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Ven 6 Giu 2025
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Rondine, Giani: “Dalla Regione 100mila euro per corsi di educazione alla pace”

Rondine oggi vola in alto e diffonde con più forza il suo messaggio di pace”, così il presidente della Toscana Eugenio Giani ha sintetizzato il valore dell’evento di apertura del festival del conflitto YouTopic Fest 2025, tenutosi oggi alla Cittadella della pace di Rondine, nell’aretino, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“La partecipazione del Capo dello Stato – ha detto Giani – sottolinea quanto sia conosciuta e apprezzata anche a livello nazionale l’esperienza di Rondine ed il messaggio di pace che  da essa proviene, un messaggio che si associa ai valori fondanti della nostra Costituzione e che vorremmo potesse ispirare la politica internazionale”.

“La Regione Toscana – ha annunciato il presidente – sosterrà questa realtà ed il suo straordinario operato con 100.000 euro in due anni per l’organizzazione di corsi per l’educazione alla pace, ovvero corsi per dare un metodo e formare giovani ‘Ambasciatori’ del dialogo e della conciliazione, un sistema che si basa sul rapporto verso l’altro e il rispetto, per una pace che si ottiene attraverso le relazioni umane. Il fatto che questo metodo entri nella formazione professionale e possa essere fruito da tanti giovani, a mio avviso apre un’interessante prospettiva e la possibilità che questi corsi di educazione alla pace, che iniziano a Rondine, si diffondano anche in altri enti di formazione della nostra regione, estendendo questo metodo anche ad altre realtà”

 

Morti sul lavoro in aumento: solo in Toscana, da inizio anno, sono 16

Aumentano in Italia i morti sul lavoro: quasi 300 decessi nei primi quattro mesi del 2025 (+8,6% rispetto al 2024). Drammatico il dato delle lavoratrici, nel primo quadrimestre sono quasi il 50% in più dello scorso anno. Lo rivela un’indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e Ambiente Vega di Mestre.

Sette regioni sono in zona rossa e altre sei in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale.” In questo modo, Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, commenta i dati più significativi dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti e conclude: “A maggio è stato finalmente approvato il nuovo Accordo sulla formazione sulla sicurezza che obbliga tutti i datori di lavoro a ricevere un’adeguata informazione sulla normativa per la prevenzione degli infortuni: ci auguriamo che, grazie ad un’aumentata consapevolezza dei datori di lavori, migliori anche la sensibilità sulla sicurezza nelle aziende”.

Dunque un primo quadrimestre da dimenticare. Perché dopo il giro di boa dei primi quattro mesi del 2025, le proiezioni per la fine dell’anno sembrano a dir poco pessimistiche quando si parla di vittime sul lavoro. Rispetto al primo quadrimestre del 2024 le vittime sono aumentate dell’8,6%. Si contano già 291 decessi, 23 in più dello scorso anno.

A finire in zona rossa ad aprile 2025 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,8 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia e Campania. In zona arancione: Puglia, Toscana, Veneto, Molise, Piemonte e Calabria. In zona gialla: Liguria e Lombardia. In zona bianca: Marche, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Emilia-Romagna e Sardegna.

Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (34). Seguono: Veneto (21), Campania (19), Piemonte e Sicilia (17), Toscana (16), Puglia (14), Lazio (13), Emilia-Romagna (10), Trentino-Alto Adige (9), Abruzzo (8), Umbria (7), Basilicata (6), Liguria e Calabria (5), Marche (4), Friuli-Venezia Giulia (3), Sardegna, Molise e Valle D’Aosta (1).

Più a rischio chi è nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (19,2) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (14,8), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 15 e i 24 anni (9,6). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (79 su un totale di 211).

​Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 12, mentre 16 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 28 le donne decedute nel primo quadrimestre (circa 47,5% in più dello scorso anno).

​Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 39 su 211, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere due volte superiore rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 15,5 morti ogni milione di occupati, contro l’8,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. Dei 39 stranieri deceduti in occasione di lavoro, 19 sono quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. In totale sono 58 vittime straniere su 291 (quasi il 20%). Le denunce dei lavoratori stranieri sono 38.143 su 192.253 (circa 1 su 5), mentre sono 32.514 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 164.050.

il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 31 decessi in occasione di lavoro, seguito da Trasporti e Magazzinaggio (30) e Attività Manifatturiere (29).

Si potenzia in Toscana pronto intervento per emergenze sociali

Cresce e si potenzia in Toscana la rete del Seus, il pronto intervento del servizio sociale. Il servizio, che permette di fronteggiare h24 e 365 giorni all’anno le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale, si avvicina sempre di più a garantire una copertura regionale, spiega la Regione in una nota.

“Varato nel 2018 a titolo sperimentale, il servizio ha già dato ampia prova della sua utilità: sono oltre 2.000 gli interventi effettuati nel 2024 con i quali si sono potuti fronteggiare con immediatezza casi di maltrattamenti familiari, violenze di genere, situazioni di estrema povertà e disagio”.

Il servizio, si spiega ancora, “viene attivato non dal cittadino, ma da soggetti pubblici: gran parte delle richieste di intervento giungono da ospedali e pronti soccorso (804 nel 2024), il resto prevalentemente dai servizi sociali territoriali, dalle forze dell’ordine e dalla polizia municipale”. A seguito della segnalazione, la centrale operativa del Seus effettua la valutazione professionale e fornisce una assistenza immediata per la fase emergenziale attraverso l’attivazione delle professionalità necessarie costituite direttamente sui territori.

L’intervento si conclude con l’affidamento della persona al servizio sociale competente e agli altri servizi necessari, nel primo momento utile per garantire la continuità della presa in carico. Da quest’anno, si spiega ancora, il servizio si amplia: alle 18 Zone distretto in cui è già attivo, su un totale di 28, si aggiungeranno questo Versilia e Piana di Lucca dove è in fase di attivazione, mentre anche le zone Valle del Serchio, Apuane e Pisana sono prossime all’ingresso. Per sostenere Seus la Regione, ha deliberato la Giunta su proposta dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, interverrà economicamente anche quest’anno destinando 718.000 euro.

“Si tratta di un servizio che abbiamo fatto crescere e che adesso è presente in gran parte della regione – spiega Spinelli -. L’obiettivo, la cui prospettiva è a questo punto imminente, è quello dell’attivazione su tutto il territorio regionale. Crediamo sia stata una scelta giusta che la Toscana ha perseguito per prima in Italia: il Seus permette di integrare la risposta sociale con quella sanitaria” e “permette una continuità fondamentale tra l’evento che ha determinato l’intervento e la presa in carico dei servizi sociali”.

Killer di Denisa aggredito in carcere da parente vittima

Vasile Frumuzache, accusato degli omicidi di due prostitute a Prato e Montecatini, è stato aggredito in carcere da un parente della donna scomparsa e uccisa nel 2024, Ana Maria Andrei, delitto confessato ieri sotto interrogatorio degli inquirenti.

Vasile Frumuzache, accusato degli omicidi di due prostitute a Prato e Montecatini, è stato aggredito in carcere da un parente della donna scomparsa e uccisa nel 2024, Ana Maria Andrei, delitto confessato ieri sotto interrogatorio degli inquirenti. L’aggressione è stata fatta con olio bollente tirato sul volto. Sull’episodio la procura di Prato ha aperto un procedimento penale. Vasile Frumuzache è stato ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Prato in codice di urgenza giallo. L’aggressione è avvenuta nella casa circondariale pratese della Dogaia, in via La Montagnola. Sul posto è intervenuto alle 10,40 il 118. Secondo quanto riporta il procuratore Luca Tescaroli “l’autore” dell’aggressione “ha potuto agire indisturbato senza alcun controllo”. “Il fatto è di particolare gravità – commenta poi lo stesso Tescaroli -, perché ogni persona, anche se in ipotesi di gravi crimini, ha il preciso diritto di essere tutelata, trattata con umanità e rispettata come essere umano”.

Gli antefatti: gli inquirenti di Prato hanno avuto la confessione dell’omicidio di un’altra donna uccisa da Vasile Frumuzache, 32 anni, guardia giurata, sposato, due figli, quando gli hanno chiesto perché mai detenesse in un suo box l’auto di una donna scomparsa nel 2024. A questa domanda, secondo quanto si apprende, il romeno avrebbe risposto dicendo di averla uccisa la donna si sarebbe rifiutata di sostenere una prestazione sessuale a pagamento. La vettura, riverniciata, è stata trovata stamani in una nuova perquisizione fatta a casa di Frumuzache a Monsummano. L’automobile apparteneva a una donna di cui venne fatta denuncia di scomparsa l’1 agosto 2024. Nel pomeriggio gli inquirenti pratesi lo hanno interrogato sul punto. Il 32enne ha detto di averla uccisa a coltellate. L’uomo sottoposto a fermo per l’omicidio di Maria Denisa Adas Paun ha confessato di aver ucciso la 30enne perché lei lo avrebbe ricattato minacciandolo di rivelare alla moglie un loro rapporto sessuale a pagamento se non le avesse dato 10.000 euro.

Il detenuto che ha aggredito, gettandogli olio bollente in volto, Vasile Frumuzache, è un cugino di Ana Maria Andrei, la 27enne di cui venne denunciata la sparizione a Montecatini Terme  l’1 agosto dello scorso anno. Secondo quanto emerge, il procuratore di Prato Luca Tescaroli aveva dato al penitenziario indicazione di massima sorveglianza per Frumuzache, assegnato alla sezione ‘Protetti promiscui’, che reclude detenuti a rischio per la loro incolumità. La sua presenza però avrebbe scatenato la protesta degli altri romeni nella stessa sezione, che hanno rifiutato la sua presenza. Allora Frumuzache è stato spostato in un altro reparto dove però vi è già detenuto, per altri fatti, il cugino di Ana Maria Andrei. Questo parente in un momento favorevole, senza controlli, ha attaccato Frumuzache con l’olio bollente ustionandolo al volto.

 La procura ha avviato altre indagini per accertare le responsabilità all’interno del carcere della mancata tutela di Frumuzache in un contesto già molto difficile.

Firenze, due anni senza Kata, l’immagine di come potrebbe essere oggi

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Firenze, due anni senza Kata, l'immagine di come potrebbe essere oggi
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Due anni fa, il 5 giugno del 2023 spariva nel nulla la bambina peruviana di 5 anni Kata dall’ex hotel Astor occupato. La Procura diffonde un’immagine di come potrebbe essere oggi, con un numero di telefono per fornire informazioni utili alle indagini.

La Procura di Firenze, con una elaborazione digitale, fornisce una foto di come potrebbe essere oggi la piccola Kata. Avrebbe 7 anni. Sparì il 5 giugno di 2 anni fa dall’ex hotel Astor, in via Maragliano a Firenze, luogo abbandonato e occupato, oggi in vendita. E insieme alla foto, la Procura fornisce anche un numero di telefono, lo 055.2061, per tutti coloro che fossero in possesso di informazioni utili alle indagini. Perché le indagini – a 360 gradi, dal piano locale a quello internazionale – non si sono mai fermate. E proseguiranno, anche cercando di rompere quel muro di omertà che ha da sempre circondato questa vicenda. La ricerca di tracce biologiche ha permesso di escludere che il corpo sia rimasto all’interno della struttura. Ma nello stesso tempo sappiamo che la bambina non è uscita dai varchi di ingresso dell’ex hotel. E’ stato accertato dall’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza puntate su via Boccherini e via Maragliano. Ma le indagini hanno consentito di individuare due possibili vie di fuga. Per il resto rimangono sospetti, legati ai non detti, alle smentite, alle mezze parole, alle voci che hanno circondato questa drammatica vicenda dal primo momento, generando una grande attenzione, investigativa e mediatica, sulla famiglia di Kata, sui parenti e su altri soggetti presenti all’interno dell’occupazione di via Maragliano. “Qualcuno sa ma non parla”, ci siamo sentiti ripetere spesso in questi due anni. Elemento distintivo di questa storia. Insieme all’altro elemento distintivo, ovvero il quasi totale disinteresse da parte della città, che non ha mai sentito la storia della piccola Kata, come una propria storia. Eppure a Firenze è scomparsa una bambina.

🎧Referendum: tutte le informazioni sui quesiti dell’8 e 9 giugno

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🎧Referendum: tutte le informazioni sui quesiti dell'8 e 9 giugno
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Referendum – Domenica 8 dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15 si vota per i 5 quesiti referendari su Lavoro e Cittadinanza. Tutti i dettagli nella scheda curata da Domenico Guarino.

Mancano poche ore al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno. Si vota domenica 8 dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. I quesiti sono in tutto cinque e perché i risultati siano validi sarà necessario raggiungere il quorum, ovvero la partecipazione alle urne del 50%+1 degli elettori.
In concomitanza in diversi Comuni italiani si svolgeranno i ballottaggi delle elezioni amministrative dopo il primo turno degli scorsi 25 e 26 maggio.

Sono ammessi al voto per i referendum tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni e risultino iscritti alle liste elettorali italiane. Gli aventi diritto dovranno recarsi ai seggi muniti di tessera elettorale e documento di identità in corso di validità. Per questa consultazione è stata prevista, in via sperimentale, la possibilità di votare fuori sede per chi si trova in un’altra città per motivi di lavoro, studio o cura. Pertanto chi ha fatto richiesta entro i tempi previsti, potrà recarsi al seggio allestito presso il proprio Comune di domicilio, munito dell’attestazione di ammissione al voto rilasciata dall’ente stesso.

Si tratta di un referendum abrogativo, in pratica saremo chiamati ad esprimersi sulla volontà di abrogare una norma o una parte di essa. Le schede elettorali sono in tutto cinque, una per ogni quesito, contraddistinte da colori diversi (verde per la prima, arancione per la seconda, grigia la terza e così via). All’interno l’elettore troverà citata la legge o la parte di legge di cui si chiede l’abrogazione e subito sotto, due opzioni: Sì o No. Chi è favorevole ad eliminare la norma in questione potrà barrare la X sul ‘Sì’; chi la vuole mantenere così com’è invece, potrà scegliere l’opzione ‘No’.

Nel dettaglio, il primo quesito chiede di eliminare la norma che disciplina i licenziamenti illegittimi secondo il sistema dei contratti a tutele crescenti introdotto dalla riforma del governo Renzi. Il secondo chiede di togliere il tetto massimo di indennità che spetta al lavoratore ingiustamente licenziato all’interno di una piccola impresa.

Il terzo invece, punta ad abrogare la norma che consente al datore di lavoro di stipulare contratti a termine – fino a dodici mesi – senza una causale. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, in particolare la responsabilità negli appalti, tra imprese committenti e appaltatrici.

Infine, il quinto quesito, chiede di dimezzare i tempi di soggiorno legale necessario per poter chiedere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni.