La Libertà Entertainment, società affidataria, si dichiara stupita per lo stop di Palazzo Vecchio in merito al progetto, comunicato a sette giorni dalla data prevista per la stipula della concessione e annuncia che impugnerà il provvedimento adottato dal Comune
Un atto “giuridicamente incomprensibile”: La Libertà Entertainment, società affidataria dello spazio del Parterre, non usa mezzi termini e “si riserva di tutelare i propri diritti e interessi nelle sedi competenti, in relazione alle rilevanti conseguenze economiche e procedimentali subite”.
Ieri il Comune aveva detto che il primo progetto era stato bocciato dalla commissione edilizia, che invece non aveva ancora vagliato quello successivo.Per la società “non esiste alcun impedimento legale che abbia impedito la stipula entro il 31 dicembre 2025. Il progetto presentato in sede di gara non è mai stato formalmente respinto dalla commissione edilizia. Il parere espresso, da noi contestato e francamente anomalo e paradossale, aveva carattere preventivo e non vincolante, non costituiva un diniego e non precludeva, secondo prassi amministrativa consolidata, la sottoscrizione della concessione”.
Nonostante ciò, viene ancora spiegato, “al solo fine di venire incontro alle indicazioni ed alle richieste dell’amministrazione comunale e dei suoi rappresentanti di cambiare progetto, Libertà Entertainment ha trasmesso una seconda ipotesi progettuale via pec in data 24 luglio 2025, successivamente alla proroga del termine di stipula. Da quel momento, per oltre cinque mesi, il Comune non ha fornito alcun riscontro formale, nonostante i nostri ripetuti solleciti inviati via pec dalla società in data 26 settembre e 19 dicembre 2025”.
Nella nota si ricorda come Libertà Entertainment “ha presentato un progetto di riqualificazione complesso, oneroso e ad altissimo rischio imprenditoriale, assumendo responsabilità economiche rilevanti nell’interesse della città e della collettività. Infatti il costo previsto del canone nel bando è di 90 mila ero annui per un’area degradata. Non solo: tutto quelle che verrebbe costruito rimarrebbe poi di proprietà del Comune. A fronte di un impegno di tale portata, la società si sarebbe aspettata un atteggiamento collaborativo, serio e responsabile da parte dell’amministrazione”.

