Ven 19 Apr 2024

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Antonello da Messina in una mostra importante a Milano

Milano dedica una mostra importante a un artista misterioso e indefinibile: Antonello da Messina è a Palazzo Reale fino al 2 giugno 2019.

Antonello da Messina è un pittore meraviglioso e misterioso. Di lui non si sa quasi nulla. Se non che ha lasciato opere meravigliose. E dire meravigliose è dire poco.

Antonello da Messina visse nel 1400. Probabilmente dal 1430 al 1479. Siciliano, fu maestro di una tecnica senza eguali, che non si riesce a capire da dove venisse – mescolava tempere e olio quando ancora nessuno dipingeva a olio in Italia. E non si sa nulla, veramente, della sua carriera. Sono rimaste pochissime tracce. Documenti notarili: un testamento, una dote a una figlia; un soggiorno a Napoli, un altro a Venezia, un tentativo del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza di convincerlo di andare a stare a Milano…poca roba. E sono rimaste poche opere. Forse 35, ma chissà.

 

Tutto il resto è stato distrutto da terremoti, alluvioni, maremoti, incuria, umidità, topi, tarli.

Così, questa mostra a Milano che riunisce 19 sue opere è veramente speciale. E rimarrà memorabile, nonostante un allestimento non proprio felice.

Sono 19 piccoli quadri. Uno più bello dell’altro. Alcuni sono diventati celeberrimi, come il San Girolamo nello studio, del 1475 circa, che vive alla National Gallery di Londra.

E come lo stupendo Ritratto d’uomo, del 1470 più o meno, che vive invece nel deliziosissimo piccolo museo Mandralisca a Cefalù.

Per non parlare del Ritratto d’uomo che è a Palazzo Madama a Torino.

E soprattutto della ineffabile, indescrivibile, unica e stupendevolissima Annunciata di Palazzo Abatellis a Palermo.

Un unicum. Non solo per la tecnica pittorica; non solo per scelta rivoluzionaria di dare alla Madonna il volto di una giovanissima popolana sicula, così lontano dalle Madonne a cui siamo abituati. Ma anche perchè mette ogni osservatore nella posizione dell’Angelo.

Guardate bene: ognuno di noi è l’angelo che arriva davanti a Maria. Così, è davanti a ognuno di noi che la Madonna fa atto di umiltà.

E quasi tutti i dipinti di Antonello da Messina sono piccoli. Tipo 45 centimetri per 35 nel caso dell’Annunciata, o di 37 per 30 del ritratto di Torino. Eppure contengono infiniti mondi.

Oggi sono lavori celebri. Incredibile ma vero però furono dimenticati dalla storia. Come fu dimenticato Antonello, la cui sepoltura fu spazzata via da un’alluvione.

Finchè arrivò Giovanni Battista Cavalcaselle: un personaggio interessantissimo, che aveva studiato da artista, aveva combattuto per l’unità d’Italia, era stato mazziniano e profugo, e, poverissimo, aveva girato l’Europa a piedi per vedere arte.

Col risultato di aver sviluppato un occhio incredibile. Fu lui, nella seconda metà dell’Ottocento, il primo grande storico dell’arte italiano, a ricostruire il corpus delle opere di Antonello da Messina. Perchè disegnava e guardava come solo un artista può fare. Adesso i suoi taccuini e i suoi disegni sono in questa mostra a Milano.

Servono ad avvicinarci a un artista davvero squisito, che elude ogni tentativo di essere “spiegato”. E che forse proprio per questo tocca i cuori di ognuno di noi come nessun altro.

Margherita Abbozzo.

Le fotografie all’interno e all’esterno della mostra sono mie. Le altre, in ordine di apparizione sono:  Antonello da Messina, San Girolamo nello studio, 1475 c., olio su tavola di tiglio, Londra, National Gallery; Ritratto di uomo, 1470 c., olio su tavola di noce, Fondazione Culturale Mandralisca, Cefalù; Ritratto di uomo (detto Ritratto Trivulzio), olio su tavola di pioppo, Museo Civico di Arte Antica, Palazzo Madama, Torino; e l’Annunciata, tempera e olio su tavola, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, Palermo.

Info pratiche sulla mostra, curata da Giovanni Carlo Federico Villa, e aperta dal 21 febbraio al 2 giugno 2019, qui e qui.

 

 

2 Commenti

  1. Gentile Margherita,
    in quanto progettista dell’allestimento, sono molto interessato a conoscere le ragioni del suo giudizio “non proprio felice” su di esso. Anche perché il suo parere contrasta con quanto scritto da molti suoi colleghi.
    La ringrazio, cordiali saluti
    Cesare Mari

    • Gentile Architetto Mari, la ringrazio di aver chiesto spiegazioni sul mio giudizio. Ci tengo a precisare che apprezzo le difficoltà di allestire una mostra come quella di Antonello, dato che i lavori più belli e importanti sono molto piccoli. Secondo me, inserirli in nicchie-tabernacoli è problematico, specialmente per i ritratti “laici”, ma tutto sommato funziona; non mi hanno convinto invece i “tetti” che li sovrastano nè gli “alettoni” che si aprono ai lati di questi tabernacoli, e il loro colore rosso; e mi sono altresì sembrate problematiche le gigantografie di dettagli sistemate accanto agli originali, perchè, sempre secondo me, vanno a nutrire un gusto contemporaneo per l’immagine vista su schermi di cellulari, computer o tablet. Credo invece che sia necessario guardare gli originali, e solo gli originali, per potersi avvicinare e farsi toccare da un’arte ineffabile e squisita come quella di Antonello da Messina. Ci tengo a ringraziarla per tutto il resto, che funziona bene. Per esempio le luci, anche quelle su pavimento, che sono belle, e creano una atmosfera rarefatta che ben predispone ad avvicinarsi a quegli autentici miracoli che sono le opere di Antonello. Saluti cordiali, Margherita Abbozzo

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