Livorno, Rifiuti, Aamps: proclamato stato di agitazione

Proclamato oggi lo stato di agitazione in Aamps, la società che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti al 100% controllata dal Comune di Livorno. Lo annunciano Fp-Cgil e Fiadel.

A motivare la decisione di Aamps ci sarebbe un elenco dettagliato di questioni lamentate dai sindacati: dalle privatizzazioni di parti fondamentali del servizio, al rifiuto di stabilizzare i precari, a inadempienze contrattuali e mancata manutenzione degli impianti, fino al mancato rispetto delle relazioni sindacali. “Sono questi i motivi – spieganoFp-Cgil e Fiadel – che ci costringono a proclamare lo stato d’agitazione in Aamps. Una scelta dolorosa ma necessaria: nonostante la massima disponibilità al confronto dimostrata da sindacati e rsu la società ha infatti continuato a mettere in campo decisioni unilaterali che mettono a rischio la natura pubblica del servizio, la tenuta occupazionale e l’integrità fisica dei lavoratori”.

Il servizio di raccolta ‘porta a porta’ nel centro, organizzato da Aamps, che dovrebbe partire con le feste natalizie, verrà privatizzato “senza che l’azienda lo abbia comunicato”, sostengono i sindacati. Poi, il fronte del precariato che da tempo i sindacati chiedono di stabilizzare con i lavoratori chiamati a siglare il 31 ottobre scorso la proroga in anticipo rispetto alla scadenza.


“Non una scelta casuale – specificano i sindacati – visto che dall’1 novembre è entrato in vigore il decreto dignità che prevede la riduzione del periodo di precariato da 36 a 24 mesi”.
Poi le inadempienze contrattuali come ad esempio “la modifica dell’orario di lavoro decisa dall’azienda senza il dovuto confronto sindacale”. A ciò si deve aggiungere il licenziamento di un lavoratore “abile alla mansione ma con la sola responsabilità di aver contratto limitazioni psico-fisiche a causa del lavoro svolto in Aamps” e infine la scelta “incomprensibile” – sottolineano ancora Cgil e Fiadel – di non effettuare le necessarie manutenzioni all’impianto di termovalorizzazione: “Una scelta che mette a rischio la stessa continuità aziendale oltre che il servizio pubblico reso alla collettività”.

Archiviata inchiesta su sindaco Nogarin

Firenze, la procura ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per il sindaco Filippo Nogarin e per gli altri 12 indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’Aamps, l’azienda municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento rifiuti di Livorno.

L’inchiesta, che oltre al sindaco Nogarin, interessava alcuni degli assessori della giunta a maggioranza Cinquestelle e gli amministratori della giunta precedente, guidata da Alessandro Cosimi (Pd), era stata aperta dopo la richiesta di concordato preventivo.

Nogarin era accusato di abuso d’ufficio. Archiviata anche l’accusa di bancarotta, reato per il quale il sindaco aveva avuto un secondo avviso di garanzia.

“Ovviamente sono contento e soddisfatto – commenta Nogarin appena avuta la conferma -. Non ho mai avuto dubbi e ho sempre avuto fiducia nella magistratura. Resta da capire come un’azienda pubblica abbia potuto creare 42 milioni di euro di debiti”.

“Scopro dai giornali di essere stato prosciolto dalle accuse di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio in merito al caso Aamps. Non ho mai avuto dubbi sulla bontà delle scelte che io e la mia amministrazione abbiamo compiuto da quando ci siamo insediati, facendo venire alla luce anni di mala gestione dell’azienda dei rifiuti di Livorno”. Così il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, in un post su facebook dopo la notizia dell’accoglimento da parte del gip della richiesta di archiviazione della procura Livornese per l’inchiesta sull’Aamps partita nel 2015.

“Non abbiamo avuto paura di esporci in prima persona – prosegue Nogarin – e abbiamo avuto ragione: oggi Aamps è un’azienda solida, sta ripagando i propri debiti e non è stato perso un solo posto di lavoro, anzi sono previste altre assunzioni”.

“Visto che, da quanto ho capito, sono state archiviate le posizioni di tutti gli indagati – aggiunge il sindaco – resta da capire come si sia creato il famoso debito da 42 milioni di euro. La procura, che ringrazio per il lavoro svolto, non ha potuto provare il dolo da parte dei precedenti amministratori, ma i cittadini di Livorno hanno il diritto di sapere come sono stati spesi i soldi della loro Tari. Spero che la Corte dei Conti – conclude – sappia far luce su un eventuale danno erariale”.

I reati che erano stati contestati dalla procura livornese agli indagati coinvolti nell’indagine della gdf su Aamps riguardavano un arco temporale compreso tra il 2012 e il 2016. I reati contestati andavano dalla malversazione ai danni dello Stato (nel 2013 per l’utilizzo indebito di finanziamenti rilasciati dalla Regione a Aamps, 1 milione di euro), all’abuso di ufficio connesso a false fatturazioni (1,6 milioni emesse da Aamps al Comune e pagate dal Comune stesso nel 2012).

A questi si erano aggiunte le ipotesi di falso in bilancio per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, poi approvato a fine 2015. Gli ultimi due bilanci furono approvati dal Comune nonostante il parere negativo dei sindaci revisori.

In questo caso le alterazioni in bilancio riguardavano essenzialmente la contabilizzazione di crediti inesigibili. Tra le contestazioni c’erano inoltre la bancarotta fraudolenta societaria (2012-2014), la bancarotta e l’abuso di ufficio anche per l’assunzione dei 33 precari decisa dalla giunta guidata da Nogarin nel 2016).

Era contestato anche l’abuso di ufficio per la revoca del penultimo cda ancora per il 2016. Nell’ambito dell’indagine poi fu ricompresa l’induzione indebita a dare o promettere utilità per un accordo transattivo tra Aamps e un contribuente per un credito di 400mila a fronte del quale l’azienda aveva incassato 126mila euro.

Nogarin su rifiuti: sbugiardati nostri detrattori, Aamps paga creditori in anticipo

Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin oggi su Facebook ha scritto un post in merito all’azienda partecipata dei rifiuti Aamps che, spiega, “a febbraio, puntualmente, ha pagato i primi 13,2 milioni di euro di debiti ai creditori privilegiati, piccoli artigiani in testa, e un primo riparto a tutti i chirografari. “Le previsioni apocalittiche dei giorni prima del concordato sono state disattese – ha aggiunto Nogarin – con buona pace dei nostri detrattori che ci accusavano di voler far fallire sia Aamps che i suoi fornitori. Sbugiardati due volte”.

”C’era una volta un’azienda che faceva debiti su debiti. Un’azienda dipendente in tutto e per tutto dall’amministrazione cittadina, vincolata agli umori della politica locale. Un’azienda pubblica, che in pochi anni ha accumulato milioni di euro di debiti. Oggi questa azienda è sulla strada del risanamento e sta percorrendo le tappe con una velocità sorprendente’. Così esordisce Nogarin nel suo post su Facebook.

”A luglio, con 9 mesi di anticipo rispetto al piano di concordato, è stato pagato il secondo e ultimo riparto di tutti i chirografari con credito sotto i 250 mila euro a testa ed è stata saldata la seconda rata dei chirografari con credito superiore a 250 mila euro”.

”Si tratta – spiega il sindaco di Livorno- di “un pagamento di 1,7 milioni per saldare i debiti con autotrasportatori, smaltitori, manutentori e fornitori di servizi che negli anni sono stati affamati da Aamps”.

Per il sindaco, “la nuova gestione manageriale dell’azienda è riuscita dunque in meno di un anno e mezzo a restituire ai piccoli imprenditori ciò che era stato loro sottratto nel corso di otto anni. Ora all’appello mancano sostanzialmente l’ultima tranche dei chirografari più rilevanti, come Rari e Lonzi, e le banche”.

Livorno: sentenza Tar su rifiuti, per Nogarin “è morte autonomia Comuni”

“La sentenza del Tar della Toscana non mette a rischio il concordato preventivo in continuità di Aamps (l’azienda municipale di raccolta e gestione rifiuti): i creditori continueranno ad essere pagati regolarmente e il percorso di risanamento dell”azienda procederà senza sosta”.

Così il sindaco di Livorno Filippo Nogarin su Facebook replica oggi alla notizia in merito alla sentenza del Tar che ha dichiarato illegittima la decisione del Comune di Livorno di affidare il servizio di gestione dei rifiuti fino al 2030 in difformità con quanto deciso dall’Autorità di servizio Ato Toscana Costa.
“Ciò che il Tar per ora ha fatto – prosegue Nogarin – è decretare la morte dell’autonomia dei Comuni per quanto riguarda la gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Gli
Enti locali dovranno sottostare alle direttive imposte dalla Regione e dall’Ato. E poco importa se queste direttive determineranno per i cittadini livornesi tariffe più alte,
necessarie a garantire il ”giusto profitto” al socio privato di Reti Ambiente. Uno scenario che a me, da cittadino e da primo cittadino di Livorno, continua a non piacere”.

Secondo il sindaco di Livorno è presto per dire come si comporterà l’amministrazione dopo la sentenza del Tar: “Questo è il momento di studiarla a fondo e comprenderne le implicazioni sul medio e lungo periodo. Dopodiché decideremo come muoverci. Non mi sorprende per nulla – conclude Nogarin – invece la reazione estasiata di autorevoli esponenti del Pd livornese e regionale. Finalmente hanno gettato la maschera: il loro unico
obiettivo è privatizzare le aziende di raccolta e smaltimento rifiuti. Con buona pace degli interessi dei cittadini. E qui sta tutta la differenza tra noi e loro”.

Livorno: Ato, Tar dà torto a Comune su affidamento gestione rifiuti

Il Tar della Toscana ha dichiarato illegittima la decisione del Comune di Livorno di affidare il servizio di gestione dei rifiuti fino al 2030 in difformità con quanto deciso dall’Autorità di servizio Ato Toscana Costa. Lo ha rivelato di direttore dell’Ato, Franco Borchi diffondendo la
sentenza n. 1367 pubblicata ieri dai giudici amministrativi.

Dopo che nel 2014 il Comune livornese aveva condiviso le scelte di Ato, spiega la nota di Borchi, “dal 2017 con la giunta Nogarin ha sempre manifestato un atteggiamento conflittuale nei confronti dell’Autorità servizio rifiuti, rivendicando la pretesa di gestire i rifiuti in maniera diversa da quella prescelta a larga maggioranza dall’assemblea dell’Ato” e non si è mai uniformato a una sentenza del Tar del 2016 che attribuiva all’Autorità d’ambito e alla maggioranza dei comuni in essa rappresentati “la competenza a decidere sulle forme di affidamento con l’obbligo degli altri Comuni di rispettare tali
decisioni”.

La delibera del Comune che affida il servizio ad Aamps fino al 2030 è stata il fondamento della richiesta di Aamps per ottenere il concordato preventivo, spiega Ato, “prevedendo di
continuare a gestire il servizio sul territorio livornese per l’intera durata del concordato”. Con la sentenza di ieri, invece, sottolinea Borchi, “la gestione del servizio da parte di
Aamps è quindi necessariamente a tempo e cesserà quando l’Autorità d’Ambito avrà affidato il servizio, su tutto l’Ato, al gestore unico”.

“Quando la gara per la scelta del socio industriale di RetiAmbiente sarà terminata – prosegue Borchi – sarà RetiAmbiente a gestire il servizio sul territorio del Comune di Livorno e non Aamps. Il Tar su questo è stato chiarissimo: non è la durata del concordato a poter stabilire quando il gestore unico avrà diritto di iniziare il servizio, è  vero casomai il contrario, poiché è la durata del tempo ancora necessario all’operatività del gestore unico a condizionare l’ammissibilità del concordato”.

L’Autorità servizio rifiuti e la Regione Toscana avevano già fatto presente, lo scorso anno, sia al Comune di Livorno che ad Aamps che il concordato preventivo era privo del requisito della continuità aziendale. “Avevamo manifestato – aggiunge Borchi – la disponibilità a venire incontro alle esigenze del Comune e di Aamps di porre in essere la procedura concordataria stipulando un apposito accordo con l’Ato, ma il Comune ha sempre rifiutato
qualsiasi accordo. Ora il TAR ha preso una posizione netta anche su questo affermando che ‘la valorizzazione di eventuali peculiarità o esigenze delle gestioni locali non può che
passare, di volta in volta, dal raggiungimento di intese o accordi fra l’Autorità, titolare delle funzioni in questione, e il Comune interessato'”.

Perciò, spiega il direttore di Ato, “nessuna deroga alla gestione unitaria è possibile al di fuori degli accordi con l’Autorità d’Ambito e se Livorno vorrà proseguire a gestire il servizio sino al 2021, ovvero alla scadenza prevista dal piano concordatario, dovrà stipulare un
apposito accordo con Ato e non potrà più rifiutarsi di realizzare le intese necessarie per garantire l’obiettivo della gestione unica stabilito dalla legge regionale”.

“Piove sul bagnato. Lascio da parte i giudizi politici, che sono scontati di fronte a forzature ogni volta contraddette dalla giustizia. La sentenza del Tar ottenuta dall’Ato è un altro punto fermo, inequivocabile e imprescindibile. Significa che la giustizia amministrativa
legittima il percorso fatto dall’Ato e che convalida, ancora una volta, la valenza della legge regionale”. Lo ha detto il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, commentando la sentenza del Tar toscano che annulla la delibera del Comune di Livorno che affidava ad Aamps la gestione dei rifiuti fino al 2030.

“Una vittoria su tutti i fronti con una motivazione che dà ragione ad Ato su ogni aspetto e che incide anche sul concordato preventivo, dichiarando che è il concordato a doversi adeguare all’Ato e non viceversa. La sentenza stabilisce anche che nessuna iniziativa singola dei comuni è possibile senza accordi con Ato, si tratta quindi di un netto passo in avanti nell’ambito della gestione integrata dei rifiuti, quella che noi come Pd Toscana sosteniamo con forza. È l’ennesima dimostrazione che quelle del sindaco Nogarin sono battaglie di retroguardia, posizioni pretestuose e fuori dal tempo ma soprattutto pericolose, in quanto minano un concreto progetto di rilancio e semplificazione. Quello che si merita Livorno così come tutti i comuni della Costa: basta conservatorismi allora e guardiamo al futuro lavorando tutti assieme in sinergia”. Così Dario Parrini e Antonio Mazzeo, segretario e vicesegretario vicario Pd Toscana, in merito alla sentenza del Tar che dichiara illegittima la decisione del Comune di Livorno di affidare il servizio di gestione dei rifiuti fino al 2030 in difformità con quanto deciso dall’Autorità di servizio Ato Toscana Costa.

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