
“Le crisi si fanno sentire sempre più prepotentemente in Toscana” è quanto riporta Uil Toscana. Nel primo semestre 2025 sono state autorizzate oltre 24 milioni di ore di CIG, nello stesso periodo del 2024 erano 18 milioni (+36,5%), la regione “passa così dal settimo al quinto posto in Italia per numero totale di ore e per l’incremento più alto rispetto al primo semestre del 2024”.
Audio: Paolo Fantappiè, segretario generale UIL Toscana
“Le crisi si fanno sentire sempre più prepotentemente in Toscana. Lo si nota chiaramente dai dati inerenti all’utilizzo di ammortizzatori sociali nella nostra regione, in particolare dalle ore autorizzate di cassa integrazione”: nel primo semestre 2025 sono state autorizzate oltre 24 milioni di ore di cig, nello stesso periodo del 2024 erano 18 milioni (+36,5%). E’ quanto riporta la Uil Toscana evidenziando che la regione “passa così dal settimo al quinto posto in Italia per numero totale di ore e per l’incremento più alto rispetto al primo semestre del 2024”.
“Due delle nostre province – evidenzia il sindacato – figurano tra le 15 con la variazione più alta d’Italia, Siena all’ottavo posto e Pistoia al 13esimo. Firenze si attesta invece all’ottavo posto tra le province col più alto numero di ore di cassa utilizzate. Andando nello specifico, notiamo come la vera esplosione riguardi la cassa integrazione straordinaria, le cui ore sono praticamente raddoppiate (+99,6%) rispetto allo scorso anno: passano da circa 6,6 milioni a 13,2”.
“Questi dati, soprattutto quelli che riguardano la cassa integrazione straordinaria – afferma Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana – sono un sintomo evidente di crisi strutturali e non cicliche. Questa nostra preoccupazione si aggiunge ai prezzi ancora troppo alti, frutto di un’inflazione che ha galoppato per mesi, ed alla conseguenza dei dazi imposti dagli USA, che peggioreranno notevolmente la situazione. Come Uil Toscana siamo allarmati per la tenuta produttiva ed occupazionale della nostra regione. C’è l’evidente rischio in Toscana di un ulteriore impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori. Serve quanto prima un patto sul lavoro e lo sviluppo tra sindacati, imprese ed istituzioni, individuando risorse specifiche per un rilancio ed una modernizzazione del sistema produttivo”.