Ven 19 Apr 2024

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Covid: a Firenze test per senza fissa dimora e irregolari

Covid – E’ iniziata l’attività del progetto ‘Secondi’ – acronimo di Sorveglianza Epidemiologica del Covid nelle popolazioni difficili da monitorare – per controllare la diffusione del Covid e dell’epatite B e C nelle persone che vivono nel territorio della Asl Toscana centro ma non hanno una regolare assistenza sanitaria.

L’attività è appena iniziata sul territorio fiorentino. La stima è di sottoporre in un anno e mezzo a test di screening in tutto il territorio della Asl Toscana centro, circa 1.200 cittadini in gravi condizioni sociali e abitative, tra cui i senza fissa dimora e senza tetto, gli stranieri irregolari, i Rom, i sex workers di strada, i tossicodipendenti e gli psichiatrici senza abitazioni fisse. Persone a rischio per la propria salute e per quella della collettività.

Se su Firenze si è già partiti, in stretto collegamento con le attività per l’emergenza freddo organizzate da dicembre da molti anni dal Comune e dalla Società della Salute fiorentina, da gennaio l’attività di ‘Secondi’ e ‘ICare’ si estenderà anche sull’area metropolitana tra Prato, Pistoia ed Empoli. Il progetto è arrivato primo tra i molti partecipanti al bando lanciato dalla Regione Toscana per l’emergenza Covid. E’ coordinato dall’ufficio di Epidemiologia ed è condotto sul campo dalle Associazioni di strada che hanno una lunga esperienza nei contatti con soggetti difficili: Croce Rossa Italiana di Firenze, Medu-Medici per i diritti umani, Cat-Cooperativa Sociale, Ambulatorio Stenone, Anelli Mancanti, Fondazione Bartolomei Corsi, Cisom-Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. In campo anche il team dell’Ambulatorio Masve dell’Aou di Careggi e l’Agenzia regionale di sanità della Toscana (Ars).

Con queste iniziative – afferma Francesco Cipriani, direttore del servizio di Epidemiologia della Asl Toscana centro e responsabile scientifico del progetto SECONDI – si rafforza lo scudo protettivo della rete anti-Covid, mettendo in sicurezza settori della popolazione che hanno oggettive difficoltà a mantenere comportamenti adeguati alla situazione pandemica”.

 

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