Mer 24 Apr 2024

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A Giovanna Botteri le Chiavi della Città di Firenze, intervistata dal Sindaco

ln occasione della giornata internazionale delle donne,  il sindaco di Firenze Dario Nardella ha consegnato a Palazzo Vecchio, le chiavi della città alla giornalista Giovanna Botteri.

La cerimonia di consegna si è svolta in modalità telematica nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla presenza della giunta, del presidente del Consiglio comunale Luca Milani e di alcuni consiglieri comunali. Prima del conferimento della riproduzione fedele delle chiavi delle antiche porte di Firenze il sindaco ha indossato i panni del cronista e ha intervistato la giornalista Rai, storica inviata di guerra.

Tra le motivazioni “Giovanna Botteri è una delle giornaliste più note e competenti del nostro paese, una grande professionista, inviata in teatri di guerra e luoghi lontani, coraggiosa e concreta, ma anche ironica e autoironica, ‘allergica’ da sempre a ogni forma di stereotipo, un esempio per tante giovani donne.

È stata lei, corrispondente dalla Cina, a descriverci l’esordio doloroso del Covid-19, il
dramma partito da Wuhan e che purtroppo solo poche settimane dopo abbiamo toccato con mano anche qui in Italia. Così come negli anni ha dato voce dai microfoni Rai a storie lontane, senza sensazionalismi o facile retorica, solo con l’autentica passione e la competenza di una giornalista di valore”.

“Per me è un onore averla a Palazzo Vecchio – ha affermato Nardella nel corso dell’evento ‘(In)visibili-Le donne nella società di oggi e di domani’ -. Verso di lei c’è stima e ammirazione, noi abbiamo bisogno di simboli e testimonianze come la sua. Il racconto di Giovanna è per noi un insegnamento e uno stimolo a porci l’interrogativo di come possiamo vivere la dimensione globale e di come possiamo affrontare le sfide e i
drammi”.

Il sindaco ha poi aggiunto che questo riconoscimento è “il simbolo della resilienza e dell’universale resistenza di Firenze”.

Botteri, emozionata, ha parlato del suo primo approccio, da giovanissima, con la città di Firenze, una città “vivissima, che d’estate si illuminava, dove c’era una sensazione incredibile di forza. Oggi non posso non tornare a Firenze in questo momento difficilissimo” pensando anche “a coloro che sono giovani adesso, che vivono questo buio ormai da un anno. Firenze ha vissuto l’alluvione, gli attacchi ma li ha sempre superati, succederà anche con questo virus. La sfida è superarlo il prima possibile, non abbassando la guardia perché siamo ancora in guerra”.

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