Mer 24 Apr 2024

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Da Ponte Vecchio a Palazzo Chigi il ‘Cammino degli Inessenziali’: parte oggi da Firenze #contearriviamo

Da Firenze a Roma a piedi, in dieci tappe. E oggi, prima di partire per palazzo Chigi, un flash mob su Ponte Vecchio “per rilanciare il grido di dolore della categoria dei ristoratori”.

Una “lunga marcia” con tanto di hashtag: “#contearriviamo”. E’ l’iniziativa messa in piedi dai Ristoratori Toscana e da Tni, Tutela nazionale imprese, “che grazie al tam tam sui social ha raccolto subito adesioni in tutto il mondo: tra queste, Tokyo, Dubai, New York, Londra, Parigi, Amsterdam e Berlino”, spiegano.

Manifestazione Ristoratori, Ponte Vecchio. Foto Controradio

Quasi 200 persone hanno partecipato alla manifestazione su Ponte Vecchio a Firenze, con cartelli e striscioni, in rappresentanza di diverse categorie professionali: ristoratori, ambulanti, artigiani, tassisti, Ncc e commercianti. Hanno partecipato anche gli artisti del Circo Nero che hanno realizzato una performance circense nel mezzo della manifestazione.

‘Ponti per il futuro’. Manifestazione Ponte Vecchio. Foto Controradio

Su Ponte Vecchio è stato esposto un grande striscione con la scritta ‘Ponti per il futuro’, motto dell’iniziativa. “Con questi provvedimenti distruttivi il governo sta distruggendo questi ponti”, accusa Naccari, secondo cui “l’unica cosa che sanno dire è chiudere, sembra che ci diano soldi a pioggia. in realtà non ci hanno dato un c…; si riempiono la bocca solo per parlare di evasione fiscale, ma di spreco di soldi pubblici non ne parla mai nessuno, perché la responsabilità è loro: basta, non accetteremo mai più leader politici che ci additano come evasori”.


Con le chiusure del lockdown, lamenta il presidente dei Ristoratori
Toscana, “ci ridurremo ad essere degli automi, schiavi al servizio delle multinazionali, esseri che esistono solo per lavorare e consumare, vivremo le nostre vite chiusi in casa con lo smart working, a rischio è l’intera società, e noi non possiamo accettarlo. Svegliamoci e uniamoci, riprendiamoci le nostre vite, ritorniamo ai valori dei nostri nonni che oggi la politica sacrifica sull’altare della sua incompetenza”.


Fra le richieste dei manifestanti al governo ci sono la sospensione di tutte le tasse, l’abbattimento dei canoni d’affitto, il blocco degli sfratti, un fondo perduto per il periodo di chiusura adeguato ai cali di lavoro registrati, e un credito di imposta proporzionale alle perdite di fatturato.

Foto Controradio

Dopo il sit-in, è partito il “Cammino degli inessenziali” e i ristoratori contano di raggiungere la capitale in una decina di giorni. Ecco le tappe: il via a Ponte Vecchio per raggiungere San Casciano. Poi San Gimignano, Siena, San Quirico d’Orcia, Bolsena, Monte Fiascone, Viterbo, Sutri, La Storta e il 13 novembre l’arrivo nella citta’ eterna.

Sono partiti in 100 per portare al governo le richieste delle categorie più colpite dalle conseguenze della pandemia e del lockdown. Gianmarco Totti, ristoratore di Prato è uno di loro. “Ho deciso di partire perché la nostra categoria è stata colpita in pieno, se non si smuove qualcosa e non ci aiutano si chiude tutti”, dichiara Gianmarco Totti.

 

 

 

1 commento

  1. Sono stato molte volte al ristorante da Maggio fino alla scorsa settimana. Posso dire a braccio avrò provato minimo 30 posti diversi e non ce n’è stato uno che abbia rispettato tutte le norme di sicurezza.
    Gel per le mani in tutti i ristoranti.
    Sanificazione del tavolo in pochissimi posti.
    Distanziamento solo nel primo ristorante in cui andai (in alcuni casi c’era veramente contatto con i tavoli vicini e non solo tra i commensali al tavolo).
    Raccolta dei nominativi e dei numeri di telefono in circa il 30% dei posti.
    In alcuni posti dipendenti senza mascherine e assembramenti di persone davanti al locale e all’interno.
    E questo in Veneto, in diverse province della Toscana, in Trentino e in Alto Adige.
    Detto ciò la responsabilità dell’incremento dei casi non è certo dei ristoratori e vedere chiudere i ristoranti e lasciare i mezzi pubblici stipati di persone non ha senso, ma non ha senso neppure dire che i ristoranti siano il posto più sicuro per eccellenza.

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