
Si chiude con una raffica di prescrizioni e una sola condanna il lungo processo sugli scavi della TAV a Firenze. Cade dunque l’impianto accusatorio per molti degli imputati, per cinque si prescrivono addirittura i reati di frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, falso e truffa. Assolto anche Lazzaro Ventrone, considerato a suo tempo collegato al clan dei Casalesi. Nel frattempo ha chiuso l’azienda e rimandato a casa 400 dipendenti.
Finisce con una raffica di proscioglimenti per prescrizione del reato il processo sulla TAV partito oltre cinque anni per identificare i responsabili della gestione e dello smaltimento di ingenti quantità di materiale inquinante proveniente dagli scavi sotterranei per la realizzazione del passante ferroviario ad alta velocità . Appena una condanna, quella per Oliviero Bencini, ex responsabile amministrativo e gestore di fatto delle relazioni imprenditoriali di Ecogest spa, che prende 1 anno 10 mesi con l’accusa di attività organizzata per traffico illecito di rifiuti: oltre 66.000 tonnellate di fanghi di scavo vennero riversate come terre destinate all’agricoltura a Rappuoli, vicino a Scarperia, tra il 2009 e il 2010. Dovrà anche ripristinare lo stato dell’ambiente compromesso e per i danni provocati risarcire, in sede civile, la Regione Toscana.
Dopo 15 anni, da quando cioè scattò l’indagine sui presunti reati ambientali collegati al cantiere TAV che ha portato al sequestro della Talpa battezzata Monna Lisa, e dei conci per il rivestimento del tunnel, si chiude così, con quasi un nulla di fatto, questo lungo stop dei lavori, che oggi invece sono ripresi a ritmo incalzante con la fresa sorella, Iris, un fiore che sboccia tra vecchi dubbi smaltiti, questi si, legalmente, con tanto di assoluzione o decorrenza dei termini per gli altri indagati. Fa eccezione la Nodavia, società consortile, dichiarata responsabile di illecito amministrativo per gestione di rifiuti non autorizzata, e condannata al pagamento di 100.000 euro. Un prezzo poi non troppo alto, che verrà corrisposto in 200 quote da 500 euro ciascuna.Â