Ven 3 Mag 2024

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🎧 All’ex inceneritore di Firenze iniziata la demolizione delle ciminiere, nascerà impianto RAEE

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🎧 All'ex inceneritore di Firenze iniziata la demolizione delle ciminiere, nascerà impianto RAEE
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Sono iniziati oggi i lavori di abbattimento delle ciminiere dell’ex inceneritore di San Donnino a Firenze, che è stato attivo dal 1973 al 1986. Il sito, ora di Alia Multiutility s.p.a., ospita attualmente un polo impiantistico per la gestione dei rifiuti urbani, simili e speciali, pericolosi e non pericolosi, ma in futuro ospiterà un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) con un investimento di 40 milioni co-finanziato dal Pnrr (per 3,5 mln).

Nel 1973, esattamente 51 anni fa, entrava in funzione il ‘bruciatore di Firenze”, così lo chiamavano i fiorentini, e permetteva di smaltire i rifiuti solidi urbani passando da un costo di 7.500 lire a tonnellata a 3000 lire. Altri tempi, ma quell’impianto di economia lineare rappresentava una forte attrattiva, anche tecnologica. Poi, nel 1986, lo stop definitivo per i noti motivi ambientali e di tutela della salute. Oggi, 8 aprile, il sito inizia ufficialmente a cambiare il suo volto, un giorno storico da tempo annunciato e molto atteso, dicono all’unanimità gli amministratori della città e regionali che stamani sono venuti a San Donnino: dal sindaco Nardella agli assessori all’ambiente Andrea Giorgio, qui anche come ATO Toscana centro, e Monia Monni. Presenti l’Ad di Alia Multiutility, Alberto Irace, e il presidente Lorenzo Perra.

Al posto delle due ciminiere, simbolo della piana e dell’antica funzione, sorgeranno due edifici su una superficie complessiva di 10 mila metri quadrati dove si potranno distinguere tre macro aree: di recupero dei rifiuti urbani speciali, pericolosi e non, l’area servizi e la stazione ecologica. Un impianto che si pone in quel delta tecnologico che permetterà di recuperare il 97% degli scarti come i metalli preziosi – oro argento, palladio nonché batterie al litio – con l’obiettivo di trattare e rimettere sul mercato, nelle logica dell’economia circolare, fino a 65 mila tonnellate all’anno di varia tipologia di rifiuti, i cosidetti RAEE. Dal ‘freddo e clima’ ai grandi bianchi come lavatrici, cappe, lavastoviglie e i piccoli elettrodomestici di consumo. Un investimento di circa 40 milioni di euro che comprende anche la messa in sicurezza idraulica di tutto il polo e la realizzazione delle opere elettromeccaniche. I tempi sono dettati dal Pnrr, entro giugno 2026 dovrà essere tutto in funzione, un cronoprogramma stretto che poi, con un margine di poco più ampio stabilito da Agenda2030, dovrà portarsi al target del 67 % di smaltimento e recupero dei rifiuti in un’ottica di sostenibilità ambientale.

“Il progetto di San Donnino testimonia l’impegno di Alia nell’essere assoluta protagonista di questa nuova fase basata sul recupero e sul riciclo”. Lo ha affermato Alberto Irace, amministratore delegato di Alia Multiutility s.p.a., a proposito dell’impianto di trattamento di rifiuti Raee che sorgerà nel sito dell’ex inceneritore di San Donnino (Firenze). “Grazie agli oltre 1,1 miliardi di euro di investimenti messi in campo in Toscana, è previsto lo sviluppo di reti impiantistiche che vanno proprio in questa direzione”, ha spiegato. “Entro il 2028 – ha proseguito Irace – si concluderà l’attuazione di quanto previsto dal piano industriale di Alia Multiutility che vede il revamping degli impianti di trattamento meccanico biologico di Case Passerini a Firenze e di via Paronese a Prato, la realizzazione dei biodigestori a Montespertoli e a Peccioli, di un impianto di recupero di carta e cartone a Pistoia, di uno di recupero degli scarti tessili a Prato, il potenziamento di Revet a Pontedera per quanto riguarda il riciclo delle plastiche e degli impianti Wtc, che trasformano i rifiuti industriali, domestici e commerciali in combustibili alternativi e in materie prime chimiche”.

Ma c è anche una sostenibilità sociale non indifferente. L’impianto, che già ora, con Alia, è il più virtuoso di Italia, impiegherà 50 dipendenti e potrà alimentare piccole filiere produttive o far riciclare direttamente, ad esempio grazie alla collaborazione che potrà nascere con la cooperativa di Don Santoro. “Si sta lavorando – ha detto l’assessora Monni – per poterlo inglobare anche in questo processo”.

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