Sab 27 Apr 2024

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Violenze e aggressioni contro operatori sanitari: flash mob a Firenze ed Empoli

Violenze e aggressioni contro operatori sanitari- Un presidio-flash mob davanti all’entrata dell’ospedale di Careggi a Firenze e uno davanti all’entrata dell’ospedale San Giuseppe a Empoli sono stati organizzati dalla Fp Cgil Firenze per oggi in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.

Più personale, per cure senza attese; più sicurezza sul lavoro, con presìdi fissi delle forze dell’ordine con protocolli chiari di intervento; operatori più protetti, con apparecchi per chiamate di aiuto e videosorveglianza per ambienti più sicuri; più assistenza legale contro la violenza al lavoro, perché va difeso chi ci cura, sono le richieste della Fp Cgil. Il sindacato chiede anche l’apertura di un tavolo ad hoc con prefetto e aziende per azioni e interventi concreti sul tema.

Nel 2022 in Toscana ci sono state 1.250 aggressioni ai sanitari dichiarate, di cui circa il 65 % di natura verbale e circa 35% natura fisica. Il 75% delle aggressioni riguarda donne. Medici, infermieri e Oss sono particolarmente a rischio, essendo in contatto diretto con pazienti e gestendo situazioni emotivamente delicate, si spiega in una nota.

“Negli ultimi cinque anni, l’Inail ha registrato oltre 12 mila casi di infortunio sul lavoro legati a violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 incidenti all’anno, di cui il 75% riguarda donne – speiga la Fp Cgil -. Medici, infermieri e Oss sono particolarmente a rischio, essendo in contatto diretto con pazienti e gestendo situazioni emotivamente delicate. Nel nostro territorio, le aggressioni al personale sanitario sono in aumento, e non è accettabile che chi svolge il proprio lavoro subisca violenze verbali o fisiche. È cruciale adottare misure preventive e segnalare ogni forma di aggressione in questo contesto. Da sempre come Fp Cgil sosteniamo l’urgenza di intervenire: prendiamoci cura di chi ci cura”.

Nelle ultime settimane si sta assistendo ad una escalation delle aggressioni nonostante la legge varata nel 2020 preveda pene severe e la querela d’ufficio. Ma proprio quest’ultimo strumento, che potrebbe rappresentare un efficace deterrente, spesso non è applicato, denunciano i sanitari. Ben l’81% del personale denuncia di aver subito violenze. L’ultimo episodio a Genova, dove tre infermieri del Pronto soccorso dell’ospedale Galliera sono stati aggrediti da una paziente che pretendeva di saltare la fila.

La Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) promuove una campagna social e due corsi di formazione a distanza. “I dati sono drammatici – afferma il presidente Filippo Anelli – ed il sindacato Cimo-Fesmed stima in 2500 le aggressioni, denunciate, che si verificano ogni anno in sanità. Bisogna intervenire – avverte – e bisogna farlo subito. Occorre dare piena applicazione alla Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori e le aziende devono adottare protocolli per segnalare alle autorità competenti tutti gli episodi di violenza, in modo da attivare appunto la procedibilità d’ufficio”. Secondo un recente sondaggio del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, dell’81% dei sanitari che ha subito aggressioni, il 23% riferisce violenze di tipo fisico ed il 77% verbale. Inoltre, sebbene il 75% abbia assistito personalmente ad aggressioni ai colleghi, il 69% non denuncia. Pronto Soccorso e Psichiatria sono in particolare i reparti dove si registra il maggior numero di episodi.

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