Il sostituto procuratore generale di Firenze Luigi Bocciolini ha chiesto l’assoluzione per i cinque poliziotti imputati di sequestro di persona in relazione alle presunte irregolarità nel rimpatrio di Alma Shalabayeva.
Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, fu espulsa verso il Kazakistan nel 2013 insieme alla figlia Alua, allora 6 anni, poi entrambe tornate in Italia. L’udienza, la prima del processo d’appello bis, è stata poi rinviata al 27 ottobre. In calendario altre due udienze, il 3 novembre e il 20 novembre, data quest’ultima in cui è attesa la decisione.
In aula oggi c’era anche Alma Shalabayeva: non ha rilasciato alcuna dichiarazione Il processo d’appello bis è approdato a Firenze da Perugia dopo che la Cassazione ha annullato l’assoluzione emessa dalla corte d’appello del capoluogo umbro che ribaltò la sentenza di condanna di primo grado.
Gli imputati sono gli ex capi della squadra mobile e dell’ufficio immigrazione della questura di Roma, Renato Cortese e Maurizio Improta, gli ex funzionari della squadra mobile Luca Armeni e Francesco Stampacchia e dell’ufficio immigrazione Vincenzo Tramma. Diversamente da quanto scritto in precedenza non figurano tra gli imputati a Firenze, essendo stati stati assolti in via definitiva, l’allora giudice di pace Stefania Lavore e l’allora funzionario di polizia dell’ufficio immigrazione Vincenzo Leoni: per loro la procura generale della corte d’appello di Perugia non fece ricorso in Cassazione.
Oggi il presidente della corte d’appello di Firenze Giampiero Borraccia ha respinto la richiesta dei difensori di rinnovare la istruttoria dibattimentale per ascoltare una testimone. “E’ una richiesta tardiva – ha detto – oltre al fatto che la prova è stata già acquisita nel processo di primo grado”