Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera di fronte al Rivellino di Piombino hanno denunciato come a quasi 30 anni dall’istituzione del Sin e dopo sei accordi di programma – l’ultimo dei quali con Metinvest Adria per il rilancio del polo siderurgico – solo il 6,6% dei terreni sia stato bonificato e appena lo 0,2% della falda risanato.
A quasi 30 anni dall’istituzione del Sin e dopo sei accordi di programma solo il 6,6% dei terreni sia stato bonificato e appena lo 0,2% della falda risanato”: a denunciarlo  nella prima tappa della seconda edizione della campagna nazionale ‘Ecogiustizia subito – In nome del popolo inquinato’, le associazioni Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera, con un flash mob organizzato oggi di fronte al Rivellino di Piombino.
“Chiediamo anche giustizia sanitaria, attraverso un confronto costante con i responsabili dello studio epidemiologico condotto dall’Usl sullo stato di salute della popolazione residente, rimasta esposta per decenni all’inquinamento dell’area industriale – proseguono le associazioni -. E rivendichiamo giustizia sociale per un territorio che, tra la crisi siderurgica e la ridotta diversificazione economica dovuta alla sua storica impronta industriale, rischia un progressivo spopolamento”.
Il flash mob, ideato intorno ai temi dell’attesa e del tempo – entrambi simboli del lunghissimo percorso di bonifica del Sin di Piombino  – ha visto i partecipanti disporsi in una lunga fila, a rappresentare i troppi anni trascorsi senza risultati adeguati. A rendere ancora piĂą visibile questa attesa uno striscione con la scritta ‘Qui in attesa di Ecogiustizia’, accompagnato dai cartelli sorretti dai partecipanti che ricordano la durata del ritardo accumulato.


