Gio 2 Mag 2024

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Sanità: “Sulle unità mobili non solo volontari”

In seguito al caso del 64enne morto per arresto cardiaco nelle mani di un équipe di soli volontari, l’Ordine delle professioni infermieristiche si schiera in favore della presenza di professionisti

“Serve una rete capillare, che non può prescindere dal volontariato ma non può delegargli responsabilità proprie dei professionisti”. Così l‘Ordine delle professioni infermieristiche di Prato, assieme a quello di Firenze e Pistoia, dopo il caso di un 64enne di Vaiano (Prato), morto in seguito a un arresto cardiaco e al quale i primi soccorsi, prima di accusare il malore fatale, sono stati prestati da un’ambulanza senza sanitari ma composta da soli volontari.

L’Opi (Ordine delle professioni infermieristiche), pur non volendo dare “un giudizio di merito sull’accaduto”, si dice sorpreso dalle dichiarazioni del dg della Asl Toscana Centro durante un’intervista rilasciata al canale Rtv38, secondo cui “un arresto cardiaco è una situazione imprevedibile e l’atto che si effettua lo sanno fare i volontari perché sono preparati e formati per questo. Il medico non può aggiungere nulla al massaggio cardiaco o all’uso di macchinari che sono stati messi in atto”.

Se questa posizione fosse plausibile, affermano i membri dell’Opi, “sarebbe difficile comprendere la scelta della nostra Regione, da noi condivisa, di mantenere professionisti laureati, medici e infermieri, anche in equipe congiunta, sul territorio al fine di gestire, come indicato dalla letteratura internazionale e dalle buone pratiche, casi come questo”.

“Riteniamo, alla luce di questo episodio e di altri accaduti nel tempo, che il sistema di emergenza-urgenza delle nostre aree debba profondamente rivedere i propri paradigmi fondamentali, garantendo una rete capillare di soccorso”, continua la nota dell’Opi.

“Tale rete non può prescindere dal prezioso contributo del volontariato, ma non può neanche delegare alle organizzazioni volontaristiche le responsabilità e conoscenze proprie dei professionisti sanitari in termini di governo del sistema”.

Per Opi “è fondamentale comprendere che, oggi più che mai, i professionisti sanitari devono essere coinvolti nelle scelte organizzative, poiché sono gli attori principali e insostituibili del sistema”.

Inoltre, i membri dell’Opi sottolineano che “le risorse infermieristiche, così come quelle con un medico a bordo, debbano essere posizionate in modo strategico sul territorio, con logiche avulse da qualunque tipo di campanilismo, in modo da garantire sempre la presenza di una rete dinamica basata su livelli di assistenza crescenti”.

È noto, in particolare, che nel comune di Vaiano da circa sei mesi è stato chiuso il punto medico che era presente di giorno da molti anni: a tal riguardo l’Opi rivendica un immediato intervento affinché “l’unica ambulanza infermieristica di Vaiano, attiva solo durante i weekend e le festività”, possa il prima possibile contare sul sostegno di un’ulteriore unità mobile.

Per Opi è importante che l’Asl “trovi con il Comune di Vaiano le soluzioni migliori affinché l’ambulanza infermieristica presente al momento ‘a scartamento ridotto’ raggiunga la piena operatività, almeno per le 12 ore diurne che erano precedentemente coperte dall’ambulanza medicalizzata”.

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