Il gup del tribunale di Livorno ha deciso di accogliere, in udienza preliminare, la richiesta di rito abbreviato presentata dalla difesa di Fausta Bonino, l’infermiera 57enne accusata dalla procura livornese di omicidio volontario plurimo per le morti sospette di 10 pazienti avvenute nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino (Livorno) tra il 2014 e il 2015.
Bonino sarà dunque giudicata solo sulla base degli elementi di prova raccolti nella fase di indagine preliminare. Per l’accusa quelle morti furono causate dall’utilizzo, “deliberato e fuori dalle terapie prescritte”, di eparina in dosi tali da “determinare il decesso” per improvvise emorragie. Il giudice ha deciso il rinvio a giudizio invece per Michele Casalis, primario del reparto di rianimazione di Piombino, accusato di omicidio colposo plurimo. La sua colpa, in sostanza, è quella di negligenza, imperizia e violazione dei protocolli terapeutici.
Davanti al gup si sono costituite parte civile la Asl e gli avvocati Roberto Napoleoni, Alessandra Pallini e Carlo Castaldi per le parti offese. Il giudice ha fissato per la discussione dell’abbreviato le udienze del primo marzo, per la conclusione del pubblico ministero e delle parti civili, del 22 marzo per quelle della difesa e del 5 aprile l’udienza con le repliche e camera di consiglio per emissione della sentenza.
“La scelta dell’abbreviato – ha commentato il legale della difesa Cesarina Barghini – è determinata esclusivamente dalla volontà di chiudere questo procedimento che è durato fin troppo, e mettere fine a questa sofferenza di Fausta e farla uscire da un incubo. In un dibattimento non vedo cosa di altro si sarebbe potuto portare – ha aggiunto – perché agli atti c’è già tutto quello che poteva esserci. Non prendiamo in considerazione nemmeno lo sconto di pena perché noi non prendiamo in considerazione l’ipotesi di una condanna. Sconto peraltro che nel caso di Fausta non ci sarebbe nemmeno”.
La richiesta di rinvio a giudizio era stata depositata nel luglio scorso dal pm Massimo Mannucci e dal procuratore capo Ettore Squillace Greco. Nel corso delle indagini della procura erano emersi 14 decessi sospetti, ma dopo l’incidente probatorio quattro casi erano stati archiviati. A Fausta Bonino, l’accusa contesta di aver agito con premeditazione e con altre aggravanti, tra le quali il fatto di aver agito su pazienti già in precarie condizioni di salute.