Gio 2 Mag 2024

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🔊 Kata: il racket nell’ex hotel e i cellulari dei genitori al centro delle indagini

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🔊 Kata: il racket nell'ex hotel e i cellulari dei genitori al centro delle indagini
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Kata – Mentre si avvicina il 10 agosto quando saranno due mesi dalla scomparsa della piccola a Firenze, nuovi sviluppi sul contesto dell’ex hotel Astor dove abitava la bambina e dove era operativo un ‘racket di affitti’ verso gli occupanti. Nell’ambito di questo filone ci sarebbero stati gli arresti di questo sabato fra cui lo zio di Kata, mentre sono stati perquisiti i genitori ed altri 5 parenti e sequestrati i cellulari. Tra le ipotesi che abbiano condotto delle indagini parallele sul rapimento.

“Vorrei sapere se Kata è viva, se sta bene, sono passati due mesi e stare così senza sapere nulla mi fa stare male. Non si può stare così senza sapere niente. Chi sa di Kata mi faccia sapere qualcosa”. Lo ha ha detto Kathrine Alvarez, la madre di Kata in uno sfogo coi suoi legali. “Spero che la nuova indagine serva a trovarla”, ha anche aggiunto Kathrine commentando la perquisizione dei cellulari, il suo e quello del marito, Miguel Chicclo Romero. La coppia, che non è indagata, è rimasta fino a sabato sera tardi negli uffici dell’Arma in attesa che la copiatura dei dati si completasse.

“Collaboriamo con le indagini”, ha detto Kathrine. C’è voluto tempo perché per ottenere i dati serve chiedere autorizzazione, e aspettarla, alle compagnie che gestiscono i social network. Una certa attesa, la più lunga, pare sia stata dovuta per avere risposta dalla Cina dal social Tik Tok. Nelle chat potrebbero essere passati scritti o immagini utili o sottovalutati e gli investigatori vogliono setacciare le conversazioni. Invece dagli arresti del 5 agosto arriva uno spiraglio per le indagini. Uno dei quattro arrestati in carcere per il racket degli affitti nell’occupazione abusiva dell’ex hotel Astor di Firenze potrebbe essere a conoscenza di qualcosa sul rapimento della piccola Kata.

Ne sono convinti da settimane i genitori della bimba, Miguel Angel e Katherine, che lo hanno riferito agli inquirenti. Non si tratta dello zio materno Abel, il fratello di Katherine, su cui la coppia non ha nessun dubbio, ma di un altro soggetto. E non è nemmeno l’unica persona di cui i genitori della piccola scomparsa dal 10 giugno hanno parlato agli investigatori. L’ex hotel Astor, adesso sgomberato, sembra custodire sempre di più la chiave del sequestro della bambina. E’ nei rapporti molto critici, pure criminali, tra gli adulti di quel luogo, un centinaio di immigrati sudamericani e romeni, senza permesso di soggiorno, che gli inquirenti cercano tracce per trovare Kata.

Gli arresti per il racket hanno riguardato il sedicente ‘padrone’ dell’Astor, Carlos, peruviano, cui le indagini attribuiscono un ruolo di riferimento nella gestione abusiva della struttura, fatta anche con minacce, estorsioni, lesioni. Episodi di violenza testimoniati da diversi occupanti, che indicano tra i protagonisti Carlos e lo zio materno di Kata, lo zio Abel, conosciuto dagli altri con il soprannome di Dominique nelle scorribande violente in cui avrebbe fiancheggiato Carlos. Quest’ultimo al momento pare di maggior interesse investigativo per inquadrare informazioni utili a trovare Kata. Comunque sia, gli stessi genitori di Kata dagli atti non sono estranei al clima di violenza, a partire dai contrasti con la famiglia Barbosa, “per il rumore”, ma tale motivo trova scettici gli inquirenti.

Un peruviano a marzo denunciò alla polizia i genitori di Kata perché in una discussione lo picchiarono, “colpito da Miguel Angel Chicclo Romero – si legge negli atti – ‘”con pugni al volto”, e dalla fidanzata di quest’ultimo, Katherine Alvarez, “che lo aveva graffiato con le unghie sul braccio sinistro e sulla faccia”, e pure da Marlon, che è il fratello di Miguel”, zio paterno di Kata, “con violenti pugni al fianco destro e sulla schiena”. Il 28 maggio un video di una telecamera in strada riprende i momenti in cui un ecuadoregno tenta di sfuggire alla violenza dei peruviani cercando di fuggire dalla finestra della sua camera al secondo piano ma precipita e si frattura per oltre 40 giorni di prognosi. Kata viveva in un mondo così.

Intanto non si fermano le fiaccolate settimanali della comunità peruviana che hanno preso vita subito dopo la notizia della scomparsa. Questa settimana appuntamento alle 21.30 in piazza Dallapiccola giovedì 10 agosto, nel giorno dei due mesi di attesa e speranza. ‘A prescindere da responsabilità e responsabili il nostro obiettivo è che Kata torni tra noi”. ribadisce

Norma Guerrero operatrice sanitaria di origine peruviana da oltre vent’anni residente a Firenze, tra le principali animatrici di questa comunità che nel capoluogo toscano conta quasi 8mila persone. (AUDIO)

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