Ven 29 Mar 2024

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La storia della Porrettana messa in scena dagli Omini a Pistoia

Il nuovo lavoro dell’Associazione Teatrale Gli Omini per il Progetto T, programma teatrale per il rilancio dell’identità della vecchia Ferrovia Transappenninica, debutta stasera al Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia

Una delle linee ferroviarie più antiche d’Italia: 99 chilometri di strada ferrata con 47 gallerie, 35 ponti e viadotti. Punti panoramici vertiginosi, fermate nel mezzo del bosco di castagni, un fiume che segue i binari con cascate e spiaggette. Stazioni interdette, costruzioni in rovina, paesini. Un’opera d’arte. Questa è la Ferrovia transappenninica Porrettana, che unisce Pistoia a Bologna e che ha avuto fin dal 1864, data della sua inaugurazione, una storia travagliata, di idee grandiose, sogni, sacrifici, costruzioni straordinarie. Attorno alla Porrettana è nato in questi anni un percorso di rilancio della sua identità che passa attraverso il recupero della memoria e la cultura dei territori: un percorso in cui il teatro ha fatto la sua parte con il PROGETTO T, ideato per il triennio 2015/2017 dall’Associazione Teatrale Pistoiese con Gli Omini, premio “Rete Critica 2015”.

Stasera e domenica 12 novembre alle ore 21 al Piccolo Teatro Bolognini, in prima regionale, approda a Pistoia, Capitale Italiana della Cultura 2017, la terza tappa del Progetto T, Il controllore, dopo il successo al Festival emiliano “VIE” (e dopo una serie di anteprime a Porretta Terme, a Rocchetta Mattei, a Vergato e a Marzabotto).Lo spettacolo, coprodotto assieme a Emilia Romagna Teatro Fondazione, è interpretato da Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini , con Giulia Zacchini in veste di ‘dramaturg’.

Dal 21 al 23 novembre sarà riproposto anche il primo lavoro del Progetto T, ‘Ci scusiamo per il disagio’, che debuttò nel 2015 all’interno del Deposito Rotabili Storici di Pistoia e che è stato in seguito presentato con felici riscontri di pubblico e critica in numerosi Festival e teatri italiani.

Gli Omini: “ll primo anno è stato alla Stazione di Pistoia. Un mese di registrazioni, di incontri, chiacchiere, impressioni, altoparlanti. Cento pagine di parole raccolte, frammenti di altrettante vite. Abbiamo ascoltato e abbiamo risposto: Ci scusiamo per il disagio. Il secondo è stato sul treno Pistoia-Porretta. Una tratta che è un viaggio nel tempo semideserta, abitata prevalentemente da poeti estemporanei, donne che scrivono lettere e uccelli parlanti. O forse era un sogno. Sicuro era La corsa speciale, nata solo per esistere lì, tra il bosco e la galleria. Oggi, al suo terzo anno, il Progetto T prosegue il suo naturale cammino sulla strada ferrata, da Porretta a Bologna. Diciassette fermate in tutto. Diciassette piccoli mondi visti dal finestrino. A bassa velocità. Qui continua la nostra ricerca sugli uomini lungo i  binari. Su quelli che camminano ai bordi, quelli che tentano di non vederli, quelli che ci stanno sopra e vanno diritti. Tutti sono insieme, senza rendersene conto. Fanno finta di essere soli. Sotto l’occhio attento, o distratto, o distrutto dei controllori. Chi si siede sempre allo stesso posto, chi guarda in basso, chi non trova il cesso. In treno succede di tutto. E i controllori passano e controllano. Ancora una volta. È un continuo, un continuo. Cosa controllano? Chi li controlla? Riescono a controllarsi? Sono scese nove persone e ne sono salite tre. Quanto li cambiano le vite degli altri che passano? Cosa sono le cose proibite? Quali regole devono essere seguite? Cos’è questo odore? Possiamo ancora farci domande? Il treno di notte si è fermato. O forse non era neanche notte. E nemmeno un treno. Erano anni difficili da capire. Non si riusciva a distinguere una mosca da un regalo, un sacchetto da una donna, un idiota da un eroe. Era buio, quello si vedeva, o meglio, non si vedeva.”

“Nel penetrante, comico, sulfureo spettacolo de Gli Omini – scrive il critico Massimo Marino – c’è tutto quello che trovi su una linea ferroviaria locale e qualcosa di più, oltre la paura, che prende troppo spesso nei vagoni vuoti e in questo nostro paese, oltre lo sporco, che ossessiona un’igiene che vuole ripulire l’assenza, la distanza, la mancanza. C’è un senso di vite sprecate, che suscita un riso amaro, perché in quei folli personaggi marginali, caricaturali, siamo mascherati tutti noi che non riusciamo a pulire le nostre tombe imbiancate sotto il sole d’agosto. Ci sono i fantasmi che cerchiamo di seppellire; che, continuamente, tornano a riaffiorare, a sproloquiare, a tormentarci…”

I biglietti da 6,00 A 12,00 euro sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

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