Ponte a Mensola, un fantoccio raffigurante un’infermiera che fa i tamponi è stato bruciato martedì sera alla fine della tradizionale festa della Rificolona. Sconcerto tra alcuni partecipanti.
Settembre mese di Rificolona. A Firenze, tradizione antica, capace di coinvolgere sempre tanti bambini. E’ la festa del 7 settembre, che nel calendario liturgico è la vigilia della natività di Maria. Durante la festa si bruciano i lampioncini colorati con il lumicino all’interno.
“La festa, visto la pandemia che non demorde, è stata ripensata – si legge in una nota del Quartiere – puntando su una forma itinerante. Appuntamento al Ponte su via D’Annunzio, dove il corteo con delle figuranti contadine cercheranno di ricreare l’immagine che ha dato origine al nome “Rificolona”, e si sposterà verso la Chiesa di San Martino a Mensola dove c’é il bellissimo quadro dell’ Annunciazione, da lì il corteo proseguirà verso il “Parco del Mensola” e dopo un breve percorso verrà fatto il falò del fantoccio sotto la sorveglianza della V.A.B.

In effetti sorgono delle domande: ma non c’era un altro modo per “rappresentare il Covid”? Un fantoccio con la scritta “Covid” non andava bene? Prima gli abbiamo dato l’appellativo di eroi e adesso ne bruciamo il fantoccio? Ad essere generosi, si è trattata di una iniziativa quanto meno di cattivo gusto.
Interpellato sulla vicenda il Presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi ha commentato: “E’ una cosa che a Ponte a Mensola fanno da 40 anni come buon auspicio. Voleva essere un modo per scacciare il virus. E’ una cosa che fanno i bambini e probabilmente nel loro immaginario il Covid si rappresenta così. E poi va bene il politicamente corretto, ma ora non esageriamo!”.
Dopo il breve percorso si è regolarmente svolto il tradizionale falò del fantoccio, “sotto la sorveglianza della V.A.B.
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