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Mar 24 Giu 2025
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Chiesti gli arresti domiciliari per la Sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, per corruzione

La procura di Firenze ha chiesto gli arresti domiciliari per la sindaca di Prato Ilaria Bugetti che è accusata di corruzione. La sua abitazione è stata perquisita questa mattina, quando le è stato notificato l’avviso a comparire per l’interrogatorio: sarà infatti il gip – con tutta probabilità la prossima settimana – a decidere sull’eventuale misura cautelare, dato che la procura ha chiesto gli arresti domiciliari.

L’indagine è partita due anni fa nel corso di un’altra in inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze sulla criminalità cinese. Delle contestazioni il ruolo di corruttore sarebbe quello dell’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, con il quale l’amministratrice aveva avuto rapporti di lavoro anche in passato. In particolare l’ipotesi accusatoria si concentrerebbe su finanziamenti elettorali che Bugetti avrebbe ricevuto al fine, per la procura, di favorire gli interessi dell’imprenditore Riccardo Matteini Bresci. In particolare l’imprenditore sarebbe riuscito a raccogliere numerosi voti alle ultime elezioni amministrative del 2024 nella quale la sindaca ha vinto al primo turno con il 52% dei voti. II rapporto corruttivo tra i due erano sarebbe consumato nel periodo in cui Bugetti era ancora consigliera regionale.

A seguito dell’avviso di garanzia la sindaca di Prato, ha dichiarato: “Con il presente comunicato, in qualità di sindaca di Prato, ritengo sia mio dovere immediatamente comunicare di aver ricevuto in data odierna, 13 giugno, un avviso di garanzia dalla Procura della Repubblica di Firenze. Comunico tali circostanze nel preciso momento in cui sono terminate le operazioni investigative.In relazione al contenuto di tale avviso la mia persona si è messa immediatamente disposizione dell’autorità procedente nel rispetto reciproco dei ruoli. Sin da ora ribadisco l’assoluta fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, e non mi sottrarrò a nessun riscontro, spiegando le mie ragioni, confidando nel fatto e avendo la certezza che il mio operato è sempre stato improntato alla correttezza personale, istituzionale nonché giuridica. Come detto sono a disposizione degli organi inquirenti e con fiducia proseguo nel mio ruolo con dedizione e attenzione al bene comune come ho sempre fatto”.