Gio 2 Mag 2024

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I ‘conti’ del caldo: -20% vino e -70% frutta in Toscana

Le stime sono di Coldiretti.  Il caldo estremo ed eventi meteo con gelate, grandinate, trombe d’aria e piogge eccessive sulle coltivazioni e sugli alberi da frutto hanno tagliato la produzione.

Pere (-70%), mele (-30%), susine (-30%), meloni (-50%), frumento (-10%), pomodoro (-10%) ma anche delle varietà primaverili di miele (90%), latte (-15%), vino (-20%) e uova (-10%). A causa del caldo eccessivo la Coldiretti stima in Toscana cali della produzione agricola del -20% di vino e del -70% di frutta.

Il caldo estremo ed eventi meteo con gelate, grandinate, trombe d’aria e piogge eccessive sulle coltivazioni e sugli alberi da frutto hanno tagliato la produzione. Inoltre sulla prossima annata olivicola dove la riduzione oscilla tra il 10% ed il 50% a seconda dell’area.

Per salvare le produzioni dal grande caldo di queste settimane, “le imprese agricole stanno ricorrendo all’irrigazione di soccorso con un ulteriore aggravio di costi dell’elettricità e del gasolio”, inoltre per difendere le produzioni ed il benessere degli animali agricoltori ed allevatori hanno messo in campo la tecnologia a disposizione come ventilatori e nebulizzatori accesi senza sosta per rinfrescare le stalle, la raccolta anticipata e gli ombreggianti per riparare i frutti dai raggi del sole.

Sempre secondo Coldiretti, sulla base dei dati Istat, nei primi sette mesi del 2023 l’acquisto di cibo e bevande analcolche è costato alle famiglie toscane 390 euro in più. Seii capoluoghi con un’inflazione sopra la media nazionale: al primo posto Grosseto (+12,7%) seguito da Livorno (+11,5%%) e Pistoia (+11,5%); fuori dal podio Siena (+11,1%) e Massa Carrara (+11%), subito sotto troviamo Lucca (+10,5%); al di sotto Firenze (+9,5%), Arezzo (+9,9%) e Pisa (+9,6%) che chiude la classifica, mentre Prato non viene rilevata.

A rallentare la discesa dei prezzi di frutta e ortaggi, che a luglio sono cresciuti rispettivamente del 13,8% e del 19,8%, fa sapere Coldiretti sono le conseguenze dei cambiamenti climatici e dei numerosi eventi estremi che hanno ridotto le disponibilità unite all’aumento della domanda. Emblematico il “caso” della frutta la cui richiesta è aumentata del 20% il mese scorso, anche per effetto del grande caldo.

“L’inflazione sta rallentando molto lentamente e questo determina il perdurare della lunga fase di sofferenza per le famiglie. Il tasso inflazionistico dei generi alimentari del mese è di poco superiore a quello di un anno fa, quando era al 10%, dopo aver raggiunto lo scorso ottobre la vetta del 13,9%. Gli effetti delle misure messe in campo, a partire dal rialzo dei tassi da parte della Bce, non hanno ancora prodotto risultati evidenti sui prezzi – commenta Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – e quindi per le tasche delle famiglie che sono costrette a spendere di più per acquistare di meno”.

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