Mar 19 Mar 2024

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Liliana Segre, conferimento laurea honoris causa Università di Pisa

La senatrice a vita Liliana Segre ha accolto in diretta streaming il conferimento della laurea honoris causa in Scienze della pace dell’Università di Pisa

“Mi chiedo come possa proprio io avere ispirato parole e concetti come quelli che ho sentito”, dichiara Liliana Segre durante la cerimonia in streaming. “Certe mie parole, ripetute, le ho ascoltate da quella nonna che sono di me stessa e con una pena terribile per quella ragazzina che sono stata, con la consapevolezza e l’orgoglio di essere stata forse utile nei percorsi di vita delle persone che mi hanno ascoltato, cercando di trasmettere la forza che c’è in ognuno di noi per la scelta di vita. Ora sono una laureanda, molto matura e commossa”

Così la senatrice a vita, Liliana Segre ha accolto  in diretta streaming, il conferimento della laurea honoris causa in Scienze della pace dell’Università di Pisa. La consegna virtuale del diploma, con la senatrice collegata da casa, è avvenuta nel corso di una cerimonia organizzata dall’Ateneo pisano nell’auditorium del polo didattico ‘San Rossore 1938’.

“Il nome di questo Polo è evocativo come pochi – ha detto Segre – perché ricorda il 1938, le leggi razziali e la tenuta di San Rossore, che sono andata a visitare, dove il re Vittorio Emanuele III firmò il regio decreto che promulgava quell’immondo articolato. Troppi furono coloro che accettarono quelle leggi e ne approfittarono sul piano professionale ed economico, abbandonando a un destino di disperazione e morte migliaia di loro connazionali”.

Rivolgendosi al rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, Liliana Segre ha infine ricordato “la cerimonia del Ricordo e delle Scuse promossa dall’Ateneo nel 2018 in cui l’accademia italiana chiedeva scusa a docenti e studenti ebrei espulsi da università e scuole italiane, e lei, rettore, ricordò che ci sono vite che a partire da questo luogo sono state sospese, stravolte, distrutte, e la mia è una di quelle vite: sono l’ultima testimone di quella caduta agli inferi, perché ero una bambina di otto anni quando ascoltai dalla voce dei miei cari, spariti nel vento della Shoah, che ero stata espulsa dalla scuola. E da allora niente è stato più come prima e Auschwitz fu l’orrore finale”. “Oggi – ha poi aggiunto Segre – il polo di San Rossore guarda al futuro, eccellenza in campo architettonico e nella salvaguardia ambientale. Ospita il Dipartimento di civiltà e forme del sapere, un nome che indica il nesso tra il livello di civiltà e le strutture di studio formazione e insegnamento, l’unico vero antemurale al riproporsi, oggi come ieri, delle forme più pericolose di ignoranza, intolleranza, indifferenza che espongono la nostra civiltà e le nostre società ai rischi peggiori”.

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