Mer 24 Apr 2024

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A Monticchiello torna l’autodramma a passo di valzer

Da sabato 21 luglio a lunedì 14 agosto andrà in scena il 52° autodramma del Teatro Povero di Monticchiello, “Valzer di mezzanotte”. Una drammaturgia partecipata da un intero paese che si interroga su questioni cruciali per la comunità e in cui chi guarda può di riflesso riconoscersi e ritrovarsi. Tradizione sperimentale che ogni anno propone un nuovo testo, lo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello è ideato, discusso e recitato dagli abitanti attori, sotto la guida e per la regia di Andrea Cresti. Chiara Brilli lo ha intervistato.

Dal comunicato di presentazione:

“La nostra società pare avere continuo bisogno di feste, momenti collettivi in cui riaffermare prosperità e sicurezza, ribadire il proprio benessere, allontanare le paure: «Va tutto bene, il peggio è passato, il futuro sarà radioso». Pranzi e cene di gala, passerelle, sfilate, tripudi di camerieri e lacchè con vassoi colmi di cibo, autorità e papaveri d’ogni sorta a rassicurare il popolo in festa. L’abbondanza ostentata come rito scaramantico. O chissà: magari come danza sull’abisso… Cosa succederebbe, allora, se una di queste occasioni di giubilo s’inceppasse e le cose non andassero come stabilito dal programma? Se le vertiginose disuguaglianze su cui poggia la cerimonia stessa iniziassero a passare dal retroscena al proscenio, con gli accorsi intestarditi nel rivendicare l’un contro l’altro le proprie convinzioni; se il rito non riuscisse più a contenere paure, aspirazioni ed ideali di una comunità confusa, perché incerta tra ricordi del passato, incomprensioni del presente, ansie per il futuro? Se, infine, dal naufragio di una serata prendesse il largo un misterioso valzer di mezzanotte, forse presagio di un nuovo giorno, forse addio malinconico al vecchio, nella silente e tenace attesa di un approdo, di un’alba, di un ritorno a casa? “.

Per aggiornamenti: https://www.facebook.com/teatropovero/

1 commento

  1. Hanno vinto i fascisti che avevano annunciato un presidio davanti al circolo e che sono riusciti ad intercettare strumentalizzandolo il dolore della madre di Duccio. Chi dice che non si fa più la cena per “rispetto” di questa madre secondo me sbaglia perché questo equivale a dar ragione a chi fa di tutte le erbe un fascio imputando a tutta la comunità Rom quanto è successo quella tragica notte.

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