Ven 19 Apr 2024

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Archiviata inchiesta su sindaco Nogarin

Firenze, la procura ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per il sindaco Filippo Nogarin e per gli altri 12 indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’Aamps, l’azienda municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento rifiuti di Livorno.

L’inchiesta, che oltre al sindaco Nogarin, interessava alcuni degli assessori della giunta a maggioranza Cinquestelle e gli amministratori della giunta precedente, guidata da Alessandro Cosimi (Pd), era stata aperta dopo la richiesta di concordato preventivo.

Nogarin era accusato di abuso d’ufficio. Archiviata anche l’accusa di bancarotta, reato per il quale il sindaco aveva avuto un secondo avviso di garanzia.

“Ovviamente sono contento e soddisfatto – commenta Nogarin appena avuta la conferma -. Non ho mai avuto dubbi e ho sempre avuto fiducia nella magistratura. Resta da capire come un’azienda pubblica abbia potuto creare 42 milioni di euro di debiti”.

“Scopro dai giornali di essere stato prosciolto dalle accuse di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio in merito al caso Aamps. Non ho mai avuto dubbi sulla bontà delle scelte che io e la mia amministrazione abbiamo compiuto da quando ci siamo insediati, facendo venire alla luce anni di mala gestione dell’azienda dei rifiuti di Livorno”. Così il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, in un post su facebook dopo la notizia dell’accoglimento da parte del gip della richiesta di archiviazione della procura Livornese per l’inchiesta sull’Aamps partita nel 2015.

“Non abbiamo avuto paura di esporci in prima persona – prosegue Nogarin – e abbiamo avuto ragione: oggi Aamps è un’azienda solida, sta ripagando i propri debiti e non è stato perso un solo posto di lavoro, anzi sono previste altre assunzioni”.

“Visto che, da quanto ho capito, sono state archiviate le posizioni di tutti gli indagati – aggiunge il sindaco – resta da capire come si sia creato il famoso debito da 42 milioni di euro. La procura, che ringrazio per il lavoro svolto, non ha potuto provare il dolo da parte dei precedenti amministratori, ma i cittadini di Livorno hanno il diritto di sapere come sono stati spesi i soldi della loro Tari. Spero che la Corte dei Conti – conclude – sappia far luce su un eventuale danno erariale”.

I reati che erano stati contestati dalla procura livornese agli indagati coinvolti nell’indagine della gdf su Aamps riguardavano un arco temporale compreso tra il 2012 e il 2016. I reati contestati andavano dalla malversazione ai danni dello Stato (nel 2013 per l’utilizzo indebito di finanziamenti rilasciati dalla Regione a Aamps, 1 milione di euro), all’abuso di ufficio connesso a false fatturazioni (1,6 milioni emesse da Aamps al Comune e pagate dal Comune stesso nel 2012).

A questi si erano aggiunte le ipotesi di falso in bilancio per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, poi approvato a fine 2015. Gli ultimi due bilanci furono approvati dal Comune nonostante il parere negativo dei sindaci revisori.

In questo caso le alterazioni in bilancio riguardavano essenzialmente la contabilizzazione di crediti inesigibili. Tra le contestazioni c’erano inoltre la bancarotta fraudolenta societaria (2012-2014), la bancarotta e l’abuso di ufficio anche per l’assunzione dei 33 precari decisa dalla giunta guidata da Nogarin nel 2016).

Era contestato anche l’abuso di ufficio per la revoca del penultimo cda ancora per il 2016. Nell’ambito dell’indagine poi fu ricompresa l’induzione indebita a dare o promettere utilità per un accordo transattivo tra Aamps e un contribuente per un credito di 400mila a fronte del quale l’azienda aveva incassato 126mila euro.

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