Fiorentina: il mesto rientro senza vittoria, Giani “speriamo che in futuro il bel gioco si traduca in trofeo”

Fiorentina: delusione, beffa, sogno sfumato e tanta amarezza nelle parole e nei volti di chi ha seguito da Praga o dal Franchi la finale di ieri sera.

Una delusione trattenuta e scongiurata fino alla fine ma che avvolge oggi la città che si era riunita intorno ai vari maxischermi installati per l’occasione. Dopo le grida di gioia del pareggio, fiato sospeso e un grande silenzio ha fatto seguito per le strade cittadine ed al fischio finale si è sentito solo qualche timido applauso.

“Sono dispiaciuto per tutta Firenze, siamo arrivati a un millimetro da alzare due coppe, invece racconteremo di due delusioni cocenti: questa più dell’altra. Ma rimane una grandissima stagione“, questo il commento dell’allenatore Vincenzo Italiano (foto), in conferenza stampa a Praga. L’illusione dei supplementari e l’aver deluso i tanti tifosi emerge anche dalle parole di capitan Biraghi, vittima di un brutto episodio per il lancio di oggetti in campo da parte della tifoseria avversaria che gli ha causato una ferita alla testa. Sul fronte dei disordini, si sono registrati fortunatamente solo nel pre partita con 16 tifosi viola fermati vicino ad un locale in centro e tre inglesi feriti.

Anche il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha commentato parlando di ‘sconfitta ingiusta’, al rientro in aeroporto a Peretola levandosi un sassolino: “ci sono stati alcuni casi in campo dove l’arbitro avrebbe dovuto fare la differenza, Jovic con il naso rotto, l’altro fatto è quello di Biraghi“.

Oltre ai numerosi tifosi che sui social hanno espresso la delusione per la mancata vittoria, si è aggiunto anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella,  “Così fa male, malissimo. Ci avete fatto sognare ma non è bastato. Firenze è fiera di voi. Grazie lo stesso ragazzi“. Gli fa eco Giani con una prospettiva di rilancio “Speriamo che in futuro il bel gioco si concretizzi nel dare a questa città un trofeo che merita”. E così il rientro senza l’agognata vittoria deve aggrapparsi alla speranza di una nuova stagione se non migliore sicuramente più fortunata.

La Pergola: una nuova stagione di crescita e in dialogo con giovani, Europa e ambiente

Il Teatro della Toscana annuncia la stagione in abbonamento 2023/2024 del Teatro della Pergola. Autori e testi classici e contemporanei, sia italiani che stranieri, grande poesia e letteratura, drammaturgia storica e nuova drammaturgia, impegno e leggerezza, sono le linee guida di una programmazione articolata e poliedrica, nel segno dei valori fondativi Giovani, Europa, Lingua Italiana. Un passo definitivo verso l’affermazione della Fondazione come Centro Internazionale di Cultura Teatrale.

Tommaso Sacchi, presidente della Fondazione Teatro della Toscana  e Marco Giorgetti direttore della Pergola intervistati da Chiara Brilli

La Pergola inaugura  dal 24 al 29 ottobre nel segno della poesia e dell’arte attoriale con l’Ezra Pound di Mariano Rigillo diretto da Leonardo Petrillo. Ma l’indipendenza del pensiero, caratteristica che porta a essere osteggiati da fronti diversi, percorre molti degli spettacoli in apertura della stagione, da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini per Fabrizio Gifuni a sempre Pasolini per Elio Germano e Teho Teardo, da Eduardo De Filippo per Fausto Russo Alesi a Sigmund Freud per Stefano Massini, per arrivare a Fabrizio De André per Neri Marcorè.

A un libero pensatore è dedicato il nuovo one woman show di Isabella Rossellini. Darwin’s Smile è un monologo che riconcilia i mondi di arte e scienza a partire da Charles Darwin e dal suo libro L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali. Con Fernando Pessoa si confronta Bob Wilson per uno spettacolo che nasce dal vivo interesse del regista per il progetto de L’Attrice e l’Attore Europei, anche e soprattutto nella sua prospettiva di incontro e relazione con il continente africano. Si annuncia anche il ritorno del bailaor Israel Galván con un solo site specific in un luogo che sarà svelato più avanti, un piccolo grande evento prima dell’inizio della stagione.

Nel quadro dei rapporti internazionali, il magistero di attrici e attori è al centro della nuova sfida comune di Teatro della Toscana e Théâtre de la Ville di Parigi con il suo direttore Emmanuel Demarcy-Mota. Vinicio Marchioni è già impegnato nella realizzazione della prossima fase, che vedrà giovani attrici e attori lavorare su Caligola di Albert Camus.

 Dal 6 giugno si apre la campagna abbonamenti con la possibilità di rinnovo o acquisto dell’abbonamento Completo.

Quella di oggi è una prima tappa del nuovo anno del Teatro della Toscana, nell’attesa di presentare successivamente i cartelloni del Teatro Era, del Teatro di Rifredi, il progetto speciale sull’Ex Cinema Goldoni di Firenze, gli appuntamenti collaterali e nel Saloncino ‘Paolo Poli’.

Già riprogrammata a novembre la presenza alla Pergola di Sebastiano Lo Monaco, che torna a incontrare il suo pubblico con Odissea di Omero di Francesco Niccolini da Valerio Massimo Manfredi.

Gli spettacoli della stagione

Nel solco tracciato da poesia e letteratura, che incrocia parimenti la lingua e la scrittura italiana, troviamo Lino Guanciale e Francesco Montanari ne L’uomo più crudele del mondo di Davide Sacco (31 ottobre – 5 novembre 2023); Alessandro Haber diretto da Paolo Valerio ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo (14 – 19 novembre 2023); Giuliana De Sio e Alessandro Haber diretti da Pierpaolo Sepe ne La signora del martedì di Massimo Carlotto (27 dicembre 2023 – 3 gennaio 2024); Claudio Bisio diretto da Giorgio Gallione ne La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo (19 – 24 marzo 2024); oltre ai già citati Fabrizio Gifuni ne I fantasmi della nostra Storia da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini (28 novembre – 3 dicembre 2023); Elio Germano e Teho Teardo ne Il Sogno di una cosa da Pier Paolo Pasolini (12 – 17 dicembre 2023); Neri Marcorè diretto da Giorgio Gallione ne La buona novella di Fabrizio De André (20 – 25 febbraio 2024); Stefano Massini con il ritorno del suo Interpretazione dei sogni da Sigmund Freud (26 – 28 marzo 2024, fuori abbonamento).

I classici in cartellone sono tra i titoli solitamente meno frequentati nei programmi teatrali. Ne sono un esempio, Sebastiano Lo Monaco con Odissea di Omero di Francesco Niccolini da Valerio Massimo Manfredi (7 – 12 novembre 2023, fuori abbonamento); Gabriele Lavia e Federica Di Martino con Un curioso accidente di Carlo Goldoni (16 – 21 gennaio 2024); Andrea Pennacchi con l’Arlecchino scritto e diretto da Marco Baliani (6 – 11 febbraio 2024); Alessio Boni con l’Iliade di Omero adattata da Francesco Niccolini (27 febbraio – 3 marzo 2024); oltre al già citato Fausto Russo Alesi con L’arte della commedia di Eduardo De Filippo (21 – 26 novembre 2023).

Commedie umane senza tempo, di straordinaria efficacia, con una continua altalena di emozioni, sempre in bilico tra felicità e disperazione, sono Trappola per topi di Agatha Christie, con Lodo Guenzi diretto da Giorgio Gallione (5 – 10 dicembre 2023); L’anatra all’arancia di W. D. Home e M. G. Sauvajon, traduzione e adattamento di Edoardo Erba, con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli diretti da Claudio Greg Gregori (9 – 14 gennaio 2024); Ginger e Fred di Federico Fellini, adattato, diretto e interpretato da Monica Guerritore con Claudio Casadio (30 gennaio – 4 febbraio 2024); Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, con Milena Vukotic, Pino Micol, Gianluca Ferrato diretti da Geppy Gleijeses (13 – 18 febbraio 2024); Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek (5 – 10 marzo 2024); I ragazzi irresistibili di Neil Simon, con Umberto Orsini e Franco Branciaroli diretti da Massimo Popolizio (12 – 17 marzo 2024).

Firenze, aumentano i posti letto a canone calmierato per gli studenti

La Giunta comunale di Firenze a lavoro per garantire posti letto calmierati agli studenti appartenenti alla “fascia grigia”.

Lo Student Hotel di viale Belfiore risulterebbe il settimo come pagamento di tassa di soggiorno. La Giunta comunale di Firenze ha, dunque, proceduto alla delibera di auto-osservazione al POC (Piano operativo comunale) al fine di garantire un maggior numero di posti letto negli studentati. Il piano proposto da Nardella, sindaco e assessore all’urbanistica fiorentino, promette un aumento del 10% dei posti letto a canone calmierato all’interno degli studentati privati, che vanno ad aggiungersi ai 250 posti pubblici previsti dall’ex caserma Lupi di Toscana e San Salvi, con un ammontare di 1250 unità.

Oltre all’attenzione verso le condizioni degli studenti fuori sede, c’è anche quella di venire in contro al Comitato “Salviamo Firenze”, che nei giorni scorsi ha avviato l’iter per due referendi legati, appunto, agli studentati al fine di  modificare  alcune norme urbanistiche, in particolare riguardo ai cosiddetti studentati di lusso, moltiplicatesi in città negli ultimi anni.

Il primo quesito referendario richiede di rendere più complesso la possibilità di cambiare la destinazione d’uso agli immobili usati per servizi pubblici: ciò vuol dire abolire la possibilità di cambiare in direzionale privato immobili in precedenza usati come direzionale pubblico (gli uffici ad esempio) in edifici che superano i 2000 mq, fatte salve leggi nazionali.

Il secondo, invece, richiede una limitazione della possibilità per gli studentati di svolgere attività turistico ricettive per un massimo di 60 giorni.

Si è concluso positivamente il processo di valutazione del consiglio degli esperti dei due quesiti referendari, con la loro approvazione unanime. Non resta che aspettare l’inizio della raccolta firme, programmata per il 2 giugno.

I Miami Heat passano sui Boston Celtics 84-103

Nonostante la brutta sconfitta in gara 6, i Miami Heat passano al TD Garden e raggiungono i Nuggets alle Finals.

Dopo il doloroso finale di gara 6 nessuno avrebbe scommesso sulla forza emotiva dei Miami Heat. Le tv nazionali americane davano già per realizzata l’impresa sportiva dei Boston Celtics di superare il turno nonostante lo svantaggio di 3 gare a 0. Ma coach Spoelstra in questo è stato lungimirante: ci prenderemo le finals nella maniera più difficile.

La stagione dei Miami Heat è, infatti, stata difficile dal primo momento: ottavi nella Western Conference durante la regular season, il passaggio dei preparatori play-in e, soprattutto, il peso della storia alle loro spalle. Una volta sola, infatti, un ottava classificata è approdata alle Nba Finals e bisogna tornare alla stagione 98/99, quando i feriti New York Knicks si aggiudicarono la partecipazione battendo gli Indiana Pacers di Reggie Miller.

Tutte le difficoltà, però, sono sembrate svanire in gara 7. Il nemico numero uno Jayson Tatum non è mai riuscito ad entrare in ritmo, a causa anche di una distorsione alla caviglia destra nei primi minuti che lo costringe ad accontentarsi di una mediocre prestazione da 14 punti, 11 rimbalzi e 4 assist.

La punta di diamante dell’attacco verde Jaylen Brown, oltre alle otto palle perse, sporca le proprie statistiche al tiro dalla distanza mettendo a referto un solo centro su nove tentativi. Lo stesso eroe di gara 6 Derrick White è costretto ad abbassare la testa davanti al dominio fisico e mentale della corazzata di Miami.

Finisce, dunque, 84-103 al TD Garden. Jimmy Butler, leader carismatico dei Miami Heat, oltre a mettere a segno 28 punti, regala ai suoi una prestazione difensiva degna della Nba datata anni ’90 che gli vale la nomina ad MVP della serie. Maiuscole le prestazioni della non più sorpresa Caleb Martin, ex Charlotte Hornets di sua maestà Michael Jordan, e dell’onnipresente Bam Adebayo.

I Miami raggiungono i Denver Nuggets alle Nba Finals con la consapevolezza di essere un gruppo unito, di avere, oltre  le doti fisiche e tecniche, anche il fattore che distingue i campioni: la capacità di gettare il cuore oltre qualsiasi ostacolo.

Appuntamento, dunque, al 2 Giugno, data di inizio della battaglia Nba.

Torna agli Uffizi la mostra per la strage dei Georgofili

Firenze, nel trentennale della strage di via dei Georgofili, gli Uffizi ripropongono la stessa mostra, composta da 62 opere grafiche donate da artisti internazionali, che nel 1995 testimoniò l’amore nei confronti di Firenze ferita dalla violenza mafiosa.

L’esposizione fu voluta dall’allora direttrice della Galleria degli Uffizi, Anna Maria Petrioli Tofani, che anche oggi, insieme a Chiara Toti, ne cura il riallestimento. La mostra Risarcimento.

Per non dimenticare, sarà di nuovo visibile dal 23 maggio al 16 giugno in sale appositamente inaugurate al piano terra del museo. L’iniziativa arriva a 30 anni dall’attentato mafioso che nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 sconvolse Firenze, uccidendo cinque persone e causando agli Uffizi gravissimi danni.

Nel luglio dello stesso anno, il collezionista Giuliano Gori, su suggerimento dell’allora direttrice Petrioli Tofani, dette vita a una campagna di donazioni di opere d’arte contemporanea: 59 artisti risposero all’appello e furono 81 le opere donate (alcuni inviarono più disegni).

La raccolta incluse anche tre lavori di Joseph Beyus, Donald Judd, Henry Moore, regalate al museo dai collezionisti Buby Durini e Lucrezia De Domizio Durini di Bolognano, Giuseppe Panza di Biumo e dallo stesso Gori. Nel febbraio 1995 gli Uffizi organizzarono una grande mostra con 62 opere selezionate, una per ciascun artista.

Per il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt “ricordare e ricostruire, in uno slancio di resistenza e speranza che, come in ogni guerra, è la vera arma della vittoria: e con l’arte, memento e segno tangibile che la civiltà non si cancella con le bombe”.

Annamaria Petrioli Tofani racconta che “sono passati trent’anni, ma i ricordi non hanno perso niente del loro carico di sensazioni, di sentimenti, di pensieri, di angoscia”. Gori ha poi spiegato che “purtroppo diversi artisti presenti nella mostra oggi non sono più fra noi, questa è anche un’occasione per ricordarli, per ricordare il loro affetto nei confronti di Firenze e di tutto ciò che essa rappresenta per la cultura”.

Castello di Meleto: “Adotta un’arnia” perché non c’è vino senza api

Gaiole in Chianti, in provincia di Siena, “Non c’è vino di qualità senza api”, dice Michele Contartese, direttore generale di Castello di Meleto, società agricola proprietaria del maniero simbolo di Gaiole in Chianti, un castello del Duecento perfettamente conservato oggi struttura ricettiva, e di oltre 1.100 ettari di terreno.

Un’ecosistema, tra vigne a conduzione biologica e uliveti dove le api, e gli insetti impollinatori in genere, sono una risorsa preziosa per l’equilibrio e lo sviluppo sostenibile. Al punto che, viene ricordato in vista della Giornata internazionale delle Api che si celebra il 20 maggio, il Parco delle Api di Castello di Meleto ospita e tutela 3,2 milioni di api divise in 90 famiglie che raccolgono millefiori selvatici, nel pieno rispetto della biodiversità chiantigiana.

E un miele selvatico viene prodotto da api che hanno perso la loro famiglia, e che sono state salvate dai boschi e reintegrate nelle arnie del Parco. Tramite il progetto “Nel Nome dell’Ape” è possibile adottare un’arnia così da ripopolare la zona e ristabilire l’ecosistema (chi aderisce al progetto riceverà 2kg di miele l’anno prodotto dalla propria arnia per cinque anni).

Castello di Meleto, che fa parte del BioDistretto del Chianti Classico, un gruppo di lavoro che ha valutato le interazioni positive tra apicoltura e viticoltura, ha un motto: il cambiamento è possibile e se si adotta un’attitudine positiva, propositiva e tempestiva si può ancora intervenire nella salvaguardia della biodiversità.

L’azienda si dichiara “fortemente impegnata” in questo campo, svolge attività didattica, e il suo modello d’azione si è rivelato sostenibile sia a livello economico che ambientale. “Siamo l’azienda biologica più grande del Chianti Classico – ha sottolineato Contartese, in un incontro a Roma da “Achilli al Parlamento” – con l’energia di una start up con 1500 anni di storia.

Abbiamo una grande eredità che vogliamo preservare per le prossime generazioni con azioni pratiche: abbiamo diminuito il peso delle bottiglie, installato centraline meteo per ridurre lo spreco idrico, e pratichiamo la raccolta a mano delle uve sui 130 ettari vitati con soluzioni green e buone pratiche per ogni singola vigna.

Unica tecnologia per il nostro vino è il controllo della temperatura, per il resto è tutto lavoro dell’uomo e lungo affinamento in botti grandi. E il vino Camboi, che recupera un patrimonio locale, la Malvasia Nera Toscana, è una possibile risposta, in pieno Chianti-style, al cambiamento climatico”.

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