Ven 19 Apr 2024

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Stanzina Bambini, Quartiere 1 “dobbiamo rispettare legge ma volontà comune è riapertura”

Pochi giorni dopo la partecipata Epifania Popolare promossa dal Laboratorio Diladdarno che si è tenuta presso la  Stanzina dei bambini nell’Oltrarno fiorentino, l’amministrazione comunale ha chiuso di nuovo la struttura cambiando la serratura. Lo spazio con annessa area esterna è inutilizzata da tre anni per lavori di adeguamento e  conseguenti certificazioni tecniche di idoneità.

Il Laboratorio cittadino in un comunicato stampa critica l’azione dell’amministrazione comunale e rivendica la fruizione pubblica di uno luogo storico per l’infanzia in Oltrarno. ‘Se ciò che manca è solo un foglio d’autorizzazione perché non viene firmato?” si domanda. “Sfondare lucchetti, ricambiare le serrature, richiudere la stanzina. Le motivazioni per questo gesto sono state contraddittorie, come contraddittorie sono le dichiarazioni da anni nei confronti di quella stanza. Da tre anni questo spazio è chiuso per dei lavori di messa a norma in cui sono già stati spesi quasi 30000 euro e ancora mancano le autorizzazioni necessarie. Se il Pd ci tiene tanto ad aprirla, perchè la richiude?”

In merito sono intervenuti anche i consiglieri di Sinistra Progetto Comune, Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, “Aveva chiesto di sostenere l’associazionismo e la cittadinanza. Un cancello chiuso è la risposta. Complimenti e vergogna. Quasi la partecipazione con bambine e bambini alla socialità del territorio fosse un crimine. Adesso chiederemo non solo cosa è successo in questi anni ma perché Comune e Quartiere hanno scelto di chiudere tutto, coinvolgendo anche la Municipale in questo sgombero.”

Sulla vicenda risponde ai microfoni di Chiara Brilli il presidente del Q1 Maurizio Sguanci.

“Il quartiere sarà il primo a gioire nel momento in cui sarà riaperta. Se fosse bastata la volontà politica noi avremmo riaperto nell’ottobre 2018 quando finirono i lavori ma servono gli avvalli tecnici. Le regole valgono per tutti, dobbiamo seguire l’iter consentito anche se la finalità della riapertura ci accomuna a chi l’ha occupata. Deve tornare alla comunità però non con atti impropri”.

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