Gio 2 Mag 2024

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Firenze: condannato spacciatore che drogò e violentò ventenne

 

Il giudice Angelo Antonio Pezzuti di Firenze ha condannato in giudizio immediato a una pena complessiva di 4 anni e 4 mesi di reclusione uno spacciatore di origine somalo, Hanad Ibrahim Ali, 21 anni, che la notte tra il 24 e il 25 novembre 2017 drogò e violentò in strada una sua ‘cliente’ abituale.

La vittima è una fiorentina di 20 anni che già una mezza dozzina di volte, nei tempi precedenti, si era rivolta a lui per comprare hashish. Il giudice ha distribuito la condanna, con le riduzioni previste per il rito abbreviato, in 3 anni e 8 mesi per la violenza sessuale e in 8 mesi più 1.100 euro di multa per l’accusa di spaccio.

Secondo la ricostruzione, la sera del 24 novembre scorso, lo spacciatore somalo e la ragazza si incontrarono per la cessione di una dose di hashish. Ma stavolta il 21enne minacciò la sua ‘cliente’, le fece sniffare cocaina in modo che perdesse la capacità di controllo, quindi, nonostante le sue resistenze, la obbligò con la violenza, e nonostante il suo pianto e le sue suppliche, a rapporti sessuali completi avvenuti nella piazza, dopo averla in parte denudata.

La violenza è stata coperta dalle siepi del giardino monumentale, in un punto buio, e anche dai rumori del traffico.
La mattina successiva la ventenne andò in ospedale dove scattò il ‘codice’ rosa’ per le donne vittime di violenza sessuale, la profilassi a copertura di eventuali malattie infettive e la denuncia ai carabinieri.

Alcuni giorni dopo la 20enne, mentre col fidanzato era nella zona di piazza della Stazione, riconobbe il somalo e lo segnalò alle forze dell’ordine. Per lui scattò il fermo della polizia.

Successivamente il pm Christine von Borries, all’evidenza dei fatti, ha fatto richiesta di giudizio immediato. Il giudice Pezzuti ha anche interdetto il condannato dai pubblici uffici e stabilito il risarcimento verso la vittima da liquidare in sede di processo civile, più un pagamento a titolo di provvisionale di 10.000 euro.

Il giudice lo ha anche condannato al pagamento delle spese. Il somalo risulta in Italia con regolare permesso di soggiorno come titolare di ‘protezione sussidiaria’, che viene concessa per motivi umanitari.

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