la collega spagnola al Gai di Lussemburgo, Bonafede ha richiesto giustizia sul caso Ciatti e sulle vittime in Erasmus

“Massima attenzione al caso Ciatti e alle vittime dell’incidente di Freginals. Ho incontrato la mia collega spagnola in un bilaterale in occasione del Gai di Lussemburgo. Mi ha assicurato massimo impegno per ottenere una verità giudiziaria. Lo dobbiamo alle famiglie”. E’ quanto scrive su Twitter il guardasigilli, Alfonso Bonafede, che partecipa al Consiglio dei ministri della Giustizia.

Niccolò Ciatti è il giovane fiorentino pestato a morte da tre ceceni in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna, il 12 agosto 2017.
Freginals, invece, è la località dove il 20 marzo 2016, lungo l’autostrada AP-7, un autobus diretto da Valencia a Barcellona, con a bordo studenti appartenenti al Progetto Erasmus, è stato coinvolto in un gravissimo incidente. Dei 57 giovani a bordo, morirono 13 studentesse, tra le quali sette italiane.

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