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Gio 14 Ago 2025
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ToscanaCronacaInchiesta baby-estremisti, 3 perquisiti anche in Toscana

Inchiesta baby-estremisti, 3 perquisiti anche in Toscana

Alcuni inneggiavano al suprematismo, altri erano vicini alla propaganda jihadista, altri ancora utilizzavano i social per attività di propaganda fascista. Tutti però sono minorenni. La polizia ha effettuato 22 perquisizioni, in varie province italiane, 3 in Toscana.

In Toscana sono tre i minori indagati dalla Digos di Firenze e Arezzo per le scritte che comparvero a San Giovanni Valdarno (Arezzo) il marzo scorso connotate, riporta la polizia di Stato, da tenore discriminatorio e antisemita, contro l’ideologia ‘antifascista’ e verso tutti coloro che non si identificano nella razza bianca. Sono stati perquisiti due di 14 e 17 anni, residenti nella provincia di Arezzo, e un terzo, 15enne, residente nella provincia di Firenze.

Sono arrivati all’attenzione della Digos a seguito di approfondimenti svolti su diversi episodi di imbrattamento compiuti a marzo proprio a San Giovanni. Tra queste, l’8 marzo fu trovata una scritta con vernice nera ‘White power’ sul muro del parcheggio Dalla Chiesa con croce celtica e simbolo delle Ss. Il 10 marzo fu trovata la scritta ‘Italia agli italiani’ corredata da croce celtica sull’ingresso del patronato dell’Acli.

L’indagine che riguarda questi tre minori della Toscana  viene resa nota oggi dalla polizia di Stato nel quadro generale di 22 perquisizioni effettuate in tutta Italia sul fenomeno della radicalizzazione sul web tra i giovanissimi verso forme ibride di contesti estremisti a matrici “suprematista, accelerazionista, antagonista e jihadista”.

Tra i giovanissimi a finire nel mirino un quattordicenne di Oristano seguace dei suprematisti che pubblicava foto sui social con il volto travisato mentre impugnava coltelli e pistole; due 17enni che a gennaio durante una manifestazione non preavvisata a Bologna per Rami, il ragazzo morto durante un inseguimento, hanno danneggiato telecamere, vetrine di esercizi commerciali e banche presenti sul percorso del corteo. E ancora un altro coetaneo che a Ravenna seguiva la propaganda jihadista dell’Isis, condividendo contenuti dello stesso tipo in gruppi whatsapp e un quattordicenne che pubblicava on line contenuti di natura nazista e antisemita.

Dalle indagini degli ultimi anni si registra un boom della diffusione anche in Toscana  di contenuti estremisti e violenti sui social da parte di minorenni. I dati della polizia raccontano che da gennaio del 2023 ad oggi, sono 12 i minori sottoposti a misura cautelare (uno nel 2023, cinque nel 2024 e sei nella prima metà del 2025) ed altri 107 oggetto di approfondimenti investigativi, come perquisizioni personali, domiciliari e informatiche (9 nel 2023, 46 nel 2024, 52 nella prima metà del 2025).

Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi “la radicalizzazione online non è solo una minaccia alla sicurezza, ma una sfida culturale profonda”. “Non parliamo di giovani criminali – ha sottolineato – ma di ragazzi disorientati, che nel web cercano ciò che la società ha smesso di offrire: senso, identità, ascolto. Serve sì fermezza, ma soprattutto un cambio di passo educativo e relazionale. Dobbiamo saper costruire un’alternativa concreta, capace di riportare i giovani alla vita reale: una vita fatta di legami autentici, emozioni vere e presenze significative”.

Mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in un’informativa al Senato sulla prevenzione e il contrasto dei femminicidi in età adolescenziale, ha parlato di “alfabetizzazione emozionale” nei nuovi programmi scolastici. “Cioè – ha detto – all’allenare bambini e bambine a capirsi nella complementarietà delle rispettive differenze e in tale direzione è necessario proprio avviare a scuola un profondo lavoro educativo di prevenzione, un’educazione del cuore che crei occasioni didattiche di esperienza, di sentimenti basilari come la fiducia, l’empatia”.