Critico per un giorno: ‘Sono Angelica, voglio vendetta’

?Firenze, ‘Critico per un giorno’, è un progetto di ‘Cinema la Compagnia‘ e ControradioClub, tramite il quale un gruppo di soci del Club, che si sono registrati all’evento, può assistere gratuitamente alle anteprime di film o di documentari selezionati in programmazione al Cinema La Compagnia, per poi essere intervistati da Gimmy Tranquillo e stilare una recensione che sarà poi pubblicata sui media di Controradio.

Martedì 20 marzo al cinema La Compagnia, è stata la volta della prima nazionale del film, ‘Sono Angelica, voglio vendetta’, il film è scritto, diretto e montato da Andrea Zingoni, con il sostegno di Fondazione Sistema Toscana e la partnership di Controradio.
I protagonisti di ‘Sono Angelica, voglio vendetta’ sono tutti i giovanissimi esordienti, Sofia Rivolta di 19 anni, Pietro Zingoni di 20 e Eloisa Reverie Vezzosi di 22, con una formazione durata 12 mesi affidata a Marco Mattolini.

Nella breve nota della presentazione del film si legge: “Sono Angelica, voglio vendetta’ è un film sulla violenza sulle donne. Ma è anche un film sulle donne che non ci stanno a essere vittime. E’ un film sulla consapevolezza che ogni destino può diventare epico. Ed è un film per ciascuno di noi. Per chi cerca una storia avvincente. Per chi cerca grandi suggestioni visive. Per le giovani ragazze e i giovani ragazzi. Per chi non ha paura dei sentimenti. Per chi vuole uscire dal cinema più forte di prima”.

Le Recensioni dei soci del ControradioClub.

A.F.B. e F.T.:
Prima di tutto voglio ringraziarvi per la possibilità che date a noi soci di partecipare a vari avvenimenti culturali, a gratis o a prezzi scontati.
Non è facile fare la recensione di un film come questo che tratta del retrogrado rapporto di sopraffazione uomo-donna/maschio-femmina ancora purtroppo attuale e forse in aumento nella ns. società.
La Protagonista, molto brava, ci ha ripetuto e fatto capire bene che nella realtà attuale essere sé stessi, cercare di affermarsi come persona E’ PERICOLOSO.
Non sei realmente libero, devi mimetizzarsi, rinunciare alla tua spontaneità, alla tua diversità e questo è tremendo sia a chi è toccato subire violenza che a chi potrebbe subirla. La violenza non guarda in faccia nessuno uomo o donna che sia.
Il film ha piglio e scorre bene anche se in certi momenti non ne sei abbastanza coinvolto. Il regista nel dopo film ha spiegato che ha intenzionalmente scelto la vendetta come conclusione della storia perché voleva che lo spettatore si ponesse la domanda di come si sarebbe comportato in una situazione analoga. Non sono d’accordo con lui perché lo spettatore questa domanda se la sarebbe posta anche con un finale diverso.
E’ comunque quasi impossibile ipotizzare un certo comportamento nel caso capitasse a te. Solo dopo che hai subito tutte queste pene, violenze e torture forse saprai cosa fare per ritrovare te stesso. Per le persone più vicine è forse più facile prevedere come  affrontare questo dolore e la difficoltà di rientrare in comunicazione con la vittima anche per chi la ama e ne è riamato.
Sofia ha spiegato che lei non farebbe questa scelta ed anch’io mi trovo d’accordo perché la legge “occhio per occhio, dente per dente” è anche questa una grande violenza ma in questo caso, personaggi di tale ferocia, che avrebbero senz’altro reiterato e la giustizia, che lascia il tempo che trova…: quindi hanno avuto quello che meritavano, con risparmio per le patrie galere
E’ comunque encomiabile sostenere i nostri registri che fanno film interessanti con tutte le difficoltà che ci sono per i costi e la distribuzione, grazie anche alla collaborazione vostra e di altri enti. E’ sempre comunque bello vedere Firenze in un film girato bene e con inquadrature particolari.

Gianni:
Dico subito.che il film non mi è piaciuto e se non fosse stato per il rispetto per Controradio me ne sarei andato dopo mezzora. Mi è sembrato un film supponente e velleitario in cui l’autore scopiazza alcune cose viste e sentite senza averle capite (psicoanalisi e psicologia da baraccone, personaggi tratti da “io ballo da sola” (ambiente di ricca borghesia che se ne frega del mondo) scene truculente prese da Tarantino in particolare Kill Bill) non parlo poi della recitazione degli attori (se si può’ chiamarli attori). In sostanza il mio pensiero è: NON E’ OBBLIGATORIO FARE UN FILM. SI DEVE FARE SE SI E’ CAPACI. Come ha detto una mia amica è un film offensivo per le donne che hanno subito violenza e per chi ci lavora.

Maria Laura:
Sofia ci fa vivere la devastazione che vive una donna che è stata violentata. Il suo mondo interiore, il terrore, i suoni amplificati nella mente. La devastazione fisica ed emotiva. Poi il percorso di risalita dall’abisso, con l’aiuto degli amici, dei medici olistici e istituzionali, della madre (?). Quando infine grida vendetta, vince la paura e affronta e il carnefice come donna ho sentito il versamento di sangue dello stupratore come un atto riparatore alla violenza gratuita e inaudita.

Alberto:
Per la sua prima opera cinematografica a lungometraggio, Andrea Zingoni non ha voluto
allontanarsi troppo dalle sue precedenti esperienze artistiche. Disegnatore di cartoons (per
Frigidaire, Re Nudo, Linus…), V-Jay del Tenax, video artist con il gruppo dei Giovanotti Mondani Meccanici, Zingoni pesca a piene mani da questo genere di immaginario visivo per comporre un’opera costruita non velatamente in uno stile alla Tarantino e ispirata al genere “rape and revenge” di tanti B-movies americani e asiatici degli anni ’70.
Gli attori, pressoché tutti esordienti e giovanissimi, ruotano intorno alla protagonista interpretata dalla diciannovenne Sofia Rivolta, un volto che a tratti ricorda parecchio quello di Asia Argento, tanto per rimanere in tema di violenze e molestie.
Angelica – di nome e di fatto – è bella, vive una bella vita insieme a gente bella e si muove nella bellezza di Firenze, una Firenze magistralmente esaltata nei suoi scorci più tradizionali da una fotografia incisiva e brillante. Ma abita, profeticamente, in via dell’Inferno ed è in un inferno di disperazione e paura che si troverà improvvisamente catapultata da una violenza brutale e feroce che spazza via ogni precedente bellezza e la confina in una dolente solitudine.
Fallita ogni altra via, troverà un riscatto shakespeariano – ed un pianto finalmente liberatorio – solo vendicandosi personalmente e violentemente dei suoi aguzzini.
Di questi tempi, un “messaggio” di violenza privata e vendetta personale, diciamolo, non suona molto bene. Di gente che invoca il farsi giustizia da sé verso chiunque sia davvero, o comunque sia ritenuto, dannoso, in giro ce n’è fin troppa, e non si avverte il bisogno che si soffi sul fuoco.
Ma quest’opera non vuole inviare un messaggio così impegnativo, è palesemente di minor
intendimento. Anzi, caso mai, vuole, in chiave di fumetto, parlare di violenza contro le donne, e di questo invece c’è grande bisogno.
L’opera però è riuscita a metà. Convincente nella fotografia e negli effetti (bella un’efficace scena onirica in un paesaggio innevato, con una nevicata che va in senso inverso), scorrevole nel suo stile fumettistico, forte in alcune scene di violenza e di dolore, ben scandita da una colonna sonora che ha il pregio dell’originalità, risulta invece troppo schematica nella sceneggiatura, eccessivamente caricaturale in alcune figure, specialmente quelle degli psicologi/santoni che dovrebbero dare aiuto ad Angelica, e non può non risentire della recitazione ancora acerba dei suoi giovanissimi ed esordienti attori.

Laura:
Premettendo che non amo i film visionari e poco lineari, mi tolgo subito
dall’imbarazzo dicendovi che il film non mi è piaciuto. L’ho trovato faticoso, troppo
carico di stimoli visivi e uditivi, troppo “videoclip”. Per la soglia sopportazione dei
miei sensi sarebbe potuto finire almeno una mezz’ora prima.
Però devo riconoscergli alcuni meriti. Il primo è quello di mostrare Firenze nella sua
bellezza, una bellezza che incanta e che si contrappone con forza all’orrore vissuto da
Angelica. E da fiorentina che troppo spesso non riesce a vedere le meraviglie che ha
sotto gli occhi tutti i giorni, questo non è un merito di poco conto.
Secondo punto a suo favore è quello di saper emozionare, anche se la maggior parte
delle emozioni che mi ha suscitato erano piuttosto fastidiose. Il dolore fisico e morale
di Angelica è quasi palpabile, l’angoscia dei suoi incubi è penetrante, il ribrezzo
provato (da me spettatrice) di fronte a quegli uomini bestiali è difficilmente
sopportabile.
Considerando che il tanto acclamato “La forma dell’acqua” non è riuscito ad emozionarmi – nel bene e nel male – per più di qualche secondo, direi che avermi suscitato emozioni, anche se nere, può dirsi un successo.
Ed infine, merito forse più grande, è il senso di liberazione sprigionato dalla vendetta
di Angelica.
Se nel mondo civile e moderno non possiamo in alcun modo accettare la logica dell’occhio per occhio, alla quale tutti dovremmo opporci, nello spazio della favola quasi horror la vendetta è liberatoria, rappresenta ciò che forse ognuno di noi vorrebbe avere il coraggio di fare se succedesse qualcosa di così orribile a sé o ad uno dei propri cari.
È indubbio che il film non voglia porsi come veritiero o credibile nei fatti che narra – come potrebbero altrimenti restare impuniti i mostri che hanno agito a volto scoperto? Come potrebbero passare inosservati i cadaveri che Angelica lascia letteralmente sulla strada? E allora, se siamo nello spazio della favola, per quanto nera,  ben venga quella vendetta che ci restituisce un po’ di quel senso di giustizia che troppo spesso non riusciamo a trovare nel mondo reale (e in una forma che comunque io non vorrei trovare nel mondo reale!).

Giuditta:
Neanche degno di essere definito film. Nessuna capacità di recitazione. Nessuno sforzo per evitare banalità intollerabili. Offensivo per le donne che hanno subito violenza. Offensivo per chi lavora con loro cime psicoterapeuta nella dolorosa e difficile vita dopo un simile trauma.

Rosy:
L’invito ai soci di fare ‘Critico per un giorno’ è una bellissima cosa se la risposta viene fatto nello spirito giusto. La Critica serve per dare una lettura al pubblico e serve a chi lavora per fare meglio. Non condivido la presunzione di che spara a zero e sputa veleno sul lavoro di un altro.
Il film scritto e diretto da Andrea Zingoni come primo lungo metraggio ha affrontato un tema delicato-la violenza sulla donna-con coraggio e senza superficialità. Forse troppo lungo e a volte poco convincente per la mancanza di esperienza dei giovanni attori ma sicuramente efficace nel intento di farci sentire la sofferenza del corpo e psyche infranto da una violenza atroce.
Ho trovato il formato delle riprese fotografiche e fumetto un connubio efficace per farci esaudire la Vendetta finale di Angelica pur sapendo che nella realtà la Vendetta non è altro che un ampliasi della violenza.
La scena onirica della neve é di grande livello, la colonna sonora originale. Ho trovato la scena di violenza estremamente raccapricciante ed inquietante. Il film mi rimane dentro e mi provoca una riflessione sulla vendetta.
Sono certa che il regista non vuole incitare le brave ragazze ad essere violente e vendicative, ma forse vorrebbe vedere le donne libere di essere se stesse e non sopportare in silenzio la sopraffazione nel il giudizio del maschilista omofobico.
Ringrazio Andrea Zingoni che sta dalla parte delle donne.

“Le giornate del cinema quebecchese”

Tornano a Firenze “Le giornate del cinema quebecchese”. Inaugura il film “Nelly” di Anne Émond liberamente ispirato dall’opera autobiografica di Nelly Arcan. Le proiezioni si terranno all’Istituto Francese di Firenze il 22 e 23 marzo

Si terrà all’Istituto Francese di Firenze (piazza Ognissanti), giovedì 22 e venerdì 23 marzo, la quindicesima edizione de “Le giornate del cinema quebecchese”, otto film in programma, 4 lungometraggi e 4 corti, tra fiction e documentari, dedicati al nuovo cinema canadese del Quebec, nel corso di due serate curate da Joe Balass, regista canadese, quest’anno dal titolo “Amore, Arte e Rivoluzione: 50 anni dopo il 1968”. I film sono con i sottotitoli in italiano e l’ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti.

La rassegna è dedicata al ‘68, 50 anni dopo, a Parigi e in Québec, uno dei periodi più rivoluzionari della nostra epoca.

Si inizia giovedì 22 marzo, alle ore 18, con la proiezione dei cortometraggi Slurpee di Charles Grenier e Pre-drink di Marc-Antoine Lemir. A seguire (ore 18.45) la prima italiana del documentario Bienvenue à FL di Geneviève Dulude-De Celle, un ritratto di una comunità di studenti di una scuola del Quebec narrati anche attraverso la cinepresa istallata dentro la scuola di Fernand-Lefebvre di Sorel in un periodo in cui gli studenti stanno partecipando alla nascita e all’evoluzione di un progetto fotografico collettivo studentesco e all’imminente ballo di fine anno, raccontandoci come i ragazzi e le ragazze si immaginano il mondo reale (un ritratto futuro prossimo dei sogni di una generazione). Presentato al Toronto International Film Festival. In prima serata – alle ore 20 – si terrà la prima italiana di Nelly di Anne Émond, film liberamente ispirato dall’opera autobiografica di Nelly Arcan, nel quale la regista tratteggia un ritratto di donna frammentata, spezzata, divisa nelle sue molteplici identità inconciliabili. Scrittrice e prostituta, star del palcoscenico e amante infelice.

Venerdì 23 marzo

La seconda giornata della rassegna parte, venerdì 23 marzo, parte alle ore 18 con la proiezione dei cortometraggi Regard di L’équipe di Wapikoni Mobile e Les insulaires di Valérie Lessard e la proiezione, a seguire (ore 18.15), del lungometraggio Montréal la blanche di Bachir Bensaddek che filma il ritratto di due migranti algerini in Québec, interrogandosi con schiettezza sul senso di identità e sul significato della parola integrazione. In prima serata, alle ore 20, Le petite fille qui aimait trop les allumettes di Simon Lavoie, ispirato liberamente a un racconto di Gaétan Soucy, il regista gira in bianco e nero la ricostruzione del mondo antico e dei segreti di una famiglia disfunzionale. Ambientato in una foresta dell’immenso Québec rurale Lavoie realizza un film che racconta dell’adolescenza di una ragazzina, che si chiama “Fratello”  e che deve fare i conti con un mondo totalmente dominato dal potere patriarcale e maschile (presentato al Toronto International Film Festival).

Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano. Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Non copiò scene film: Pupi Avati assolto in processo a Firenze

La vicenda riguarda il film di Avati ‘Un ragazzo d’oro’: alcune scene, per una ventina di secondi in fotogrammi sparsi, provengono dal film di Tessa Bernardi ’10 Ragazze’. Da quanto ricostruito sarebbero state inserite nell’opera di Pupi Avati durante la fase di montaggio, senza che il regista ne fosse a conoscenza

Pupi Avati non copiò scene di un film della regista indipendente fiorentina Tessa Bernardi e oggi il tribunale di Firenze lo ha assolto dall’accusa di aver contravvenuto alla legge sul diritto d’autore ‘perché il fatto non costituisce reato’. Pupi Avati era anche imputato di diffamazione, reato per il quale il giudice Elisabetta Pagliai ha emesso sentenza di non doversi procedere dopo che la parte civile ha revocato la querela: tra Avati e Tessa Bernardi è stato raggiunto un accordo stragiudiziale. La vicenda riguarda il film di Avati ‘Un ragazzo d’oro’: alcune scene, per una ventina di secondi in fotogrammi sparsi, provengono dal film di Tessa Bernardi ’10 Ragazze’. Da quanto ricostruito sarebbero state inserite nell’opera di Pupi Avati durante la fase di montaggio, senza che il regista ne fosse a conoscenza. A far scattare le indagini la denuncia della stessa Bernardi, dopo che alcuni attori della sua pellicola si erano riconosciuti nel film di Avati: tra questi il fiorentino Alessandro Paci.

“Questo processo è stata una bolla di sapone che si è dissolta con la sentenza di oggi. Tutto si è risolto tra l’altro con un abbraccio fra Pupi Avati e la giovane regista fiorentina, i quali in tempi recenti in un incontro a Roma si sono chiariti in piena amicizia” raggiungendo un accordo, commenta uno dei difensori di Pupi Avati, l’avvocato Riccardo Chilosi di Roma che ha assistito il regista insieme al collega Vito Mazzarelli anche lui di Roma. Tra 90 giorni le motivazioni del giudice.

Finding your feet – Ricomincio da noi al cinema Odeon di Firenze

Finding your feet – Ricomincio da noi il film di Richard Loncraine, con Timothy Spall, Imelda Staunton. Versione originale con sottotitoli in italiano (Original version with Italian subtitles) al Cinema Odeon di Firenze dal 19 al 21 marzo.

Sandra, una signora borghese, se ne va di casa quando scopre che il marito, con il quale è sposata da 40 anni, ha una relazione con la sua migliore amica. Sandra si rifugia da sua sorella Bif, una sessantenne “alternativa” che vive da sola. Grazie a lei Sandra scoprirà una curiosa scuola di ballo dove si appassionerà alla danza che le permetterà di sentirsi più libera e sbloccare tutto ciò che ha tenuto chiuso dentro di sé per molti anni. Qui conoscerà Charlie, un eccentrico restauratore di mobili che vive su una barca. Catapultata in un ambiente per lei totalmente insolito, Sandra inizierà una nuova vita.

On the eve of retirement a middle class, judgmental snob discovers her husband has been having an affair with her best friend and is forced into exile with her bohemian sister who lives on an impoverished inner-city council estate.

FINDING YOUR FEET | Ricomincio da noi (UK, 112′) – Un film di Richard Loncraine, con Timothy Spall, Imelda Staunton

Versione originale con sottotitoli in italiano | Original version with Italian subtitles

Cinema Odeon Firenze INFO

Ricomincio da noi, il film diretto da Richard Loncraine, è una commedia sul “non è mai troppo tardi”. Un racconto moderno, divertente e commovente su un vivace gruppo di donne energiche che affrontano gli imprevisti della vita con slancio e irresistibile vivacità. (Comingsoon)

Stephen Frears star al Lucca Film festival e Europa Cinema 2018

Il regista Stephen Frears sarà il primo ospite d’eccezione del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018, che si terrà dall’8 al 15 aprile, nelle città di Lucca e Viareggio. Il regista inglese, al quale sarà dedicato un omaggio cinematografico, incontrerà il pubblico per una lezione di cinema.

Frears – nominato due volte all’Oscar come miglior regista: nel 1991 per Rischiose abitudini e nel 2007 per The Queen – sarà omaggiato con una serie di iniziative che ripercorreranno tutta la sua carriera cinematografica, come negli anni il festival ha organizzato con i grandi maestri del cinema Oliver Stone, David Lynch, George Romero, Terry Gilliam, Peter Greenaway e Abel Ferrara, solo per cintarne alcuni.

“Frears – hanno spiegato gli organizzatori del festival, tra gli eventi di punta delle manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Luccaha saputo raccontare la realtà più stringente nei suoi film narrando, prima degli altri, sul grande schermo, gli amori interrazziali, l’ipocrisia contingente e i pregi e difetti della monarchia contemporanea. Sempre con concretezza e con grande rispetto per la sceneggiatura”.

Di Frears, regista eclettico e cinico, sarà ripercorsa la carriera con i film che più lo hanno rappresentato come Le relazioni pericolose (1988), Alta fedeltà (2000) e l’ultimo Florence (2016). Momento clou sarà la masterclass in cui Frears risponderà alle domande del pubblico e incontrerà gli studenti in una vera e propria lezione di cinema.

Il programma del festival presenta la terza edizione del Concorso internazionale di lungometraggi con 14 anteprime italiane in competizione da tutto il mondo, a cui si affiancheranno le Anteprime fuori concorso, gli eventi dal vivo di Effetto Cinema Notte e il consueto appuntamento con il Concorso internazionale di cortometraggi.

Mostre

Parte integrate del programma saranno due mostre, a cura di Alessandro Romanini. La prima, Alla ricerca del tempo perduto, si svolgerà a Palazzo Ducale di Lucca, dal 17 marzo al 21 aprile, prodotta dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Dopo l’omaggio a Fellini e Il Viaggio di Mastorna, proposta nell’edizione 2017 del Festival alla GAMC di Viareggio, gli studenti del corso di scenografia, diretto da Francesco Frigeri, affrontano quest’anno la Recherce proustiana. Attraverso una serie di tavole e bozzetti, ricostruiscono l’atmosfera del progetto di un film immaginato da Luchino Visconti mai realizzato. Il clima che le ispira è quello bohémien parigino della pittura francese a cavallo tra otto e novecento, gli ambienti fascinosi dei cafè, la sala da pranzo del Grand Hotel Balbec, le panetterie, le piazze assolate come Place des Vosges o la stazione della metro Invalides.

Nelle sale del “mezzanino” della Fondazione Ragghianti, ci sarà, invece, Obiettivo sull’arte. Dietro le quinte delle produzioni artistiche di SKY (22 marzo – 23 aprile 2018). Oltre 40 fotografie ci illustreranno la “macchina dei sogni” sotto ogni suo aspetto: i set, gli attori nelle varie fasi di produzione, i tecnici al lavoro, i direttori alla Fotografia, gli studi di Cinecittà, la preparazione delle scenografie (dalla progettazione alla realizzazione), la concezione e la confezione dei costumi e, infine, i processi legati alle nuove tecnologie “immersive” 3D illustrate. Vedremo, tra gli altri gli scatti delle opere di Michelangelo, di Caravaggio e di Raffaello dei Musei Vaticani, le suggestive immagini aeree delle basiliche romane (riprese per la prima volta dall’alto e da vicino grazie ai permessi concessi dal Vaticano), le Gallerie degli Uffizi a Firenze.

 

Presentazione “Sono Angelica voglio vendetta”

?Firenze, si è svolta oggi, venerdì 16 marzo, la conferenza stampa di presentazione del film Sono Angelica voglio vendetta, di Andrea Zingoni, che sarà proiettato in anteprima per il pubblico martedì 20 marzo alle ore 21.00 al cinema La Compagnia.

Sinossi:
Angelica Tornatori, 19 anni, modella, dj, cantante e producer di successo. Una hit nelle
principali classifiche internazionali lanciata da uno stravagante cartoon musicale. Nella clip
DJA (DJ Angelica) in costume da supereroina, combatte tra le vie di Firenze le orde di
zombi stupratori, e grazie all’aiuto della statua del David di Michelangelo, salva la pelle
alle ninfe del Botticelli. Angelica ha tutto dalla vita: bellezza, successo, libertà. Ed è una
bravissima ragazza che crede nelle stelle, nell’amicizia, nella convivenza civile; a suo modo
di vedere per gli esseri umani c’è ancora speranza.
Vive in una grande casa in via dell’Inferno, nel centro fiorentino, che divide con gli amori
della sua vita, la promoter Maria Romei e Raul, visual-artist. Un triangolo amoroso pieno
di energia e dolcezza.
All’improvviso la sua vita da sogno cambia. Viene rapita, stuprata da un branco, mutilata,
rischia di perdere un occhio. In pieno stress post-traumatico la sua vita diventa un abisso
di angoscia e dolore. La sfortuna la perseguita, e mentre lei è in ospedale muore suo
padre, un baritono di grande successo.
In preda agli attacchi di panico, Angelica non dorme, non mangia. E’ ossessionata dai
flashback del suo stupro, e dalla visione dei suoi stupratori che le si materializzano davanti
come fantasmi. Le indagini della polizia sono rivolte verso il mondo della droga.
Considerano quello di Angelica uno stupro punitivo e insinuano che la ragazza sia
coinvolta in qualcosa di losco, contribuendo in tal modo a deprimerla ancora di più.
Aiutata da Raul e Maria, Angelica prova a curarsi, lunghe passeggiate, sedute dalla
psicologa, visite mediche. Esplorando la città, trascinandosi col suo bastone, scopre il
luogo dove spacciano due dei suoi stupratori. Dopo aver compiuto un rituale
propiziatorio, una notte, attraversa in pieno attacco di panico il centro affollatissimo di
Firenze, raggiunge il parco dello spaccio, e in un raptus uccide uno dei suoi massacratori
a colpi di bastone.
Le crisi non si placano, nel tentativo estremo di curarla, Maria e Raul la mandano in
Svizzera, da un terapista che usa droghe psichedeliche ricavate da piante sacre
amazzoniche.
La sconvolgente terapia sciamanica funziona. Angelica sta meglio, passa una serena
convalescenza nel suo studio di registrazione nel Chianti toscano, circondata dalla sua
crew. E’ cambiata, è cresciuta. Torna a suonare, incide una nuova canzone ‘Incident Of
Love’ mettendo in musica delle poesie di Emily Dickinson.
Ben presto però i fantasmi tornano a trovarla. Accompagnata da Maria e Raul, Angelica
rientra a Firenze, disperata tenta di suicidarsi. Solo il ricordo del padre la spinge a
desistere.
E’ allora che decide shakespearianamente che l’unica sua cura è la vendetta. Recupera il
costume da supereroina, lo restaura, lo indossa, si trucca, e a notte fonda percorre
epicamente le strade di una Firenze deserta. Si ferma a meditare sul Ponte Vecchio, corre
inebriata nel cortile degli Uffizi, attraversa Piazza Pitti, il Duomo, Santo Spirito. Salva una
ragazza da un molestatore ubriaco, saluta Dante, si mette in posa in Piazza della Signoria
davanti alla statua del David, come nel cartoon del suo videoclip musicale.
Ora vuole giustizia. Ora vuole vendetta, e non importa se la vendetta sconvolgerà i suoi
affetti più cari. Non possiede nessun superpotere, è fragile, è ancora completamente fuori
forma, ma chi l’ha distrutta si accorgerà presto che neanche la più cattiva ragazza può
essere così cattiva come una bravissima ragazza.
Si chiama Angelica, vuole vendetta.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il regista del Film Andrea Zingoni:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/03/180316_05_SONO-ANGELICA_ZINGONI.mp3?_=1
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