Ven 26 Apr 2024

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Nasce albo delle botteghe storiche a Firenze

Nasce l’albo delle attività storiche fiorentine da tutelare e promuovere con vincoli di salvaguardia. La delibera, che ha avuto ieri il via libera dalla giunta (dopo il termine dei lavori della commissione tecnica), prevede due categorie: 150 attività di eccellenza (che hanno ricevuto almeno un vincolo di salvaguardia) e 120 attività storiche tradizionali. L’obiettivo è far sì che non siano snaturate le attività, mantenendo la storia e la tradizione del luogo.

Secondo l’assessora allo sviluppo economico del Comune di Firenze Cecilia Del Re (che ha presentato la delibera della giunta) si tratta di “un lavoro coraggioso, primo del genere in Italia”. Per la prima volta vengono dati ai comuni “gli strumenti per tutelare le attività storiche”.

Tra i luoghi storici coinvolti il caffè delle Giubbe Rosse, in piazza della Repubblica: “Siamo contenti che questo lavoro – ha detto Del Re – troverà piena applicazione per la prima volta per il caffè storico Giubbe Rosse, che ad oggi non era sottoposto ad alcun vincolo di tutela”.

Il percorso è partito a maggio 2017 con l’approvazione del regolamento Unesco e della norma dedicata alle attività storiche, con la quale si rinviava a un censimento per individuare gli oggetti di tutela delle attività storiche presenti sul territorio del Comune di Firenze facenti parte del precedente Albo.

E’ stato quindi dato incarico al dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, con il coordinamento del professor Bertocci, di analizzare singolarmente le attività inserite nell’albo degli esercizi storici, in modo da individuare gli elementi di pregio che all’Amministrazione interessava tutelare.

Completato questo lavoro, a giugno 2018, è stato approvato il nuovo regolamento per le Attività storiche, che ha costituito anche la Commissione chiamata ad individuare gli oggetti di salvaguardia. Tale salvaguardia può coincidere anche con l’attività stessa, che può riguardare sia l’eccellenza della lavorazione, che la caratteristica di svolgere un servizio per il quartiere e la cittadinanza (nell’elenco sono state infatti inserite  anche attività di ortolano o mercerie del centro storico).

All’interno della nuova lista, sono state mappate le attività inserite nel precedente albo degli esercizi storici: al momento dell’approvazione definitiva della lista saranno georeferenziate e inserite (con gli elementi da salvaguardare) nel database della direzione Urbanistica. Il lavoro di censimento sta andando avanti e l’Università sta ricercando altre attività con più di 50 anni, che potrebbero poi essere inserite nella lista e sottoposte all’esame della commissione.

Il 25 marzo nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio le 270 attività individuate riceveranno un riconoscimento formale anche con la consegna degli attestati.

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessora allo Sviluppo economico Cecilia Del Re:

 

“L’identità di città come Firenze non si costruisce solo con la tutela dello straordinario patrimonio monumentale, ma, come ben asserito dalla  Convenzione di  Parigi del  17 ottobre 2003, anche attraverso la protezione di  quella fitta rete di valori culturali legati alle tradizioni, agli usi e ai costumi,  come l’artigianato, e una rete commerciale di attività tradizionali  a servizio del residente. Per questo l’iniziativa del Comune di Firenze appare non solo opportuna, ma necessaria” dichiara Rosa Maria Di Giorgi, deputata del Partito Democratico.

“E’ una risposta puntuale a chi accusa le amministrazioni del centrosinistra di aver svenduto l’anima della nostra Firenze. Al contrario: attraverso il Regolamento Unesco e questo ulteriore tassello, si stabilisce un livello di tutele che non ha pari” aggiunge Di Giorgi.

“Molto dovrebbe e potrebbe  invece fare il Parlamento ed il Governo, ad esempio riprendendo in mano il ddl di cui sono prima firmataria  “Misure per tutela e fruizione dei siti italiani  posti sotto la tutela dell’UNESCO” il cui obiettivo è proprio quello di rafforzare il sistema di tutele previste al fine di  preservare efficacemente il nostro straordinario patrimonio. Attraverso strumenti  in grado di garantire anche la componente  intangibile o immateriale presente nei nostri centri storici, di cui il commercio e le botteghe storiche sono parte fondamentale”, conclude la Parlamentare Dem.

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