
In un’Italia che taglia la spesa per le pensioni e modifica il coefficiente di trasformazione penalizzandole ulteriormente, c’è chi come CNA Pensionati Firenze fa valere un ulteriore scarto: tra l’assegno per le donne e quello per gli uomini. Un sistema previdenziale non equo né sostenibile.
Due pesi due misure, quando si parla di genere il divario pesa, eccome. Una questione strutturale, radicata in un sistema di stereotipi e visioni limitanti che oggi si conferma nei numeri: in media, La pensione di un uomo si aggira sulle 21 mila euro, quella della donna su 16700 euro, per eccesso, circa 8200 euro di differenza a scapito della seconda, senza contare, rileva l’stat, che in Italia solo il 28% delle donne percepisce una pensione, contro una media europea del 40,7%; per gli uomini i valori sono rispettivamente 36,5% e 40,4%. Infine, tra i 65-74enni, appena il 68,3% delle donne riceve un trattamento pensionistico, gli uomini sono l’88%. Non ci sta il presidente di Cna Pensionati Firenze, Omero Soffici appena rieletto. Dice al quotidiano la Nazione che si tratta di un divario inaccettabile, specchio di una realtà ancora sbilanciata. Una giustizia rivendicata a piene mani, anche sul versante dell’assistenza sanitaria, un nodo, questo si, trasversale, che si paga in termini di liste di attesa, difficoltà dei percorsi domiciliari.
“Serve investire nella digitalizzazione, prosegue Soffici, nell’integrazione tra ambito sanitario e sociale”. Ricucire lo strappo tra territorio e persone, investire sulla socialità con azioni ricreative e formative, anche e soprattutto sul tema della sicurezza. Questa la strada che CNA pensionati intende perseguire in tempi di disuguaglianza e conflitti. Quello che permane tra generi è, in effetti, preoccupante.Â