Ven 29 Mar 2024

HomeToscanaAmbienteIl 'degrado' e i 'bei tempi andati'

Il ‘degrado’ e i ‘bei tempi andati’

Il problema oggi non è inseguire un passato che (giustamente) non tornerà, ma immaginare il futuro incidendo sul presente. Tutte cose che l’atteggiamento conservatore rende impraticabili. Condannandoci a subire gli eventi. E dunque, questa volta sì, al ‘degrado’.

A Firenze, negli ultimi tempi, la discussione sul ‘degrado’ è tornata prepotentemente di moda. Da una parte chi sostiene la teoria di una città in preda ad un declino inesorabile, dall’altra chi ne sottolinea gli elementi positivi. Non nego di ascrivermi con convinzione al secondo partito. Pur non disconoscendo gli elementi di problematicità che, ad esempio, l’assalto del turismo di massa determina sulla qualità della vita di tutti noi, e pur non sottovalutando la questione della sicurezza che comincia (o forse sarebbe meglio  dire ‘continua’) a farsi sentire in maniera problematica, sono tra quelli che ritengono Firenze una città certamente non pefretta  ma che non può essere descitta come in preda ad un degrado costante, se non a patto di scadere nel grottesco e nel ridicolo.

I fautori della prima tesi tendono a riproporre immagini edulcorate di un passato più o meno recente (o più o meno remoto) contrapponendolo alle brutture  della contemporaneità.

Tuttavia, anche ad un’analisi superficiale, la suggestone dei ‘bei tempi andati’ -che, per inciso, esiste da sempre  (cfr. a proposito  le bellissime pagine di Cicerone ad esempio, o anche di Machiavelli)- appare quello che è in effetti:  il nostro modo di ‘difenderci’ dai cambiamenti che non capiamo  nè comprendiamoa. Per questo è un approccio sbagliato nel merito e nel metodo, al punto che, attraverso il processo di memoria selettiva, ci fa ricordare solo le cose belle, creando un’immagine artefatta di noi e dei contesti. I ‘meravigliosi anni ’80’ (in cui si spacciava sotto il colonnato degli Uffizi, il tasso di omicidi e violenze era molto maggiore dell’attuale, le strade erano, allora sì, mediamente sporche, e le macchine sfrecciavano sotto la Cupola del Duomo annerendo i marmi del Battistero);  oppure il ‘Rinascimento’ (epoca per lo più destoricizzata e resa mitologica nel racconto della finzione memorialistica,  in cui, per dirla con tutti i testimoni dell’epoca, Frienze era una città sporca, con scarsa igiene, pericolosa, e affollata). Insomma,  i riferimenti possono essere i più vari, ma  il refrain è lo stesso: siamo in un periodo di grande decadimento.

La discussione sul degrado non è nient’alro che questo: la mitizzazione di un’età dell’oro che ognuno collaca in un periodo differente (spesso quello della propria infanzia o gioventù). Tutto legittimo, solo che  “i bei tempi andati” sono una formula retorica comoda e falsa. Al punto tale che prosegue immutata da decenni. Un ‘topos’ in cui ci attardiamo, che  non ci fa sfruttare le potenzialità del contemporaneo, e ci condanna alla falsità. Penso ad esempio alla discussione oramai suchevole sulla ‘Disneyland del Rinascimento’: se ne parla da 20 anni e non si comprende che proprio la preservazione di non si sa quale identità condanna Firenze a diventare sempre pù una quinta turistica immobile a sè stessa, ripudiando qualsiasi ipotesi di progresso.

Detto che comunque vivere in un quinta turistica è bello è suggestivo, e dunque non disperzzabile,  il problema oggi non è inseguire un passato che (giustamente) non tornerà, ma immaginare il futuro incidendo sul presente. Tutte cose che l’atteggiamento conservatore, quello che rimpiange ‘i bei tempi andati’  rende impraticabili. Condannandoci a subire gli eventi. E dunque, questa volta sì, al ‘degrado’.

DOMENICO GUARINO

 

2 Commenti

  1. Effettivamente, che sia sbagliato rimpiangere i vecchi “bei tempi”, lo si dice da ancor prima di Cicerone, vedi Ecclesiaste 7,10: “Non dire: «Come mai i giorni passati erano migliori di questi?», perché non è saggio fare una tale domanda”.

    Perché questo principio possa avere senso pieno, è bene non rassegnarsi al degrado, ma immaginare l’evoluzione possibile, per poi provare ad attuarla.

    Tenendo uno sguardo d’insieme su Firenze, diciamo che è già cominciata la campagna per le amministrative del maggio 2019, per il Comune di Firenze e la Regione Toscana. E’ bene essere pronti per tempo.

    Bisogna esser chiari. Chi gli sta bene i risultati dell’Amministrazione, e cioè l’abusivismo in centro, ormai storico e impunito e sotto gli occhi di tutti, polizia municipale compresa, lo spaccio evidente ad opera dei soliti noti dal Maghreb, l’anarchia, la violenza e la sopraffazione ormai dilaganti, ad opera di singoli e di vere e proprie “gang”, specie a danno dei più indifesi, la tramvia 3, la TAV con la Foster e il doppio tunnel dannosi e distruttivi (ora arrestato anche il presidente di Condotte, società già in stato pre-fallimentare), le Mobike a migliaia, che la ciclabile Amsterdam non ha voluto perché portavano caos, e – peggio di tutto e origine ultima di quanto sopra! – il divorzio breve,  il gender, le DAT eutanasiche, e il simil-matrimonio omosessuale istituzionalizzato dalla legge Cirinnà, tutti convintamente promossi e praticati dal PD del Sindaco Nardella, che li considera preziose conquiste di civiltà – quest’ultimo anche da lui orgogliosamente e personalmente “celebrato”!… – allora fa bene a votare il PD.

    Chi, invece, oltre a dissentire dall’anarchia e dalla violenza dilaganti in città, e dal dannoso progetto TAV per Firenze, che oltretutto con l’assurda e decentrata Foster peggiorerà il servizio ferroviario, crede che le suddette leggi che hanno per oggetto la persona, vadano a demolire le basi antropologiche della nostra civiltà, e, più in generale, implichino il suicidio prima psichico e poi fisico dell’Occidente, e chi quindi dissente dalla politica del PD e del Sindaco Nardella, e considera un principio indisponibile la famiglia fra uomo e donna e i figli, anzi vuole rendere  primo soggetto politico la famiglia naturale, fondata sul matrimonio, in via del principio di sussidiarietà… ecco, questo elettore consideri fin d’ora di dare la sua fiducia al “Popolo della Famiglia”.

    Il PdF è nato apposta, in questo drammatico momento storico, per difendere pacificamente, ma senza compromessi di comodo, i princìpi non negoziabili correlati alla vita e alla famiglia, visto che nessun altro partito l’ha fatto.

    Maggiori dettagli sulle pagine Fb del “Popolo della Famiglia – Toscana” https://www.facebook.com/pdftoscana/ e quelle de “La Croce Quotidiano” http://www.lacrocequotidiano.it/home.

    Il tempo del rimpianto e della lamentela sterile è finito. Ora è il momento delle scelte decisive.

    Buon primo maggio a tutti.

  2. Dopo non averlo previsto e regolamentato è ora opportuno pensare a cosa costano dal punto di vista sociale gli affitti temporanei privati ai turisti

I commenti sono chiusi.

Rock Contest 2023 | La Finale

"Prenditi cura di me"

UNA VITA TRA DUE RIVOLUZIONI.