Gio 28 Mar 2024

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Libri: “La fabbrica che non volle chiudere” questa sera a Figline

Stasera, ore 21, Spazio 92, Figline Valdarno Via fiorentina, 22.La fabbrica che non volle chiudere, un racconto corale sulla vertenza Bekaert di Figline Valdarno”Incontro con gli autori Daniele Calosi e Domenico Guarino, la Sindaca Giulia Mugnai e i lavoratori Bekaert.
Moderano il direttore di Valdarno Oggi Roberto Bertoncini e lo scrittore Gianni Somigli.

A giugno del 2018 la multinazionale Bekaert decide di chiudere lo stabilimento di Figline Valdarno (Fi) mandando a casa i 318 lavoratori.
Da quel momento ‘la Fabbrica’ diventa l’epicentro di una vera e propria epopea popolare che vede al centro la lotta degli operai e la solidarietà dell’intera comunità.
“La fabbrica che non volle chiudere” è il racconto di questa straordinaria storia di militanza, dignità ed impegno civile.
Un romanzo che attraverso la cronaca e le riflessioni dei protagonisti, dà voce ai sentimenti, alle paure, alle speranze, ai pensieri di chi quella vicenda ha vissuto in prima persona.
“Una vicenda da ascoltare più che da leggere -dichiara Daniele Calosi, segretario FIOM Firenze– che mette in luce l’assenza di una politica industriale per il Paese, di una classe imprenditoriale degna di questo nome e soprattutto l’assenza di protezione sociale dei lavoratori che, abbandonati al loro destino, provano persino a costruirsi da soli una soluzione” .

Il libro si avvale della prefazione del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, e della postfazione della segretaria della Fiom nazionale, Francesca Re David.

“Quel che appariva, con forza, sullo sfondo del racconto giornalistico era che con la Bekaert, insieme con i lavoratori della fabbrica, si era mossa un’intera comunità, la quale aveva assunto quella vicenda come simbolo di una Resistenza contemporanea ai meccanismi perversi della globalizzazione. Mi convinsi allora che la chiave fosse in questo, nel restituire cioé quel senso di pluralità ed insieme di drammaticità (nel significato più propriamente teatrale del termine) quasi epica che quella vicenda emanava. Il libro che avete tra le mani è appunto il tentativo di dare forma concreta a questa intuizione” dall’introduzione di Domenico Guarino.

“In un momento in cui la nostra storia, la storia delle lotte sociali e delle conquiste sindacali, tende a essere emarginata, a non fare più parte della cultura e del sentire profondo del Paese, è importante che la nostra organizzazione, il sindacato, si dedichi a lasciarne traccia” dalla prefazione di Maurizio Landini.

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